sabato 29 novembre 2025

Perché i ricchi finanziano il mondo della cultura che li dipinge da potenti schiavisti?






È così universale la convinzione che l'umanità schiavizzata dai potenti della politica, mercato e finanza, viva nella stessa condizione dell'agnello all'ingresso del mattatoio, che io come un emerito cretino ho impiegato 40 anni prima di capire a chi giova falsificare la realtà fino a capovolgerla.
Sarà pure un mio limite, ma non ho mai trovato un intellettuale abbastanza "matto" da porsi queste domande: 
-  Perché i padroni, sfruttatori famelici, accumulatori di ricchezza e potere, dovrebbero dissanguarsi per finanziare la scuola e la stampa, istruire e informare un intero popolo, e poi farsi odiare e chiamare "negrieri e tiranni" da chi ha beneficiato dell'istruzione?
-  Perché i più grandi industriali del mondo dovrebbero fare carte false per comprarsi i giornali più venduti e farsi chiamare dai giornalisti che hanno alle loro dipendenze: sfruttatori, corruttori, evasori, elusori, truffatori, avvelenatori, ladri e guerrafondai Intoccabili?
-  E perché i Banchieri sono sempre pronti a finanziare le università o salvare i giornali in difficoltà, se non c'è giornale, giornalista e direttore che non diffonda "urbi et orbi" l'inossidabile convinzione che banchiere è sinonimo di strozzino? E che la finanza mondiale ha in pugno persino la politica di qualunque stato?
-  Perché tutti questi poveracci attaccati come piovre a l'accumulazione di denaro, proprietà e potere si dissanguano per mascherarsi a prescindere da intoccabili schiavisti? Semplice.
Perché se lasciassero ai poveri e agli ignoranti la libertà di capire da soli, che gli sfruttati sono più potenti degli sfruttatori, (senza di loro sparirebbe produzione e consumo) si offrirebbero in pasto a 7 miliardi di umani, che in ogni angolo del pianeta, per sfruttamento, povertà, malattia, ingiustizia e guerra sono alla canna del gas.
I ricchi sono talmente odiati dai poveri, che se mai i poveri si convincessero di essere loro i veri potenziali schiavizzatori nel sistema economico globalizzato, per i ricchi sarebbe la fine.
Sembra proprio che non sia igienico convincere la povera umanità lavoratrice affamata, che in veste di consumatrice è in grado di mettere i padroni schiavisti sulla graticola della bancarotta, producendo e consumando meno di quanto serva ai ricchi per conservare e consolidare ricchezza e potere universalmente considerato tirannico. 
Mettendo a dieta il PIL mondiale, (cioè produzione e consumi) che secondo i Paperoni dovrebbe raggiungere la rispettabile vetta di 124 trilioni di dollari per il 2026, gli schiavi diventerebbero schiavizzatori.

I grandi falsificatori della cultura, intellettuali e professionisti, dipingono i poveri e gli ignoranti, puntualmente schiavizzati dai potenti. Invece nei sistemi liberisti il potere lo ha pure lo scemo del villaggio che non produce, ma consuma servizi pubblici gratuiti. 
Mentre commercianti, industriali e banchieri sono schiavizzatori che rischiano di finire schiavizzati perché dipendono tutti dalla produttività e dai consumi dei lavoratori contribuenti.
Insomma il sistema liberista è una ragnatela di interrelazioni tra ricchi e poveri, istruiti e ignoranti, schiavi e schiavisti che si schiavizzano reciprocamente, perché sono e restano interdipendenti. Gli autonomi in senso assoluto sono un'invenzione del mondo falsificatore della cultura.
In altre parole, la globalizzazione è tirannide reciproca, camuffata da democrazia, per impedire che i sette miliardi di lavoratori poveri capiscano che sono schiavizzati ma anche potenziali schiavizzatori. 
Mentre dovremmo essere tutti consapevoli: ricchi e poveri, potenti e impotenti, che abbiamo i piedi nella stessa barca bucata, e che la competizione e la guerra la mettono in ogni istante a rischio affondamento.
Franco Luceri

sabato 22 novembre 2025

Noi umani abbiamo due soli problemi: natura e cultura


Grazie ai problemi, che sono il lievito madre dell'intelligenza umana, la natura ci aiuta a sviluppare senso critico e capacità di autodifesa e autodeterminazione.
Mentre la cultura, fingendo di convertire i problemi in soluzioni,  ci rende produttivi, usurabili, tassabili e dipendenti anche da morti.
Secondo voi, i potenti della cultura, politica, mercato e finanza che devono arricchire a nostre spese, preferiscono che sia la natura a formarci il cervello, o la cultura a deformarcelo ?

Le sorelle Kessler, scegliendo l'eutanasia, è come se avessero allestito il tribunale fallimentare e dopo il comunismo da cui erano fuggite, hanno dichiarato fallito anche il liberismo che istruisce l'umanità alla dipendenza per schiavizzarla. E per necessità di sopravvivenza la maggior parte dei sudditi accetta, "obtorto collo" a dipendere dal sistema. Ma contro la sua volontà, psicologicamente non è schiavizzabile nessun essere vivente, fosse pure del mondo vegetale.

Perciò una domanda sorge spontanea: Dio ha creato ignoranti gli esseri viventi e li ha ospitati nella natura che è "disordine dinamico", per conservarli stupidi e schiavi di quel disordine? Oppure quel disordine era ed è il programma divino che induce in tutte le specie viventi intelligenza e autonomia?
Peccato che dopo centinaia di millenni una razza di matti ha inventato l'ordine culturale, giuridico ed economico che ha finito per stravolgere quel disordine divino, e convertirlo in "democratico cannibalismo: comunista o liberista".

Perché l'istruzione al servizio del mercato e della Finanza può riuscire a convertire i popoli da autonomi in dipendenti, ma non riesce a rendere i cervelli abbastanza stupidi da non accorgersi di essere sfruttati e asserviti da schiavi.
E tanto basta per istigare in qualunque Popolo, quando la goccia fa traboccare il vaso, rifiuto e ribellione, che finiscono per sabotare qualunque sistema sociale, democratico, monarchico, o tirannico.
Insomma per chi non lo avesse ancora capito il liberismo rischia di schiattare per la stessa malattia comunista che convertiva tutti i cittadini in dipendenti pubblici, ma senza riuscire a renderli abbastanza stupidi da non capire che il sistema era schiavista e disumano.

Le sorelle Kessler che hanno scelto la morte alla vita, si saranno ribellate allo schiavismo della dipendenza totale dai tiranni della cultura, politica, mercato e finanza, per lasciare un segno anche da morte. Avendo conservato una buona indipendenza psicologica ed economica avranno scelto di concludere autonomamente la loro esistenza condannando il regresso occidentale spacciato per progresso, da cui avevano attinto per decenni successo e arricchimento ma conservando piena Libertà psicologica.

Quindi, giusto per capirci, la stessa malattia che ha ucciso il comunismo rischia di uccidere il liberismo. Per usare gli umani da macchine produttive e consumatrici devono renderli intelligenti a colpi di istruzione e informazione. Ma poi l'intelligenza mette l'individuo nella condizione di scegliere la schiavitù economica più conveniente per sé, e alla lunga si ribella anche a quella psicologica, fino ad allestire la "ghigliottina reale o virtuale" per qualunque sistema.
Franco Luceri

sabato 15 novembre 2025

La specie umana culturalmente scoordinata, matura o marcisce?






Se non si può conservare in vita un essere umano separando la sua testa dal corpo; siamo certi che separare nettamente in qualunque popolo, lo studio dal lavoro, il pensiero dall'azione, i pensatori dai lavoratori, sia costruttivo e persino migliorativo per il genere umano?

Salvo rare e illustrissime eccezioni, l'intellettuale non muove più nemmeno un muscolo per appendere un quadro in casa sua (e poi corre in palestra per smaltire l'abbuffata delle calorie del pranzo) mentre il manovale è costretto a svolgere tutte le mansioni lavorative faticose, pericolose, mortali e mal retribuite.
Siamo sicuri che una organizzazione sociale così nettamente divisa tra chi pensa e chi fa, sia intellettualmente costruttiva?
Non sarà per caso dannoso soprattutto per il pensatore, che perdendo il contatto fisico, l'esposizione responsabile ai problemi reali del mondo, priva il proprio cervello della possibilità di maturare, e condanna singoli e popoli a subire gli effetti della propria immaturità, serviti a scuola sotto forma di istruzione, e nella vita, di giornalismo, politica, mercato e Finanza?

Il grande equivoco che continua ad aggiungere caos, nel  passaggio ormai millenario e ineluttabile dall'ignoranza alla conoscenza, è credere ciecamente che negli esseri umani, il cervello sia l'organo autonomamente produttivo di intelligenza: e che basti istruzione e informazione per arricchirlo di neuroni.
Ma se i popoli continuo ad essere sequestrati dal caos, dalla violenza e dalla povertà, a dispetto dell'istruzione crescente, qualcosa di patologico ci sarà.
In qualunque essere vivente, se manca il coordinamento concreto tra cervello pensante e mano attiva, la crescita di neuroni è finta: è sogno scambiato per realtà, che alla lunga non può che trasformarsi in incubo per qualunque Popolo.
Solo se la mano sbaglia e il cervello subisce gli effetti del proprio cattivo coordinamento, sente la necessità di migliorare l'interazione. Altrimenti, in assenza di stimoli esterni negativi, dolorosi, costosi e subiti sulla propria pelle, il cervello si autoconvince di essere nel giusto e si addormenta, cade in letargo o si avventura in fantasie letali per la specie umana o per il pianeta.
Questa è l'unica vera ragione per cui ai contadini le scarpe grosse hanno sempre raffinato il cervello. Perché il contadino è fisicamente a contatto con la realtà oggettiva, pensa mentre agisce, realizza, sbaglia, corregge e migliora, incassa e paga gli errori di tasca propria e non solo con la borsa ma a volte anche con la vita.
Il muratore e il falegname imparano a piantare chiodi col martello, solo dopo essersi ammaccati un dito. E alla troncatrice, il falegname, il dito se lo stacca di netto. Mentre il colpo di zappa sui piedi rinsavisce il contadino che è una meraviglia.
Qualunque crescita teorica indotta da istruzione e informazione, da puro pensiero, che delega a terzi la fatica, i rischi e i costi dell'azione, non genera neuroni intelligenti e autonomi ma neuroni ubriachi fradici di presunzione, cervelli parassiti, truffatori e non di rado anche assassini.
I santi, i geni e gli eroi non si estinguono, ma nelle democrazie diventano ininfluenti o peggio vittime.
Se l'intellettuale si tirasse su le maniche della camicia e tentasse di realizzare a proprio rischio e spesa le idee sempre migliori che partorisce, forse il mondo qualcosa di buono ne guadagnerebbe.
Se invece ha il potere di scaricare sugli altri la fatica, i costi e i danni dei suoi errori, non guadagna un briciolo di intelligenza forse nemmeno con un miracolo personale del Padre Eterno. Ma peggio, conserva l'umanità a rischio impoverimento, epidemia, guerra, estinzione.
Franco Luceri

sabato 8 novembre 2025

Il Premier è la "chiave di volta" delle democrazie






In democrazia, il Premier ha la funzione obbligata e circoscritta di "chiave di volta", che completa le istituzioni dello Stato, come l'ultimo mattone ad incastro nelle costruzioni sferiche edili. E considerarlo unico responsabile, è decisamente poco intelligente.

Per anni, subendo il lavaggio del cervello della cultura italiana "PREMIERCIDA", ho sempre imputato al Premier la massima responsabilità per il mal governo. Poi ho capito che nel potere esecutivo, il Premier completa e rende operativo il sistema già costruito da altri, come il cameriere che serve le pietanze già preparate e impiattate dai cuochi.Deve solo adattare la propria funzione, (con un margine discrezionale a dir poco risibile) a l'intero sistema Stato.

Questa è la vera ragione per cui nessun Premier ha mai realizzato ciò che aveva promesso da candidato. Vedi il pacifista mancato "number oneDonald Trump, che nella prima settimana di governo avrebbe dovuto fermare con lo schiocco delle dita tutte le guerre del mondo a cominciare da quella di Putin in Ucraina.

Perciò è giusto definire le scelte del premier "politica ad incastro", perché al pari di una chiave di volta può "muoversi" (leggi incastrarsi) dentro i confini già definiti e resi immodificabili dall'intero sistema istituzionale dello Stato.

Quindi in una democrazia è giusto criticare chiunque per singole scelte sbagliate, ma non il Premier, la cui presenza rende legittime e operative le scelte delle organizzazioni culturali, sindacati, economiche e finanziarie.    Insomma, in democrazia, criticare il premier è "geniale" come contestare una festa a fuochi sparati.

Nel complesso la politica è lavoro funambolesco; chi governa deve bilanciarsi tra consumo e risparmio; e per farlo, non deve perdere nemmeno per un attimo "il senso dell'insieme", come suggeriva Emmanuel Mounier.

Se incentiva il risparmio, la riduzione degli investimenti impoverisce l'economia e uccide le fasce più povere della popolazione, perché si riduce il lavoro, il salario, il profitto e di conseguenza il gettito tributario per lo Stato.

Se al contrario incentiva il consumo, produce ricchezza e qualità della vita, ma anche inquinamento e devastazione ambientale. Che è come delegare alla natura il compito di assassina a colpi di sconvolgimenti climatici.

Nei secoli il mondo scientifico ha sviluppato una grande quantità di tecnologia, ma siamo rimasti ancora a l'ombrello per non bagnarci singolarmente quando piove. 

Una istituzione che protegga come un "ombrello collettivo" almeno la vita dei singoli e dei popoli dai lupi del mercato e della Finanza, ancora non l'hanno immaginata nemmeno i poeti o i futurologi.

Io ho provato a domandarmi come sarebbe stata la storia umana, se In alternativa alla civiltà della distruzione e ricostruzione, avessero inventato la civiltà della conservazione socioecocompatibile.

Penso che il pianeta sarebbe raddoppiato di volume ogni anno con tutto quello che l'umanità inventa, produce, acquista, usa, getta, smaltisce.

Quindi la civiltà della distruzione non può essere abolita del tutto, perché serve a distruggere il vecchio, assumere, produrre il nuovo, vendere, fare profitti e tornare a produrre nuovi beni e nuovi servizi, per garantire alla collettività, continuità di lavoro, salario, profitto, interessi alle banche e tasse allo Stato.

Intellettuali e politici sono condannati a tenersi in equilibrio da funamboli tra bene e male. Perciò, se i politici sono in buona fede, vanno aiutati a trovare il giusto equilibrio tra consumo e risparmio, sviluppo e recessione, benessere e fame, giustizia e ingiustizia, vita e morte, bene e male.

Chi imputa alla politica tutti I guasti del mondo e assolve con formula piena cultura, mercato e Finanza non ha capito una mazza. Se peggio, combatte la politica per lucrare o estorcere guadagni a danno della collettività, o per sostituirla al potere, è un emerito farabutto da rendere con urgenza legalmente inoffensivo.

Franco Luceri

sabato 1 novembre 2025

La cultura promette soluzioni ma moltiplica problemi e catastrofi







Nella millenaria civiltà contadina, per il nascente mondo della cultura non sarà stato facile procurarsi cervelli da formare e informare.
Ma da quando Victor Hugo ha convinto l'umanità che "chi apre la porta di una scuola chiude una prigione", ai prof. il lavoro si moltiplica, ai secondini straripa, e non se la passano male nemmeno guerrafondai, Generali, strozzini e becchini.
In Italia, l'istruzione obbligatoria (che in otto decenni avrebbe dovuto chiudere tutte le galere) sta facendo miracoli alla rovescia. Se non fossimo poveri di galere, ora ci servirebbero più secondini che professori.
Scuole e redazioni, reali e virtuali, spuntano ovunque come funghi, ma le galere scoppiano invece di svuotarsi.
Il mondo della cultura "promette di correggere l'uomo", ma la bestialità dell'egoismo e della sopraffazione continua a mietere vittime e uccide la pace.
Il bullismo dilaga anche nelle aule scolastiche e le bande di minorenni violenti o assassini non mancano.
Ma tranquilli; da qualche anno, la montagna della cultura ha partorito un topolino: "nell'officina meccanica de l'intelligenza artificiale", sono già attrezzati per riavvitare tutti i cervelli che per sbaglio l'intelligenza naturale ha "svitato" o "sbullonato".

Nessun intellettuale ha mai tentato di capire se il costo di vite umane immolate sull'altare del "fallibile sapere umano", è stato produttivo o distruttivo come in Italia, dove crescono al pari di gramigna: omicidi di tutte le razze, persino fra consanguinei, crollo demografico, criminalità a tutti i livelli e a 360 gradi, collasso del sistema economico, devastazione ambientale e debito pubblico ingovernabile. E nel mondo, con le guerre genocide, sta andando "alla grande".

Da un'opera Divina, quale era l'uomo analfabeta, straripante di santi, poeti, navigatori, eroi e geni, ne hanno ricavato una macchina di devastazione familiare, sociale, politica, economica, finanziaria e ambientale.

I produttori e venditori di "parole che piacciono ma non salvano", direbbe Baudelaire, dovrebbero vendere le loro mercanzie pedagogiche,  giuridiche e finanziarie, (come fossero medicine)  corredate di "bugiardone", in modo che i cosiddetti "cittadini sovrani" sappiano in anticipo quali e quanti danni subiranno da somari, e abbiano il tempo di rassegnarsi o levare il disturbo.
Intanto, con queste parole, gli addetti ai lavori ci confermano che stanno lavorando per noi: "cerchiamo di capire cosa non ha funzionato".

E aspettando che i potenti capiscano un modo meno scandaloso per governarci, credo che a fare la differenza, in ogni tempo e in ogni luogo, con o senza istruzione, denaro o potere sia sempre e solo la qualità morale dell'UOMO.

La cultura e la legge, in mano a chi ha un sacro rispetto delle LEGGI MORALI, sono la migliore arma per salvare POPOLI e STATI.
Altrimenti il "sapere umano", spacciato come sorgente inarrestabile di miracoli, ma puntualmente avvelenato dall'egoismo, finisce per diventare più devastante de l'intero arsenale atomico mondiale.

Franco Luceri

sabato 25 ottobre 2025

L'incapacità di usare i mezzi disponibili danneggia i popoli







I popoli incapaci di usare utilmente i mezzi, finiscono per produrre povertà e si condannano alla rapina tributaria e finanziaria, perché le banche e gli Stati non possono permettersi il lusso di impoverire e fallire.
Due sono le condizioni critiche in cui può trovarsi qualunque popolo: manca di mezzi sufficienti, o manca di uomini capaci di usarli in modo socialmente ed ecologicamente produttivo.
Per millenni, anche l’Occidente ha sofferto di carenza di mezzi; poi, scienza e tecnologia hanno risolto alla grande quel problema, e siamo caduti in quello opposto. Oggi i mezzi si sprecano ma mancano gli uomini adeguati, gli autisti capaci di fare dei mezzi disponibili un uso costruttivo. Che è come avere un’auto di lusso, col serbatoio pieno di carburante, la chiave nel quadro, i passeggeri a bordo, ma l’autista capace di portarli a destinazione a costi accettabili e senza danno, non lo hanno ancora inventato.
Dallo stecchino per la pulizia dei denti, all'immobile con cappotto termico, all'automobile elettrica, al telefono, al computer, a l’elettrodomestico complicato, a l’aereo a reazione, o alla navicella spaziale, il problema sta sempre nella disponibilità eccessiva di mezzi, e nella drammatica carenza di uomini capaci di usarli senza danni individuali, sociali o ambientali.
Una volta si era tutti carenti di mezzi per mancanza di denaro, ora, anche lo scemo del paese smanetta col telefonino di ultima generazione, ma manca di istruzione e intelligenza per usarlo utilmente per sé e per gli altri.
La scuola non riesce ad adeguare la formazione degli uomini, alla evoluzione dei mezzi. Non riesce a portare l’intelligenza dei popoli, al passo del frenetico e complesso sviluppo tecnologico, talmente accelerato e cervellotico da ridicolizzare il sapere di milioni di laureati che alle prese con la tecnologia di ultima generazione o fresca di giornata, sono più chè analfabeti. 
Ci sono professionisti vicini alla pensione che non si sono mai rassegnati a divorziare dal modello di computer utilizzato per laurearsi. Conosco uno che gioca ancora con il portatile Olivetti M10, prodotto dal 1983 al 1985, e finito in due anni a pezzo da museo, perché non resse alla pazzoide e accelerata evoluzione tecnologica. 
In quattro decenni (1985-2025) siamo passati dal primo computer portatile che era poco più di un giocattolo, alla intelligenza artificiale che ora è potenzialmente in grado di condizionare la vita di 8 miliardi di umani.
Provate ad immaginare come vivono ora milioni di persone con una cultura media acquisita trenta, quaranta o cinquanta anni prima, ma condannati a fare uso dei mezzi tecnologici che gli si complicano sotto il naso e li schiavizzano a norma di legge.
Io temo, e vorrei proprio sbagliarmi, che la causa scatenante dei problemi attuali dei popoli, (alla faccia del comunismo, liberismo e persino fascismo e nazismo) sia l'incompatibilità culturale tra uomini e mezzi: per l’impossibilità di adeguare il sapere e l’intelligenza dei singoli e dei popoli, ai mutamenti "sparati" dello sviluppo tecnologico che in alcuni campi è una autentica benedizione, ma in molti, anzi in troppi, rasenta la follia criminale o peggio genocida. Come i droni che sono adatti ad un uso pacifico e salvifico, ma volendo anche criminale per portare guerra, distruzione e morte.
Forse dalle caverne e fino al secolo scorso, nessuno ha mai potuto soffiare alla politica il primato della distruttività. Ora i poteri politici e finanziari, per l’improduttività sociale culturalmente indotta, sono afflitti da costi crescenti e utili calanti.
Se non si corregge, e con molta sollecitudine, il problema de l'adeguamento culturale fra mezzi sempre più intelligenti e popoli sempre più incapaci di fare degli stessi un uso socialmente ed ecologicamente compatibile, la catastrofe economica mondiale potrebbe essere acquattata dietro l’angolo, e di riflesso, quella sociale e umanitaria.
Comunismi, fascismi, nazismi e liberismi sono vecchi tiranni acciaccati che alleandosi tentano goffamente di reggere all'impatto tecnologico, ma sono condannati a morte certa da l’unico spietato e invincibile tiranno planetario: la pedagogia che non riesce ad adattare la cultura di massa alla intelligenza crescente dei mezzi tecnologici.
Tanto accelerata, che ora il mezzo  "intelligenza artificiale" non cerca autisti bravi che la guidino, ma passeggeri che si lascino guidare. Che credano ciecamente nelle sue capacità di autista superlativo, di nuovo padreterno dell'umanità.
E dove sono perfette le macchine, ma  impari gli autisti, tutto ciò che passa per benessere, civiltà, progresso e giustizia, è soltanto una colossale truffa planetaria. 
È il lento genocidio culturale della razza umana, che prima della scienza e degli scienziati era piena zeppa di geni autodidatti che hanno riempito il mondo di capolavori impareggiabili. Ora, afflitti da analfabetismo di ritorno, brancoliamo tutti nel buio, e guardiamo i vecchi contadini col cervello fino con una punta di invidia.
Franco Luceri

sabato 18 ottobre 2025

In Italia la poltrona di premier brucia: servono pompieri non piromani

 








Su internet ho trovato questo "geniale" commento indirizzato alla Premier Meloni:

"È un istrione che sa parlare alla pancia del popolino. Diciamo che sarebbe stata un'ottima televenditrice di padelle."

L'autore di questo rozzo commento, avrà esaurito precocemente i neuroni, perché ha squalificato l'attuale Premier e il "popolino" tutto pancia e niente cervello che l'ha votata; senza farci sapere a quale esempio di inesistente buon governo femminile italiano l'ha paragonata, posto che in Europa solo la Thatcher ha lasciato il segno.

Per non scadere nel ridicolo, avrebbe dovuto chiedersi; in otto decenni quanti premier italiani hanno avuto il potere di fare meglio della Meloni e lo hanno usato? E quanti hanno dovuto prendere atto che l'Italia è una colonia straniera al servizio delle grandi potenze mondiali; e con qualche "amichevole" ingerenza anche di Germania, Francia e Inghilterra?

Aldo Moro è stato il primo e l'unico premier italiano che si è rifiutato di fare da agente di commercio degli stranieri che hanno colonizzato l'Italia. Ma questo lusso lo ha pagato caro e di tasca propria.

Perciò basta guardare la storia dei precedenti Premier italiani per capire se la Meloni ha o non ha il POTERE di fare la politica che serve all'Italia. Perché volere un super governante autonomo, nell'Italia colonizzata e indebitata fino alle orecchie, è come volere la moglie ubriaca e la botte piena.

Monti, Draghi e Conte, tre mostri sacri della cultura, hanno preceduto la Meloni a Palazzo Chigi. Chi ha ricevuto lingotti alzi la mano. A me sono arrivate solo tasse da pagare, e una doppia infilzata di vaccino covid, gratis.

Prima della attuale XIX legislatura, alle precedenti 18 si sono alternati a Palazzo Chigi 73 premier maschi. E ci vuole solo coraggio a considerare Democratica una simile mostruosità.

Prodi, due volte Premier, è riuscito a rimanere in sella per tutta la quindicesima minilegislatura, 21 mesi, e i miracoli li ha fatti più da esattore, che da seminatore di PIL

Nelle altre legislature si sono alternati a Palazzo Chigi, da due a sei "gover nati"  per ogni legislatura. Il tempo di montare a cavallo, scontentare qualche potente vero e finire disarcionati o scalciati.

La Meloni non poteva, non può e non potrà mai fare meglio. "Al governo italiano hanno rubato il volante, si governa da passeggeri guidati non da autisti guidatori", disse Berlusconi, al suo primo ingresso da premier a Palazzo Chigi.

Se in Italia il buon senso non fosse una merce introvabile aiuterebbero la Meloni a non sbagliare e a non cadere; invece la costringono a sollevare il fondoschiena da quella poltrona maschile, talmente rovente, che trattarla con il lanciafiamme della critica miope, o peggio estorsiva è un crimine contro l'Italia e gli italiani.

L'attuale politico più autorevole del mondo, il Super Trump, che vorrebbero candidato al Nobel per la pace, non era stato ancora rieletto, quando promise pace fulminante in Ucraina. Ma ha dovuto sterzare verso la Palestina ed ha impiegato 10 mesi per procurarsi dai potenti del mondo, il permesso a fermare il genocidio. Ora però aspettiamo di vedere se i frutti dell'albero della pace di Trump  maturano o marciscono.

Riguardo a l'Ucraina Trump disse, il tempo di arrivare alla Casa Bianca, una telefonata all'amico Putin e scoppierà la pace. Fosse stata la Meloni artefice di una così evidente "impotenza politica", le avrebbero consigliato di andare a vendere casalinghi usati al mercato rionale delle pulci.

Come dire che tutti i governanti delle attuali democrazie, piccole, medie e grandi, nere e rosse, destre e sinistre, danno ordini ai sottoposti nazionali, ma sono impotenti esecutori di ordini superiori, che tutti i premier ricevono  dal potentissimo mondo culturale, industriale e finanziario.

La politica esegue, ma impedendo alla gente di capire che non esiste più il denaro al servizio dell'uomo, c'è solo l'uomo asservito al potere finanziario globalizzato senza via di scampo. La politica del bene comune è come se fosse stata vietata per legge a tutti i governanti governati del mondo.

Da mezzo secolo e passa, i Machiavelli della cultura hanno strappato alla politica l'arma del potere, spostando il loro fondamentale sostegno scientifico verso il mondo economico e finanziario, verso i padroni del denaro, padroni di fatto dell'umanità e del pianeta. 

E ai governanti di diritto, disarmati finanziariamente, (con le tasche bucate) resta solo il potere senza manico di governati di fatto, la lama affilata del debito pubblico crescente, della produttività calante e del carovita che ormai si mangia vivi popoli e Stati. 

La Premier Meloni sta dimostrando di saper usare con grande astuzia femminile, anche la lama del potere, il "potere senza potere". 
Se qualche donna pensa di saper fare meglio si candidi: perché nelle 18 legislature precedenti, 73 premier maschi hanno già regalato agli italiani, in fatto di istruzione informazione e Sanità, "miracoli" inimmaginabili sui quali è meglio stendere un velo pietoso.

Franco Luceri

sabato 11 ottobre 2025

Il liberismo sopravvive rendendo complementari problemi e soluzioni







L'industria culturale e politica liberista, ormai radicata nel mondo più della religione, produce problemi e poi finge di estirparli con  soluzioni  complementari "gattopardiane",  (direbbe Tomasi di Lampedusa) che conservano i problemi per garantire ai Paperoni montagne di profitti sfruttando e devastando Popoli, Stati, e Pianeta.

Per il mondo della cultura liberista, l'eliminazione dei problemi è la peggiore iattura; significa fallimento e fame per gli addetti ai lavori.
Provate a togliere i malati ai medici, gli obesi ai nutrizionisti, i litigiosi agli avvocati, gli artigiani agli ingegneri, i contribuenti ai commercialisti, gli agricoltori agli agronomi, gli allevatori ai veterinari, i corruttori ai politici e i criminali ai giudici, e la Torre di Babele del potere mondiale liberista si affloscerà come ricotta malfatta, perché è costruita sulla truffa legalizzata chiamata "Soluzione", che protegge e conserva il "problema" in buona salute, per garantire ai "manovali" della classe dirigente continuità di guadagno e a politici e banchieri potere tirannico, anche a costo di scatenare la terza guerra mondiale.

Chi vi garantisce di risolvere un problema al giusto prezzo, è un "truffatore truffato" costretto ad adattarsi al sistema mondiale della "soluzione conservativa" che ha fatto dell'umanità una ricca gallina dalle uova d'oro, derubandola della borsa, della vita e delle migliori risorse del pianeta.

E ancora nessuno ha cercato di capire se il liberismo sta mettendo il denaro al servizio dell'uomo o l'uomo al servizio del denaro; posto che nel mondo crescono in parallelo le scienze e le catastrofi, e sono la prova evidente che il denaro è usato per produrre denaro non civiltà, giustizia, pace e qualità della vita.

Perché, se una soluzione è davvero efficace; l'autore che l'ha partorita,  il giorno dopo è costretto a cambiare mestiere: perché eliminando il problema, si è auto eliminato clientela e profitto.

Il mondo della cultura continua ad imputare i suoi fallimenti alla politica che non finanzia adeguatamente l'istruzione. Ma se la cultura che si arroga il diritto di rendere produttivi i popoli, assolvesse scientificamente alla sua funzione di accrescere la capacità produttiva di chi agisce, (posto che è chiamato a mantenere economicamente chi pensa) il problema sarebbe risolto. 
Se invece i finanziamenti servono crescenti in eterno, vuol dire che il mondo della cultura non sta adempiendo alla sua funzione formativa. Adatta ogni singolo individuo all'habitat ormai culturalmente modificato, per conservarlo produttivo per gli sfruttatori e fallimentare per i contribuenti cornuti e mazziati.

E chi, di quella irresponsabilità burocratica e politica è chiamato a pagare il conto, non ha scelta. Professionisti onesti e piccoli imprenditori, messi in difficoltà con leggi, burocrazia, tassi e tasse; finiscono costretti a rendersi organici al sistema, e a derubare singoli e popoli, conservati apposta ignoranti e dipendenti.

Da due sorgenti letali l'umanità subisce danni irreparabili: le multinazionali devono produrre beni e servizi che attraggono la clientela con campagne pubblicitarie efficaci come esca, altrimenti i prodotti restano invenduti e le imprese falliscono.
E l'altra fonte di catastrofi sono i sacerdoti della cultura che a colpi di soluzioni truffa competono con gli imprenditori a chi arricchisce di più facendo incancrenire e sfruttando i problemi invece di eliminarli.

Queste sono le due sorgenti della degenerazione culturale ed economica liberista.

Chi ha un mestiere di qualunque tipo, anche se inquadrato come dipendente, è produttivamente autonomo, perché se dovesse essere licenziato, il giorno dopo sta già lavorando e guadagnando onestamente per conto proprio da imprenditore che assume e paga tasse.
Mentre l'intellettuale che progetta, è, per tutta la vita, dipendente da chi agisce. La sua produttività è riflessa, dipende dalla qualità dei suoi servizi professionali, che devono rendere doppiamente produttivi gli esecutori di lavori manuali, dovendo produrre ricchezza per sé e per il professionista fornitore di "soluzioni".

Il sistema però non è privo di eretici:  Intellettuali, professionisti, politici, giornalisti, giudici e imprenditori onesti e coraggiosi, che pagano con la borsa e con la vita il rifiuto a rendersi organici alla truffa liberista, ci sono in tutte le istituzioni. 
Ma l'infernale sistema è talmente consolidato e inossidabile da trovare sostenitori entusiasti persino per il genocidio, come in Ucraina e Palestina. E niente e nessuno ha il potere di fermare la produttività economica di qualunque progetto criminale, prima che sia stato completato e portato politicamente e finanziariamente a frutto.

sabato 4 ottobre 2025

L'istruzione obbligatoria ha declassato il progresso da sogno in incubo







Con l'istruzione obbligatoria si è impoverita la classe dei lavoratori manuali e arricchita quella dei lavoratori intellettuali; ma nessuno è mai riuscito ad inventare uno straccio di lavoro onesto, retribuito e garantito per nessuno.

In Italia e credo in tutto l'Occidente cosìdetto progredito, la vita onesta, che grazie alla cultura avrebbe dovuto essere progressivamente sempre migliore, ha finito per trasformarsi in miraggio. 
Perché se una cosa basta per 10 persone, ma la lasci contendere a 1000, per i più rapaci e disonesti diventa reale e per gli altri resta miraggio per tutta la vita, o peggio, passa letteralmente da illusione ad incubo.
Ecco perché i cambiamenti positivi, promessi e finanziati dalla politica, non hanno mai prodotto l'effetto strombazzato; perché se induci giuridicamente nei popoli, spostamenti in massa da una condizione di disagio ad una di privilegio, dal lavoro manuale a quello intellettuale, (questo ha fatto in Italia l'istruzione obbligatoria) generi lo stesso squilibrio provocato dai passeggeri di una barca, che spostandosi velocemente tutti nella stessa direzione, la fanno capovolgere.
Grazie al progresso culturale, negli ultimi 8 decenni ha rincorso il progresso economico facile e ricco un numero così massiccio di italiani, da stravolgere la promessa politica di lavoro, casa, famiglia, benessere, libertà, diritti e giustizia sociale per tutti: nord, centro e sud. Campa cavallo!
Gli spostamenti in massa dai lavori faticosi, sporchi e poveri verso occupazioni più pulite, comode, produttive, garantite e irresponsabili, hanno vanificato totalmente gli effetti che a prima vista sembravano miracolosi e inarrestabili quantomeno per burocrati,  professionisti, politici e industriali, fino a ridurre in miseria 5 milioni di Italiani e 15 milioni a rischio povertà. È in aggiunta l'invasione di immigrati per colmare la carenza di lavoratori italiani agricoli e artigianali, dirottati dall'istruzione verso cattedre e scrivanie.
Ora, al disagio sociale dei poveri, si è aggiunto quello della classe media, che a colpi di laurea si era lanciata alla "conquista del West" economico, ma poi, esaurita la ricettività nazionale, ha dovuto ripiegare verso la fuga dei cervelli per realizzarla fuori dall'Italia.
Lo spostamento in massa dalla occupazione agricola o artigianale, a quella professionale, burocratica o politica, ha finito per vanificare quella vampata iniziale di benessere, civiltà e giustizia sociale che sembrava miracolosa e inarrestabile, tanto da far classificare l'Italia, Quarta Nazione industrializzata del mondo.
Poi, nell'arco di mezzo secolo, le aziende agricole si sono spopolate, le terre sono rimaste incolte e improduttive, i piccoli artigiani si sono riciclati lavoratori dipendenti, perché le grandi industrie del Nord si moltiplicavano e promettevano miracoli. Ma per i piccoli imprenditori, lentamente, il sogno dei servizi pubblici gratis e della giustizia sociale si è sgonfiato e tramutato in doppio incubo tributario e finanziario.
E con la crisi delle piccole imprese è sparito fino a diventare miraggio il lavoro privato giustamente retribuito, sono sparite le garanzie sindacali, ed è diventato sfruttamento anche il lavoro pubblico. Le piccole imprese oneste sono fallite, le grosse sono scappate e il progresso si è squagliato come neve al sole di ferragosto.
Certo non siamo passati in una manciata di secondi dalla giustizia sociale a l'ingiustizia, ma sia pure lentamente, il cambiamento da positivo in negativo oggi ha tutta l'aria di essere granitico e immodificabile.
Delle conquiste sindacali per i lavoratori, del profitto facile per le imprese, e delle tasse convertite in servizi pubblici di qualità si sono perdute pure le impronte digitali, partendo da l'istruzione, informazione, previdenza e sanità.
In mancanza di un miracolo personale del padreterno, dalla scrivania e dalla cattedra, c'è il serio rischio che si debba tornare alla zappa, alla cazzuola, alla carriola, alle reti da pesca, alle pecore da mungere, al bosco da curare, al legno e al ferro da lavorare artigianalmente per riconquistare quel margine di moralità individuale e collettivo di quando gli sfaticati, gli irresponsabili, i ladri, i corrotti erano una rarità; mentre ora, con la barca Italia capovolta da un quarto di secolo e a rischio annegamento, raritá sono diventati gli intelligenti, gli onesti, i responsabili, i pacifici.
La "conquista del West" italiano, ora la stanno tentando gli immigrati; e quali saranno gli effetti per la "barca Italia" e per gli italiani col "salvagente bucato", lo sa solo Dio
Franco Luceri

sabato 13 settembre 2025

Natura e Cultura sono l'origine di qualunque problema e soluzione

 





Ovunque la politica liberista ha bisogno di due cose: un popolo produttivo e contributivo e una burocrazia capace di convertire i tributi in servizi. 
E alla fornitura di risorse umane qualificate, provvedono senza danni istruzione e informazione, ma solo se riescono ad individuare il tipo di risorse che mancano al sistema economico e al sistema stato: lavoratori dipendenti o imprenditori.

Cercare fuori dalla natura e dalla cultura le cause dei guasti o le possibili terapie per qualunque sistema sociale, è irrazionale. Per noi umani la cultura è come la pioggia, o fertilizza i cervelli o li avvelena come fosse pioggia acida
Dove ignoranza e stupidità sfuggono alle terapie formative, diventano variabili impazzite e infettive quanto una pandemia, capaci di scatenare alterazioni socio-economiche che solo la guerra riesce a "governare", ma a colpi di devastazioni e genocidi.
I peggiori effetti che può produrre la cultura, sono sugli esseri umani, che finiscono per credere positivi un certo tipo di cambiamenti, ma poi di negativi ne arriva un diluvio, fino a demolire tutte le costruzioni istituzionali ingenuamente approntate contando su un modello di civiltà e progresso fantascientifico (come lo è stato il Comunismo in mezzo mondo) o peggio, se arriva il cambiamento, è perfetto come un incubo. (Vedi Italia Istruzione e Sanità allo fascio)

Un popolo comunista, dall'istruzione si aspetta una crescita di soggetti predisposti per il lavoro dipendente pubblico, posto che in quel modello di sistema sociale, c'è un solo datore di lavoro, lo Stato.
Mentre nei sistemi liberisti serve un tipo di istruzione che faccia crescere gli imprenditori, gli "Animal Spirits direbbe Keynes", e quindi l'occupazione dipendente privata, per non sovraccaricare lo Stato di dipendenti pubblici, costi e tasse per i contribuenti, rischiando di mettere KO il sistema economico, con gli imprenditori ridotti al fallimento (e non pochi anche al suicidio) e lo Stato al default.
Ma a tutt'oggi, il modello culturale liberista, invece di incrementare la classe imprenditoriale privata o attrarre imprenditori, fa fallire o fuggire quelli nazionali a rotta di collo.

E così dopo quello comunista, sta venendo giù anche il sistema liberista che avrebbe bisogno crescente di imprenditori capaci e onesti per produrre profitti salari e tasse che tengano popolo e Stato in buona salute.

Perciò le soluzioni può pensarle e attuarle solo il mondo della cultura maturando intellettuali e professionisti capaci di governare lo Stato senza ridurre al fallimento gli imprenditori onesti e alla disperazione i lavoratori.

Ma dopo l'istruzione, un valido contributo allo sfascio, ce lo fornisce anche il mondo dell'informazione, che è strenuamente impegnato a farsi, (bianco rosso o verde che sia)  "il Premier alla griglia", oppure a fare le pulci a singoli ministri, dimenticando che in un sistema parlamentare, chi governa ha il potere di un due di briscola in una partita a scopa, e occupa la Stanza dei Bottoni solo in rappresentanza e con l'avallo del Parlamento.

Perciò, se non si rimuove la causa del guasto direttamente alla sorgente, si fa doppio danno: si consumano le risorse che potrebbero riportare il sistema in salute, e si aggrava il marciume.
Giusto per capirci: risanare la cultura curando la politica, é come voler riparare un motore fuso cambiando il tubo di scappamento o i fari antinebbia.
I sistemi liberisti stanno seguendo la sorte dei sistemi comunisti defunti, perché il mondo della cultura non riesce più a maturare cittadini capaci di produrre autonomamente ricchezza onesta e politici capaci di perseguire concretamente il bene comune, con politiche perequative. Posto che l'interesse particolare è in ogni angolo del pianeta un volano di catastrofi ingovernabili e insanabili.

In Italia la scuola sta puntando a testa bassa da otto decenni nella produzione intensiva di intellettuali e professionisti; ma se ha azzeccato la diagnosi, sta sbagliando "terapia formativa", posto che nel sistema economico italiano presunto liberista, "dei politici capaci e degli imprenditori onesti", piano piano si sta estinguendo la razza.

Io non sono un addetto ai lavori e non ho soluzioni da proporre. Ma fossi in voi, viste le condizioni pietose della cultura italiana, le risorse imprenditoriali "salvagente", proverei a chiederle direttamente alla Natura, appendendo un cartello nella Foresta Amazzonica, con questo bando di concorso:
"Cercasi Animal Spirits Keynesiani naturali, veraci, non modificati o adulteratiAstenersi "mordi e fuggi", con la fuga dei cervelli e delle imprese, né abbiamo già da esportazione.
Franco Luceri

domenica 7 settembre 2025

Il fallimento della cultura e derivati è raccapricciante







Non trovando in Italia le condizioni per credere ciecamente nella saggezza umana; ho cercato di capire cosa abbia potuto rendere intelligenti i nostri progenitori Adamo ed Eva: il privilegio di essere stati creati da Dio e ospitati in Paradiso; oppure il disagio per aver subito lo sfratto e la detenzione nell'inferno terreno.
Ma in questa materia carente di certezze, sono possibili solo ipotesi. Forse Dio, Creatore dell'Universo, temendo che la condizione privilegiata e garantita ma irresponsabile avrebbe potuto rendere stupidi i nostri progenitori; avrà incaricato il serpente di metterli alla prova e creare le condizioni "giuridiche" per lo sfratto esecutivo.
Così, da padroni del Paradiso, i coniugi Adamo immortali e proprietari sconfinati si ritrovarono retrocessi e detenuti a l'inferno. Privati dell'immortalità e condannati a soddisfare i bisogni primari di cibo, acqua, sonno, sicurezza e salute lavorando duramente la terra.
Allora una domanda sorge spontanea; quale habitat ha contribuito ad arricchire di neuroni i nostri progenitori e noi eredi: gli agi e l'irresponsabilità del Paradiso, oppure i disagi, i pericoli, le carestie e il duro lavoro nell'inferno terreno?
Credo, (ma correggetemi se sbaglio) che sia stata la condanna e la detenzione all'inferno dei coniugi Adamo, ad attivargli la produzione e maturazione di quei neuroni, che noi presuntuosi eredi e successori stiamo usando da matti, da padroni dell'universo sbiellati, dimenticando che siamo solo ergastolani e figli di ergastolani.
Grazie alla presunta intelligenza e alla presunta conoscenza, l'umanità è passata dalle caverne ai grattacieli, dalla clava alla polvere da sparo e poi in accelerazione alla bomba atomica, ai droni, all'intelligenza artificiale, ai genocidi a norma di legge.
Quindi è evidente che il fertilizzante cultura viene utilizzato, ad insindacabile discrezione degli addetti ai lavori, più per finalità egoistiche e bestiali, chè Umane e Sociali.
Salvo eccezioni, sembra che negli umani l'arricchimento del cervello non induca altruismo, mentre quello del cuore ne scatena tanto da rendere gli individui incapaci di vedere la cattiveria altrui e quindi li candida a vittime sacrificali dalla nascita alla morte.
Il massimo dell'altruismo che la cultura è riuscita a maturare negli esseri umani, è circoscritto al nucleo familiare, tra genitori, e genitori e figli. Il resto dell'umanità è considerato da ogni singolo individuo, terreno di caccia, limone da spremere per sé o al massimo per la propria famiglia. 
Le frazioni, i comuni, le province, le regioni, gli stati, i continenti e relative istituzioni, sono tutti considerati terreni confinanti da sfruttare e derubare. A tutt'oggi sono solo questi i miracoli della cultura, e scusate se le 56 guerre in corso dovessero sembrarvi poche.
Più l'uomo sa, più si abusa del prossimo producendo vantaggi personali, o quando tutto va da Dio, familiari. Del Popolo, dello Stato, dell'Umanità e del pianeta che ci sopporta a malapena, non gliene frega una mazza a nessuno. 
Che sia intellettuale, professionista, burocrate, politico, giudice, industriale, banchiere o governante, vive soltanto in funzione della sua personale convenienza, anche quando sembra che si stia spendendo per gli altri.
La domanda a cui nessuno risponde è questa: i popoli scelgono di formare fiumi di laureati perché possano formare e crescere benestanti le loro famiglie, (a spese di milioni di poveri ignoranti e malati) o perché i laureati servirebbero per rendere il sistema stato più funzionante e più sicuro per ogni singolo cittadino, se si assumessero come classe dirigente la responsabilità di far funzionare tutti i sottosistemi dello Stato: scuola, stampa, trasporti, previdenza, economia, giustizia eccetera eccetera?
Ma nell'ultimo secolo nessuna democrazia è riuscita ad arrivare al traguardo della prosperità, pace e giustizia sociale, senza perdere per strada milioni di esclusi e tartassati, usati dagli irresponsabili compagni di merende della cultura, burocrazia, politica e finanza, come terreni da sfruttare, anche a costo di portare lo stato alla bancarotta.
Le eccezioni ci sono, gli atti di eroismo non mancano, anzi in Italia si sprecano, ma la minoranza non fa storia. Le democrazie funzionano se la maggioranza dei cittadini è garantita, responsabile, onesta e al servizio della minoranza. Oppure lentamente finiscono allo sfascio, dopo aver massacrato di esclusione, ingiustizia e guerra, decine di milioni di poveri, ignoranti e malati indifesi.
Sarà per un calo di diottrie o di neuroni, ma io, dopo otto decenni, la soluzione al rompicapo italiano non riesco a vederla, perché il popolo è spaccato in garantiti e tartassati. E i burocrati e i professionisti, che insieme dovrebbero assumersi la responsabilità giuridica, morale ed economica del sistema Italia, (posto che ormai sono come il prezzemolo, esondano a 360 gradi, dal mondo della cultura, alla burocrazia, alla politica e alla Finanza) ma scaricano pari pari i danni sui contribuenti: lavoratori e piccoli imprenditori fino a ridurli al suicidio.
Insomma, per non farvela lunga, le classi dirigenti e potenti che arraffano garanzie e privilegi a quattro mani, ma rifiutano qualunque responsabilità, e scaricano disagi, costi e danni sui lavoratori che buttano il sangue, hanno fatto e continuano a fare delle democrazie un cimitero senza confini.
Franco Luceri

sabato 6 settembre 2025

Ora l'umanità abbocca alla cultura come il pesce all'esca


 





L'impresa del "fare" è ormai dipendente e sequestrata dall'impresa del "dire" che opera a contabilità semplificata. Professori, professionisti, burocrati, politici e Giudici, disegnano culturalmente e giuridicamente i sistemi sociali, si accreditano i meriti sul conto profitti, ma lasciano in bianco il conto perdite, perché non si addossano nemmeno tre soldi di responsabilità se quei sistemi diventano fallimentari e persino assassini. 
Perdite e catastrofi vengono addebitate pari pari sulla contabilità ordinaria degli imprenditori tartassati e di riflesso sul trattamento lavorativo ed economico dei dipendenti schiavizzati e malpagati.

La scuola e i professionisti derivati, inducono gli esseri umani a credere che studiando si possa arrivare alla verità, per maneggiare utilmente le leggi di uno Stato ed ecologicamente il pianeta che ci ospita, senza arrecare danni a niente e a nessuno.
Ma è un sogno ad occhi aperti che quotidianamente degenera in incubo nei rapporti umani ormai conflittuali e persino omicidi, sui posti di lavoro pericolosi, nei rapporti con la politica, la giustizia, la burocrazia, il mercato e la finanza, e in tutte le genialate scientifiche e tecnologiche che si sono inventate negli ultimi 8 decenni: a cominciare dagli immobili ora declassati in caverne se sprovvisti di cappotto termico, delle auto a benzina da rottamare e sostituire con quelle elettriche, e delle guerre incombenti ovunque in conseguenza dei danni prodotti dalla cattiva cultura e scaricati tributariamente su lavoratori e imprese che mai saranno in grado di pagarli.

Vorrei sbagliarmi, ma temo che afferrare la verità sia precluso a noi umani, e non perché non esiste, ma perché la nostra mente non ha abbastanza neuroni per coglierla nella sua interezza e complessità senza generare guasti insanabili.
San G. B. Scalabrini ha messo in discussione l'intelligenza umana con queste parole: "l'uomo si agita ma Dio lo conduce".
 
Il mondo è pieno di accademici che avendo studiato come far germogliare un seme di zucca si ritengono capaci di tenere in buona salute e produttivo il pianeta Terra e si candidano pure a governarlo. Ma è falso al 100%. 
Dagli accademici agli analfabeti, siamo tutti governati dalla natura o da chi l'ha creata, ma stupidamente ci riteniamo capaci persino di sfruttarla e di stravolgerla.
La creatività umana fa impallibile quella Divina, ma solo a parole. Di fatto conosciamo il mondo come fossimo appena usciti dalle caverne. L'oceano che separa il sogno dalla realtà, il dire dal fare, il progetto dalla costruzione, non lo ha mai prosciugato nessuno; e in quell'acqua affoghiamo doppiamente ogni minuto della nostra vita, come individui e come Popoli.
Dio ha creato l'universo, noi possiamo sognarlo persino un miliardo di volte migliore; ma se proviamo a mettere due mattoni uno sull'altro, ci crollano addosso pure le montagne, perché è tutto progettato e realizzato in funzione dello sporco interesse particolare o personale e mai per il bene comune.
Nessun progetto concreto è mai andato a buon fine senza danni sociali e ambientali assassini, insanabili o impagabili, generati dal mondo scientifico e dalla sua presunzione di sapere e di volere insieme soldi e potere: botte piena e moglie ubriaca.
Far credere agli esseri umani che l'istruzione possa insegnare oltre che a sapere, anche a capire, ad arrivare alla verità e metterla a profitto per tutti, è una corbelleria che sta rendendo l'umanità sempre più asociale ed ecocida e quindi suicida.
Tutto ciò che la scienza ha prodotto di nuovo e di bello nei sistemi sociali politici ed economici è double face: ha una faccia perfetta, super pubblicizzata e accattivante, quella dei successi della cultura, e una che al cannibalismo fa un baffo e viene accuratamente occultata, insabbiata o falsificata.
Pensate alle 56 Guerre in corso, con i genocidi condannati a parole ma favoriti di fatto, continuando a vendere armi e a finanziare i belligeranti. E di quelle guerre, in nome della verità e concretezza, la stampa ci racconta solo due Ucraina e Palestina.

Con l'unificazione dei media, gli intellettuali sono diventati una specie di contadini globali, modellano i sistemi sociali, inseminando di corbellerie scientificamente inoppugnabili i terreni cerebrali dell'intera comunità mondiale. E senza zappare, seminare e mietere, raccolgono "grana" da 7 miliardi e passa di soggetti asserviti e inconsapevoli, che buttano il sangue in tutti i lavori manuali pesanti e pericolosi possibili, per vivere a pane e acqua, e senza riuscire nemmeno a immaginare che i soci truffatori dell'Industria culturale, legittimati dalla politica, si stanno abbuffando come banchieri.
Quindi è necessario obbligare tutti i parolieri del mondo della cultura e della politica che progettano e governano i sistemi sociali, a tenere, esattamente come gli imprenditori una contabilità generale, con il conto profitti degli utili incassati e il conto perdite per i danni e le catastrofi generate dalla loro ignoranza e avidità, ma scaricate sui popoli, gli stati e l'ambiente senza pagare una lira.
Per 4000 anni, l'umanità ignorante, impiccata a l'albero dello strozzinaggio finanziario, è arrivata fin qui. 
Ora, da un secolo, con il dilagare della cultura da lavaggio del cervello si sta impiccando all'albero del sapere presuntuoso, disumano, genocida ed ecocida.
Una volta era corretto affermare che la pratica rompe la scienza. Ma ora che la scienza s'è fagocitata l'intero pianeta con annessi e connessi e sta lavorando alacremente a "rompere" pure l'Universo, quella frase è a dir poco  blasfema, è quasi un crimine contro l'umanità.
Franco Luceri

venerdì 22 agosto 2025

L'eterogenesi dei fini sta riportando indietro le lancette della storia. Cui prodest?

 





L'eterogenesi dei fini culturali, politici e finanziari sta sconvolgendo l'intera comunità mondiale, con Ucraina e Palestina ritornate nella stessa tragica condizione dalla quale, 8 decenni fa, ci liberarono dal fascismo e nazismo.

Perciò una domanda sorge spontanea: se nei millenni passati bastava un solo filosofo, un solo pensatore, (e potevano pure prestarlo ai popoli vicini per non lasciarlo disoccupato e povero) tutto il lavoro attuale super redditizio per decine di milioni di presunti pensatori, di lavoratori con le mani in tasca, di classi dirigenti senza una direzione intelligente, (e che certo non è stato creato da Dio) da chi è stato creato? E a che scopo? Se nel mondo non c'è più niente che funzioni, dopo quattro secoli di "progresso" scientifico e milioni di "scienziati", più impegnati a fare soldi per le "lavasciuga" del mondo finanziario, ché scienza salva umanità?

La funzione stramillenaria della "zappa", garantita da tutti i lavoratori manuali, è sempre stata per decine di millenni quella di salvare i popoli nutrendoli.
Ora, quale debba essere la funzione intellettiva dei laureati e masterizzati e della "loro cultura", per non essere un costo, un peso morto o peggio assassino per gli onesti dell'umanità, (potenti onesti compresi) mi viene il sospetto che non l'abbia capito nessuno.
Io non sono certo un fornitore di verità evangeliche miracolose, ma a naso credo che la buona cultura dovrebbe estirpare la gramigna dal terreno economico e finanziario per renderlo redditizio per tutti i lavoratori onesti, contributivo per lo Stato e letale per i "farabutti".
Ma ahinoi, il mondo che per millenni grazie alla zappa è stato un paradiso per galantuomini, ora zavorrato di "teste d'uovo" è diventato il    paradiso dei farabutti.
Cosa abbiano di sbagliato gli istruiti e la loro cultura, lascio a voi intellettuali di buona volontà    l'arduo compito di stabilirlo, prima che la natura torni a prevalere alla "incultura", o la bomba atomica metta definitivamente "riparo" ai guasti cervellotici della "penna".

Il liberismo lascia libertà di scelta ai cittadini se vogliono produrre e distribuire beni e servizi persino in competizione con lo Stato. E se la produzione di beni privati parallela a quelli pubblici può anche essere socialmente utile, la produzione di servizi professionali privati in competizione con quelli erogati dalla burocrazia, è devastante, perché costringe gli istruiti a competere per non fallire, e ne fa una pericolosa razza di "predatori per legittima difesa". Che per conservarsi continuità di guadagno, sono costretti a rendere la clientela, sempre più ignorante, povera, malata, sempre più dipendente dai loro "preziosi disservizi" e sempre più sfruttabile, con effetti individuali e sociali a dir poco apocalittici.
Pensate all'ultima pandemia curata da cani, e si sospetta pure creata in laboratorio come arma batteriologica, che oltre ai poveri, ignoranti e malati, ha sterminato migliaia di medici e di infermieri sprovvisti di adeguate protezioni, ma che da eroi non si sono sottratti ai loro doveri professionali.

Purtroppo l'eroismo dei migliori non salva il mondo. Di ogni istituzione dovrebbero essere corresponsabili  tutti gli uomini di cultura privati e pubblici che si presume abbiano il "sapere" per garantirne la funzionalità; perché è impensabile che il governo possa avere il controllo capillare dell'intero sistema Stato, se il mondo della cultura non garantisce almeno funzionalità ai singoli sottosistemi istituzionali che occupa, e da cui trae potere e profitto economico crescente.

Forse è questa la causa che sta portando il liberismo alla bancarotta dopo e peggio del comunismo.
A sentire gli addetti ai lavori, lo sfruttamento finanziario dei popoli è vecchio di 4 millenni ed è ormai sistemico e fisiologico. Ma con la crescita tumorale di specializzazioni e professionisti, a quello si è aggiunto anche inevitabile e feroce lo sfruttamento culturale della povertà, dell'ignoranza e della malattia.
Ora, in questo sistema liberal demografico finto, italiano e mondiale, siamo tutti vittime inconsapevoli, anche gli stessi professionisti e burocrati onesti. 
Chiunque ha bisogno di un maggiore o diverso livello di conoscenza e si imbatte in professionisti o burocrati più rapaci chè capaci, finisce vittima di strozzinaggio culturale.
Insomma l'umanità non ha più una testa in grado di auto governarsi pacificamente, nemmeno nelle prime democraticissime potenze mondiali.

Tutti i bisogni creati da Dio e comuni a tutti gli esseri viventi: fame, sete, sonno, sicurezza e salute, sono soddisfatti, dai contadini, pastori, pescatori, boscaioli e artigiani, sin dalle origini della specie umana, e svariati millenni prima che inventassero filosofia e scienza.
Quindi i problemi attuali che affliggono l'intera umanità, dovuti ad: ignoranza, povertà e malattia, sono stati creati negli ultimi secoli dai potenti della finanza e ora, in complicità con il mondo culturale, moltiplicati all'infinito per sfruttare uomini, animali, piante e l'intero pianeta e magari pure l'universo fino alla distruzione.
E pensare che gli stessi soggetti che hanno creato i problemi per vendere soluzioni conservative (o gattopardiane direbbe Tomasi di Lampedusa) siano tanto eroici o suicidi da eliminarli, perdere clientela e guadagno e morire di fame insieme alle loro famiglie; oppure correre a comprarsi una "zappa" e tornare contadini con una laurea in medicina, scienze umanistiche, giurisprudenza ingegneria o economia, non può che essere fantascienza.

Ma fingere di risolvere i problemi per assicurarsi continuità di profitto è igienico come scopare la polvere sotto il tappeto, perché poi inaspettata arriva "l'eterogenesi dei fini" che eliminando il tappeto ti scoperchia tutti i problemi che per sporco interesse personale o corporativo hai finto di aggredire con "soluzioni conservative truffa", redditizie per te ma fallimentari e devastanti per la collettività onesta, e peggio ancora per lo Stato e per il pianeta.

Chi si scandalizza che dopo 8 decenni nel mondo è ancora vivo il comunismo, il fascismo e persino il più spietato nazismo, provi a chiedersi: ma io, da classe dirigente, da intellettuale, professionista, burocrate, politico o giudice, questi problemi li ho eliminati seriamente, oppure con "soluzioni conservative", li ho spinti sotto il tappeto, per non avere fastidi e per conservarmi produttività e potere?

Ora, i massimi artificieri della politica, Trump e Putin sembrerebbero impegnati a far scoppiare la pace.  
Ma sarà pace vera e duratura, se le armi finiranno in fonderia convertite in zappe, falci, ancore, campanacci, seghe, asce, carriole, chiodi, martelli e scalpelli che sono le uniche vere "armi della pace", perché sono gli attrezzi del lavoro manuale onesto.

Tutto il resto è truffa culturale e finanziaria a norma di legge, perché Dio ha rifornito gli esseri umani solo di terreni da rendere produttivi con la forza costruttiva delle braccia non con quella distruttiva del sapere, del potere e dell'avere, che rende montagne di miliardi di profitti, ai farabutti di qualunque razza; e fame, sofferenze e morte a milioni di umani onesti e indifesi, compresi i  potenti della cultura e della politica che si dissociano o che si rifiutano di rendersi organici a questo bestiale sistema.
Franco Luceri