sabato 29 marzo 2025

Se la produzione non è subordinata al consumo è fallimentare o assassina






Nella civiltà contadina, la produzione di beni e servizi primari, dipendeva dalla quantità dei consumatori. 
Nelle famiglie normali è ancora civiltà contadina: se è certa la tua presenza a pranzo, il tuo piatto sarà pronto, servito e garantito. 
In pizzeria è ancora civiltà contadina: prima ordini il tipo di pizza che vuoi comprare e dopo la mettono in produzione "personalizzata", adattata ai tuoi gusti e ai tuoi bisogni. La produzione continua ad essere successiva e subordinata al consumo.

Invece nella civiltà post industriale, hanno capovolto e stravolto il mondo. Producono merce e riempiono magazzini senza sapere quando e a chi venderanno quei prodotti.

Il consumo finisce subordinato e adattato a forza alla produzione di beni e servizi primari, secondari e spazzatura già pronti all'uso che alla lunga si rivelano almeno al 50% socialmente, economicamente ed ecologicamente dannosi, se non letteralmente devastanti come lo è stato l'amianto, come lo sono quotidianamente migliaia di prodotti chimici dannosi e di droghe assassine che stanno facendo ammattire e mutare in bestie interi popoli. 
E ultime in ordine di tempo, le case diventate ecologicamente incompatibili che ora hanno bisogno del cappotto termico, e le vecchie auto da rottamare e sostituire con quelle elettriche a bassa emissione di CO2 imposte dall'Unione Europea ai 27 stati membri, senza sapere se è tecnicamente possibile la realizzazione e se il costo è umanamente sopportabile.
Gli industriali, dopo aver prodotto a loro insindacabile giudizio qualunque schifezza; a colpi di pubblicità ingannevole inducono i popoli a consumarla, a crederla un autentico affare, e peggio, a convincerli che la stanno acquistando per libera scelta. 
Ma se il consumo non smaltisce tutta la produzione, non svuota magazzini, le multinazionali prima lo incentivano a colpi di campagne promozionali, e poi a colpi di mazzette passano a chiedere ai governi di imporre per legge l'acquisto di quelle porcherie. 
Ed è così che passiamo ogni giorno dalla Rolls Royce al monopattino, dal segnale di fumo allo smartphone che gli anziani non sanno nemmeno accendere, cambiando ossessivamente fornitori, beni e servizi.

La politica, per conservare posti di lavoro e profitti che poi significano voti, soldi e privilegi per gli addetti e tributi per lo Stato, è pronta a scatenare anche una guerra atomica, per svuotare e riempire magazzini, svuotare e riempire arsenali.

L'industria farmaceutica produce medicine per battere sul tempo l'arrivo delle nuove malattie, sperando che non siano troppo diverse dalle vecchie, altrimenti sarebbero poco efficaci o letteralmente nocive.
E se poi la malattia non arriva, con le caratteristiche previste, sono cavoli amari per i popoli, che quelle medicine, dovranno ingozzarsene o pagarle.

Una volta, l'industriale del farmaco era il farmacista: prima prendeva l'ordine e poi (al famoso bilancino) confezionava il prodotto personalizzato per il malato e la sua specifica malattia.

Perciò non affrettatevi a giudicare i potenti. Se li vedete "partire in guerra" armati di soluzioni fino ai denti per sterminare i problemi, lo fanno, ma sapendo di rischiare esclusivamente la borsa e la vita di milioni di individui che non sanno di finire truffati e persino sterminati dalla cultura e dalla politica al servizio del famelico mondo economico, finanziario e bellico.

L'America è partita a razzo per combattere la guerra in Ucraina e si è portata a rimorchio l'Europa; ma entrambe non hanno rischiato un graffio alla propria vita, hanno solo anticipato un bel po' di quattrini. Ma i soldi dei poveri contribuenti spesi per armare e finanziare l'esercito ucraino mandato a morire, se li riprenderanno con gli interessi i miliardari, dividendosi le terre rare ucraine che fanno gola a tutti. E risanando con appalti astronomici i danni prodotti. Senza contare che gli stati UE continueranno a costruire armi e riempire e svuotare arsenali, perché sono corsi ai ripari inventandosi l'esercito europeo che per 80 anni nessuno ha ritenuto necessario o peggio impellente come ora.

Se invece vedete i potenti alzare la guardia e mettersi in difesa, senza avanzare di un passo e persino arretrando, vuol dire che stanno rischiando borsa o vita personale. E usano il potere per uscire indenni e magari pure vincenti.
Insomma, subordinando la produzione al consumofamiglie, artigiani e piccoli commercianti ci salvano ogni giorno la vita. 
Invece adattando o piegando il consumo alla produzione e devastazione ambientale, industriali, banchieri e Stati mettono a rischio la pace sociale, la salute psicofisica dei popoli, l'equilibrio finanziario ed ecologico e con le guerre in corso persino il futuro dell'umanità.
Franco Luceri

sabato 22 marzo 2025

Un governo che elemosina sapere e denaro è governo fantoccio







È facile montare a cavallo del potere drogando l'umanità con "le parole che piacciono" direbbe Baudelaire, ma poi rischi di finire disarcionato, se invece di perequare la ricchezza per salvare i poveri, usi il potere per affamare chi non ha e ingrassare chi ha.
Ma da oltre mezzo secolo, le classi sociali italiane ignoranti si sono ridotte all'osso grazie a l'istruzione e a l'informazione.
Ma le piogge crescenti di mal governo e sfascio a 360 gradi continuano ad essere imputate al "governo ladro o al meglio incapace", mentre i peggiori cleptomani hanno residenza stabile nel mondo della cultura, burocrazia, professioni, mercato e finanza. E sono Intoccabili perché rubano nel rispetto delle leggi che in quanto maggioranza si sono auto confezionati.
Sono i burattinai occulti che tirano i fili al governo, e poi lo fanno passare per ladro o incapace, scaricando facilmente sul potere esecutivo le mostruosità delle classi sociali istruite e agiate (i "Nobili" delle democrazie) che dettano legge e tengono banco nel mondo culturale, economico, finanziario e nella burocrazia corrotta.

Chi volesse fare politica sul serio,  dovrebbe marchiarsi a fuoco nel cervello questa frase dialettale che in italiano è giusto tradurre così: 
"chi mi nutre considero padre".
La massa dei cittadini bisognosi considera con rispetto "PADRE", qualunque potente o padrone può sfamarla. Perciò la politica conserva il potere autonomo di governare fino a quando si dimostra capace di dare a chi non ha. Producendo giustizia sociale per la maggioranza dei cittadini, produce consenso e potere per sé.
Ma se la crescita del debito pubblico e il calo della produttività economica e dei tributi, costringono i governanti ad elemosinare o a stendere la mano per prendere, non c'è potere giuridico o culturale che possa salvarli. 
Luigi XVI e consorte ci rimisero la vita quando incominciarono ad allungare troppo la mano tributaria, mettendo a rischio la vita dei sudditi e i privilegi dei Nobili.
Insomma, giusto per capirci, esercitare il potere tributario solo per prendere denaro e restituire ingiustizia sociale è maledettamente pericoloso. I poteri culturali, giuridici e finanziari sono poteri finti, promettono utile ma creano danno. E il danno alla lunga si paga o si sana subendo o scatenando una guerra civile o mondiale.

Fino a quando nei popoli, la maggioranza dei cittadini è stata di contadini, pastori, pescatori, boscaioli e artigiani ignoranti, è stato giusto imputare al "Governo ladro" tutte le responsabilità per i guasti del sistema, pioggia compresa.
I popoli devono affrettarsi a cambiare bussola. Il governo ladro è diventato il capro espiatorio di tutte le bestialità della Cultura e del mercato. Prima ci convinciamo meglio sarà per tutti.
La premier Meloni sa destreggiarsi bene con le parole che piacciono. Ma il vero potere non è più a Palazzo Chigi è traslocato almeno da mezzo secolo nelle università, nelle professioni, nelle multinazionali e nel il mondo finanziario.

Ve la Immaginate voi la Meloni convinta guerrafondaia in una Italia che ha ripudiato la guerra. Io non credo che sia convinta, ma deve stare al gioco perché in Italia le industrie di armi hanno bisogno di vendere per continuare a produrre, per non licenziare e fallire.

In America il potere economico di Elon Musk oscura il potere politico di Trump, perché il primo può seminare dollari dall'elicottero, mentre il secondo, da governante, è costretto ad allungare la mano tributaria per prendere prima di aver dato.
Quindi rassegniamoci, il reale potere esecutivo lo ha soltanto chi può distribuire sapere, salari e mutui.
 
I premier delle democrazie UE super indebitate, questo privilegio non lo hanno più. Allungano la mano vuota per prendere poiché hanno sempre un drammatico bisogno di reperire risorse finanziarie (la BCE le distribuisce come fossero collirio). E sono fregati. Perché i popoli vanno tassati solo dopo averli resi produttivi o aiutati almeno a sopravvivere; altrimenti la devastazione del sistema sociale e il rischio di default per lo Stato, restano sempre dietro l'angolo.
Franco Luceri 

sabato 15 marzo 2025

La competizione tra popoli sovrani e "sudditi", serve alla Pace Mondiale?







Aver globalizzato tutti i 200 Stati del mondo, senza capire come rendere "inoffensivi" quelli che dispongono e abusano della sovranità monetaria, è utile alla sicurezza mondiale, quanto sfregare un fiammifero in una raffineria di petrolio.
Chi ha moneta propria, finanzia il funzionamento non il risanamento delle istituzioni quando già cadono a pezzi come in Italia, e a costi astronomici erogano disservizi anziché servizi.
Secondo gli storici, l'economia ha iniziato ad affiancare la politica nella pacifica unione mondiale dei popoli definita "globalizzazione", tra il 1840 e il 1914; e ora tutti i 200 stati del mondo competono "alla pari": quelli con sovranità monetaria in Rolls Royce; e quelli come noi italiani, sovrani solo politici con le tasche bucate, che si sentono ricchi sfondati con un carico di debito pubblico impagabile.
La globalizzazione l'avranno inventata i "POPOLI PAPERONI" con sovranità monetaria, che possono essere competitivi contro la stragrande maggioranza di stati indebitati e squattrinati; che saggiamente il giornalista e scrittore Enrico Grazzini ha battezzato "Stati castrati".
Insomma la migliore politica di uno stato con sovranità monetaria, non può essere mutuata in uno privo di moneta propria, perché  indurrebbe gli addetti ai lavori a spendere allegramente a debito per tappare buchi e voragini.
L'Inghilterra ha salutato la UE e si è defilata, non perché rischiava di fallire, ma perché rischiava di sterminare tutti gli stati indebitati de l'Unione Europea con la sua competitività finanziaria. E magari alla lunga avrebbe pure subito gli effetti collaterali di altri Stati UE in difficoltà.
Le istituzioni degli Stati indebitati d'Europa, rischiavano di prendere la politica inglese come esempio; e sperperare allegramente le tasse, sangue dei contribuenti, (con decine di migliaia di piccoli imprenditori falliti o suicidi per eccessivo prelievo tributario) scambiando gli euro comprati a caro prezzo, per sterline uscite fresche fresche da una rotativa del Regno Unito al costo di carta colorata.
Nei paesi senza sovranità monetaria le leggi non possono essere applicate sempre alla lettera, ma vanno aggiornate e adattate alla condizione del momento, salvo che non si voglia imboccare la via a scorrimento veloce del default. 
È giusto che tutti gli stati garantiscano i diritti inviolabili dei cittadini; ma se il costo di questo servizio viene scaricato pari pari sui contribuenti, i piccoli imprenditori finiscono per fallire o suicidarsi.
La giustizia è qualcosa di molto diverso della legalità burocratica. 
Il vero giudice sa di non poter separare diritti e doveri applicando la legge, perché se il costo burocratico per salvare tizio uccide tributariamente Caio, la legalità burocratica è viva ma la giustizia ne esce morta, e lui come giudice si dimostra un pericolo pubblico, una calamità naturale.
 
Prendere per buona la politica spendacciona degli Stati monetariamente sovrani, induce le burocrazie degli Stati non sovrani come l'Italia, a pretendere e a spendere senza risparmio,  spettacolarizzando la tutela dei diritti di una minoranza, per fini carrieristici individuali o corporativi e scaricando sui contribuenti costi e doveri assassini.
Il meglio della globalizzazione sta tutto qua. La guerra serve solo ai sovrani col portafoglio e non a quelli con le tasche bucate. Ma a perdere borsa e vita, sul fronte economico, finanziario e bellico, ci mandano i popoli a sovranità "dimezzata" che si ammazzano conto terzi: come ora ucraini e palestinesi che aspettano il miracolo dai "santi della politica": Trump, Putin, Xi Jinping & "santini" UE.
Franco Luceri

sabato 8 marzo 2025

L'avere ti fa sapere; chè tragica illusione!

 






Prima e meglio dell'arca di Noè, senza capitano e senza pilota automatico, senza professori, giornalisti, politici, industriali, banchieri, generali e guerrafondai, il pianeta Terra si è fatto da solo una passeggiata di milioni di anni garantendo a tutti gli esseri viventi, (analfabeti ma non ignoranti), presente e futuro.
Ora, straripa di presidenti, governanti, direttori, amministratori, accademici e premi Nobel superalfabetizzati, ma non ha alcuna intenzione di garantirgli manco pane e acqua, se non daranno un taglio a l'avvelenamento fisico e culturale dell'intero creato.
Rendendo gli esseri viventi capaci di acquisire tutta l'intelligenza istintiva necessaria per muoversi e usare la natura senza reciproci danneggiamenti, Dio aveva reso il mondo vivibile e la vita un dono per tutti: uomini, animali, piante, virus, batteri, muffe e chissà cos'altro per centinaia di migliaia di anni.
Poi è arrivata l'istruzione e l'informazione, e in una manciata di millenni ha sprogrammato anzi resettato i cervelli fino a cancellare totalmente l'intelligenza istintiva e adattativa (presente e infallibile in tutti gli esseri viventi dalla formica al dinosauro e passando per l'uomo) e a colpi di trilioni li ha riprogrammati tanto da mettere l'uomo in guerra non soltanto con il Creato ma persino con se stesso.
Il contadino, il pastore, il pescatore, il boscaiolo, (se protetti dalle patologie cerebrali indotte dalla "incultura" della cultura) avrebbero saputo istintivamente procurarsi di che vivere senza derubare il prossimo o danneggiare la natura.
Mentre l'intellettuale, l'uomo di "scienza", ha difficoltà persino a trovare la via di casa, se sconfina dal perimetro della sua conoscenza razionale, che per renderlo produttivo gli ha cancellato la conoscenza istintivo adattativa, fino a rendere patologica la "creativa".
Tant'è che i ladri si sprecano non fra i lavoratori poco acculturati ma fra le teste d'uovo della scuola, stampa, politica, finanza, mercato. Come dire che politica e finanza sono disoneste perché la cultura ha disegnato sistemi sociali talmente costosi, giganteschi e conflittuali che nemmeno i migliori geni della politica e della finanza, affiancati e supportati da interi eserciti di comitati tecnici scientifici, (CTS) sono riusciti a comporre il mosaico della "globalizzazione" con montagne di tasselli che al primo tentativo di accostarli diventano devastanti quanto il fiammifero sfregato e gettato sulla benzina.
Forse noi umani siamo vittime di un grande equivoco. Da cittadini benestanti ci sentiamo liberi di muoverci senza limiti al pari degli animali, dimenticando che non potremo avere mai la stessa consapevolezza, perché gli animali sono rimasti alunni del Creato, sono dotati dell'istinto per muoversi senza arrecare danni nell'habitat in cui sono nati.
Noi umani invece siamo un "prodotto" culturalmente e finanziariamente modificato, programmati non per "fare bene" un mestiere o una specifica professione, ma "per fare soldi" partecipando al festival della distruzione, produzione, consumo, profitto.
Insomma è la cultura non la politica a delimitarci la libertà consapevole e produttiva. Quella dei molti diritti e pochi doveri che pretendiamo dalla politica è libertà omicida o suicida. È libertinaggio.
Un ingegnere, un avvocato, un commercialista che osasse entrare e muoversi liberamente in una sala operatoria, sarebbe inconsapevole e pericoloso più di un elefante in una cristalleria.
Un professore di italiano che non conoscesse le lingue, spostato in un'altra nazione, fra un popolo che parla un'altra lingua, sarebbe un Illustrissimo analfabeta.
Insomma, è una tragica illusione pensare che sia la "buona" politica a rendere il cittadino illimitatamente libero, consapevole, responsabile.
A delimitare la libertà degli uomini che non vogliono essere distruttivi, è la qualità e quantità della loro "cultura" se degna di questo nome.
Il peggiore tiranno di qualunque Popolo non è politico, economico o finanziario, ma culturale. Ogni individuo può muoversi senza danno per sé e per gli altri, nello spazio circoscritto della sua specializzazione.
Nemmeno il più genio del mondo ha la percezione totale della nazione In cui vive o peggio dell'intero pianeta. E quindi possiamo dire che la civiltà umana è come una nave piena zeppa di ufficiali ma priva di capitano che abbia il controllo totale del mezzo e degli uomini, che sappia tracciare o modificare una rotta che salvi tutti.
Al capezzale del mondo malato gli intellettuali accreditano a sé i meriti del poco che sembrerebbe funzionante; e addebitano i guasti che affliggono l'umanità ai loro colleghi prestati alla politica, Industria e finanza. 
Servirebbe un bagno mondiale di autocritica, partendo dal grande Carl Gustav Jung che ci ha fornito la chiave con queste inequivocabili parole: "Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male"
Franco Luceri

sabato 1 marzo 2025

La Teoria del Cavallo Morto e del cavaliere che corre






Ho condiviso questo scritto dalla pagina Facebook di un amico, ma non conosce l'autore, lo ha trovato sul web. Alcuni lo considerano iperbolico, esagerato, altri ridicolo e falso. Vi prego di leggerlo perché è davvero illuminante. È mille volte migliore del mio commento che troverete alla fine.

La "Teoria del Cavallo Morto" è una metafora usata per illustrare la tendenza di organizzazioni, team o individui a persistere con strategie, progetti o processi inefficaci, anche quando sono chiaramente falliti o non più sostenibili.
Il concetto deriva da un proverbio dei nativi americani che afferma:
"Quando scopri che stai cavalcando un cavallo morto, la strategia migliore è smontare".
Invece di accettare la realtà e andare avanti, molte organizzazioni optano per strategie alternative per affrontare il "cavallo morto". Questi approcci spesso evidenziano inefficienze e priorità mal riposte, come ad esempio:
1. Acquistare una frusta più forte – Investire in strumenti o metodi per forzare la produttività da un processo inefficace.
2. Cambio del pilota – Sostituzione di membri del team o leader senza affrontare il problema principale.
3. Minacciare il cavallo – Applicare pressioni o incentivi irrilevanti per il problema.
4. Formare un comitato – Sprecare risorse per analizzare o giustificare la strategia fallimentare.
5. Benchmarking di altre organizzazioni – Studiare come gli altri affrontano fallimenti simili, invece di risolvere la causa principale.
6. Abbassamento degli standard – Adeguamento dei parametri di riferimento per adeguarli alle prestazioni insufficienti.
7. Rinominare il cavallo morto – Inquadrare il fallimento come una sfida minore o un successo incompreso.
8. Assunzione di consulenti esterni – Coinvolgere estranei per gestire o giustificare il fallimento del sistema.
9. Promuovere la competizione tra cavalli morti – Incoraggiare i confronti per mascherare l'inefficienza.
10. Sviluppare un programma di formazione – Spendere tempo e risorse per "migliorare" ciò che è intrinsecamente difettoso.
11. Adeguamento delle metriche di produttività – Modificare le definizioni di successo in modo che corrispondano a risultati scadenti.
12. Evidenziare i risparmi sui costi – Giustificare il fallimento sottolineando vantaggi minori, come la riduzione dei costi di manutenzione.
La "Dead Horse Theory" serve come monito per valutare e lasciar andare gli sforzi non vitali piuttosto che raddoppiare il fallimento, consentendo alle organizzazioni di allocare le proprie risorse in modo efficace e perseguire strategie che producano risultati autentici.
(dal web)
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Qua sono elencate tutte le strategie dei potenti del mondo per spacciare il "nuovo" come migliore del "vecchio", ma finendo per passare da un fallimento ad una catastrofe, da una truffa a un genocidio.
Tutta la cultura, la politica e la finanza mondiale sono consequenziali alla "geniale" Teoria del Cavallo Morto. 
Tant'è che decine di millenni di cultura e quattro secoli di scienza non ci hanno ancora chiarito se Dio ha affidato il Creato all'uomo o l'uomo al Creato. 
Perché se il mondo lo abbiamo da servi e non da padroni, aspirare al libero arbitrio e all'autodeterminazione è roba da matti, è puro delirio di onnipotenza.
Noi umani non siamo liberi di AGIRE manco per grattarci il naso, dovendo REAGIRE h24 a tre bisogni ineludibili e incancellabili a cui ci ha condannato la natura: RESPIRARE-BERE-MANGIARE.
Provate a non soddisfare questi tre bisogni primari e correrete ad aspettarmi nel mondo dei più.
Le auto volanti di nuova produzione e i viaggi turistici interplanetari progettati da Elon Musk a prezzi "modici", secondo voi quanto ci azzeccano, se a questo mondo i potenti non riescono ancora a cavare un ragno dal buco?
Io credo che sia meno idiota partite da Roma in sella al "Cavallo Morto", attraversare l'Atlantico, e approdare a New York asciutti e rilassati, che affidarsi alla perfezione della scienza, politica e progresso attuale, anche solo per cavarsi un dente già cavato.
La cultura e il potere umano quanto a razionalità sono ben oltre il manicomio criminale d'Aversa. A livello planetario, i saggi e i potenti delle primissime potenze mondiali promettono democrazia, giustizia, umanità, solidarietà, ma restituiscono disoccupazione, fame, malattie, guerre e genocidi che emulano il nazismo e sono sbandierati h24 come la migliore esportazione di democrazia a cannonate.
E ci sono persino gli applausi, per questo schifo di cultura, politica e mercato mondiale, che continua a rimanere in sella di un cavallo putrefatto e in corsa finta.
Franco  Luceri

sabato 22 febbraio 2025

Solo il governo può convertire in collana le perle istituzionali







Un sistema Democratico è un mucchio di "perle istituzionali", che "solo il filo della politica di governo può convertire in preziosa collana", capace di garantire giustizia sociale, tassando i contribuenti e trasformando i tributi in servizi pubblici per la collettività.
Ma se il sistema Stato non ha uomini formati per fare buon uso dei mezzi culturali, tecnologici e finanziari; né i mezzi sono adattati alle capacità psicofisiche degli uomini: alla lunga e con qualunque governo, popolo e Stato sono condannati allo sfascio.
Perciò il governo deve avere sufficiente potere per indirizzare verso il bene comune la cultura, la burocrazia, il mercato e la finanza, altrimenti il sistema Stato va in frantumi come una collana col filo spezzato e scarica sul sistema sociale danni miliardari assassini. 
A quel punto il potere si trasferisce pari pari dai governanti ai magistrati, ma che non hanno potere di risanare lo Stato.
Alla rottura del "filo politico", le istituzioni della "collana" democratica non si sparpagliano; ma mancando il collegamento e la finalità politica, non tardano a diventare distruttive: tassano i contribuenti e convertono i tributi in disservizi devastanti per la collettività e per lo Stato.
Perciò, in democrazia, la funzione del governo è "cucire le perle", collegare e rendere utilmente interattive le istituzioni"; e quella delle opposizioni contribuire alla solidità del filo politico del governo e scongiurare i danni crescenti e irreparabili della generale irresponsabilità pubblica e della conseguente bancarotta privata. Vedi Italia.
Come dire che la maggioranza di governo ha l'obbligo di governare bene, ma l'opposizione è tenuta ad impedire il mal governo, o abbandonare la poltrona. Perché rimanere al potere solo per scimmiottare l'informazione raccontando ai cittadini vittime del sistema, quanto sfascio quotidiano sono chiamati a subire e a pagare è una truffa miliardaria.
Nelle democrazie, dove tutti sono liberi persino nell'utero materno, la responsabilità individuale è una mostruosità giuridica. Premier e ministri non sono gli unici responsabili.
Se un cittadino italiano, adulto, patentato e libero, guidando un'auto va a sterminare una famiglia sulle strisce pedonali; è responsabile solo lui di questo crimine, oppure corresponsabili sono anche i potenti della cultura, della politica, della burocrazia, dell'economia e della finanza, che continuano impunemente a fare danni a uomini animali e cose, formando cittadini incapaci o disonesti e rifornendoli di titoli e patenti per danneggiare la collettività e/o lo Stato?
Se la scuola non adegua l'intelligenza dei popoli al progresso tecnologico; e
la scienza e l'industria non adeguano la tecnologia alla cultura media dei popoli,
sulla distruttività che ne consegue il mondo finanziario ci specula una barca di soldi. E i legislatori e i burocrati continuano a governare da struzzi con la testa nella sabbia facendo finta che lo sfascio è tutto  perfettamente a norma.
Nel mondo non c'è popolo che non stia rimpiangendo la dittatura, perché senza responsabilità collegiale, in democrazia la maggioranza di governo è colpevole a prescindere e l'opposizione incolpevole a prescindere.
Credo che dovremmo cercare di capire che rapporto di parentela c'è tra le democrazie attuali e quella teorizzata da Platone 24 secoli fa. Maggioranza e Opposizione esistono ancora entrambe; ma mentre una volta l'opposizione aveva l'obbligo di servire la collettività distillando buona politica dal governo; oggi ha la discrezionalità di indurre il potere esecutivo alla cattiva politica, per disarcionare il "fantino" di Palazzo Chigi e rubargli il "cavallo".
Promettendo maggiori privilegi e potere, l'opposizione induce burocrati e professionisti a qualificare incostituzionali le riforme della maggioranza di governo e a sabotarle, (come la super contestata riforma della Giustizia) in attesa di quelle costituzionali dell'opposizione; che a sua volta, quando sarà maggioranza di governo verrà accusata e perseguita per mal governo.
Se indebolire o rompere il "filo del governo" e perdere il controllo delle "perle istituzionali", in Italia è la migliore politica possibile tra maggioranza e opposizione in guerra senza esclusione di colpi bassi, di sicuro Platone starà applaudendo la Premier Meloni che non si lascia disarcionare. 
Altrimenti, vedendo in che pietose condizioni è ridotta l'incurabile democrazia italiana, affidata alle teste d'uovo di maggioranza e opposizione che dialogano come fossero sul ring, con la stessa intelligenza di due pugili suonati, si starà stringendo la pancia per non scoppiare dalle risate.
Franco Luceri

sabato 15 febbraio 2025

Se sapessimo cambiare l'uomo, il mondo starebbe bene anche così

 





Se consegni ad un neopatentato un mezzo che non sa guidare e gli lasci tutta la libertà di decidere come usarlo, fai di lui un potenziale suicida o omicida. 

Illudendosi di essere capace e libero, vorrà realizzare di giorno ciò che sogna di notte. Ma non avendo maturità e cultura per attuare utilmente i suoi sogni, se ha denaro da spendere, finisce per mettere in cantiere una catastrofe dietro l'altra. Così sono messi i popoli se dispongono della libertà e del potere di autogovernarsi ma non delle risorse intellettive per usare i mezzi disponibili in maniera socioecocompatibile.
Attualmente la comunità mondiale dispone di una quantità incalcolabile di mezzi, dei quali non conosce nemmeno il nome, perché il mondo scientifico ha saputo o voluto migliorare più i mezzi che gli uomini. E quindi 8 miliardi di umani impegnati a realizzare di giorno ciò che sognano di notte, senza avere la "patente" per fare buon uso dei mezzi giuridici, finanziari e tecnologici disponibili, sono una realtà terrificante persino per il Padreterno.

L'amico Massimo Maccabi Benocci, in uno dei suoi aforismi al vetriolo ha scritto:

"Se sapessimo cambiare l'uomo, il mondo starebbe bene anche così."

Ma l'uomo sembra proprio immodificabile, da schiavo e da Libero. Il progresso di qualunque tipo: sociale, culturale, politico, scientifico, tecnologico, economico o finanziario, al pari della medicina, serve a curare una malattia che sta uccidendo un popolo o a prevenirla (come fosse vaccino) per evitare che lo uccida.
Ma guai a pensare che i miracoli sia la "medicina progresso" a farli da sola.
Per renderla concretamente salvifica, servono i medici capaci di adattare la medicina al malato (intellettuali, tecnici, politici e banchieri degni di questo nome) per evitare che i mezzi giusti, per mancanza di uomini giusti, promettano utile e facciano danno genocida.
Perciò i guasti delle democrazie (italiana compresa) non sono imputabili ai mezzi sbagliati o insufficienti (la produttività, le tasse, i servizi pubblici, la finanza) ma agli uomini di governo della cultura, della politica, della burocrazia, della giustizia e del mercato, che almeno da mezzo secolo sono "perfetti" per qualunque sistema sociale, ma "diversamente democratico".

Secondo voi, i nostri padri costituenti avrebbero stabilito di pagare nella stessa misura i parlamentari della maggioranza con la responsabilità di governare bene l'Italia con un debito pubblico astronomico, e quelli dell'opposizione, con la discrezionalità di collaborare al buon governo, oppure contestare quotidianamente il potere esecutivo, creare prove false per incriminare premier e ministri, far cadere il governo e festeggiare se si rompe le ossa?
Se la Costituzione italiana lascia a l'opposizione questo livello di discrezionalità; bisogna ammetterlo, i nostri politici usano così bene il potere, che a caccia di visibilità e voti, si fanno lo sgambetto persino all'interno dei partiti destri e sinistri.
Franco Luceri

sabato 8 febbraio 2025

I mezzi assumono la qualità del soggetto che li usa







La scienza viene ridotta volutamente ad una pluralità di saperi specialistici scollegati e conflittuali per essere incomprensibile, costosa o dannosa ai più: ma produttiva di una montagna di denaro e potere per gli "onestissimi" addetti ai lavori.
Henri Poincaré diceva: "La scienza è fatta di dati, come una casa di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una casa".
Questa è l'origine dei problemi traghettati pari pari dalle dittature alle democrazie. La scienza è come il cemento armato; se lasci separati i cinque componenti, hai cinque problemi di ingombro e di costo. Se li unisci e li rendi reciprocamente complementari, hai un immobile produttivo di reddito, un ponte, una galleria, una strada, una industria.
Si ha l'impressione che per colpa della Scienza l'umanità stia indietreggiando. No, la scienza non indietreggia, avanza sempre; è la speculazione criminale di alcuni addetti ai lavori che la rende dannosa.
Le dittature muoiono di abbondanza di problemi, le democrazie di abbondanza di finte soluzioni, spacciate per scoperte scientifiche, ma progettate, pagate, irrealizzate o abbandonate da cattedrali nel deserto. In Italia il Ministero delle Infrastrutture ha incompiute 750 "cattedrali". Come il ponte sullo stretto di Messina "procreato, ma mai partorito".
Sia le dittature che le democrazie vengono usate da millenni per trarre vantaggi economici dai problemi. Ma nell'ultimo secolo si sono riempite di professori, professionisti, burocrati e scienziati; e chiunque inventa uno straccio di soluzione, spinge la politica e la finanza ad attuare la sua riscoperta dell'acqua calda e a sabotare le altre.
Insomma, le democrazie muoiono di soluzioni progettate e pagate, ma che al 90% diventano operative e produttive solo per Paperoni. 
Così i cittadini, da clienti, utenti e contribuenti, si trovano a subire i danni dei problemi vecchi, i danni dei problemi mal risolti o i costi delle soluzioni progettate pagate e mai completate o mai rese socialmente produttive.
No non è la scienza che fa danni, non è la scuola che non insegna, non è la stampa che non informa; ma per sporchi interessi individuali, alcuni onestissimi addetti ai lavori fanno dei mezzi: scienza, politica e finanza un uso particolare, speculativo o letteralmente criminale. 
Le soluzioni sono una miniera d'oro per chi riesce a progettarle e attuarle. È pronto ad uccidere il problema che già gli rende un sacco di soldi, ma a patto che sia la sua soluzione a rendergli ancora più denaro e potere.
E siccome in democrazia serve la maggioranza; la guerra del tutti contro tutti impedisce la formazione di una solida maggioranza che abbia potere e capacità scientifica di sostituire i problemi assassini, con vere soluzioni salvifiche, socialmente produttive.
Sapere e avere sono come il diavolo e l'acquasanta: quelli che hanno, vogliano anche sapere, e quelli che sanno vogliono anche avere. E tra l'incudine e il martello, c'è la politica paralizzata o corrotta da alcuni potenti della Cultura e della Finanza a caccia di profitti e potere a spese di Pantalone.
E alla stragrande maggioranza di poveri e ignoranti che non sanno e non hanno, non resta che subire i danni della guerra civile spacciata per democrazia, progresso scientifico, tecnologico e giustizia sociale.
C'è solo da stabilire se sia più efficace la democrazia o la dittatura per rendere sopportabili i "pulitissimi" interessi di alcuni corrotti e corruttori che maneggiano scienza e finanza a proprio vantaggio e a spese dell'umanità.
In ogni popolo la competizione è resa sempre più selvaggia dalla crescita di intellettuali impegnati ad attuare le proprie soluzioni e a sabotare quelle altrui. Esattamente come i banchieri e gli industriali che lavorano al fallimento altrui per la propria crescita produttiva.
Quindi un mondo culturalmente ed economicamente competitivo può essere tenuto sotto controllo solo da una politica che limita la libertà accrescendo al massimo la responsabilità individuale e introducendo se necessario anche la collettiva.
Ma una politica che la sancisce e la tutela, poi perde il controllo; non ha uomini e mezzi sufficienti ad impedire la famelica competizione e corruzione, che si espande come un tumore maligno, nelle professioni, nelle istituzioni e nel mondo economico e finanziario generando anarchia, sfascio, ingiustizia sociale genocida e bancarotta.
Franco Luceri

sabato 1 febbraio 2025

Agli allevatori del potere le vacche grasse non dimagriscono mai







I filosofi non si fidano troppo della salute mentale degli economisti e questi dell'intelligenza dei filosofi.
Ma a giudicare da come va a rotoli il mondo, pensato riveduto e corretto dai "sotuttoio" delle scienze orfane della "Scienza" con la maiuscola, hanno ragione entrambi.
"Il bene comune" inventato dagli "intellettuali", mutuato paripari dagli acefali della politica e sfruttato dai rapaci della Finanza è una utopia che tutti inseguono ma nessuno raggiunge.
I Marx e gli Smith moderni, (non essendo insieme filosofi ed economisti come gli inventori del comunismo e liberismo) lavorano al perfezionamento dei sistemi sociali, facendo quattro autentici "miracoli" in un colpo solo:
1)   fanno in modo che qualunque sistema Stato sia vantaggioso per pochi e costoso e devastante per molti.
2)   che la gente sappia perfettamente quando, come, dove e perché sta subendo un danno, ma possa solo rassegnarsi a subirlo e soccombere.
3)   che le resti incomprensibile il "cui prodest?": quale "onestissima" categoria di potenti sta traendo vantaggi dal danneggiamento collettivo.
4)   e veda solo chi si asciuga le lacrime di coccodrillo e si improvvisa filantropo gettando in pasto alla categoria dei poveri che ha contribuito ad impoverire un sacchetto di spiccioli, sufficienti per sfamare un morto non certo un vivo.
Per certificare la stupidità di chi usa impropriamente i mezzi, una volta si diceva: "taglia i cocomeri con la serra a scoppio". Ora i potenti che passano per vincenti, danno prova della loro superiorità intellettiva, tagliando i cocomeri con la serra a scoppio e dimostrandosi vincenti con quelli sprovvisti di cocomero e persino di pane raffermo.
La scienza è in grado di misurare la forza fisica di qualunque essere vivente; ma la forza intellettiva dei saggi e dei potenti, gli addetti ai lavori ci costringono ad accettarla sulla fiducia.
Come dire che nella specie umana, "dall'uomo ignorante" non possiamo aspettarci intelligenza, solo muscoli; ma dobbiamo diffidare anche dell'uomo istruito e potente, perché s'è messo in difficoltà, è intelligente solo "Pro Domo Sua".
Se per carenza di mezzi o errori di valutazione non è in grado di difendersi legalmente; l'istinto di conservazione (come qualsiasi essere vivente) lo induce a tutelare i suoi interessi e mandare al macero quelli altrui.
Per dare prova di intelligenza, i potenti del mondo stanno cancellando Palestina e Ucraina. Speriamo non diano libero sfogo alla loro inimmaginabile "intelligenza" maneggiando l'atomica.
Insomma l'intelligenza è una invenzione del disonesto mondo della cultura, della politica e della Finanza. Noi umani abbiamo solo forza muscolare e diamo prova di possederla salendo sul ring e mettendo KO un avversario o andando sul fronte di guerra ad ammazzare un nemico che sta sventolando le sue mutande in segno di resa.
Daremmo prova di intelligenza aiutando il perdente a vincere o a tornare a casa sua né sconfitto né vincente.
Ma una intelligenza utile agli altri senza essere dannosa per sé, la tronfia e stramillenaria cultura umana non l'ha ancora inventata.
Musil diceva:
"Se di dentro la stupidità non somigliasse straordinariamente all'intelligenza, se di fuori non si potesse scambiare per progresso, genio, speranza, perfezionamento, nessuno vorrebbe essere stupido e la stupidità non esisterebbe"".
Chi ha una forza intellettiva realmente superiore a quella di un altro, "sfida se stesso per migliorarsi", non compete dimostrando di saper sconfiggere un avversario più debole.
Aiuta il perdente a vincere senza perdere lui. Gesù ha dato prova di intelligenza perché ha espiato in croce i peccati degli umani ed è tornato da suo padre in perfetta salute, senza vendicarsi dei "boia umani" che lo avevano crocifisso.
L'intelligenza individuale non si misura creando vantaggi per sé, arraffando ricchezza e potere personale, ma cooperando ad un sistema produttivo e perequativo, che non affama come ora il 90% della comunità mondiale per ingrassare il 10.
Nel mondo crescano parallelamente laureati e falliti, a conferma che gli umani presunti intelligenti non hanno ancora imparato a dare prova di vera intelligenza collettiva.
Insomma la cultura umana è un bluff. Ci fa credere che l'intelligente, diversamente dallo stupido, vive per servire la collettività non per servirsene. Ma è falso. Quando, (nei lunghi periodi di recessione) le vacche grasse del libero mercato dimagriscono per gli impotenti, per i veri potenti magre non diventano mai. Per istinto di conservazione, invece di servire chi è in difficoltà asservono tutto e tutti (natura compresa) e continuano ad arricchire e a conservare potere senza vergogna.
Che non vengano a raccontarci balle gli intelligenti della cultura, della politica, del mercato e della Finanza, che tali lo sono soltanto con chi può pagare profumatamente i loro onestissimi servizi: per gli altri sono negrieri sfruttatori.
Ma peggio, se il sistema non è abbastanza protettivo e li mette fisicamente e/o finanziariamente in pericolo; alla faccia della loro certificata e sconfinata intelligenza, per bestiale istinto di conservazione rischiano di diventare pure assassini.
Franco Luceri

sabato 25 gennaio 2025

Quale istruzione renderebbe vincente il popolo italiano?







Una volta gli artigiani aprivano il portafoglio per convincere gli apprendisti, desiderosi di licenziarsi e mettersi in proprio, a rimanere da dipendenti con un salario più alto.
Se l'apprendista era sveglio, aveva fretta di diventare imprenditore autonomo e assumere apprendisti, si licenziava anche prima di diventare maggiorenne. Serviva un ricco salario per indurlo a rinunciare a lavorare in proprio e restare a produrre per l'artigiano che gli aveva insegnato il mestiere.
Oggi gli apprendisti vanno dal sindacato per elemosinare un lavoro o evitare un licenziamento, perché percepiscono l'autonomia imprenditoriale come una malattia invalidante se non proprio mortale.
Il popolo italiano ha sempre pensato che i lavoratori dipendenti della scuola, cioè i Professori, non avessero alcuna difficoltà a formare soggetti autonomi, datori di lavoro, produttori di profitti onesti per sé, salari per i lavoratori, e tasse per lo stato.
Ma nella classifica nazionale e forse anche mondiale delle buone intenzioni, occupa di diritto il primo posto, aver pensato che i professori al pari degli Artigiani fossero in grado di formare giovani con vocazione a l'autonomia  imprenditoriale.
Non è andata così. Nemmeno con una sfilza di laure e master la scuola italiana riesce a formare imprenditori. Professionisti ne sforna a vagonate ma imprenditori manco uno.
Al meglio produce precari nella scuola o nella pubblica amministrazione, o cervelli in fuga, o maratoneti dei concorsi per dipendente pubblico: 3000 per contendersi un posto di infermiere.
Secondo Umberto Eco il problema italiano sono le specializzazioni. Sapere tutto di poco anziché poco di tutto è utilissimo e produttivo per sé, ma letale per la collettività. Diceva:

«I perdenti, come gli autodidatti,hanno sempre conoscenze più vaste dei vincenti, se vuoi vincere devi sapere una cosa sola e non perdere tempo a saperle tutte, il piacere dell'erudizione è riservato ai perdenti. Più cose uno sa, più le cose non gli sono andate per il verso giusto».

Forse è il caso che la classe dirigente incominci a riflettere se la scuola italiana sforna "vincenti o perdenti". Perché se forma validi professionisti specializzati e "vincenti", impoverisce l'Italia di soggetti "perdenti", (come li definiva Umberto Eco) con un'ampia cultura e una visione complessiva della realtà, indispensabile per fare impresa e per governare bene lo Stato senza rischio default per scarsa produttività, o guerra civile per ingiustizie sociali.
Franco Luceri

sabato 18 gennaio 2025

La scienza salva i popoli rendendosi indipendente dalla finanza







Noi umani nasciamo schiavi di bisogni fisici e psichici incancellabili; sopprimerli a colpi di finta cultura e finta democrazia si rischia di incattivire interi popoli.
In America le stragi nelle scuole si sprecano da sempre, a conferma che la cultura e la democrazia non stanno assolvendo alla funzione umanizzante strombazzata ai quattro venti, ma a quella opposta. Persino le guerre sono diventate attacchi terroristici mondiali e crimini contro l'umanità. Per non parlare del bullismo dilagante e spesso anche assassino.
Vedi la crescita di femminicidi commessi non da poveri e ignoranti, ma da soggetti benestanti e istruiti.

Non sono contro Galilei o contro i veri scienziati, ma contro la "pseudoscienza" asservita al mercato e alla Finanza. E manifestando le mie opinioni mi sono buscato a bruciapelo questa condanna inappellabile da uno che non ci vede a un palmo del suo naso: "se sei contro la scienza sei contro la democrazia. Non ci sono attenuanti".

Se democrazia significa scienza aperta a cani e porci per rovinare il pianeta e bestializzare la razza umana allora sono contro la democrazia pur ammirando Platone. Ma quella di Platone era un'altra Repubblica. Non serviva certo come ora ad impoverire interi popoli, per arricchire una decina di trilionari mondiali insaziabili.

La cultura umanistica e scientifica si è sviluppata per due specifiche ragioni: convertire la natura matrigna in madre premurosa se non generosa e gli umani ignoranti cavernicoli ingordi e bellicosi, in popoli pacifici produttivi e perequativi.
E va detto senza troppi giri di parole: ciò che danneggia la natura e imbarbarisce l'uomo, fingendo di istruirlo e civilizzarlo non è né scienza né fantascienza e nemmeno democrazia, è crimine contro l'umanità che sta facendo rivoltare nella tomba Platone e Galilei.
Istruzione e libertà non stanno migliorando i popoli, servono a renderli più produttivi e sfruttabili da burocrati e politici disonesti, scienziati finti e strozzini veri.
La scienza è un mezzo come l'automobile, che salvi o che uccida, lo fa ubbidendo ai comandi di un autista.
Che inducano progresso o barbarie, è sempre la qualità di scienziati, governanti, industriali e banchieri a fare la differenza.

Nell'ultimo secolo cultura e politica si sono dimostrate via via sempre più incapaci di governare i popoli istruiti, liberi e produttivi, proteggendoli dallo sfruttamento economico e dalla rapina tributaria e finanziaria.

Ma già 24 secoli fa, Platone giudicava impietosamente gli apprendisti stregoni che al governo delle democrazie si fingono onesti e capaci:

“Finché si tratta di calzolai che siano incapaci o che sian corrotti, o che si vantino di essere abili pur non essendolo, non ne verrebbe una gran perdita per lo Stato. Ma vedi bene che se fossero i custodi delle leggi e dello Stato a fingere di essere custodi, mentre non lo sono, sarebbe la Città intera a correre il rischio di una completa distruzione, proprio perché la sua felicità e la sua buona amministrazione sono nelle loro mani.”
Platone, La Repubblica, IV, 421A

A livello planetario i finti custodi politici delle democrazie sono finiti come la diga del Vajont, travolti da due super poteri globalizzati: cultura e finanza, che da un secolo compromettono seriamente il futuro dell'umanità.

Qualche anno prima di lasciarci, Nicola Cariglia, politico e giornalista italiano impareggiabile, ha condannato la finta politica italiana con questa inequivocabile sentenza:

"Se non si capisce che tagliare il groviglio di legami omertosi tra politica, finanza e stampa è il problema numero uno della nostra democrazia (ed anche della nostra economia), è inutile dichiararsi fautori del cambiamento."

Purtroppo "il groviglio", peggio di una infezione pandemica, è dilagato a livello planetario; e oltre ad insanguinare Ucraina e Palestina, sta coinvolgendo con danni economici e umani insanabili, l'intera comunità mondiale.
Da qualche giorno, in fondo al tunnel si scorge un filo di luce, speriamo che "i fautori del cambiamento" non siano quelli famelici e sanguinari di sempre.

Franco Luceri

martedì 14 gennaio 2025

Il liberismo declassa il maschio da onnipotente a impotente


A sentire gli esperti, in origine l'uomo aveva la coda; poi il lungo  processo evolutivo lo ha privato di quella "appendice pelosa" attaccata al sedere, ma non dal bisogno psicologico di avere alle spalle qualcosa di affidabile e protettivo.
Perciò, la guerra liberista attuale, fa sentire l'uomo in pericolo se rischia di perdere la donna, che ubbidiente ai comandi, per millenni è vissuta un passo indietro, alle spalle del maschio. 
maschi attuali, manco fossero ritornati  SCIMMIE OPOSSUM, pretendono di usare le femmine da coda. E per quieto vivere, molte smettono di avere vita propria, per aiutare l'ex sesso forte ora barcollante, a non soccombere nella competizione liberista, dove i piccoli artigiani, commercianti e i loro dipendenti vengono gettati in pasto ai lupi famelici del mercato e della Finanza.
Che depredando e asservendo singoli, famiglie e popoli ai loro "pulitissimi" interessi spacciati per progresso "Liberal Democratico", inducono scontri materiali e psicologici, fra generi e generazioni: fidanzati, coniugi, genitori e figli, nonni e nipoti.

Per conservare il potere, i più feroci tiranni della storia, non hanno avuto mai la necessità di minare la pace sociale, l'equilibrio economico e psicologico delle famiglie, facendo sentire l'uomo talmente incapace, inoffensivo e persino in pericolo, da indurlo ad uccidere la donna, che non accetta "l'ignobile" funzione di coda prensile del maschio, bisognoso di aggrapparsi a qualcosa o a qualcuno per non soccombere o per conservare l'illusione di saper resistere allo strozzinaggio finanziario e tributario, che sul ring della competizione lo gonfiano come una zampogna e lo riducono a pugile suonato.
Prima che sia tardi per invertire la rotta, forse è il caso di domandarci se è fisiologica questa crescita di maschi ridotti ad assassini per paura, è indotta dalla crescita tumorale di potenti e governanti disonesti, che a colpi di sfruttamento finanziario e rapina tributaria, portano individui, famiglie e popoli alla disperazione, sapendo bene che "i maschi sovrani di diritto, ma ormai somari di fatto", se la guerra gliela porti in casa loro, preferiscono scannarsi tra consanguinei, per non affrontare i pericolosi tiranni del liberismo, che sul "divide et impera" ci speculano una barca di miliardi: intellettuali, professionisti, burocrati, politici, industriali e banchieri, ormai resi giuridicamente intoccabili e protetti come in una botte di ferro.
Una volta le donne andavano a rimorchio degli uomini ma per libera scelta, cercando affetto e protezione. Ora avrebbero bisogno di parità, ma c'è solo sul vocabolario.
Mentre l'uomo continua a volere la donna come parte di sé, come proprietà ubbidiente ai comandi, ma lui non è più il sesso forte, ha bisogno di una lei produttiva e protettiva, rigorosamente sottomessa e ubbidiente ai suoi comandi di maschio dominante buonanima.

E se la donna ambisce ad un marito adulto, l'ex uomo onnipotente ridotto a bambino viziato e immaturo, va in corto circuito e passa dalla ragione, alla violenza, alla follia assassina.

Prima di fare danni irreparabili la Russia si autodichiaró fallita e chiuse la guerra comunismo liberismo senza fare rumore.
Capì che l'occidente non avrebbe mai messo in discussione la religione del liberismo che offre in pasto a pochi lupi famelici mondiali l'intero gregge: piccoli imprenditori onesti derubati e lavoratori dipendenti schiavizzati a pane e acqua, nonché la donna usata da bastone del maschio azzoppato.
Ma prima di dichiararsi fallito, l'occidente liberista a casaccio, di sicuro vorrà completare a regola d'arte la putrefazione dei rapporti umani e soprattutto di genere. E non è il caso di disturbare gli addetti ai lavori: filosofi, pedagogisti, giuristi ed economisti prima che abbiano finito il lavoro di devastazione a regola d'arte.
Franco Luceri