sabato 30 gennaio 2021

Contro le calamità, le banconote sono armi spuntate.


Per svariati secoli si è misurata la produttività dei singoli individui e dei popoli con le "banconote", che sono la merce prodotta, raccolta e scambiata dalle banche. Denaro preso in prestito da un istituto di credito e poi restituito maggiorato di un certo tasso di interesse.
Ma nel libero mercato non esiste la produttività costante che assicuri a qualunque imprenditore un reddito per sé e per la famiglia, il pagamento degli interessi, delle tasse allo Stato, nonché la puntuale restituzione del capitale alla banca finanziatrice, perché sviluppi e recessioni si alternano costantemente.
Non esiste un solo comparto economico a produttività garantita e non esiste una cultura che lo renda tale e non esiste niente che possa assicurare all'individuo che un prestito bancario sia produttivo di altro denaro per affrontare la sfilza di spese che comporta una attività imprenditoriale per maturare profitti.
Ogni singola regione dello stato ha una sua produttività dovuta a fattori ambientali, culturali, e al rapporto numerico tra soggetti che si accontentano di un salario e soggetti che investono per trarre profitto.
E poi, oltre ai soggetti produttivi, in qualunque Popolo ci sono milioni di cittadini che non sono in grado di produrre ricchezza per le ragioni più varie. Ed è a dir poco demenziale pensare che questi soggetti possano ottenere credito bancario. Al massimo potranno suicidarsi chiedendo denaro agli strozzini.
Non so in Italia quanto sia la popolazione improduttiva, fatta di bambini, adolescenti, adulti disoccupati, pensionati, malati o invalidi, Ma è a dir poco abominevole pensare che il mondo della finanza sia legittimato a speculare anche sulla improduttività o sulle disgrazie dei soggetti malati, poco abbienti o poco produttivi.
Allora nessuno stato di diritto dovrebbe privarsi della sovranità monetaria e quindi del potere di stampare biglietti di Stato per assolvere ai propri doveri costituzionali assicurando alla fascia di cittadini a cui è precluso l'accesso alle banconote, cioè al credito bancario, un margine dignitoso di diritti umani spendendo biglietti di Stato.
Perché mettendo i soggetti improduttivi a carico dei produttivi, si libera lo Stato sovrano dall'obbligo e dal costo della giustizia sociale stampando moneta propria; si rende anche un ottimo servizio alle banche che raccolgono risparmi, commerciano credito e incassano profitti astronomici; ma si attenta da criminali alla competitività del sistema e al pace sociale, con conseguente crescita patologica ed  ingovernabile di disoccupati e falliti.
Franco Luceri 

lunedì 25 gennaio 2021

Chi "assalta la diligenza", oggi si porta via "borsa e vita"


I più ritengono che sia stato utile affidare la gestione del denaro agli speculatori finanziari che meglio dei politici sanno come rendere produttiva l'economia curando la doppia circolazione del risparmio e del credito. E non è detto che non lo sia realmente.
Potendo disporre anche della sovranità monetaria i politici sarebbero stati tentati a governare da cani e poi stampare moneta e comprarsi il consenso. Perciò, in condizioni normali è bene che siano i banchieri e non i politici ad  usare il potere finanziario speculando sull'impiego e sulla circolazione del denaro.
Ma da un anno il covid ci sta dimostrando che anche ora che la "borsa" è vuota di reddito per i cittadini e tributi per lo stato, il mondo finanziario prosegue indisturbato a speculare sulla "borsa bucata" e sulla "vita malata" della collettività, e questo è a dir poco abominevole. 
Fino a quando non si risolve il problema pandemia quel potere andrebbe sottratto alla speculazione di pochi e restituito con urgenza a beneficio del Popolo, che in democrazia è costituzionalmente sovrano: ma nessuno ne parla. 
Per il pachidermico  mondo culturale italiano, quello della sovranità monetaria è un pericoloso tabù da cui tenersi alla larga. Almeno quanto tenere i fili dell'alta tensione a rispettosa distanza.
Oggi l'improduttivita da lockdown non si può più affrontare a cambiali. Il denaro è dei popoli democratici e nei momenti di drammatica emergenza dovrebbe essere stampato e consegnato a tutti gratuitamente perché non è in gioco solo la vita dei singoli, ma il futuro dell'umanità.
Prendendolo a debito si finge di salvare una generazione di anziani, ma per acquisire titolo legale a derubare  in maniera crescente ed irreversibile le future generazioni. Vedi Grecia derubata e dissanguata.
Joe Biden, appena insediato alla Casa Bianca ha detto: "se non si esce dalla pandemia non può ripartire l'economia".
Allora è ovvio che l'intera comunità mondiale esce prima e meglio da questa calamita solo impedendo al sistema finanziario privato che fino ad oggi ha speculato giustamente sulla "borsa" dei popoli di continuare a fare profitti speculando anche sulla "vita". 
Finché non riparte l'economia mondiale, nessuna forma di profitto dovrebbe essere consentita a chi, gestendo il potere reale del denaro, ha nelle sue mani il presente e il futuro dell'umanità, più della "politica senza portafoglio", che continua a girare in tondo come un cane che si morde la coda, gestendo un grande potere legale, ma di infimo potere reale.
Franco Luceri 

martedì 19 gennaio 2021

Allo Stato liberale hanno rubato la ruota di scorta.


Una famiglia numerosa è come un mini Stato sovrano che emette moneta propria. Gli adulti producono reddito e procreano, e i più giovani collaborano alla produttività collettiva che assicura vita ai giovani e assistenza agli anziani.
Ma se quella stessa famiglia si trova ad affrontare una calamita', una carestia, una pandemia, una guerra, una non rara recessione economica, un lutto in famiglia, con risorse ridotte o azzerate, (come ora in Italia afflitta da pandemia) va in crisi all'istante se lo Stato continua a tassarla invece di aiutarla. Oppure se eroga aiuti finti, attingendo risorse dal mercato finanziario nazionale o mondiale, perché la farà fallire dopo a colpi di rapine tributarie per pagare interessi o restituire il capitale.
Perciò, uno Stato liberale senza moneta propria, lo avranno pensato sicuramente nel manicomio criminale di Aversa. E mi perdonino i matti per l'infelice accostamento. Vale meno di un automobile progettata senza ruota di scorta o usata da cani da un autista imbranato.
Lo Stato che non può emettere moneta propria, soccorre i soggetti o le famiglie in difficoltà, solo dopo averli rapinati tributariamente, o li aiuta attingendo risorse dagli strozzini e ipotecando la borsa e la vita dei loro figli e nipoti, che per decenni saranno chiamati ad onorare il debito pubblico.
Uno stato senza "sovranità monetaria" è una quasi repubblica delle banane. La moneta propria non serve per tenere le rotative in funzione giorno e notte e stampare miliardi per arricchire cani e porci, ma ha la stessa funzione della ruota di scorta da utilizzare in caso di avaria imprevedibile o imprevista.
Quando un popolo si trova impossibilitato a produrre ricchezza o ne produce in quantità insufficiente, lo Stato integra il reddito dei singoli o delle famiglie per tenere in buona salute il sistema sociale e il sistema economico.
Ma se lo Stato non ha produttività né disponibilità di ricchezza propria, e dipende integralmente dal  filantropico mondo finanziario, dal buon cuore degli strozzini nazionali e mondiali, tanto da tassare persino i morti per poterli seppellire, è costantemente a rischio guerra civile.
Franco Luceri 

lunedì 18 gennaio 2021

Licenziate i politici e assumete i pompieri


Affidate i governi democratici ai vigili del fuoco che sono provvisti di mezzi veloci, estintori efficaci, coraggio, intelligenza operativa, tempestività, responsabilità.
Perché se avvisate Palazzo Chigi che c'è un incendio a sud, vedrete il Premier lanciato a sirene spiegate nella direzione sbagliata, dalla Ursula von der Leyen o dalla Christine Lagarde per farsi prestare l'estintore finanziario. Se gli va bene, torna a casa con la promessa che gli stipuleranno un oceano, e a fine incendio, se puntuale con le rate del mutuo, rimedierà una bottiglia d'acqua da mezzo litro.
Magari in condizioni normali non c'è niente di strano che la politica progetti e la banca finanzi. Ma se, nei casi di emergenza geologica, climatica, sanitaria, economica o bellica, il politico non è altrettanto autonomo e tempestivo quanto il vigile del fuoco, perché  cronicamente sprovvisto di mezzi finanziari, (di estintori) o non autorizzato ad usarli, allora la cattiva politica non dipende dal politico ma da chi nel mondo ha usurpato la sovranità monetaria dei popoli e detiene persino in democrazia da spietato tiranno il potere finanziario contro i popoli sovrani.
Se il politico promette interventi fulminanti come i famosi "ristori a pioggia" (per danni economici da lockdown) ma poi arrivano "a goccia" come la minzione di un malato di prostata, allora più che di cattiva politica si dovrebbe parlare di scandalosa finanza che non cambia passo neanche davanti al doppio rischio mondiale per l'intera umanità, di morte per pandemia o per fame.
Franco Luceri 

sabato 9 gennaio 2021

Trump è finito da fantino a cavallo pazzo


L'informazione mondiale ha definito Trump come matto da legare, perché, usando un esercito di barbari fascisti ha occupato il Congresso USA e terrorizzato i parlamentari. Tutto vero a 24 carati?
Proviamo a farci qualche domanda. Trump come ha fatto a mettere insieme quell'esercito di cavernicoli arrabbiati? 
Li ha partoriti tutti lui in 4 anni di gestazione politica fascista; li ha assunti; li ha drogati; li ha armati; li ha allenati alla guerra; li ha finanziati; li ha minacciati a mano armata, ha fatto questo lavoraccio da presidente degli Stati Uniti senza che nessun democratico e nessun repubblicano si sia accorto che stava tirando su un industria di fascisti? No.
Trump si è ritrovato al seguito un esercito di persone giustamente arrabbiate da decenni e decenni di politiche sinistre e un po' anche destre demagogiche, ed è stato promosso suo malgrado a loro padre putativo perché ha incominciato a sfamarle.
Trump può essere il peggio del peggio del peggio, l'Adolf del terzo millennio, ma l'industria di Poveri Cristi convertiti in barbari, l'ha tirata su e l'ha arricchita la politica pre-trampiana che di veramente Democratico non ha mai avuto un c****. Perciò, chi oggi si scandalizza per quello che ha fatto Trump, ha la faccia peggiore del c***.
Ipotizziamo pure che Trump si sia illuso di trarre vantaggio da quella tempesta sociale, da quella folla di americani prima giustamente e poi scompostamente arrabbiati.
Ma se Trump deve vergognarsi per come ha raccolto la tempesta sociale, gli arruffapopoli dell'informazione della politica e della Finanza (destri e mancini) che hanno seminato vento per decenni e decenni producendo con politiche truffaldine e criminali quell'esercito di arrabbiati e ora hanno pure la sfacciataggine di usare Trump da capro espiatorio, per la vergogna dovrebbero almeno girare mascherati fino a fine millennio.
Sono gli altri che hanno scambiato per gattino miagolante la tigre del dissenso e hanno creduto di poterla affamare e usare a piacimento da elettorato sinistro.
Come i suoi predecessori, magari anche Trump  avrà sottovalutato il pericolo. E quando si è reso conto di cavalcare un pericoloso felino, in realtà era lui il cavalcato. Così da agile fantino è finito retrocesso a cavallo pazzo, nonché incriminato per sottrazione e uso indebito di bestiame altri: abigeato.
Chi fino ad oggi ha creduto che i poveri sono una razza di animali mansueti che si lasciano affamare e usare impunemente; se proprio ci tiene a conservarsi la testa incollata alle spalle, dia una sbirciatina alla storia di Luigi XVI.
Franco Luceri 

lunedì 4 gennaio 2021

Monoteismo finanziario e relativi sacerdoti


Se oggi siamo schiavizzati da una potente e feroce oligarchia finanziaria europea e mondiale, e da una sanitaria che non sa ancora come mettere riparo alle catastrofi sociali, ambientali ed economiche  vecchie, e a quelle nuove generate dalla pandemia; chi ha avuto il potere e il dovere di impedirlo e non lo ha fatto: o era un utile idiota e si è lasciato usare da burattino; o era corrotto, e invece di sbarrare la via alla dittatura, si è venduto e ci ha consegnati inermi ai tiranni che ora ci schiavizzano.
L'involuzione totalitaria della democrazia non è una perturbazione metereologica indipendente dall'uomo e perciò imprevedibile; è una lenta degenerazione accettata e favorita da diecine, anzi centinaia di migliaia di arrampicatori sociali che della democrazia non sanno che farsene se non per ingrassare reggendo la coda ai tiranni.
Chi in Italia ha gestito il potere in questi 7 decenni lo ha tolto al popolo sovrano e lo ha consegnato ai tiranni della finanza e del mercato, grazie alla complicità dei pennivendoli del mondo della cultura.
E al pari dei farabutti che ci hanno s-governato, (magari soccombendo a pressioni sovranazionali e internazionali inarrestabili vecchie e nuove); responsabili dello sfascio italiano sono anche quelli che in politica si sono opposti con grande "coraggio" (finto) alla macellazione sociale, ma a tutela dei loro sporchi interessi personali o corporativi.
Sui social incominciano a domandarsi quando finirà questa dittatura. Ma gli illusi perdono tempo perché anche nella peggiore forma democratica "i poveri governati" sono anche governanti di se stessi. 
E chi abita nelle stanze dei bottoni ha due mosse vincenti per scoraggiare qualunque forma di ribellione. Distribuisce elemosine e alimenta con un diluvio di informazioni false il libero dibattito sociale.
E finché la gente sarà impegnata a tentare di capire, a galleggiare nell'oceano burrascoso della disinformazione e falsificazione mediatica H24, non muoverà un dito per paura di sbagliare: di toccare il fondo perdendo pure le elemosine del potere.
E questo per i tiranni è tutto grasso che cola.
Franco Luceri