lunedì 4 gennaio 2021

Monoteismo finanziario e relativi sacerdoti


Se oggi siamo schiavizzati da una potente e feroce oligarchia finanziaria europea e mondiale, e da una sanitaria che non sa ancora come mettere riparo alle catastrofi sociali, ambientali ed economiche  vecchie, e a quelle nuove generate dalla pandemia; chi ha avuto il potere e il dovere di impedirlo e non lo ha fatto: o era un utile idiota e si è lasciato usare da burattino; o era corrotto, e invece di sbarrare la via alla dittatura, si è venduto e ci ha consegnati inermi ai tiranni che ora ci schiavizzano.
L'involuzione totalitaria della democrazia non è una perturbazione metereologica indipendente dall'uomo e perciò imprevedibile; è una lenta degenerazione accettata e favorita da diecine, anzi centinaia di migliaia di arrampicatori sociali che della democrazia non sanno che farsene se non per ingrassare reggendo la coda ai tiranni.
Chi in Italia ha gestito il potere in questi 7 decenni lo ha tolto al popolo sovrano e lo ha consegnato ai tiranni della finanza e del mercato, grazie alla complicità dei pennivendoli del mondo della cultura.
E al pari dei farabutti che ci hanno s-governato, (magari soccombendo a pressioni sovranazionali e internazionali inarrestabili vecchie e nuove); responsabili dello sfascio italiano sono anche quelli che in politica si sono opposti con grande "coraggio" (finto) alla macellazione sociale, ma a tutela dei loro sporchi interessi personali o corporativi.
Sui social incominciano a domandarsi quando finirà questa dittatura. Ma gli illusi perdono tempo perché anche nella peggiore forma democratica "i poveri governati" sono anche governanti di se stessi. 
E chi abita nelle stanze dei bottoni ha due mosse vincenti per scoraggiare qualunque forma di ribellione. Distribuisce elemosine e alimenta con un diluvio di informazioni false il libero dibattito sociale.
E finché la gente sarà impegnata a tentare di capire, a galleggiare nell'oceano burrascoso della disinformazione e falsificazione mediatica H24, non muoverà un dito per paura di sbagliare: di toccare il fondo perdendo pure le elemosine del potere.
E questo per i tiranni è tutto grasso che cola.
Franco Luceri 

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