sabato 16 novembre 2024

L'errata percezione della realtà uccide più della guerra







Per rendere la conoscenza accessibile ad un numero crescente di soggetti, il mondo della cultura, ha finito per distorcere la percezione della realtà, fino a rendere miopi persino gli intellettuali più preparati, che vedono la scienza come madre infallibile di tutte le soluzioni e perfettamente alternativa alla natura.
Il mondo della cultura ci insegna che siamo in rapporto con i nostri simili e con gli animali. E questo ha finito per rendere strabico il cervello umano e l'umanità impotente e indifesa rispetto ai cambiamenti della natura, naturali o umanamente indotti.
Michel Serres, filosofo francese, ha descritto funzionamento e utilità dei rapporti umani e degli scambi commerciali e culturali con queste illuminanti parole:
"Se tu hai un pane e io un euro, e io uso il mio euro per comprare il tuo pane, alla fine dello scambio avrò il pane e tu l'euro. È un equilibrio perfetto, no? Prima A aveva un euro e B un pane, dopo lo scambio A ha il pane e B l'euro. È una transazione equa, ma puramente materiale.
Ora, immagina di avere un sonetto di Verlaine o di conoscere il teorema di Pitagora, mentre io non ho nulla. Se me li insegni, alla fine di questo scambio io avrò imparato sia il sonetto che il teorema, ma tu continuerai a possederli. In questo caso, non c'è solo un equilibrio, ma una crescita.
Nel primo caso, abbiamo avuto uno scambio di beni; nel secondo, abbiamo condiviso conoscenza. E mentre i beni si consumano, la cultura si espande all'infinito".
Con questo esempio di semplificazione e sottovalutazione filosofica, Michel Serres porta acqua al mulino della cultura, ma dimentica che la storia dell'umanità non è una semplice briscola tra soggetti istruiti e soggetti ignoranti da istruire, ma un rapporto triangolare, con la natura nel ruolo di terzo giocatore, che tiene banco, batte, distribuisce le carte e non perde mai. 
Per uscire vivi nei rapporti con la natura, che ora ha l'ingrato compito di nutrire e tenere in vita 8 miliardi di umani, assicurando aria, acqua, fuoco, cibo e terra, bisogna giocare per perdere, bisogna aiutarla a vincere.
"L'istruzione espande la cultura a l'infinito, come giustamente ha detto il filosofo Serres". Ed è proprio questo a rendere il sapere umano conflittuale rispetto ai bisogni del DATORE DI LAVORO NATURA, che sapendo pensare da sé, ha una necessità sconfinata di lavoratori che fanno e nessun bisogno di intellettuali e governanti che pensano di essere autonomi, come fossero i padroni del mondo.
Se la cultura e i relativi sacerdoti si espandono all'infinito, vuol dire che non hanno capito una mazza di questo mondo e che non vedono nemmeno un millimetro più in là del loro naso.
Su un altro pianeta sono liberi di espandersi Senza Misura, ma sulla terra devono chiedersi, in ogni tempo e luogo, H24, se la natura ha più bisogno di pensatori o lavoratori, di cervelli o di braccia, di neuroni o di muscoli 
Perché i professori saranno anche graditi alla natura, ma i lavoratori sono drammaticamente indispensabili, quando c'è da spalare fango, da liberare le vittime da sotto le macerie, da consolidare montagne che franano piantando e curando alberi, da coltivare la terra per trarre i frutti che nutrono e salvano l'umanità.
I professori saranno bravi a pensare, ad insegnare, a governare, ma indispensabili  alla natura sono soltanto i lavoratori che sfruttano i muscoli anziché i neuroni.
Impoverire i sistemi sociali di lavoratori manuali è pericoloso come esporre l'umanità al rischio estinzione, sostituzione o invasione di altri popoli pronti a riempire di forza lavoro i territori incolti.
Col cervello vuoto e lo stomaco pieno l'umanità ha percorso un cammino di milioni di anni, e ne farebbe altrettanti.
Col cervello pieno e lo stomaco vuoto, alla lunga, anche i migliori popoli si estinguono, o finiscono per rassegnarsi al crimine, o peggio al cannibalismo.
Franco Luceri

sabato 9 novembre 2024

L'umanità è passata dall'attività agricola alla "ladricola", perché?







Il pianeta Terra è l'unico datore di lavoro degno di questo nome: ci ospita, ci assume, ci procura un sacco di lavori, non ci licenzia e ci retribuisce in natura.
Noi umani dipendenti siamo stati creati per prendere ordini ed eseguirli alla lettera. Per sviluppare intelligenza esecutiva, ubbidienza maniacale; perché all'intelligenza creativa aveva già provveduto il Creatore.

In altre parole, sulla terra, noi umani siamo autorizzati "a pensare da intellettuali", come usare la forza muscolare nelle attività agricole, non come abusare in quelle "ladricole e ricetticole".

Tutto ciò che di "intelligente" (si fa per dire) ha inventato l'uomo vivendo sulla terra non è gradito alla Terra che è già razionale e autonoma di suo. È imprenditrice che assume e paga le prestazioni muscolari degli uomini per fare intelligente manutenzione del territorio che hanno occupato. Tutto il resto è fuori legge della natura. È parassitismo, furto, devastazione ambientale.

Dio non ha rifornito gli uomini di caterpillar e trivelle per sventrare montagne alla ricerca di minerali preziosi o perforare il suolo alla ricerca di acqua, gas, petrolio e quant'altro. 
E non ci ha nemmeno riempito gli arsenali di bombe atomiche, missili terra aria, satelliti per telecomunicazioni e conquiste spaziali. Non ci ha rifornito di virus per guerre batteriologiche. Né ha riempito le borse valori e borse merci di strozzini e speculatori.

Noi poveri umani non siamo autorizzati a pensare da padroni, ma a sgobbare da dipendenti: da esecutori degli ordini di Madre Natura. 
Tutta la torre di Babele del pensiero umano è spazzatura infetta, perché non libera l'umanità dalla dipendenza del Creato, ma la rende sempre più schiava e più vittima inerme dei naturalissimi cambiamenti climatici, in aggiunta a intellettuali, strozzini e tiranni che fanno a gara per come devastare il pianeta e accoppare chi non si lascia asservire.

Se galline e polli leggessero i giornali morirebbero dal ridere vedendo che molti umani si chiamano intellettuali, liberi pensatori, ma non avrebbero nemmeno occhi per piangere (altro che cervello pensante e portafoglio pieno) se il pianeta Terra e il sole non li rifornissero gratis di aria, acqua, fuoco, cibo e caverne per proteggersi dagli animali feroci.

L'umanità è così fintamente autonoma, che se si estinguesse la razza delle api impollinatrici, quella umana finta  intellettuale farebbe la stessa fine.

Tutte le guerre fatte da noi poveri umani per conservarci o moltiplicarci o difenderci la proprietà di questo o di quello, sono attività demenziali e suicide, perché l'uomo non è stato mai  proprietario esclusivo di un bel cacchio di niente e mai lo sarà. Insieme a miliardi di altre razze di esseri viventi, siamo semplicemente ospiti (graditi o sgraditi, dipende da noi).

Esistiamo tutti per gentile concessione di "madre natura", ma prontissima a riciclarsi in "matrigna" vendicativa e assassina nei confronti di chi pensa di trarre un vantaggio derubandola, sporcandola, danneggiandola.

Tutta l'attività intellettuale dell'uomo è un furto nei confronti del Creato, perché arricchisce chi pensa senza fare una mazza e quindi impoverisce il Creato. È attività redditizia senza muovere un muscolo a protezione della terra che ci ospita. Insomma è furto a 24 carati.

Le uniche attività umane ecocompatibili sono: agricoltura, pastorizia, pesca e boschicoltura. E l'istruzione e l'informazione che aiutano a sviluppare intelligenza esecutiva.
Non certo l'intelligenza creativa che ha partorito l'edilizia in mutande che ora ha bisogno di una montagna di miliardi per aggiungere alle mutande il cappotto termico o le automobili che vanno rottamate in massa perché profumano come maiali.
E l'intelligenza creativa non si è mica fermata all'economia pacifica. Quando questa finisce alla bancarotta, si passa alla guerra per conquistare territori, rubare soldi ed esercitare potere tirannico. Tutte "geniali e creative" attività legalizzate dai potenti (onesti fino alla lira) ma omicide o suicide per i popoli.
Franco Luceri

sabato 2 novembre 2024

Il politico deve bilanciarsi da funambolo tra consumo e risparmio






La politica è lavoro funambolesco. Chi governa deve bilanciarsi tra consumo e risparmio. E per fare questo "non deve perdere nemmeno per un attimo il senso dell'insieme", come ci ricorda Emmanuel Mounier.

Se incentiva il risparmio, la riduzione degli investimenti, impoverisce l'economia e uccide le fasce più povere della popolazione, perché si riduce il lavoro, il salario, il profitto e di conseguenza il gettito tributario per lo Stato. 
Se al contrario incentiva il consumo, produce ricchezza e qualità della vita, ma anche inquinamento e devastazione ambientale. Che è come delegare alla natura il compito di assassina a colpi di sconvolgimenti climatici.

Nei secoli il mondo scientifico ha sviluppato una grande quantità di tecnologia militare per portare distruzione e morte. E nell'ultimo secolo anche per comunicare, muoversi al di fuori della terra, esplorare l'universo o colonizzare pianeti.
Ma singolarmente siamo ancora a l'ombrello per non bagnarci quando piove. Un "ombrello collettivo", una tecnologia che protegga almeno la vita dei popoli dagli sconvolgimenti climatici assassini, naturali o umanamente indotti, ancora non l'hanno immaginata nemmeno i futurologi.
Io ho provato a domandarmi come sarebbe stata la storia umana, se In alternativa alla civiltà della distruzione e ricostruzione, avessero inventato la civiltà della conservazione ecocompatibile.
Penso che il pianeta sarebbe raddoppiato di volume ogni anno con tutto quello che l'umanità inventa, produce, acquista, usa, getta, smaltisce. E non solo nei cassonetti e nelle discariche, ma persino nei fiumi e in mare.
Quindi la civiltà della distruzione non può essere abolita del tutto, perché serve a distruggere il vecchio, produrre il nuovo, vendere, fare profitti e tornare a produrre nuovi beni e nuovi servizi, per garantire alla collettività, continuità di lavoro, salario, profitto, interessi alle banche e tasse allo Stato.
La civiltà della distruzione non ha ancora nella civiltà della conservazione una razionale alternativa.
I potenti non si disperano per gli sconvolgimenti climatici devastatori e assassini, di acqua, sole, uragani e terremoti, perché per loro significano continuità di guadagno: investimenti, produzione, commercio e profitto per ricostruire o risanare tutto ciò che il maltempo ha devastato.
Forse nella storia dell'uomo, la mala cultura e la mala politica non possono essere eliminate del tutto. Intellettuali e politici sono condannati a tenersi in equilibrio da funamboli tra bene e male. Chi pensa che debbano sopprimere il male e conservare il bene faccia un salto dall'oculista, perché gli sconvolgimenti climatici assassini ci stanno dimostrando senza ombra di dubbio che la povertà è il "male" che uccide i poveri; e la ricchezza esagerata è il "bene" che producendo tutti i danni ambientali possibili e immaginabili uccide la natura. E la natura si sta dimostrando vendicativa, matrigna.
Perciò, se i politici sono in buona fede, vanno aiutati a trovare il giusto equilibrio tra consumo e risparmio, sviluppo e recessione, benessere e fame, giustizia e ingiustizia, vita e morte, bene e male.
Chi imputa alla politica tutti I guasti del mondo non ha capito una mazza. Se peggio, combatte la politica per lucrare guadagni a danno della collettività, o per sostituirla al potere, è un emerito farabutto da rendere con urgenza legalmente inoffensivo.
Ciò che il maltempo ha fatto in Spagna dovrebbe allarmare seriamente cultura e politica, perché nemmeno la guerra riesce a portare una simile devastazione. 
Il modello di civiltà basato su consumi crescenti, utile al mercato e alla finanza credo che non sia gradito alla natura.
Anche i popoli più progrediti del mondo si stanno dimostrando impotenti davanti ai cambiamenti indotti dall'uomo per adattare la natura a sé; forse è il caso di tornare ad adattare l'uomo alla natura, perché gli effetti delle politiche opposte si stanno dimostrando drammaticamente evidenti e ingovernabili.
Franco Luceri

sabato 26 ottobre 2024

Per maneggiare cultura serve delicatezza e precisione chirurgica







Nella millenaria civiltà contadina non sarà stato facile per il nascente mondo della cultura procurarsi cervelli da formare e informare. 
Ma da quando ha convinto l'umanità che: "l'uomo è un errore di Dio da correggere"; o come diceva Victor Hugo, "chi apre la porta di una scuola chiude una prigione": ai prof. il lavoro non manca e ai secondini straripa.
In Italia, l'istruzione obbligatoria (che  avrebbe dovuto chiudere tutte le galere) sta facendo miracoli alla rovescia da tre quarti di secolo; perché ora servirebbero più secondini che professori. 
Scuole e redazioni, reali e virtuali, spuntano ovunque come funghi, ma le galere si riempiono invece di svuotarsi. 
I detenuti sono insaccati come sardine e servirebbe almeno il raddoppio delle case di detenzione e delle guardie carcerarie, per tentare di recuperare realmente gli ospiti alla legalità.

Istruzione e informazione  "correggono l'uomo, presunto errore di Dio"; ma la bestialità dell'egoismo e della sopraffazione continua a prevalere e ad uccidere l'amore per l'umanità e la pace. 
Il bullismo dilaga anche nelle aule scolastiche e le bande di minorenni violenti o assassini non mancano.
Ma tranquilli; da qualche anno, la montagna della cultura ha partorito un topolino: la cosiddetta    "intelligenza artificiale", che promette di riavvitare tutti i cervelli che per sbaglio l'intelligenza naturale ha "svitato" .

Nessun intellettuale ha mai tentato di capire se il costo di vite umane sacrificate sull'altare del "fallibile sapere umano", è stato produttivo o distruttivo come in Italia, dove crescono al pari di gramigna: omicidi di tutte le razze persino fra consanguinei, crollo demografico, criminalità a tutti i livelli e a 360 gradi, collasso del sistema economico, devastazione ambientale e debito pubblico ingovernabile. E nel mondo, con le guerre genocide sta andando "alla grande".

Da un'opera Divina, qual era l'uomo analfabeta, ricchissimo anzi straripante di santi, poeti, navigatori, eroi e geni, ne hanno ricavato una macchina di devastazione familiare, sociale, economica e ambientale.

I produttori e venditori di "parole che piacciono ma non salvano", direbbe Baudelaire, dovrebbero presentare le loro mostruose falsificazioni pedagogiche,  giuridiche e finanziarie, (come fossero medicinale tossico)  corredate di "bugiardone", in modo che i cosiddetti cittadini "sovrani" sappiano in anticipo quali e quanti danni subiranno da somari, per avere il tempo di rassegnarsi o levare il disturbo.

Jean Jacques Rousseau diceva che "sarebbero necessari degli dèi per dare delle leggi agli uomini".

Ora speriamo che i giuristi mondiali partoriscano un "pool di DEI legislatori", capaci di governare con leggi che non schiavizzano i popoli e non incendiano le istituzioni a spese dei contribuenti onesti, mettendo in guerra persino i giudici contro i politici e i politici contro i giudici.

Intanto, con queste parole, gli addetti ai lavori ci confermano che stanno lavorando per noi: "cerchiamo di capire cosa non ha funzionato". 

E aspettando che i potenti capiscano un modo migliore per governarci senza fregature; credo che a fare la differenza, in ogni tempo e in ogni luogo, con o senza istruzione, denaro o potere sia sempre e solo la qualità morale dell'UOMO.
 
In mano ad un UOMO, che oltre alle leggi dello Stato, ha un sacro rispetto delle LEGGI MORALI, la CULTURA è la migliore ARMA per migliorare nel rispetto della natura, POPOLI E STATI: altrimenti può diventare devastante e persino assassina. 
Franco Luceri

venerdì 18 ottobre 2024

Dalla dittatura politica si esce vivi, dalla finanziaria defunti








L'uomo nasce sensibile al bello come ogni altro animale. E la cultura sviluppa e sfrutta questa sensibilità istintiva, per offrire al mercato popoli produttivi, ma incapaci di resistere alla forza attrattiva del bello, (come il pesce all'esca) perché malati individualmente e socialmente di consumismo compulsivo.
Il meglio nella giusta misura per farlo bastare per tutti, a tutt'oggi non è mai bastato a nessuno. Tutti pretendono e prendono il MASSIMO DEL MEGLIO, a costo di toglierlo agli altri da criminali.

Alla lunga, la guerra dell'egoismo tra individui, paesi, regioni, stati, popoli e continenti, non può che sfociare in una guerra nazionale o mondiale. E la frittata è fatta.
Quando tutti i popoli tendono a l'ingorda appropriazione della massima quantità del meglio disponibile, magari Dio riuscirebbe a mettere riparo, ma il fenomeno è talmente dilagato che agli umani il governo della Pace e della Giustizia sociale gli è già sfuggito di mano. E la barbarie della criminalità, della guerra e della devastazione ambientale non riesce a governarla nessuno. Cultura, politica, giustizia, mercato e Finanza finiscono travolte della loro ingordizia e stupidità.

Ma tutto questo non avviene solo per colpa degli umani, perché il pianeta ci mette anche di suo. Non accetta di essere depredato del massimo del meglio ma di ciò che è disponibile.
Altrimenti risponde a colpi di sconvolgimenti climatici che quest'anno (e ancora non è finita) hanno regalato solo a l'Italia che è grande quanto un fazzoletto, 15 miliardi di danni. Quanto basterebbe per rendere benestanti tutti i poveri d'Italia.
Provate a moltiplicare per i 200 paesi del mondo che sono diecine di volte più grandi dell'Italia, (che è grande 300 mila chilometri quadrati). ( mentre La Russia è 17 milioni di chilometri quadrati) 
E capirete che i danni della guerra fosse pure mondiale e atomica sono insignificanti rispetto ai danni che riesce a generare il pianeta che non ha voglia di garantire qualità di vita crescente ad una umanità che più cresce, più diventa insaziabile, egoista, rapace, criminale e genocida.

Filosofi e scienziati giocano a tressette col morto, ma senza conoscere le regole del gioco, che il terzo giocatore, il creato, conosce perfettamente.
I filosofi de-formando cervelli per indurre l'umanità a volere il massimo del meglio. E i creativi del mondo scientifico continuano a produrre e vendere cose sempre più belle, che come l'esca provvista di amo attraggono e uccidono i popoli spendaccioni e affamano i poveri.
Quindi chi tiene banco non è il filosofo che allena gli umani ad amare il bello a tal punto da avere quasi un orgasmo cerebrale. E non è lo scienziato che produce l'esca dei capolavori tecnologici che migliorano la qualità della vita e quindi inducono l'umanità ad abboccare. 
Ma fare i conti senza l'Oste (il Creato) è sempre stato pericoloso. La Natura
 approva o disapprova il consumo delle sue risorse fatto dall'uomo e risponde a colpi di sconvolgimenti climatici assassini se finisce depredata e devastata.
Franco Luceri

sabato 12 ottobre 2024

Depredare il pianeta è un finto salvataggio dell'umanità








L'umanità pensa e agisce da decine di millenni per migliorarsi la qualità della vita. Ma il miglioramento non basta mai a nessuno, e si continua a depredare la natura pur sapendo di causare impoverimento e peggioramento della vita del pianeta.
Rincorriamo ossessivamente il progresso culturale, scientifico e tecnologico a caccia di comodità e di lusso, ma a spese dell'ecosistema che puntualmente subisce un danno e reagisce a colpi di sconvolgimenti climatici assassini.
L'intero progresso umano, se è esagerato, migliora la qualità della vita, dei pochi che possono permettersi il lusso di migliorarsela; ma induce la natura a reagire con tale violenza, da togliere la qualità e pure la vita a miliardi di umani che non possono.
Insomma, per l'uomo normale, il vero progresso è il rispetto dell'ecosistema, perché non istiga la natura a reagire da matrigna anziché da madre.
Tutti considerano come verità inconfutabile che 24 secoli fa Platone ci ha fornito la chiave per vivere da soggetti intelligenti studiando e auto governandoci da cittadini sovrani. 
Ma in 24 secoli noi umani, invece di formarci il cervello, siamo stati capaci di fumarci il cervello fino a diventare stupidi suicidi.
Io credo che dovremmo domandarci se il pianeta Terra gli uomini li preferisce intelligenti o cretini, filosofi o analfabeti; lì vuole razionali e capaci di dare ordini, o li vuole ubbidienti esecutori?
Adamo fu ospitato come guardiano del Paradiso, senza curriculum vitae e laurea alla Bocconi. Dio non gli chiese una prova di intelligenza, come potare un albero per aiutarlo a crescere e fruttificare, ma di ubbidienza. Sei libero, fai quello che vuoi, ma non toccare i frutti dell'albero di Melo.
La natura è autonoma non ha bisogno dell'uomo. Vuole dall'uomo la stessa intelligenza che vuole da una carota, un pomodoro, una pulce, una zanzara, una pietra o una montagna.
Quindi la prima disgrazia dell'uomo è quella di sentirsi autonomo e volersi liberare dalla dipendenza del Creato sviluppando intelligenza grazie alla cultura e ad una creatività a dir poco mostruosa. 
Ma scienza e intelligenza sono la causa prima di tutte le disgrazie umane e l'umanità rischia di fare la stessa fine di Adamo; cacciata dal pianeta terra per aver trasformato il paradiso terrestre in un inferno per tutti gli esseri viventi dal batterio alla balena.
Secondo Socrate, il primo passo per raggiungere la conoscenza della verità era quello di ammettere la propria ignoranza. Il vero sapiente è colui che sa di non sapere; perché solo chi conosce il buco nero della propria ignoranza, può essere interessato a riempirlo, cercando vera conoscenza.
Ma ormai Socrate è passato di moda; da domani con l'intelligenza artificiale si potranno fare miracoli, dando al Pianeta e a l'Umanità, il colpo di grazia definitivo.
La soluzione non è una inversione a U per tornare di corsa nelle caverne. Ma impedire al cavallo pazzo della scienza di servire solo a se stessa. Perché generando in modo esagerato ed ossessivo, qualità di vita per l'uomo e morte per il pianeta, attenta al futuro dell'umanità.
Franco Luceri

sabato 5 ottobre 2024

La disinformazione fornisce popoli impotenti agli sfruttatori







Scegliere ogni giorno un problemino quanto una "capoccia di spillo" e puntare i riflettori su quello, è un modo disonesto di lucrare profitti a tempo indeterminato sull'informazione parziale, che invece di indirizzare e costringere la politica a sanare il sistema, la induce a rattopparlo arginando gli effetti invece di rimuovere le cause.
In questo modo, dalla fine del nazismo alle attuali "democrazie", lo sfascio e il mal governo sono diventati una miniera d'oro per potenti, ma devastanti per il pianeta e assassini per l'umanità.
Milionate di apprendisti stregoni continuano a promettere fino alla nausea pace e benessere crescente per tutti; mentre piovono bombe di tutte le razze, e con la minaccia di quelle atomiche sempre incombente.
Dov'è la scelta sbagliata che rischia di spingere verso il baratro tutti gli 8 miliardi di umani? È sbagliata l'istruzione, l'informazione, la burocrazia, la politica, la finanza, il mercato o cosa?
A queste domande urge risposta vera, se si vuole passare dalla informazione parziale (che Aristotele definiva "falsa") alla informazione utile a centrare la causa di sfascio totale del sistema Stato, e sia pure in estremis, tentare una manovra di salvataggio o quantomeno di contenimento del danno.
 
Perché la stagione gattopardiana del "cambia tutto perché tutto resti com'è", produttivo per ciarlatani e strozzini e fallimentare e letale per contribuenti tartassati e utenti e clienti truffati; ahinoi, è scaduta almeno da mezzo secolo.
Nel mondo, milioni di intellettuali arricchiscono garantendo di conoscere scientificamente un problema. Ma sanno fare solo profitti crescenti da custodi di quel problema in attesa che si trasformi in catastrofe ancora più produttiva.
In Italia l'immigrazione è iniziata nel 1970. In 54 anni il problema è diventato "apocalittico" ovunque, non solo per gli italiani , ma sorgente inesauribile di profitti, per ciarlatani, truffatori e sfruttatori nazionali e internazionali.
La conoscenza di un singolo problema, peggio se presentato come prioritario, genera solo danno sociale, visto che per decenni si lucrano guadagni descrivendo i guasti e aspettando che incancreniscano e diventino filone aurifero.
Il contadino non guadagna perché descrive i suoi prodotti, ma solo dopo averli consegnati, chiede e ottiene il meritato guadagno. 
Il pescatore non ti mostra il pesce e ti presenta il conto.
Il pastore non vuole essere pagato per averti fatto annusare latte o formaggio. 
Il boscaiolo non ti mostra l'ascia e stende la mano per l'incasso, senza mai consegnarti la legna.
Invece gli intellettuali, che dovrebbero essere i produttori e fornitori di soluzioni scientificamente risolutive, guadagnano perché garantiscono a parole di conoscere la causa del problema "ammazza popoli"; e hanno ragione da vendere, posto che quel problema se lo sono piantato e coltivato loro, e se lo conservano per lucrare profitti crescenti sulle disgrazie crescenti dei popoli.
Come arricchire il popolo italiano di pensionati e di centenari (per non parlare dei babypensionati) e impoverirlo di neonati, tanto da rischiare l'estinzione dell'etnia italica per crollo demografico.
E il conseguente fallimento dello Stato per l'esplosione della spesa previdenziale e sanitaria per mantenerli e curarli, che poi scaricata tributariamente sulle piccole imprese le condanna al fallimento, e alcuni imprenditori persino al suicidio.
Definire "cannibalesco" l'esercizio del potere delle classi dirigenti della cultura e della politica, che legittimano e aiutano multinazionali e banche a spremere i popoli con prezzi e tassi rapina, è persino riduttivo.
È urgente introdurre la responsabilità corporativa delle classi dirigenti, complici del mondo finanziario, che nell'ultimo mezzo secolo ha reso la politica suicida, spacciandola per democratico autogoverno del Popolo, ma che in mano ai "filantropi del potere"  finisce regolarmente cornuto e mazziato.
Franco Luceri

sabato 28 settembre 2024

L'intelligenza, chi l'ha vista!








Con la cultura, l'umanità "se la canta e se la suona da sé". Guasta il mondo e poi si inventa toppe peggiori del buco fingendo di risanarlo: 
alle case serve il cappotto termico. 
ai mezzi di trasporto niente carburante solo la batteria.
La cultura che gli addetti ai lavori spacciano come medicina è l'origine di tutte le malattie, perché sono le piante, gli animali e il pianeta ad assicurare vita all'umanità.
Dio ha creato il mondo, perché a l'uomo servano i muscoli per lavorare non il cervello per pensare. 
Dall'uomo di Neanderthal, a Socrate, padre della filosofia, sono passati 350.000 anni, ci confermano i "pensatori". 
Da Socrate a oggi 2400. 
E da Galilei ad oggi solo 400.
Negli ultimi 4 secoli, filosofi e scienziati hanno fatto più danni dell'intera razza umana dall'uomo scimmia ad oggi.
Quella che consideriamo intelligenza, ce la siamo inventata noi umani negli ultimi tre millenni, prima per necessità e poi per lucro, visto che a quell'esca, noi poveri affamati di sapere finto abbocchiamo a miliardi.
Perché promette qualità della vita, ma nascondendo un piccolo neo: tutto ciò che per gli umani è utile, per il pianeta è un danno, una perdita, una catastrofe.
Ci aiuta a vivere meglio, ma al prezzo della devastazione ambientale che istiga la natura a rispondere da matrigna anziché da madre, a colpi di sconvolgimenti climatici assassini per l'uomo e per tutte le specie viventi.
Tendiamo a dimenticare che è l'uomo a dipendere dal pianeta Terra, non viceversa. 
La natura ordina e l'uomo dovrebbe eseguire. E da responsabile esecutore non avrebbe bisogno di intelligenza per progettare grattacieli e Industrie avvelenatrici, ma di muscoli e ubbidienza per coltivare la terra.
Perché il creato ha i mezzi per indurci ad ubbidire oppure sloggiare, posto che dipendiamo dalla natura al 100%.
Agendo sui cinque elementi vitali sole, acqua, vento, fuoco e terra, la natura premia o punisce gli umani che presumono di poter dare ordini invece di prenderli ed eseguirli.
Piove e devi raccogliere acqua per affrontare i periodi di siccità se vuoi continuare a vivere. 
Fa caldo e devi accettare il caldo non accendere il condizionatore. 
Fa freddo e devi usare le coperte non la stufa. 
Fa vento, non devi sbarrargli la strada costruendo muri e case per ripararti.
Devi curare il bosco perché il vento non lo spazzi via o lo incendi come un mazzo di fiammiferi.
E dove la natura te lo proibisce, non puoi costruire e non puoi piantare.
Se frana la montagna ti ordina di piantare alberi o di consolidarla con qualunque sistema naturale. 
Ma tu ordini alla natura di non franare e te ne vai a passeggio o in villeggiatura per conservarti o migliorarti la "finta" qualità della vita. 
Ma quando torni, al primo acquazzone ti spazza via la casa, si porta via l'automobile, ti devasta l'impresa e ti lascia in mutande, se proprio ha un attacco di generosità.
Allora la migliore intelligenza che può usare l'uomo è ubbidire alla natura, e soddisfare soltanto i bisogni primari, per garantire a tutti gli esseri viventi un minimo diritto alla vita. Perché se pensa che sia intelligente migliorarsi all'infinito la qualità della vita, ma in conflitto con l'ecosistema da cui dipendiamo tutti, dal batterio alla balena e passando per l'uomo, è un presuntuoso suicida, che con l'intelligenza non ha nessun rapporto di parentela.
I romani iniziavano sempre con la costruzione degli acquedotti perché senza acqua qualunque individuo muore in una settimana. Adesso si inizia costruendo grattacieli montando l'antenna e comprando il televisore ovviamente dopo lo smartphone.
È cambiata completamente l'idea di cosa sia o non sia intelligente dai cavernicoli agli umani sbandati da riportare in carreggiata con l'ultima genialata umana: l'intelligenza artificiale. L'AI.
Forse è il caso di ricordarci con che entusiasmo il grande Luigi Einaudi accettava le genialate dei pensatori e degli scienziati:
"Il mondo non è mosso dagli interessi ma dalle idee...... e non è piccola la probabilità che le idee generatrici di moto siano più facilmente quelle infantili e distruttive ma popolari che non quelle fornite di spirito di verità".
Insomma, è fortunato chi ha capito quale cultura rende intelligente l'uomo!  
Io, 83 primavere, non c'ho capito una mazza.
Franco Luceri