martedì 31 gennaio 2012

Scimmiotta la Cina


Scimmiotta la Cina
A fare buono o cattivo un sistema socio-economico è l'intelligenza della classe dirigente e quindi dello Stato. In mancanza, l'intelligenza dei singoli, può persino fare danni come quell'imprenditore ricco che si è offerto di pagare la tassa ICI (o come si chiama adeso) ai suoi dipendenti, tutta o in parte a seconda delle loro necessità.
Così lui migliora il rapporto con i suoi operai, ma gli imprenditori poveri si vedranno odiati dai loro dipendenti, perchè non pagano il giusto, non pagano in tempo, e invece di regalare soldi, vogliono tempo e lavoro regalato.
Questo è il risultato di una politica sindacale ed economica demenziale, perchè scoraggia gli operai che sono pagati a tariffa sindacale, dal chiedere più soldi ad un imprenditore ricco che di più pagherebbe volentieri per una prestazione lavorativa e un rapporto migliore con i suoi dipendenti. Mentre alimenta lo scontento e la rivendicazione insensata di chi viene pagato di meno, ma perchè l'imprenditore è in difficoltà non essendo abbastanza competitivo, per gli alti costi fissi del sistema pubblico fasullo, ma anche per la resa lavorativa dei suoi operai demotivati e sindacalmente istigati ad odiare e danneggiare i padroni.
Insomma, è tremendamente stupido pensare che un imprenditore sia degno di assumere lavoratori solo alla paga sindacale e politica. Se un operaio si accontenta di incassare di meno o lavorare di più è fuorilegge insieme al padrone. Invece è legale un imprenditore che potrebbe benissimo pagare il doppio, perchè ha profitti astronomici, ma nessuno ha il coraggio di chiedere un salario superiore a quello legalizzato dal sindacato.
Aver fatto del salario quella tristemente famosa "variabile indipendente dal mercato" di berlingueriana memoria, ci ha portato all'autodistruzione. Invece il salario dovrebbe essere una variabile dipendente dal mercato per aiutare le imprese a fare profitti, pagare salari e pagare tasse. E assolvere la funzione stramillenaria di spina dorsale del sistema economico e del sistema Stato.
Partendo da questa premessa, credo che se gli intellettuali fossero in grado di risponderci a queste tre domande, certo il mondo non diventerebbe un Paradiso domani mattina, ma forse smetterebbe di essere quel cesso infernale che è, per la rissosità di lavoratori e padroni, sindacalmente e politicamente indotta.

1° domanda: hanno fatto bene i lavoratori russi a preferire l'abolizione del diritto di proprietà, quindi ad accoppare giuridicamente i padroni per settantacinque anni per non farsi sfruttare, e dopo arrivati a seconda potenza mondiale, ridursi ad accattoni dell’America?


2° domanda: hanno fatto meglio i lavoratori italiani a tenersi i padroni, ma a sfruttarli per mezzo secolo fino a trasformarli nei peggiori imprenditori del pianeta e ora subirli come sfruttatori senza pietà, per difendersi dallo sfruttamento fiscale e finanziario usuraio?


3° domanda: non sarà per caso che i cinesi ci hanno fottuto tutti sull'anticipo noi europei firmando l’armistizio con i padroni, lavorando come schiavi per un tozzo di pane, ma facendo della Cina la potenza mondiale che si sta mangiando il mondo in un boccone; perché i lavoratori e imprenditori cinesi sono con gli attributi, non hanno bisogno di intermediari per accordarsi fra loro, arricchire e comprarsi in contanti il pianeta?


Certo che non basta la risposta a queste tre domande a cambiare la faccia dell'Italia o dell'Europa, magari è solo l'antipasto, il gingerino, l'ulivetta o il salatino. Ma pensare che la guerra civile camuffata da liberismo, con i lavoratori che considerano criminali i padroni e i padroni che considerano incapaci, parassiti e sfaticati i lavoratori, con gli arruffapopoli del sindacato e della politica armati di lanciafiamme per spegnere gli incendi sociali straripanti di indignados, in tutta sincerità, a me me pare proprio una stronzata.

domenica 29 gennaio 2012

Due tiranni al prezzo di uno


Due tiranni al prezzo di uno
Quando in un popolo si distrugge la diversità etico culturale fra le classi sociali per indurre la gente a pensare e agire tutta allo stesso modo, si creano le condizioni ottimali per l'involuzione totalitaria delle democrazie.
Il comunismo è stato possibile in mezzo mondo, perchè la cultura è riuscita a convincere i più, che la salvezza dei lavoratori passava dallo sterminio dei padroni. E il nazismo è arrivato per la stessa via a convincere i tedeschi, che il paradiso per la razza ariana, passa dallo sterminio di quella ebraica.
Sono idee da manicomio, ma che in un certo popolo e in un certo momento trovano le condizioni (culturali e socio-economiche) ottimali per attecchire e fruttificare tragedie a tutto spiano, e la loro follia può dimostrarla solo la storia dopo decenni o secoli di carestie e devastazioni.
L'intero Occidente si è infilato in una di queste condizioni ottimali e si sta autodistruggendo con una politica comunista idiota legalizzata e una economia più criminale che liberale.
Ma per quanta criminalità possa inventarsi il sistema economico, non riesce a compensare la distruttività del sistema Stato, con la produttività privata.
Insomma, siamo un popolo che ha bisogno di una iniezione di produttività di ricchezza; ma non l'avrà mai,  perchè chi ha il potere politico di governare, (rappresentando i lavoratori che sono una schiacciante e immodificabile maggioranza) non può che cercare di distillare dal mercato maggiori salari, maggiori diritti e minore lavoro (insomma il salario come variabile indipendente dal profitto) quindi l'esatto opposto di ciò che serve agli imprenditori per essere competitivi, realizzare maggiori profitti e pagare maggiori tasse allo Stato super indebitato.
Ma il peggio non è questo, perchè i padroni del potere economico, anche quando non ci sono le condizioni legali per farlo, la produttività la realizzano sempre e comunque, rigorosamente in nero e criminale in modo da tenersela per sè, gabbare il fisco e massacrare i piccoli contribuenti onesti che pagano al posto di banche e multinazionali.
Quale sia la pressione politica giusta che induca legalità negli imprenditori e quindi nel sistema economico, credo che nessuno lo sappia. Ma allo stato delle cose, l'Italia e l'Europa sono vittime di due tirannie parallele, quella politica dei lavoratori che hanno i numeri per escludere totalmente i padroni dall'alternanza politica al potere legale; e quella economica dei padroni che rispondono da tiranni al tiranno politico-sindacale licenziando, sfruttando lavoratori, eludendo il fisco o alla peggio delocalizzando.
Insomma c'è da domandarsi seriamente se abbia fatto peggio il comunismo russo ad accoppare i padroni, o il comunismo italiano a conservarseli per combatterli a 360 gradi pensando di guadagnarci di più a renderli uniformemente criminali.
E' così che l'Occidente ha scelto di farsi schiavizzare da due dittature parallele, due tiranni al prezzo di uno, e lo ha fatto imponendo all'Oriente di liberarsi dalla tirannia comunista dei lavoratori contro i padroni.
E per aver firmato l'armistizio nella guerra fra lavoratori e padroni, ad Oriente hanno spalancato le fauci della ricchezza fino a mangiarsi il pianeta in un sol boccone.
Quanto impiegherà l'Europa a capire tutto questo e a mettere riparo può saperlo solo Dio. Noi possiamo solo sperare e augurarci che non aspetti una guerra civile o mondiale per rinsavire.
I padroni e i lavoratori li ha creati il Padreterno dosando le capacità individuali in modo diverso. Ci sono buone possibilità che servano entrambi, e a giudicare da come se la passano oggi in Cina che padroni e lavoratori hanno firmato l'armistizio, servono e come che servono!!
Voi pensate davvero che in Italia ci sia la cultura ideale per la piena occupazione, la produttività economica e la pace sociale? Io nel mio piccolo qualche dubbio ce l'ho.
Basta vedere con che gioia i comunisti hanno accolto il primo imprenditore italiano in veste di Premier, e quanta collaborazione gli hanno offerto nei suoi 17 anni di politica e come lo stanno piangendo da quando si è dimesso.
Insomma in Italia non ci sono le condizioni che inducano i lavoratori a rendere profitti ai padroni, nè questi a sposare lavoratori a tempo indeterminato e compensarli con  giusti salari. 
Quindi cercare la luna nel pozzo in Italia è meno stupido che cercare la pace sociale e la produttività necessaria ad uscire dal tunnel.

giovedì 26 gennaio 2012

Liberismo circense

Liberismo circense
Prima del comunismo, in qualche angolo sperduto del pianeta, ci sarà pure stato qualche popolo in cui i lavoratori erano più potenti dei padroni. Ma in linea di massima il lavoratore è sempre lo sfruttato e il padrone lo sfruttatore, anche quando con ricchi stipendi lo illude di essere importante ed insostituibile classe media.
In Italia, dopo due sanguinose guerre mondiali, è arrivata la democrazia e il liberismo. Ma il mondo della cultura ha continuato ad insaccarci il cervello di comunismo e fascismo, senza mai spiegare che in una democrazia, non solo quelle ideologie sarebbero finite annacquate, miscelate e contaminate, ma oltre a fallire loro, avrebbero indotto pericolose mutazioni anche nel liberismo, che poi nessuna politica e giustizia democratica avrebbe potuto governare.
Ecco perchè io, per tentare di rendere comprensibile il mio pensiero, (già maledettamente controcorrente di suo) parlo spesso di comunismo, ma inteso come potere politico dei lavoratori, che nelle democrazie (come quella italiana da almeno quattro decenni) sono una schiacciante maggioranza elettorale, contro una minoranza risibile di padroni che nessun partito rappresenta.
Voi mi direte che i lavoratori possono votare anche partiti di destra. Certo, ma ovunque votano sono maggioranza. E non chiederanno mai profitti per gli imprenditori: ma salari e diritti per sè.
E per l'uso poco comunista di quel potere, gestito da sindacalisti e politici miopi; i padroni hanno finito per dare risposte ancora più egoiste ed interessate di quelle proprie della loro specie chiamata ovunque nel mondo a competere o fallire.
Quindi in Italia abbiamo comunismo che non è comunista, altrimenti avremmo la piena occupazione, (invece abbiamo la piena disoccupazione). E sul versante economico, invece di avere liberismo produttivo abbiamo liberismo fallimentare che attenta alla vita dell'intero popolo.
Le grosse imprese italiane (banche e multinazionali) si sono tramutate in imprese circensi (senza offesa per quelle nobilissime propriamente dette). Non mettono radici in nessun posto, assumono lavoratori per spazzolarsi la ricchezza esistente, poi licenziano smontano il telone e passano avanti. E almeno ogni tre mesi scappano a portare soldi in Svizzera o altri paradisi fiscali, per sottrarli al fisco la cui mutazione genetica non è stata da meno.
Un secolo fa, quando un circo si fermava in un paese, i ragazzini correvano a raccogliere mangime per leoni: gatti e cani randagi da scambiare con biglietti d'ingresso gratis. E quando, oltre agli spettatori paganti, incominciava a scarseggiare la selvaggina a buon mercato per i leoni, smontavano la baracca e passavano avanti.
Niente di più e niente di meno delle "delocalizzazioni" delle multinazionali moderne, a caccia di lavoratori, (mangime per padroni) che siano a buon mercato come gatti e cani randagi da dare in pasto ai leoni del circo.
Così la politica si trova a governare sistemi sociali anomali, dove molti cercano lavoro nel posto in cui risiedono, ma pochi lo creano, se non per se stessi e la loro famiglia (quando la ricerca di un lavoro dipendente e diventata disperata). E sui grandi imprenditori, che di posti di lavoro ne creano a diecine di migliaia, non si può più fare affidamento, perchè sono imprese circensi di passaggio.
Si fermano per ramazzare profitti e poi anche rimanendo nello stesso posto per anni è come fossero partiti: perchè a razzo partono i loro profitti verso la Svizzera, chiudono bilanci in perdita, minacciano cassentegrazioni o licenziamenti tre volte l'anno e bussano a denari allo Stato prima che il fisco abbia il tempo di bussare ai loro profitti. 
Insomma creano quella "produttività drogata" e quindi finta di cui il ministro Passera ha parlato a Ballarò. I loro dipendenti sono dipendenti privati, ma visto che quel tipo di imprese, chiudendo in perdita, non pagano una lira di tasse, è come fossero pagati dalla collettività.
E la politica, (ormai comunista solo di nome), non avendo scampo  da decenni, cala la ghigliottina tributaria sui lavoratori e mini imprenditori onesti ignari delle mostruosità politico economiche finchè non vengono usati come gatti e cani randagi da offrire in pasto agli insaziabili leoni liberisti.
Quindi non esiste padreterno politico che possa sfamare un popolo di lavoratori che ha usato da stupido il suo potere sindacale e politico, legittimando i grossi padroni a sfruttare la collettività, a privatizzare illegalimente i profitti, e poi socializzare le perdite a norma di legge, minacciando licenziamenti e obbligando lo Stato a sganciare, esenzioni di imposte, finanziamenti a fondo perduto o appalti truccati per puntellare e scongiurare il crollo dei posti di lavoro.
La quantità di grosse imprese che si è allattata alle mammelle dell'Italia per 65 anni è spaventosa, ma quando hanno capito che avrebbero dovuto attaccarsi alla mammella avvelenata del debito pubblico per ripianarlo, hanno preferito la Cina o l'America di Obama, dove cani e gatti randagi, (leggi cercatori di salari) da dare in pasto ai leoni del liberismo criminale "legalizzato" ancora si sprecano.
Al punto in cui siamo ridotti, la casta dei politici e quella dei giudici non centrano un accidente nel governo dell'Italia, perchè il potere "REALE" che hanno sulle banche e multinazionali definirlo risibile è persino riduttivo. E' come se si fossero ridotti a pedalare una bicicletta senza pedali o manubrio. A nord come a sud hanno potere, anzi strapotere tirannico, ma solo sui gatti spelacchiati dei lavoratori dipendenti e mini imprenditori. 
L'idea che l'arretramento del sud sia da imputare al nord sfruttatore, l'hanno messa in circolazione i leoni famelici del liberismo, padroni di giornali e televisioni perchè la guerra fra poveri era utile a distogliere l'opinione pubblica dalle contorte manovre di banchieri e industriali mangiatori di gatti e cani randagi del nord, centro, sud e isole. Il nord si è salvato finchè ha avuto una maggiore concentrazione di banche e imprese allattate da mamma Italia, prima di entrare in menopausa.
Ora al nord le imprese circensi, in gran parte delocalizzate, lasciano i dipendenti con i mutui da pagare e lo stipendio da sognare, dopo averli arricchiti di "produttività drogata" per sei decenni. 
Per non perdere posti di lavoro, sindacalisti e politici hanno foraggiato migliaia di imprese nella padania di Bossi, costringendo il sud al destino ingrato di evasori o mafiosi. Utile al sud, come un cappio per impiccarsi.
Ora la nostra classe politica potrà mai sfamare 56 milioni di cittadini fissi, con 4 milioni di imprenditori e manager mordi e fuggi, perchè evasori, elusori, esportatori di capitali, corruttori, truffatori, inquinatori, bancarottieri e delocalizzatori a razzo?
Nell'Italia del sud, la risposta a questa domanda non serve più nemmeno allo scemo del paese. Ciò che invece ci sfugge, è se sia stato lo schiacciante potere numerico-politico dei lavoratori (maggioranza in qualunque schieramento di destra, centro e sinistra) a condizionare e fino rendere criminale il potere economico dei padroni, che dalle origini della specie umana stinchi di santo non lo sono mai stati, ma nemmeno così uniformemente criminali, da paralizzare persino la magistratura e infettare persino il Vaticano.
Insomma, se si accertasse che in Italia la politica dei lavoratori è vittima di sè stessa, perchè ha dato legittimità ad un sistema economico liberista capace di produrre profitti ma solo pagando salari di fame, (e cercava l'esatto contrario) potremmo affermare senza tema di essere smentiti, che quanto ad autolesionismo, nemmeno quel contadino che segò il ramo su cui sedeva era riuscito a fare meglio.

venerdì 20 gennaio 2012

I sistemi liberali sono ingovernabili



I sistemi liberali sono ingovernabili
Ho corretto due volte il titolo del precedente articolo, perchè non mi sembrava giusto parlare di "Stato monco", visto che a differenza del sud, dove lo Stato prende tasse e restituisce disservizi, al nord sembra esserci uno Stato con la mano che da e quella che prende. E così ho titolato "A sud lo Stato è monco".
Ma dopo 24 ore ho capito che non è merito della politica se al nord lo Stato conserva entrambe le mani. E non è colpa degli sfruttatori del nord, (come abbiamo sempre pensato tutti) se il sud non è mai riuscito a colmare il divario e da decenni si difende con evasione e mafia dallo Stato monco che portando tutto e tutti al fallimento rischia di scatenare una guerra civile.
Le cause sono da ricercare nella differenza che c'è fra comunismo e liberismo. Ma mentre i liberisti hanno criticato il comunismo fino alla nausea, i comunisti non solo hanno smesso da un pezzo di criticarlo, ma in massa si sono convertiti tutti al liberismo, persino i rifondatori comunisti: intellettuali, sindacalisti, giornalisti e politici.
Se la Fiat mettesse in commercio un'auto difettosa, chi avrebbe il dovere e la convenienza di metterne in luce i difetti, Marchionne o le industrie concorrenti?
Il liberismo è come un'auto difettosa, ma i comunisti ci salgono a bordo rassegnati facendo rivoltare Marx nella tomba, che in tempi non sospetti aveva capito la tendenza del capitalismo a fare i ricchi più ricchi e i poveri più poveri.
E finchè non si troverà la chiave di questo rebus, che vede al nord concentrati i ricchi sfruttatori e al sud gli sfruttati, alla faccia dei mille apparenti correttivi della politica comunista e fascista, l'Italia, l'Europa, l'Occidente e l'intero Pianeta ormai irreversibilmente liberale e capitalista, non potranno che arretrare verso la barbarie.
Tutti diamo per scontato che la politica se volesse potrebbe spostare ricchezza dai ricchi ai poveri e salvare capre e cavoli. Invece il difetto strutturale del liberismo è che la politica non ha tutto il potere che serve per governarlo. Anche se si guarda bene dall'ammetterlo.
E' come un allevatore di bestiame, che alleva in gabbia alcune specie di animali e libere altre. Di quelle che alleva in gabbia ha il controllo capillare e può farsele in brodo quanto gli pare. Mentre quelle libere rimangono solo se la politica garantisce mangime fresco e abbondante senza fiatare, altrimenti cambiano Regione, Stato o Continente.
Ed è per questa ragione che la politica, nella sua sconfinata imbecillità, rapina gli allevamenti in gabbia del sud, per non perdere le galline libere e dalle uova d'oro del nord, che un giorno dopo l'altro minacciano di cambiare aria, di "delocalizzare" se il mangime scarseggia.
Insomma nei sistemi liberisti la politica ha il potere di legare i poveracci del sud come cani alla catena e negargli persino pane e acqua. Ma se osa mettere a dieta gli elefanti economici del nord, quelli girano il culo e se ne vanno, perchè non ci sono catene sufficienti per costringerli a "defecare" ricchezza dove hanno mangiato: a pagare il risanamento dello Stato che per ingrassarli ha sterminato milioni di pulcini del sud e si è anche indebitato da fare schifo.
Il nord ha avuto la fortuna di avere un'alta concentrazione di elefanti economici e la politica e il sindacato hanno sacrificato il sud per mantenersi in Italia gli elefanti, mica per amor della padania.
Ora un bel pò di elefanti sono emigrati in Cina, e i Mammut che sono rimasti in Italia lo dicono chiaro e tondo che qua stanno solo se c'è da incassare e ci stanno alle loro condizioni salariali ed economiche, mica a quelle imposte dalla politica, a quel fesso di Pantalone del sud.
Insomma la politica esercita sui pulcini del nord e del sud ingabbiati e tirannizzati, un potere mostruoso, ma ne subisce altrettanto dai grossi bestioni del mercato nei cui confronti ha solo il potere di ingrassarli, mai di tassarli, di farli "defecare" ricchezza in Italia, invece di correre in Svizzera, o in altri paradisi fiscali.
Sta tutta qua la differenza fra comunismo idiota e liberismo criminale. E chi fosse tentato di chiedere a me la medicina per curare la malata Italia si risparmi il fastidio.
Solo i sistemi economici chiusi restituiscono l'intero potere alla politica, ma un popolo che sia totalmente autonomo in fatto di cultura, tecnologia, energia, materie prime e prodotti finiti non l'hanno ancora inventato.
Quindi il comunismo non ha funzionato perchè consegnava troppo potere alla politica; mentre il liberismo le lascia il potere di fare buchi nell'acqua e di osservare inerme lo spettacolo cannibalesco dell'uomo lupo dell'uomo. Delle "supercaste" come le chiama sul Corriere della Sera, il prof. Ernesto Galli della Loggia, in grado di fagocitarsi anche le caste.

giovedì 19 gennaio 2012

A sud lo Stato è monco

    A sud lo Stato è monco


Un secolo fa i lettori di giornali erano rari, e quei pochi, facevano tanta invidia, da indurre qualche analfabeta a darsi un contegno da professore, col giornale sfogliato sottosopra.
Oggi gran parte della classe dirigente italiana scimmiotta gli analfabeti di ieri, capovolgendo la scala delle priorità politiche fino a ridurre i bisogni primarifamiglia, salutelavoro e reddito, (che nell'atto costitutivo dello Stato sono all'apice) in trascurabili bisogni secondari.
Ma finchè la scienza non avrà inventato i popoli pneumatici che si reggono in piedi con l’aria gratis dal benzinaio, e non col caro pane del fornaio, qualunque istituzione arrischi il diritto dei cittadini al lavoro e guadagno onesto, e quindi alla vita, potrà definirsi legale nella forma quanto le pare, ma rimarrà criminale nella sostanza, anzi genocida.
Visto che da mezzo secolo nell’Italia del sud abbiamo fiumi di disoccupati, padri e madri di famiglia che si tolgono la vita dopo aver ucciso i figli, e uno spreco di omicidi fra consanguinei, sempre per ovvie ragioni di disagio economico. Ma nemmeno il 30% e passa di giovani disoccupati scandalizza politici e giudici (alla faccia del Primo art. della Costituzione). E ad onor del vero, scandalizza ancora meno, professori, professionisti e giornalisti.
Voi avete visto per caso qualche procura incriminare il governo centrale e periferico nelle migliaia di casi di suicidio di disperati che non hanno lavoro o di omicidi suicidi quando sterminano intere famiglie con neonati e bambini per disperazione? Io mai.
Per la legalissima magistratura italiana, istigare al suicidio o al furto un padre di famiglia lasciandolo senza lavoro, casa o reddito, e con i lupi del fisco alle calcagna, (anche per una semplice contravvenzione non pagata); in uno Stato di diritto non è mica una notizia criminis per la quale sbattere in galera un esercito di politici centrali e periferici!!!! Anzi, è il caso di riconfermarli al potere per mezzo secolo come abbiamo fatto nella Prima Repubblica!!!
Quindi l’Italia è il paese della legalità finta, te la ritrovi pure nelle mutande; ma al nord c’è lo Stato che con una mano da e con l’altra prende; invece al sud, da 150 anni, bazzica il gemello monco, solo con la mano che razzia tributi e nega diritti.
Ma voi direte, e in queste condizioni come fanno le istituzioni del sud a conservarsi sulla faccia almeno una maschera di legalità?
Semplice: copiando dall’analfabeta col giornale sottosopra, si ritrovano la lotta all’evasione e lotta alla mafia, anteposte al dovere di garantire lavoro e reddito onesto, che così finiscono nel dimenticatoio nazionale, per chi non può sganciare mazzette o presentare tessere di partito.
E non è tutto. Come l'analfabeta muoveva le labbra fingendo di leggere, anche i nostri burocrati super alfabetizzati, “producono montagne di leggi e sporcano montagne di scartoffie fingendo di lottare” contro gli evasori di centesimi (già attrezzati di fune per impiccarsi), e capimafia già destituiti e pensionati, sapendo bene che sarebbe un genocidio togliere al sud il reddito sporco, da evasione, mafia e lavoro nero, prima di aver attrezzato lo Stato monco del sud almeno di una mano morta, per evitare lo scandalo di altri 150 anni di sud rapinato con la mano fiscale e spinto in pasto a negrieri, strozzini e mafiosi con la finta mano "legale".
Nel profondo sud, persino i vescovi e i cardinali che si trovassero a risolvere un tragico caso umano di disoccupazione di padri o madri di famiglia numerosa, (con i tempi biblici del collocamento pubblico truffa) sarebbero condannati a rivolgersi per un posto di lavoro ai referenti politici della mafia.
Non so a voi, ma a me questa fogna morale oltre che legale puzza di bancarotta democratica. Magistrati e politici (e con la benedizione di giornalisti e professionisti) hanno lasciato incancrenire così a lungo il problema lavoro onesto al sud e ora per ritardare la guerra civile, i politici si ritrovano a dover strappare dalle grinfie dei giudici che vorrebbero fare pulizia, i super evasori e i super mafiosi: unici produttori di ricchezza privata abbastanza criminale da resistere alla finta legalità pubblica, fatta al 99,99% di feroce rapina tributaria a danno dei piccoli e piccolissimi imprenditori, ridotti da decenni a ebrei da sterminare.
Chi ha contribuito alla finta legalità italiana, pagherà caro questo genocidio, per svariati decenni, perchè un popolo di lavoratori dipendenti (persino migliore) si può anche rimediarlo a valanga aprendo le frontiere. Ma uno di imprenditori onesti, capaci e competitivi che sia la spina dorsale economica del sistema sociale e del sistema Stato, devi buttare il sangue a formarlo alternando istruzione teorica e pratica fra professori veri e artigiani capaci.
E quando quel popolo produttivo te lo sei guadagnato, il problema non è come difendere lo Stato dagli imprenditori disonesti, ma come proteggere gli imprenditori onesti dalla burocrazia irresponsabile e ladrona, capace di convertirli in massa, a colpi di disservizi e tasse rapina, in imprenditori ladri, truffatori, evasori e mafiosi ingovernabili.
Questa fotografia dell'Italia osservata con gli occhi delle vittime e non dei carnefici, certo avrà l'effetto di un pugno nello stomaco per la classe dirigente italiana, fatta di molti irresponsabili e vigliacchi e di pochi, pochissimi eroi. Ma se nemmeno la brutalità di questa analisi riuscisse a rinsavirla, della menzogna mediatica camuffata da verità siamo già ubriachi da mezzo secolo.
La cultura idiota di questo Belpaese è servita a spostare il baricentro del potere dagli uomini ignoranti ma con gli attributi; ai vigliacchi col titolo, la professione e la tessera di partito, che sanno tutto ma non capiscono niente.
Lesti di mano per fottere come borseggiatori, lesti di piede per fuggire dalla nave che affonda prima dei topi, ma col cervello di bradipo, incapaci di gestire il potere se non da omicidi.

giovedì 12 gennaio 2012

Parole di ciarlatani e fatti di don Verzè.

Parole di ciarlatani e fatti di don Verzè


Che la libertà di parola, in democrazia, avrebbe messo non solo i pensatori, (cosa buona e giusta), ma anche un esercito sterminato di ciarlatani che si atteggiano ad intellettuali e giornalisti, in condizioni  di abusare con ferocia degli uomini di azione, in quanto risibile minoranza sociale e politica, era più che prevedibile.
Ed è proprio questo ch'è successo ovunque e in Italia in primis, dove la carenza di lavoro ha convogliato nelle redazioni e nelle istituzioni eserciti di ignoranti e di mezze calzette con la laurea che per provare a guadagnarsi una fetta di pane, non avevano altro che da accendere i riflettori in faccia ai poveracci impegnati a produrre fatti: cioè la quantità di PIL necessaria a mantenere gli operai che buttano il sangue e rischiano la vita e i ciarlatani che si credono importanti per aver letto, (senza capirci un tubo, se no non staremmo in queste pietose condizioni), i più che famosi Socrate, Platone e Aristotele e altri anche Pitagora.
Perchè se avessero capito qualcosa, (oltre alle tessere di partito da usare da arrampicatori sociali) saprebbero che un pensatore può criticare un pensatore, ma non ha titolo per analizzare e giudicare le azioni altrui, che non sono mai la fedele realizzazione del pensiero di un uomo, ma sono il frutto spesso contaminato o marcio delle sue buone intenzioni di uomo di azione, come il povero Don Verzè, che suo malgrado s'è trovato ad operare in un contesto socio-politico-economico-culturale, dove legalità e moralità son finite a "buone donne" dice una mia carissima amica.
E quindi, o entri in compromesso col mondo che ti circonda, con le leggi non sempre intelligenti che ti condizionano, con politici e burocrati sempre rapaci che ti aiutano a patto che poi ti possano sfruttare o distruggere, oppure rimani in pantofole a casa tua a coltivarti con diligenza la tua grandezza di pensatore, che se mai dovesse piantare un chiodo demolirebbe una parete per quanto è nullità come operatore.
Certo abbiamo le leggi e i giudici preposti a giudicare e assolvere o condannare chi sbaglia facendo, ma è solo per una convenzione sociale che gli abbiamo attribuito questo potere, non certo perchè hanno una superiore capacità di valutazione.
Quindi, l'idea di attribuire a Don Verzè il merito esclusivo per l'opera faraonica che ha realizzato in Italia e nel mondo, oltre che esagerato è stupido. Ma è a dir poco criminale addossargli al 100% le colpe della bancarotta ad una età prossima al secolo e dopo l'opera faraonica che ha realizzato.
Come poteva avere il controllo effettivo, anche del solo San Raffaele, dove c'è, (al pari di ogni altra istituzione italiana stipendificio) una concentrazione di interessi economici, di faccendieri, di magnamagna e ladroni di tutte le razze insinuati come pantegane in colletto bianco, nei gangli vitali del sistema Stato?
I ciarlatani devono smetterla di puntare i riflettori su chi fa. E' già duro che lo facciano i giudici, ma almeno quelli li abbiamo legittimati noi cittadini per avere uno Stato di diritto e sanno quali e quante difficoltà ci sono a giudicare e troppo spesso sono straziati da sensi di colpa spaventosi per aver sbagliato.
A pensare si pensa da soli e a parlare anche. Ma per fare, per realizzare qualcosa oggi, in uno Stato di diritto, sotto i riflettori di leggi e istituzioni, politici, giudici e burocrati, sindacalisti e giornalisti, bisogna essere ubriachi fradici di illusioni.
Bisogna aver staccato i piedi da terra per svariati chilometri, e abitare col cervello nella stratosfera per aver il coraggio "dell'intrapresa" come dice Berlusconi, che in sostanza significa accettare la responsabilità totale di un'opera ideata o voluta da te che sei un galantuomo, ma realizzata da migliaia o milioni di altre persone, che ti ruotano intorno come satelliti fingendo di servirti, ma se hanno la possibilità di speculare e danneggiarti in qualche maniera, non ti fanno certo uno squillo di telefono per avere la tua benedizione.
Io don Verzè non l'ho mai conosciuto, ma anche per ciò che scrivono i suoi detrattori sono convinto che ha miracolato Milano. Responsabilità legali ne avrà avute a vagonate, e non mi scandalizzerei se ne avesse anche da morto: siamo in Italia!!! Lo avranno usato da paravento, lo avranno rivoltato e rigirato ladri, corrotti e truffatori con la fedina penale immacolata, che in Italia c'è l'imbarazzo della scelta.
Ma attribuirgli responsabilità morali per aver insudiciato la sua immagine e la sua onorabilità, entrando in compromesso con altri poteri e potenti, condizione imprescindibile per realizzare quell'opera grandiosa e unica in un Paese che è tutto un cimitero di cattedrali nel deserto, sarà pure legale; ma per chi conosce la differenza fra il dire e il fare in Italia, vi posso garantire che è assolutamente, rigorosamente demenziale.

mercoledì 11 gennaio 2012

La medicina politica fa schifo?


Le scelte politiche sono gli spermatozoi che rendono fertile il sistema economico e favoriscono la produttività individuale e collettiva. Ma a quanto pare, nell'Europa alla bancarotta, più che carenza di seme politico, c'è carestia di ovuli culturali.
C'è una frase inequivocabile del Presidente dell’Eurozona Jean Claude Juncker, che spiega perché la politica sembra afflitta da impotenza nei confronti dei problemi economici: "Sappiamo tutti cosa fare per risolvere i problemi, ma non sappiamo come farci rieleggere dopo averlo fatto".
Quindi, per avere le soluzioni che in Italia tutti chiediamo disperatamente alla UE, alla Germania o almeno all’America di Obama, non c’è mica da spaccarsi il cervello. E' come la storia di quello che girava per trovare il cappello che aveva in testa.
Le soluzioni le ha anche l’assessore o il consigliere del comune di Roccacannuccia: le hanno TUTTI a sentire Juncker; ma ci cascano solo i politici suicidi, che forse non sapendo di non essere più rieletti le adottano lo stesso.
Quindi in democrazia, più che cercare di eleggere politici che nel cervello hanno le soluzioni, dobbiamo semplicemente controllare se in tasca hanno già la fune per andarsi ad impiccare dopo che le avranno attuate.
Ma a pensarci bene anche questa è utopia, perché in Italia dovremmo avere in Parlamento una maggioranza di oltre 500 rappresentanti del popolo tutti attrezzati e determinati per un suicidio politico in massa, per avere da loro soluzioni anziché problemi, ed è come centrare un sei miliardario al superenalotto.
E se questo è il massimo che si può distillare dalle democrazie, (cioè niente) perché la cultura ce la mette tutta a formare e informare cittadini “superintelligenti” che pagano fior di miliardi i politici per impedirgli di fare politica; non mi meraviglia affatto che almeno da Platone in poi non abbiano mai smesso di alternarsi le democrazie inconcludenti e i totalitarismi criminali.
Avere fede cieca nelle democrazie, e non capire che la politica rispecchia pari pari l’intelligenza che l’istruzione e l'informazione hanno trasmesso al popolo, è il modo migliore per predisporre le democrazie ad alternarsi alle dittature o quando tutto va a meraviglia, subirne il commissariamento.

martedì 10 gennaio 2012

Chiave e Serratura

          Chiave e Serratura


E' semplice capire perchè le democrazie Occidentali falliscono in massa. In sei decenni di sviluppi scientifici e tecnologici che hanno reso fiumi di ricchezza; pochi Stati hanno avuto il buon senso di spenderla per adeguare le loro tecniche di caccia e pesca economica verso lo sfruttamento dell'intelligenza dei MIGLIORI: dei geni a vantaggio dello Stato e quindi della collettività.
Così i politici hanno ripiegato (a dir poco da tre decenni) verso la pesca a strascico, speculando sugli errori (culturalmente e giuridicamente indotti) dei PEGGIORI: quelli che poi passano per ignoranti, stupidi, matti e falliti, e che rendono un millesimo di ciò che costano le burocrazie repressive e i professionisti "famelici" ad esse collegati. Salvo ricordarsi dell'esistenza dei migliori, dei Prof. Monti, quando lo Stato è già precipitato a valle come una valanga. Ch'è come chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti.
E spostando fiumi di denaro, si sono spostati fiumi di potere dal pubblico al privato, dallo Stato legale, alle consorterie fameliche chiamate CASTE, che hanno accumulato una tale quantità di privilegi e guadagni, da mangiarsi in sei decenni popolo e Stato.
Secondo me, il concetto che dovrebbero sviluppare gli intellettuali onesti superstiti, (se esistono, che battano un colpo) è in che modo si possano conciliare in un sistema sociale, i benefici dell' individualismo dei geni come Bill Gates super produttivi di ricchezza, e quelli del socialismo solidale che persegua la finalità del bene comune, in uno Stato di diritto, che non sia né rachitico né elefantiaco, si per prendere con una mano tasse, ma con l’altra restituire servizi, senza alimentare parassitismi, clientelismi e familismi, o lasciare in mutande i Bill Gates o i Steve Jobs o i Berlusconi, che per i poveri sarebbe come saltare dalla padella del liberismo reso rapace dalla stupidità culturale e politica, nella brace del comunismo irresponsabile, improduttivo, genocida.
Visto che, Padreterno escluso, nemmeno le montagne possono ostacolare la produttività di ricchezza dei cervelloni, non rimane che stabilire se è più conveniente che lo Stato usi i geni da produttori PER la collettività, o sfruttatori DELLA collettività  (troppo spesso fuorilegge) e ad esclusivo vantaggio personale.
I debiti che hanno accumulato Europa e America fingendo di sfruttare tributariamente il portafoglio dei geni (ma lasciandolo gonfiare fino all'indecenza) e mai il cervello, sono una cifra spacca computer che nemmeno l’intera massa dei poveri del pianeta riuscirebbe ad appianare nei prossimi mille anni vivendo a pane e acqua. Ma nel contempo, la massa della ricchezza dei cento paperoni più ricchi del mondo, è tale che con gli spiccioli di euro o dollaro dimenticati nella tasca dei pantaloni mandati in lavanderia, potrebbero azzerare quel debito che ai più costa lacrime, sangue, fame e morte.
Io in tutto questo porcaio ci vedo solo la bancarotta fraudolenta della cultura, e di riflesso della politica e della giustizia. Se pensate che la mia chiave possa aprire almeno una porticina verso il futuro, a tutt'oggi ancora inesistente, provate ad infilarla nella serratura, collocando politica e giustizia ad equidistanza fra liberismo produttivo e socialismo solidale, ma non parassita. O se non vi garba, spedite il tutto in fonderia, e che Dio ce la mandi buona!
Chi volesse commentare criticamente il mio scritto, per rilevarne gli errori formali e sostanziali, lo faccia senza riguardi, tanto questo non è mica il Vangelo!!!. E grazie da subito a tutti. 

venerdì 6 gennaio 2012

Una chiave per il 2012?


Una chiave per il 2012 ?

E' semplice capire perchè le democrazie Occidentali falliscono in massa. In sei decenni di sviluppi scientifici e tecnologici che hanno reso fiumi di ricchezza; pochi Stati hanno avuto il buon senso di spenderla per adeguare le loro tecniche di caccia e pesca (economica) verso lo sfruttamento dell'intelligenza dei geni, dei MIGLIORI, dei Bill Gates, a vantaggio dello Stato e quindi della collettività.
Così i politici da strapazzo hanno ripiegato verso la pesca a strascico speculando sugli errori (culturalmente e giuridicamente indotti) dei PEGGIORI: ignoranti, stupidi, matti e falliti, che rendono un millesimo di ciò che costano le burocrazie repressive e i professionisti "famelici" ad esse collegati . 
E spostando fiumi di denaro, si sono spostati fiumi di potere dal pubblico al privato, dallo Stato legale alla mafia locale, fatta di consorterie fameliche chiamate caste, che hanno accumulato una tale quantità di privilegi e di guadagni, da mangiarsi in sei decenni popolo e Stato.
Ecco perchè l'Italia è ad un passo dal default, pur con un fisco famelico con i poveri (che vengono ridotti al suicidio anche per semplici errori formali, senza un centesimo di danno per lo Stato). Perchè ha un esercito crescente d'intoccabili REGNANTI che scoppiando di obesità finanziaria sono costretti a portare in Svizzera fiumi di milioni, che il fisco italiano, strenuamente impegnato a raccattare MINCHIONI, dei MILIONI non sa che farsene.
Chi mette in dubbio l'impegno italiano a lottare contro l'evasione, provi a smarrire lo scontrino fiscale di un leccalecca all'uscita dal bar, e si ritroverà in galera con tutta la sua famiglia, e in buona compagnia con quella del barista. Ma se ha una vagonata di euro da esportare in un paradiso fiscale non si faccia scrupoli e parta subito, che per la lotta all'elusione l'Italia non si è ancora attrezzata, ed è improbabile che in futuro i REGNANTI della burocrazia e della finanza le lascino il potere di farlo.
Se poi l'Italia dovesse avere necessità di contanti non ci sono problemi, glieli prestano a strozzo comprando titoli pubblici, e ipotecando lo Stato e il futuro degli italiani.
In Francia Robespierre riuscì a liberare i poveri dai REGNANTI, ma per liberare l'Italia dalle CASTE temo farebbero cilecca pure le bombe atomiche.


Chi volesse commentare criticamente questo pezzo lo faccia, chi volesse arricchire questa chiave di lettura o aggiungerne una nuova e magari totalmente opposta, si accomodi. 
E a tutti, grazie in anticipo. 

lunedì 2 gennaio 2012

L'uragano sociale


Quando i poveri si riprendono il potere

La guerra sarà pure una cosa troppo seria da affidare solo ai generali; ma l’informazione, la guerra delle parole, è un miliardo di volte più rischioso lasciarla ai soli giornalisti, visto che abbiamo l’Europa impestata di debiti, di banchieri alla bancarotta e di politici incapaci; ma ancora non abbiamo un solo giornalista che sappia spiegarci se i danni li fa la destra o la sinistra, i padroni o gli operai, le banche o le imprese, i sindacalisti o i politici, il mercato globale o la politica locale.
Grazie al mercato, nella società abbiamo poveri alla canna del gas e ricchi che scoppiano di obesità finanziaria. E nello Stato abbiamo politici di destra e di sinistra che non si capisce a che servono, visto che della politica i ricchi farebbero volentieri a meno, mentre i poveri che la vorrebbero, possono solo sognarsela.
Se in uno Stato provi a domandare quali sono i politici che aiutano i ricchi ad arricchire, non vi è uno che confessi di essere al servizio dei ricchi. Si dicono tutti al servizio dei poveri, dei disoccupati, dei cassintegrati e sfruttati. E forse è proprio questo il problema. In aggiunta alla Caritas che aiuta davvero, i salvatori politici dei poveri sono un numero così sproporzionato da seppellirli invece di salvarli.
Dal punto di vista politico i ricchi sono un'entità caricatura in una democrazia, sono in numero così esiguo da non essere rappresentati nemmeno dal Capo dello Stato che ci rappresenta tutti anche singolarmente.
Invece i poveri e la classe media dei lavoratori e pensionati sono una schiacciante maggioranza sia al governo che all’opposizione e pure non c’è politica in tutto l’Occidente capace di garantirgli almeno uno straccio di dignità.
Quindi questa domanda è diventata ineludibile: chi usa il potere politico dei poveri, per truffare i poveri ingrassando i ricchi fino all'indecenza?
Bisogna eliminare il mercato globale perché genera ricchezza per i ricchi e fiumi di povertà per i poveri, o va eliminata la politica imbecille che invece di correggere le iniquità del mercato perequando la ricchezza, cioè tassando i ricchi e dando ai poveri, usa il potere dei poveri e della classe media (numericamente schiacciante come una dittatura) per raddoppiare l’iniquità, per aggravare la sperequazione, per istigare al suicidio o a delinquere un  numero crescente di poveri, affamandoli, tassandoli e sfruttandoli per mantenere un sistema Stato incapace ed elefantiaco, senza disturbare, anzi aiutando i paperoni nella loro attività accumulativa pazzoide.
Se i ricchi producono ricchezza indipendentemente dai successi o fallimenti della politica, e lo fanno quasi del tutto privi di rappresentanza essendo in numero a dir poco risibile, e non gli cambia la vita un Berlusconi che va e un Monti che viene; dobbiamo cercare di capire se questo nubifragio di calamità recessive che si abbatte ciclicamente sulla testa dei poveri e classe media, è dovuto all’assenza di un sistema di mercato produttivo anche per i poveri, o alla ingombrante presenza di un sistema Stato e relativi addetti che sulla povertà dei cittadini lucrano al pari di  strozzini rapaci profitti astronomici.
E quindi, o si mette a dieta lo Stato prima che scoppi per bancarotta, o si inventa un doppione di mercato chiuso (collettivista pro poveri) che non trasformi i cittadini in difficoltà in animali da macello, ma gli consenta un sussidio o un lavoro dignitoso e continuato e pazienza se povero e malpagato.
Perché la disoccupazione e la precarietà sono altrettante mine vaganti sotto il culo di qualunque Stato, democratico o totalitario che sia. E la politica, prima si convince di questo e meglio fà.
A questo mondo si può anche negare il diritto di lavorare e produrre ricchezza onesta a milioni di cittadini, (condannandoli al rogo della disoccupazione diceva Don Milani) ma dal diritto di mangiare e vivere può liberarli solo il Padreterno.
Chi, a memoria d'uomo, ha abusato di un popolo affamandolo e schiavizzandolo, ha sempre ucciso se stesso; perché non esiste argine alla forza della natura di un popolo che si ribella ai suoi affamatori.
La vera politica per politici (senza vocazione al suicidio) favorisce il lavoro e la produttività onesta dei cittadini, senza abuso di potere, senza leggi e istituzioni pensate solo per ostacolare o impedire il diritto alla vita dei singoli, da cui ne conseguirebbe in automatico la salvezza di  popolo e Stato, mercato e politica, capre e cavoli. Perchè se escludiamo il lavoro e guadagno per TUTTI, che sono le vere chiavi della POLITICA maiuscola, il resto è aria fritta.