sabato 26 ottobre 2024

Per maneggiare cultura serve delicatezza e precisione chirurgica







Nella millenaria civiltà contadina non sarà stato facile per il nascente mondo della cultura procurarsi cervelli da formare e informare. 
Ma da quando ha convinto l'umanità che: "l'uomo è un errore di Dio da correggere"; o come diceva Victor Hugo, "chi apre la porta di una scuola chiude una prigione": ai prof. il lavoro non manca e ai secondini straripa.
In Italia, l'istruzione obbligatoria (che  avrebbe dovuto chiudere tutte le galere) sta facendo miracoli alla rovescia da tre quarti di secolo; perché ora servirebbero più secondini che professori. 
Scuole e redazioni, reali e virtuali, spuntano ovunque come funghi, ma le galere si riempiono invece di svuotarsi. 
I detenuti sono insaccati come sardine e servirebbe almeno il raddoppio delle case di detenzione e delle guardie carcerarie, per tentare di recuperare realmente gli ospiti alla legalità.

Istruzione e informazione  "correggono l'uomo, presunto errore di Dio"; ma la bestialità dell'egoismo e della sopraffazione continua a prevalere e ad uccidere l'amore per l'umanità e la pace. 
Il bullismo dilaga anche nelle aule scolastiche e le bande di minorenni violenti o assassini non mancano.
Ma tranquilli; da qualche anno, la montagna della cultura ha partorito un topolino: la cosiddetta    "intelligenza artificiale", che promette di riavvitare tutti i cervelli che per sbaglio l'intelligenza naturale ha "svitato" .

Nessun intellettuale ha mai tentato di capire se il costo di vite umane sacrificate sull'altare del "fallibile sapere umano", è stato produttivo o distruttivo come in Italia, dove crescono al pari di gramigna: omicidi di tutte le razze persino fra consanguinei, crollo demografico, criminalità a tutti i livelli e a 360 gradi, collasso del sistema economico, devastazione ambientale e debito pubblico ingovernabile. E nel mondo, con le guerre genocide sta andando "alla grande".

Da un'opera Divina, qual era l'uomo analfabeta, ricchissimo anzi straripante di santi, poeti, navigatori, eroi e geni, ne hanno ricavato una macchina di devastazione familiare, sociale, economica e ambientale.

I produttori e venditori di "parole che piacciono ma non salvano", direbbe Baudelaire, dovrebbero presentare le loro mostruose falsificazioni pedagogiche,  giuridiche e finanziarie, (come fossero medicinale tossico)  corredate di "bugiardone", in modo che i cosiddetti cittadini "sovrani" sappiano in anticipo quali e quanti danni subiranno da somari, per avere il tempo di rassegnarsi o levare il disturbo.

Jean Jacques Rousseau diceva che "sarebbero necessari degli dèi per dare delle leggi agli uomini".

Ora speriamo che i giuristi mondiali partoriscano un "pool di DEI legislatori", capaci di governare con leggi che non schiavizzano i popoli e non incendiano le istituzioni a spese dei contribuenti onesti, mettendo in guerra persino i giudici contro i politici e i politici contro i giudici.

Intanto, con queste parole, gli addetti ai lavori ci confermano che stanno lavorando per noi: "cerchiamo di capire cosa non ha funzionato". 

E aspettando che i potenti capiscano un modo migliore per governarci senza fregature; credo che a fare la differenza, in ogni tempo e in ogni luogo, con o senza istruzione, denaro o potere sia sempre e solo la qualità morale dell'UOMO.
 
In mano ad un UOMO, che oltre alle leggi dello Stato, ha un sacro rispetto delle LEGGI MORALI, la CULTURA è la migliore ARMA per migliorare nel rispetto della natura, POPOLI E STATI: altrimenti può diventare devastante e persino assassina. 
Franco Luceri

venerdì 18 ottobre 2024

Dalla dittatura politica si esce vivi, dalla finanziaria defunti








L'uomo nasce sensibile al bello come ogni altro animale. E la cultura sviluppa e sfrutta questa sensibilità istintiva, per offrire al mercato popoli produttivi, ma incapaci di resistere alla forza attrattiva del bello, (come il pesce all'esca) perché malati individualmente e socialmente di consumismo compulsivo.
Il meglio nella giusta misura per farlo bastare per tutti, a tutt'oggi non è mai bastato a nessuno. Tutti pretendono e prendono il MASSIMO DEL MEGLIO, a costo di toglierlo agli altri da criminali.

Alla lunga, la guerra dell'egoismo tra individui, paesi, regioni, stati, popoli e continenti, non può che sfociare in una guerra nazionale o mondiale. E la frittata è fatta.
Quando tutti i popoli tendono a l'ingorda appropriazione della massima quantità del meglio disponibile, magari Dio riuscirebbe a mettere riparo, ma il fenomeno è talmente dilagato che agli umani il governo della Pace e della Giustizia sociale gli è già sfuggito di mano. E la barbarie della criminalità, della guerra e della devastazione ambientale non riesce a governarla nessuno. Cultura, politica, giustizia, mercato e Finanza finiscono travolte della loro ingordizia e stupidità.

Ma tutto questo non avviene solo per colpa degli umani, perché il pianeta ci mette anche di suo. Non accetta di essere depredato del massimo del meglio ma di ciò che è disponibile.
Altrimenti risponde a colpi di sconvolgimenti climatici che quest'anno (e ancora non è finita) hanno regalato solo a l'Italia che è grande quanto un fazzoletto, 15 miliardi di danni. Quanto basterebbe per rendere benestanti tutti i poveri d'Italia.
Provate a moltiplicare per i 200 paesi del mondo che sono diecine di volte più grandi dell'Italia, (che è grande 300 mila chilometri quadrati). ( mentre La Russia è 17 milioni di chilometri quadrati) 
E capirete che i danni della guerra fosse pure mondiale e atomica sono insignificanti rispetto ai danni che riesce a generare il pianeta che non ha voglia di garantire qualità di vita crescente ad una umanità che più cresce, più diventa insaziabile, egoista, rapace, criminale e genocida.

Filosofi e scienziati giocano a tressette col morto, ma senza conoscere le regole del gioco, che il terzo giocatore, il creato, conosce perfettamente.
I filosofi de-formando cervelli per indurre l'umanità a volere il massimo del meglio. E i creativi del mondo scientifico continuano a produrre e vendere cose sempre più belle, che come l'esca provvista di amo attraggono e uccidono i popoli spendaccioni e affamano i poveri.
Quindi chi tiene banco non è il filosofo che allena gli umani ad amare il bello a tal punto da avere quasi un orgasmo cerebrale. E non è lo scienziato che produce l'esca dei capolavori tecnologici che migliorano la qualità della vita e quindi inducono l'umanità ad abboccare. 
Ma fare i conti senza l'Oste (il Creato) è sempre stato pericoloso. La Natura
 approva o disapprova il consumo delle sue risorse fatto dall'uomo e risponde a colpi di sconvolgimenti climatici assassini se finisce depredata e devastata.
Franco Luceri

sabato 12 ottobre 2024

Depredare il pianeta è un finto salvataggio dell'umanità








L'umanità pensa e agisce da decine di millenni per migliorarsi la qualità della vita. Ma il miglioramento non basta mai a nessuno, e si continua a depredare la natura pur sapendo di causare impoverimento e peggioramento della vita del pianeta.
Rincorriamo ossessivamente il progresso culturale, scientifico e tecnologico a caccia di comodità e di lusso, ma a spese dell'ecosistema che puntualmente subisce un danno e reagisce a colpi di sconvolgimenti climatici assassini.
L'intero progresso umano, se è esagerato, migliora la qualità della vita, dei pochi che possono permettersi il lusso di migliorarsela; ma induce la natura a reagire con tale violenza, da togliere la qualità e pure la vita a miliardi di umani che non possono.
Insomma, per l'uomo normale, il vero progresso è il rispetto dell'ecosistema, perché non istiga la natura a reagire da matrigna anziché da madre.
Tutti considerano come verità inconfutabile che 24 secoli fa Platone ci ha fornito la chiave per vivere da soggetti intelligenti studiando e auto governandoci da cittadini sovrani. 
Ma in 24 secoli noi umani, invece di formarci il cervello, siamo stati capaci di fumarci il cervello fino a diventare stupidi suicidi.
Io credo che dovremmo domandarci se il pianeta Terra gli uomini li preferisce intelligenti o cretini, filosofi o analfabeti; lì vuole razionali e capaci di dare ordini, o li vuole ubbidienti esecutori?
Adamo fu ospitato come guardiano del Paradiso, senza curriculum vitae e laurea alla Bocconi. Dio non gli chiese una prova di intelligenza, come potare un albero per aiutarlo a crescere e fruttificare, ma di ubbidienza. Sei libero, fai quello che vuoi, ma non toccare i frutti dell'albero di Melo.
La natura è autonoma non ha bisogno dell'uomo. Vuole dall'uomo la stessa intelligenza che vuole da una carota, un pomodoro, una pulce, una zanzara, una pietra o una montagna.
Quindi la prima disgrazia dell'uomo è quella di sentirsi autonomo e volersi liberare dalla dipendenza del Creato sviluppando intelligenza grazie alla cultura e ad una creatività a dir poco mostruosa. 
Ma scienza e intelligenza sono la causa prima di tutte le disgrazie umane e l'umanità rischia di fare la stessa fine di Adamo; cacciata dal pianeta terra per aver trasformato il paradiso terrestre in un inferno per tutti gli esseri viventi dal batterio alla balena.
Secondo Socrate, il primo passo per raggiungere la conoscenza della verità era quello di ammettere la propria ignoranza. Il vero sapiente è colui che sa di non sapere; perché solo chi conosce il buco nero della propria ignoranza, può essere interessato a riempirlo, cercando vera conoscenza.
Ma ormai Socrate è passato di moda; da domani con l'intelligenza artificiale si potranno fare miracoli, dando al Pianeta e a l'Umanità, il colpo di grazia definitivo.
La soluzione non è una inversione a U per tornare di corsa nelle caverne. Ma impedire al cavallo pazzo della scienza di servire solo a se stessa. Perché generando in modo esagerato ed ossessivo, qualità di vita per l'uomo e morte per il pianeta, attenta al futuro dell'umanità.
Franco Luceri

sabato 5 ottobre 2024

La disinformazione fornisce popoli impotenti agli sfruttatori







Scegliere ogni giorno un problemino quanto una "capoccia di spillo" e puntare i riflettori su quello, è un modo disonesto di lucrare profitti a tempo indeterminato sull'informazione parziale, che invece di indirizzare e costringere la politica a sanare il sistema, la induce a rattopparlo arginando gli effetti invece di rimuovere le cause.
In questo modo, dalla fine del nazismo alle attuali "democrazie", lo sfascio e il mal governo sono diventati una miniera d'oro per potenti, ma devastanti per il pianeta e assassini per l'umanità.
Milionate di apprendisti stregoni continuano a promettere fino alla nausea pace e benessere crescente per tutti; mentre piovono bombe di tutte le razze, e con la minaccia di quelle atomiche sempre incombente.
Dov'è la scelta sbagliata che rischia di spingere verso il baratro tutti gli 8 miliardi di umani? È sbagliata l'istruzione, l'informazione, la burocrazia, la politica, la finanza, il mercato o cosa?
A queste domande urge risposta vera, se si vuole passare dalla informazione parziale (che Aristotele definiva "falsa") alla informazione utile a centrare la causa di sfascio totale del sistema Stato, e sia pure in estremis, tentare una manovra di salvataggio o quantomeno di contenimento del danno.
 
Perché la stagione gattopardiana del "cambia tutto perché tutto resti com'è", produttivo per ciarlatani e strozzini e fallimentare e letale per contribuenti tartassati e utenti e clienti truffati; ahinoi, è scaduta almeno da mezzo secolo.
Nel mondo, milioni di intellettuali arricchiscono garantendo di conoscere scientificamente un problema. Ma sanno fare solo profitti crescenti da custodi di quel problema in attesa che si trasformi in catastrofe ancora più produttiva.
In Italia l'immigrazione è iniziata nel 1970. In 54 anni il problema è diventato "apocalittico" ovunque, non solo per gli italiani , ma sorgente inesauribile di profitti, per ciarlatani, truffatori e sfruttatori nazionali e internazionali.
La conoscenza di un singolo problema, peggio se presentato come prioritario, genera solo danno sociale, visto che per decenni si lucrano guadagni descrivendo i guasti e aspettando che incancreniscano e diventino filone aurifero.
Il contadino non guadagna perché descrive i suoi prodotti, ma solo dopo averli consegnati, chiede e ottiene il meritato guadagno. 
Il pescatore non ti mostra il pesce e ti presenta il conto.
Il pastore non vuole essere pagato per averti fatto annusare latte o formaggio. 
Il boscaiolo non ti mostra l'ascia e stende la mano per l'incasso, senza mai consegnarti la legna.
Invece gli intellettuali, che dovrebbero essere i produttori e fornitori di soluzioni scientificamente risolutive, guadagnano perché garantiscono a parole di conoscere la causa del problema "ammazza popoli"; e hanno ragione da vendere, posto che quel problema se lo sono piantato e coltivato loro, e se lo conservano per lucrare profitti crescenti sulle disgrazie crescenti dei popoli.
Come arricchire il popolo italiano di pensionati e di centenari (per non parlare dei babypensionati) e impoverirlo di neonati, tanto da rischiare l'estinzione dell'etnia italica per crollo demografico.
E il conseguente fallimento dello Stato per l'esplosione della spesa previdenziale e sanitaria per mantenerli e curarli, che poi scaricata tributariamente sulle piccole imprese le condanna al fallimento, e alcuni imprenditori persino al suicidio.
Definire "cannibalesco" l'esercizio del potere delle classi dirigenti della cultura e della politica, che legittimano e aiutano multinazionali e banche a spremere i popoli con prezzi e tassi rapina, è persino riduttivo.
È urgente introdurre la responsabilità corporativa delle classi dirigenti, complici del mondo finanziario, che nell'ultimo mezzo secolo ha reso la politica suicida, spacciandola per democratico autogoverno del Popolo, ma che in mano ai "filantropi del potere"  finisce regolarmente cornuto e mazziato.
Franco Luceri

sabato 28 settembre 2024

L'intelligenza, chi l'ha vista!








Con la cultura, l'umanità "se la canta e se la suona da sé". Guasta il mondo e poi si inventa toppe peggiori del buco fingendo di risanarlo: 
alle case serve il cappotto termico. 
ai mezzi di trasporto niente carburante solo la batteria.
La cultura che gli addetti ai lavori spacciano come medicina è l'origine di tutte le malattie, perché sono le piante, gli animali e il pianeta ad assicurare vita all'umanità.
Dio ha creato il mondo, perché a l'uomo servano i muscoli per lavorare non il cervello per pensare. 
Dall'uomo di Neanderthal, a Socrate, padre della filosofia, sono passati 350.000 anni, ci confermano i "pensatori". 
Da Socrate a oggi 2400. 
E da Galilei ad oggi solo 400.
Negli ultimi 4 secoli, filosofi e scienziati hanno fatto più danni dell'intera razza umana dall'uomo scimmia ad oggi.
Quella che consideriamo intelligenza, ce la siamo inventata noi umani negli ultimi tre millenni, prima per necessità e poi per lucro, visto che a quell'esca, noi poveri affamati di sapere finto abbocchiamo a miliardi.
Perché promette qualità della vita, ma nascondendo un piccolo neo: tutto ciò che per gli umani è utile, per il pianeta è un danno, una perdita, una catastrofe.
Ci aiuta a vivere meglio, ma al prezzo della devastazione ambientale che istiga la natura a rispondere da matrigna anziché da madre, a colpi di sconvolgimenti climatici assassini per l'uomo e per tutte le specie viventi.
Tendiamo a dimenticare che è l'uomo a dipendere dal pianeta Terra, non viceversa. 
La natura ordina e l'uomo dovrebbe eseguire. E da responsabile esecutore non avrebbe bisogno di intelligenza per progettare grattacieli e Industrie avvelenatrici, ma di muscoli e ubbidienza per coltivare la terra.
Perché il creato ha i mezzi per indurci ad ubbidire oppure sloggiare, posto che dipendiamo dalla natura al 100%.
Agendo sui cinque elementi vitali sole, acqua, vento, fuoco e terra, la natura premia o punisce gli umani che presumono di poter dare ordini invece di prenderli ed eseguirli.
Piove e devi raccogliere acqua per affrontare i periodi di siccità se vuoi continuare a vivere. 
Fa caldo e devi accettare il caldo non accendere il condizionatore. 
Fa freddo e devi usare le coperte non la stufa. 
Fa vento, non devi sbarrargli la strada costruendo muri e case per ripararti.
Devi curare il bosco perché il vento non lo spazzi via o lo incendi come un mazzo di fiammiferi.
E dove la natura te lo proibisce, non puoi costruire e non puoi piantare.
Se frana la montagna ti ordina di piantare alberi o di consolidarla con qualunque sistema naturale. 
Ma tu ordini alla natura di non franare e te ne vai a passeggio o in villeggiatura per conservarti o migliorarti la "finta" qualità della vita. 
Ma quando torni, al primo acquazzone ti spazza via la casa, si porta via l'automobile, ti devasta l'impresa e ti lascia in mutande, se proprio ha un attacco di generosità.
Allora la migliore intelligenza che può usare l'uomo è ubbidire alla natura, e soddisfare soltanto i bisogni primari, per garantire a tutti gli esseri viventi un minimo diritto alla vita. Perché se pensa che sia intelligente migliorarsi all'infinito la qualità della vita, ma in conflitto con l'ecosistema da cui dipendiamo tutti, dal batterio alla balena e passando per l'uomo, è un presuntuoso suicida, che con l'intelligenza non ha nessun rapporto di parentela.
I romani iniziavano sempre con la costruzione degli acquedotti perché senza acqua qualunque individuo muore in una settimana. Adesso si inizia costruendo grattacieli montando l'antenna e comprando il televisore ovviamente dopo lo smartphone.
È cambiata completamente l'idea di cosa sia o non sia intelligente dai cavernicoli agli umani sbandati da riportare in carreggiata con l'ultima genialata umana: l'intelligenza artificiale. L'AI.
Forse è il caso di ricordarci con che entusiasmo il grande Luigi Einaudi accettava le genialate dei pensatori e degli scienziati:
"Il mondo non è mosso dagli interessi ma dalle idee...... e non è piccola la probabilità che le idee generatrici di moto siano più facilmente quelle infantili e distruttive ma popolari che non quelle fornite di spirito di verità".
Insomma, è fortunato chi ha capito quale cultura rende intelligente l'uomo!  
Io, 83 primavere, non c'ho capito una mazza.
Franco Luceri

sabato 14 settembre 2024

L'uomo accelera ma non è al volante








Non c'è bisogno di farsi venire l'emicrania per capire il mondo. La natura è contemporaneamente, (e a nostra libera scelta), madre e matrigna; e non si lascia abusare da nessuno.
Reagisce da madre premurosa se l'umanità agisce da figlia rispettosa.
E da matrigna spietata e assassina contro gli abusi criminali degli ex "umani" disumanizzati.
Forse la filosofia dell'occhio per occhio, dente per dente, l'uomo l'ha appresa dalla natura. Ma dopo tre milioni di anni, o noi laureati e masterizzati non abbiamo capito una mazza, o non siamo attrezzati per capire, ma solo per subire.
Perché vincere abusando della natura, non è previsto dalle leggi del Creato e non è consentito a nessuno.
Saranno pure truccate le carte, ma il poker d'assi ce l'ha sempre incollato il Padreterno. E nemmeno con un ricorso al TAR possiamo controllare se sta barando.
L'acqua, il sole, il vento, il fuoco e la terra sono di sua proprietà. Ce li ha forniti (forse per errore) ma solo in comodato d'uso.
Aprendo o chiudendo quei cinque rubinetti salvifici o assassini ci conferma o ci smentisce se siamo suoi graditi o sgraditi ospiti sulla faccia della SUA TERRA.
Smettendo di capire questi concetti accessibili anche allo scemo del villaggio e abusando della natura, abbiamo scelto di correre sparati verso il capolinea.
Non ci sono sconti abbuoni o offerte speciali. Non c'è niente a questo mondo di cui si possa approfittare impunemente con ingordigia.
O accettiamo di vivere senza sprechi nel rispetto della natura, o rassegniamoci al peggio. Perché i mezzi per opporci allo sfratto esecutivo dell'alluvione o della siccità, del vento o dell'uragano, del caldo o del gelo, della terra o del terremoto, del mare o del maremoto, della salute o della malattia, (fatta eccezione per il vaccino che sembra faccia miracoli) non li abbiamo ancora inventati.
Il mondo è un albergo gratuito con libero accesso a nostra scelta: nella natura incontaminata a "cinque stelle", o in quella avvelenata a "cinque stalle", "cinque manicomi" o un "cimitero unico" per l'estinzione dell'umanità.
La natura non conosce favoritismi: è per tutti dal batterio al dinosauro. Se noi umani accettiamo di rispettare acqua, sole, vento, fuoco e terra abbiamo un futuro assicurato, viceversa è come se infilassimo spontaneamente da suicidi la testa in una ghigliottina grande quanto tutto il pianeta.
Non è facile provvedere ai bisogno di una umanità crescente, senza danneggiare la natura. Ben altro è voler vivere da miliardari devastando l'ecosistema e sperando che la pacchia non finisca mai.
Nel tentativo estremo di rinsavire almeno l'ultima generazione, sembra che si voglia dichiarare l'ecocidio  crimine contro l'umanità. 
Speriamo che almeno i poveri e le vittime che pagano per gli Ingordi assassini, prendano coscienza che a salvarci non è la scienza (con i suoi stupidi derivati come l'AI) che promette di aggiustare tutto dopo aver sfasciato tutto per secoli, ma la natura che va rispettata da madre, perché se sfruttata, avvelenata e abusata reagisce "riconoscente", con la stessa moneta.
Franco Luceri

sabato 7 settembre 2024

Pensando conto terzi fallì pure Gesù







Nel terzo millennio Cristiano, chiunque osa vivere senza istruzione, informazione e internet, è considerato uomo di Neanderthal reincarnato per sbaglio.
E pure l'Umanità, prima di finire invasa dai "ruminanti del sapere incapaci di capire", aveva percorso un cammino incalcolabile affidata al super pensiero di Madre Natura che sapeva, capiva e provvedeva a garantire a tutti gli esseri viventi, istintivamente istruiti a rispettare il Creato, una vita povera ma con futuro assicurato dai cinque elementi vitali: acqua, cibo, sole, vento, alloggio.
Poi a partire da Talete, i filosofi iniziarono a spiegarci che il "melone" che ci portiamo in giro sulle spalle, se riempito di conoscenza, serve per pensare una forma migliore di vita; e lentamente i sistemi sociali, grazie al pensiero filosofico, matematico e derivati, si sono evoluti fino al secolo scorso quando hanno incominciato ad ammalarsi di crescita tumorale di saperi e di sapienti, insomma di "iperscolarismo".
E questa crescita patologica di "sotuttoio", "ma a fare pensarci tu", ha finito per impoverire il mondo di operatori capaci e ha reso i sistemi sociali tanto costosi e complessi, che ora tutti gli umani, anche se hanno una cultura al massimo livello filosofico o scientifico, rimangono scolari a vita, dipendenti per le cose che non sanno, dai "padreterni" della cultura.
Oltre agli imprenditori piccoli e grandi, dipendenti a vita, da ingegneri, commercialisti e avvocati; anche i politici, i giudici, i burocrati, i giornalisti, i professionisti, i banchieri, tutte le teste d'uovo sono "tributarista dipendenti".
Ma il pensiero conto terzi, cioè pensato da tizio e venduto a caio, per quanto possa essere in teoria valido e utile, ha una valanga di controindicazioni, almeno per due ragioni fondamentali:
1)  Perché chi prova a tradurre in azione il sapere teorico attinto da altri; non avendo la stessa intelligenza del maestro, finisce per annacquarlo, e invece dell'utilità promessa, genera per sé, per la collettività e per l'ambiente solo danni.
2) E non basta; nel tempo trascorso tra l'apprendimento e l'uso pratico di un sapere "scientifico", ci può essere stata una tale mutazione di variabili, da rendere l'azione teoricamente risolutiva, inefficace e persino devastante.
3)  E ancora, giuridicamente il professionista, pensatore conto terzi, è considerato autonomo, e come persona non è escluso che lo sia al 100%; ma il suo pensiero, senza un soggetto agente che lo converta in azione produttiva e contributiva, è improduttivo, dipendente di fatto. 
Quindi un pensiero che promettesse miracoli se tradotto in azione personalmente dall'autore, potrebbe diventare fallimentare o catastrofico, in mano a soggetti non altrettanto qualificati o tradotto in azione in un tempo e/o luogo sbagliato o con mezzi impropri o insufficienti.
Nemmeno le basi scientifiche da cui ha avuto origine la bomba atomica erano state pensata per estinguere l'umanità, ma in mano a soggetti sbiellati, ora quel aggeggio infernale può questo ed altro.
Pensate a quante patenti di guida fasulle vengono distribuite, e quanti invalidi e morti costano a livello planetario per incidente stradale.
E gli invalidi e i morti per i lavori pericolosi non sono da meno. Lo stillicidio quotidiano è allucinante.
Alle paraolimpiadi di Parigi in corso, gli invalidi sono un numero da far paura.
Per non parlare delle lauree e dei master non proprio meritati che poi servono solo agli arrampicatori sociali per sfruttare o derubare popoli e Stati. Alla faccia della cultura, politica e mercato che tutti promettono e giurano di usare con funzione salva poveri! Campa cavallo che l'erba cresce!
Notizia fresca di oggi 4 settembre 2024 in Italia tutto lo scibile umanistico e matematico è stato sminuzzato e polverizzato in 5000 corsi di laurea.
Ma l'offerta cresce ancora:
Sono tre i nuovi corsi in arrivo nell'anno accademico 2024/2025: la triennale in Ingegneria Fisica e Matematica, la triennale in Ortottica e Assistenza Oftalmologica e la magistrale in Governo delle Amministrazioni Pubbliche. (ingovernabili da quando Cristo camminava per terra).
Vale a dire che se in un corso ti insegnano a scrivere aste verticali, per quelle orizzontali devi prendere la seconda laurea. E per rendere complementare e compatibile filosofia, religione e scienza non ti basterà nemmeno il master, con lezione privata dal Padreterno.
E siccome i popoli sono una comunità di soggetti non tutti perfettamente validi; qualunque eccellente pensiero filosofico, matematico, politico, tradotto in azione da discenti poco qualificati, o dediti al cannibalismo, rischia di essere più dannoso dell'azione istintiva e rozza di qualunque ignorante cavernicolo.
Pensate all'opera pedagogica di Gesù per ammansire lupi e salvare agnelli: (quanto a perfezione, chi potrebbe fare meglio?); e pure, dopo 2000 anni, i poveri del mondo sono oltre due terzi dell'umanità.
Insomma, il pensiero conto terzi di professori, professionisti, burocrati e politici ormai non può essere abolito, ma andrebbe istituita la patente di guida e la polizza di assicurazione, per evitare che l'insostituibile arma della conoscenza, (patrimonio dell'umanità), ormai polverizzata fino a renderla inefficace, sia messa in mano a soggetti poco affidabili che la usano per accaparrarsi profitto e potere individuale, seminando danni insanabili per l'umanità e il pianeta.
Perciò, chi volesse imparare a pensare, affidi pure il suo cervello ad un professore o un professionista bravo, l'Italia non sarà mai sprovvista.
Ma non si illuda di essere autonomo, perché la vera intelligenza si sviluppa agendo, sbagliando, correggendo e continuando a pensare socraticamente di non sapere abbastanza, di non sapere un c****.
Perciò in aggiunta dovrà affidare le sue mani agli artigiani, ai geni del fare, prima che di questi "SUPERPROF" si estingua la razza, perché fanno ombra a chi i popoli preferisce conservarseli dipendenti, ma chiamarli adulti, liberi, autonomi e sovrani per poterli spremere da utenti, elettori e contribuenti.
Negli anni Settanta un paio di filosofi di marca buona, incominciarono ad insinuare timidamente che "la scuola è morta" e l'Europa può essere salvata solo dalla "descolarizzazione": ma hanno fatto un buco nell'acqua. 
È passato inutilmente mezzo secolo, perché quel pensiero razionale gli arruffapopoli e gli utili idioti al loro servizio si sono affrettati a seppellirlo.
Ora domandiamoci prima che sia tardi: non sarà che il liberismo si è ammalato di "iperscolarismo": di abbondanza di pensatori, carestia di operatori e conseguente scarsa produttività, nonché strozzinaggio fiscale e finanziario come inevitabile conseguenza?
Credo sia legittimo dubitare della cultura e della politica che promettono civiltà, progresso, giustizia e pace sociale crescente, ma continuano a generare ovunque fame, rischio di fallimento persino per le banche, rischio di default per gli Stati, e guerra ideologica, sanitaria, economica e militare a tempo indeterminato. E sulla devastazione ambientale e relativi sconvolgimenti climatici assassini stendiamo pure un velo pietoso.
Tutti quelli che lavorano alla costruzione e manutenzione della Torre di Babele culturale italiana, con i suoi 5000 corsi di laurea e 5 milioni di atenei, redazioni, sedi di partito e associazioni culturali, si scandalizzano della povertà e del disagio sociale che hanno generato, ma nessuno si vergogna. Forse pensano che tutto questo danno sia imputabile solo all'ignoranza di contadini, pastori, pescatori e boscaioli?
Chi ha governato l'Italia negli ultimi tre quarti di secolo, ha pensato che solo l'istruzione obbligatoria avrebbe potuto formare un popolo pacifico, solidale, democratico produttivo e contributivo. 
Ma ora, non solo gli italiani non sanno governarsi, ma non sanno fare nemmeno ciò che hanno sempre fatto: procreare, crescere ed educare figli che non sognino di ammazzare i genitori o accoltellare il primo che capita per divertimento. Non sognano nemmeno di minacciare gli insegnanti o manifestare contro le forze dell'ordine.
Questo genere di guasti sarà colpa dei contadinl scarpe grosse e cervello fino; o dei prof scarpe fine ma cervello grosso, da cui deriva a cascata un diluvio di aspiranti intellettuali    condannati all'emigrazione o alla disoccupazione. Mentre crescono i terreni incolti e le aziende agricole costrette ad assumere immigrati o perdere i prodotti e fallire.
Se l'istruzione fosse davvero determinante per la produttività economica e la pace sociale; la disponibilità di denaro e il potere d'acquisto dovrebbe crescere per tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi.
Invece in Italia dopo tre quarti di secolo di indottrinamento coatto, invece dei salari e dei profitti crescono cinque catastrofi: debito pubblico, criminalità, impoverimento sociale, devastazioni ambientali e smantellamento del Servizio Pubblico. 
Ci manca solo la guerra, ma la coltiviamo andando in giro nel mondo a finanziare quella altrui.
Posto che, per numero di svitati siamo già autosufficienti; prima che il sonno della ragione generi mostri in quantità esportabile, credo sia urgente integrare e rendere obbligatorio studio e lavoro fino a 10-12 anni. 
Poi ognuno sceglierà liberamente come maturarsi il melone: se riempirlo di sapere teorico a scuola; o renderlo concretamente operativo e quindi produttivo in un laboratorio artigianale.
Mi sfugge il nome, ma se non ricordo male, un grande filosofo ha detto: 
"mi vergognerei se non sapessi fare ciò che so dire". 
Ma ormai vergognarsi è passato di moda. Nel terzo millennio Cristiano, per la patente di pensatore modello, basta saper tassare, spendere, sprecare, rubare, indebitare lo Stato e macellare imprenditori. I fessi e gli illusi che invece di pensare agiscono: assumono, producono, vendono, pagano, in attesa di essere strozzati tributariamente e finanziariamente, e poi premiati con la laurea ad honorem di falliti.
Franco Luceri

sabato 31 agosto 2024

Chi pretende eroismo dai potenti è un povero illuso








Le quattro parole sinonimo di buona politica iniziano tutte con la "P": Prevenzione, Produzione, Perequazione e Protezione.
Fuori da queste salvifiche finalità democratiche, i sistemi sociali deragliano dall'ordine al caos, dalla sicurezza al rischio, dalla pace alla guerra, dalla civiltà alla barbarie.
Se i soggetti che hanno il potere e il dovere di governare e amministrare uno Stato, non possono operare in assoluta sicurezza personale e familiare, smettono di rischiare; e alla lunga anche la sicurezza dei cittadini diventa improbabile; perché lo Stato indebolito dal mal governo o dal non governo è sempre forte con i deboli e debole con i forti.
Salvo illustrissime eccezioni, nessun professore, giornalista, burocrate, politico o giudice esercita da eroe il potere, se operando per il bene della collettività, lui e la famiglia sono in pericolo invece di essere protetti.
Perciò quando vediamo qualche potente della cultura, della burocrazia, delle professioni, della politica, della giustizia, del mercato o della finanza commettere qualche inspiegabile bestialità; prima di condannarlo a bruciapelo come matto o farabutto, cerchiamo di capire se quel comportamento anomalo non è un tentativo estremo di legittima difesa.
Moro, Falcone e Borsellino (ma in Italia la lista delle vittime dell'insicurezza è chilometrica) ci insegnano che i potenti che operano con responsabilità e coraggio, non sono mai tutti e sempre al sicuro. Attaccarli mentre sono già minacciati da qualche potere criminale che ha interesse a renderli inoffensivi, non è un buon servizio per la collettività, ma per chi consolida il proprio potere criminale indebolendo lo Stato di diritto.
Il mondo è pieno di potenti che si sono suicidati o che hanno subito un attentato. Un potente che vive in condizione di pericolo è probabile che nell'estremo tentativo di difendersi reagisca a danno della collettività. Ma se lo combatti invece di sostenerlo, esponi la collettività ad un rischio e ad un danno maggiore o insanabile.
In uno Stato democratico il potere pubblico è la "diga del Vajont" che protegge gli onesti dai farabutti.
Se invece di garantire sostegno per consolidarla, gli dai una spallata; non guasti né il sonno né l'appetito ai farabutti che vogliono abbatterla, ma da utile idiota li aiuti ad abusarsi della collettività, gli rendi più facile e ricca la stagione di caccia.
Anche nella migliore democrazia del mondo possono infiltrarsi dei farabutti al potere. Ma combattere senza distinguo, Buoni e Cattivi, rende, anche il migliore Stato di diritto, un Inferno per i buoni e un Paradiso per i cattivi.
Che commossi ringraziano!
Franco Luceri

domenica 25 agosto 2024

Lo stato democratico si governa solo con politiche double face?








Vi siete mai chiesti perché i governanti di uno stato democratico finanziano con montagne di miliardi le istituzioni preposte a garantire i migliori servizi pubblici; e poi osservano impotenti lo sfacelo dei disservizi sempre più costosi, devastanti e assassini, anche per gli stessi addetti ai lavori?
Perché per disarmare l'opposizione sono costretti a pescare a strascico, dando potere a chi si ammazza per costruire lo "stato dei diritti", ma strizzando l'occhio anche a chi lo vuole convertito in "stato dei favori", imbattibile per produttività di consensi, profitti e mazzette.
Provate ad immaginare una politica che attrezza i vigili del fuoco di estintori sempre più potenti e nel contempo incentiva la vendita di lanciafiamme a prezzi stracciati, perché i piromani non debbano spendere un occhio per assicurare lavoro ai pompieri.
Di questo tipo di politica l'America è caposcuola e l'Italia un'alunna modello. 
La prima potenza mondiale esporta democrazia e pace in tutto il mondo; ma riconosce ad ogni cittadino americano il diritto di armarsi per legittima difesa. Così i matti e i criminali si ritengono autorizzati alla "legittima offesa". E i consensi e le mazzette per i politici e i profitti per le Industrie belliche (e pompe funebri comprese) vanno a gonfie vele.
Con questo tipo di filosofia politica, che sicuramente fa rivoltare nella tomba da Platone a Machiavelli, si finanziano o legittimano in coppia le  "forze    dell'ordine" per produrre servizi pubblici eccellenti e quelle ingovernabili del "disordine", che provvedono a sabotarli e convertirli in sprechi, danni, corruzioni e ruberie miliardarie, appalti truccati e lavori incompiuti a carico della collettività onesta, e con vittime senza risparmio.
Se i soggetti preposti a garantire la pubblica sicurezza non vengono messi in condizione di operare senza grandi rischi, persino mortali, per sé e la famiglia, un decente servizio per la collettività, (dall'istruzione, all'informazione, alla salute, e fino alla sicurezza fisica e  alla  protezione della proprietà) non saranno mai in grado di garantirlo nemmeno a se stessi. 
In Italia, gli onesti e responsabili di qualunque classe sociale dal professore preparato, al giornalista libero, al politico onesto e al giudice imparziale e coraggioso; se impegnati a fare da diga alla disonestà dilagante, poco o tanto ma rischiano tutti.
È come attrezzare polizia e carabinieri di mezzi antisommossa, ma vietarne l'uso contro i manifestanti, per non ledere la loro piena libertà di aggredire e insultare le forze dell'ordine, incendiare cassonetti, ribaltare automobili e sfasciare vetrine.
Le "forze dell'ordine" devono avere il potere di fermare le "forze del disordine": violenti, svitati, ladri, corrotti, fuori legge e assassini. Perché se di diritto o di fatto, nel pubblico e nel privato, gli onesti finiscono paralizzati dai disonesti, è evidente che dello stato di diritto i governanti hanno già eroso pure le impronte digitali.
Se chi produce le armi del sapere, che sono il meglio della civiltà umana, può essere malmenato dai suoi alunni o dai genitori che contestano voti bassi o bocciature, sperare che poi la democrazia sviluppi gli anticorpi per non degenerare come in Italia in "anarchia", spacciata per autogoverno dei cittadini sovrani, è da poveri illusi.
I politici che finanziano le forze dell'ordine e strizzano l'occhio a quelle del disordine, sono pescatori a strascico di consensi e mazzette.
Chi in Italia contribuisce acriticamente a questo sistema socio economico, più demoniaco ché democratico, si assicura 40 anni di carriera e privilegi: come dire, semaforo verde a vita.
Mentre chi si dimostra critico, è doppiamente "garantito": il diritto ad essere escluso e derubato finché campa, non glielo insidia nessuno.
Franco Luceri

sabato 17 agosto 2024

Gli intellettuali sono l'unica forza dell'ordine che vince se convince







Non è la quantità di armi da guerra possedute dai cittadini, (come in America) a rendere rischiosa la vita e ingovernabile un popolo; ma le armi  acquisite attraverso "l'istruzione", che Nelson Mandela considerava "l'arma più potente per cambiare il mondo".

I popoli culturalmente "poco armati" possono essere governati da qualunque istituzione: ma gli istruiti sono tutti fuori controllo. 
E più crescono i laureati, più il popolo (salvo illustrissime eccezioni) diventa libero come un cavallo indomito perché non si lascia cavalcare dalle leggi dello Stato, ma le "cavalca" occupando le istituzioni da professore, burocrate, professionista, politico e usandole più a proprio vantaggio ché per il bene comune.

Ma se nessuno ha diritto di sindacare cosa fanno i lavoratori con i loro sudatissimi soldi onestamente guadagnati senza aver mai ricevuto un contributo dallo Stato; gli stessi lavoratori in qualità di contribuenti hanno pieno diritto di sapere e sindacare in mano a chi finiscono le loro tasse e per quale legale e civile finalità vengono impiegate. 
Le armi del "sapere", oltre ad essere patrimonio dell'umanità, i laureati le hanno acquisite soprattutto con le tasse dei manovali, dei braccianti, dei pastori, dei pescatori e dei boscaioli, dei commercianti e degli artigiani che hanno contribuito al mantenimento delle istituzioni culturali e dell'intero Stato.
E questi lavoratori "culturalmente poveri" non hanno finanziato gli istruiti perché usino il sapere per il proprio individuale arricchimento, per tutelare interessi particolari e persino sporchi, per sfruttare meglio gli ignoranti e per impoverire chi stenta a vivere; ma per avere uno Stato che garantisca e tuteli i diritti degli intellettuali che pensano, senza ridurre alla fame, disperazione e persecuzione i lavoratori che fanno.
Non è mai successo; ma se con i soldi della collettività un contadino ricevesse dallo Stato una zappa gratis, quel bene di tutti dovrebbe essere usato nell'interesse di tutta la collettività, non a vantaggio esclusivo del beneficiario.
Con le armi di servizio, le forze dell'ordine non sono legittimate a difendere solo la loro famiglia, ma prima di tutto i soggetti deboli della collettività. E se aiutano i forti ad abusarsi dei deboli finiscono dritti in galera.
Per la stessa ragione, un burocrate o un professionista che ha ricevuto con i soldi della collettività, l'arma del sapere, (ormai più potente ed ingovernabile della bomba atomica) può utilizzarla per il benessere della sua famiglia, ma a condizione che garantisca la buona salute del sistema Stato da cui dipende la dignità, la sicurezza e la vita di ogni singolo cittadino.
Un professionista che usa l'arma pubblica del sapere per il proprio individuale arricchimento o per tutelare interessi particolari a danno della collettività, è disonesto quanto un burocrate che timbrasse il cartellino e andasse a gestire la propria impresa privata ma continuando ad incassare lo stipendio pubblico per aver garantito una truffa al posto di un servizio.
Nei sistemi liberali ci sono professionisti privati e professionisti pubblici, chiamati burocrati, ma in quanto depositari e utilizzatori dell'arma del sapere tutti dovrebbero essere impegnati sia pure con diversa responsabilità e diverso guadagno, a garantire la buona salute del sistema Stato. Non certo l'indebitamento e lo sfascio: il manicomio e la guerra civile spacciata per stato di diritto, come in Italia.
Non basta fingere di tirare a lucido i singoli sottosistemi istituzionali, se invece di renderli tutti reciprocamente cooperativi, per la buona salute dello    Stato di diritto, sono conflittuali e producono debito pubblico, rapina triburia o bancarotta.
Questo è il crimine che ha fatto fallire i sistemi comunisti e che sta mettendo a rischio i Liberali. 
Nelle democrazie il potere dei popoli è passato dalle azioni alle idee, da chi agisce a chi pensa, dalla politica che si può avviare, indirizzare e fermare, al sapere filosofico e scientifico che almeno da un secolo è un uragano incontenibile e inarrestabile.

Io non sono un addetto ai lavori, perciò prendete pure questa mia con beneficio d'inventario.

Ma ho il sospetto che nell'ultimo secolo il mondo non si sia arricchito di stupidi come pensano i più; ma di furbi, di soggetti che non hanno interesse ad informare la collettività (la gallina dalle uova d'oro) in che modo e in che misura se la stanno spennando.

Ad uno chef non si può chiedere che renda pubblica la ricetta di un suo piatto prelibato. E anche gli intellettuali e i tecnici hanno i loro segreti professionali che non riveleranno mai nemmeno sotto tortura.
Chi lavora con le mani può anche permettersi il lusso di essere competitivo, perché chi acquista un bene o un servizio lo fa per libera scelta. 
Ma chi progetta e governa un sistema sociale, a cui è obbligato a contribuire con la borsa e con la vita l'intero Popolo, dovrebbe essere cooperativo e assumersi la piena responsabilità di portare a buon fine la sua opera retribuita dai contribuenti.
E se uno Stato fallisce perché progettato, amministrato e governato da cani; gli addetti ai lavori dovrebbero risarcire la collettività non scaricare il danno sugli ignoranti a colpi di tributi dopo averli derubati.
Gli istruiti, sono le vere forze dell'ordine che attraverso il sapere dovrebbero diffondere sicurezza e pace sociale, ma fingono di non sapere che in democrazia la politica non parte dai governanti, che del potere reale sono la coda: parte dall'istruzione, e prosegue con l'informazione, la burocrazia, le professioni, le lobby economico finanziarie, la giustizia. 
E quando le scelte di questi veri attori politici arrivano al governo, sono già confezionate e infiocchettate: e ai ministri non resta che apporre timbri, firme e imporre tributi per garantire puntuale sfruttamento ai poveri, crescente arricchimento ai ricchi, lievitazione di debito pubblico, violenze, guerre e rischio default.
Negli ultimi tre quarti di secolo, in Italia e nel mondo la malacultura, (le forze del disordine intellettuale) ha generato solo malapolitica, e i frutti avvedenati ora si sprecano.
Franco Luceri