domenica 29 giugno 2025

Il paradosso degli intellettuali: perché la mente rischia di tradire l'umanità






Dio ha donato agli esseri umani il cervello, non solo come strumento di sopravvivenza, ma come leva per migliorare ogni mestiere, per perfezionare gesti e invenzioni, per rendere la vita più utile e produttiva. Tuttavia, sembra quasi che lo stesso Dio — o suo figlio Gesù, figlio di un umile falegname — abbia stabilito un limite invisibile: chi osa spingersi oltre, utilizzando l’intelligenza e la scienza per trarne un profitto puramente individuale, è destinato a fallire, come se fosse colpito da una maledizione silenziosa.
Sorge allora un dubbio: Dio nutre forse un misterioso pregiudizio a favore degli artigiani e contro gli intellettuali? Oppure siamo noi, moderni “sapienti”, a non aver compreso il vero scopo dell’intelligenza?
Forse la spiegazione è più sottile e drammatica insieme. Gli esseri umani hanno sempre potuto guadagnare individualmente grazie al lavoro manuale: un contadino che ara meglio, un falegname che scolpisce più finemente, un fabbro che forgia con maggior maestria. Il corpo era strumento di autonomia e sostentamento, e il mestiere, perfezionato di generazione in generazione, ha custodito la dignità della persona.
Al contrario, il lavoro intellettuale — la scienza, il pensiero, la riflessione critica — non può essere usato per un mero guadagno personale senza rischiare di stravolgere l’ordine comune. La mente è un dono da impiegare per il bene collettivo, per la giustizia sociale, per il progresso condiviso. Laddove l’intelletto viene piegato a un egoismo sterile, non genera ricchezza duratura ma soltanto disuguaglianze, alienazione e distruzione.
L’umanità si è salvata per millenni perché, nonostante le sue tensioni, ha continuato a fondarsi su mestieri concreti, radicati nella terra e nella comunità. Il falegname, il contadino, il muratore: figure che incarnavano una conoscenza pratica che serviva prima di tutto al villaggio, alla famiglia, al popolo. Oggi invece, invasi da eserciti di professionisti e “esperti” specializzati, scientificamente impeccabili ma spesso disancorati dalla vita reale, rischiamo di estinguerci, travolti da una conoscenza che ha perso la sua funzione etica e comunitaria.
Il vero problema non è il progresso in sé, né la scienza, ma l’illusione che l’intelligenza possa essere uno strumento di dominio individuale, slegato dal destino collettivo.
Ecco perché oggi la specie umana rischia più che mai: abbiamo smarrito il senso del limite e il principio della condivisione. Abbiamo dimenticato che la mente, se non resta al servizio della comunità, diventa la peggiore delle armi.

sabato 21 giugno 2025

Cercasi spesa che valga l'impresa !






I saggi analfabeti di una volta condannavano le scelte sbagliate, con una sentenza inequivocabile e inappellabile di 5 parole:

"la spesa non vale l'impresa"!

Se il costo per produrre beni e/o servizi è superiore alla ricchezza complessiva che poi si ricaverá; il danno generato dalla spesa sbagliata, alla lunga corrode la competitività del sistema economico, e di riflesso: il profitto per gli imprenditori, il salario o peggio l'occupazione per i lavoratori, e i tributi per lo Stato.

Chi, in Italia, col secondo debito pubblico del mondo, si sveglia dopo mezzo secolo di fallimenti e di piccoli imprenditori che si sono tolti la vita per le difficoltà tributarie, finanziarie, burocratiche e sindacali nel gestire onestamente e produttivamente una piccola impresa, e pensa di curare il tumore al sistema economico con maggiori costi di produzione, nuove forme di investimento o nuovi balzelli tributari, o è scemo o è matto.

Dove l'economia è agonizzante, c'è una sola priorità, risanarla con una minore spesa privata e pubblica ma che valga l'impresa. Perché spendendo per finalità sbagliate o spendendo troppo, non si buttano soltanto soldi dalla finestra, ma sì consegna e si condanna un intero Popolo: schiavi e schiavisti, alla tirannia assassina dei tassi e delle tasse, che sono l'anticamera del default, della guerra civile o della dittatura.
Insomma, il peggio che possa capitare all'umanità è di contribuire alla costruzione e consolidamento di un sistema socio economico schiavista, che non discrimina nessunoperché garantisce una fine impietosa da schiavi, anche agli schiavisti pentiti, della cultura, burocrazia, politica e finanza, che a un passo dal default, con un colpo di coda, volessero risanare il sistema.

E in qualunque angolo del pianeta, le spese che inducono maggiori cambiamenti, più in negativo ché in positivo, sono quelle culturali: istruzione e informazione.
Stimolando la creatività umana, che al naturale è già effervescente di suo, la cultura produce una tale accelerazione di sviluppo scientifico e tecnologico, da trasformare in meno di un decennio, i laureati, i cosiddetti super alfabetizzati, in "analfabeti di ritorno".
Se oggi mettessimo Galileo Galilei padre della scienza, a capo di un centro ricerche, non saprebbe nemmeno come comporre il codice di sicurezza per entrare e uscire autonomamente senza l'aiuto di un accompagnatore. Ma anche Albert Einstein non sarebbe lo stesso genio, sarebbe più relativo della sua relatività.
Se mettessimo un vecchio pilota di Formula 1 sull'ultima versione della Ferrari, non saprebbe nemmeno metterla in moto o trovare la leva delle marce; perché la tecnologia moderna ha una tale accelerazione, da rendere prima o poi qualunque individuo che dovesse o volesse usarla, parzialmente o totalmente inadeguato, incapace, scaduto, come lo yogurt dimenticato fuori dal frigo a Ferragosto.

Un ottantenne che prendesse in mano il telefono su cui smanetta il nipotino di 10 anni e anche meno, farebbe fatica a capire persino da dove si accende e spegne.

Questa è la ragione per cui il mondo ci crolla addosso. E persino la peggiore politica rischia di sembrare migliore della migliore cultura, per la sua ovvia capacità di distruggere ciò che il progresso ha prodotto. 
Mentre la cultura, (in costante ebollizione come la lava vulcanica), accelera lo sviluppo tecnologico a tal punto da rischiare l'estinzione dell'umanità. 
I droni hanno ancora il cordone ombelicale attaccato; ieri sono nati giustamente come valido ausilio per il lavoro, la vita, la pace; oggi sono già impiegati a milioni per portare distruzione e morte in giro per il mondo rendendo possibile la guerra e persino il genocidio anche al più sprovveduto dei guerrafondai.

La cultura scientifica, almeno da un secolo, illude gli umani, che basta produrre mezzi perfetti per produrre civiltà. Ma se la cultura umanistica non è mai riuscita a tenere il passo di quella scientifica, sviluppando nei singoli e nei popoli "scienza e coscienza", per sbarrare la strada allo sviluppo scientifico e tecnologico che promette benessere e pace ma restituisce solo barbarie, devastazioni ambientali e guerra senza fine; pensare che a tanto riesca la politica, che dalla cultura attinge sapere e consenso interessato, e dai banchieri finanziamenti urari, è da poveri illusi.
Franco Luceri

sabato 14 giugno 2025

Lo stato di diritto, senza doveri, è monco






Fingendo di perseguire la finalità del bene comune, sapienti, governanti e potenti di tutte le razze, hanno sempre diviso, disarticolato, sfasciato, derubato e messo in guerra tutte le famiglie italiane, a cominciare da quelle economicamente più fragili: con i nonni invalidi abbandonati, i coniugi ferocemente arrabbiati, i figli fuori controllo, i nipoti sbandati. Per non parlare del rapporto uomo donna, umano nella forma, ma sempre più bestiale o criminale nella sostanza.
In Italia, con questa abominevole cultura e politica, si è costruito un presunto "Stato di diritto", con l'obbligo di convertire i tributi in servizi pubblici per tutti: per i cittadini contribuenti e per i bisognosi di assistenza pubblica gratuita.
Ma dopo 8 decenni di finti aggiustamenti, ci ritroviamo con una pace sociale che è riduttivo definire assassina; con famiglie sparpagliate "unite in videochiamata", con una immigrazione clandestina fuori controllo e con uno Stato ibrido tra mattatoio e manicomio che della "casa comune" non è manco parente lontano.
Gli italiani che una volta erano componenti di famiglie unite e solidali, ora sono in giro per l'Italia o per il mondo, alla disperata ricerca di un lavoro e di un guadagno onesto e dignitoso introvabili.

In uno Stato così pericolante, se un piccolo imprenditore si ammala, e ai problemi economici propri della sua categoria gli si aggiunge il problema salute, passa immediatamente dal reddito tassabile, al desiderio di reddito.

Con l'incubo del reddito mancato,  deve continuare a pagare i fornitori della merce ricevuta e fatturata ma invenduta, le bollette e le tasse in scadenza, deve tentare di curarsi a sue spese, (gli imprenditori non hanno esenzioni) e deve mantenere se stesso e la famiglia. 
Chi si scandalizza che in Italia la gente può arrivare a delinquere nel disperato e inutile tentativo di salvare il salvabile, o è scemo, o è matto, o è un parassita garantito.
Siamo 60 milioni di cittadini mai diventati Popolo e in guerra tutti contro tutti. Viviamo in uno Stato che ti preleva il sangue, e se dopo hai bisogno di quel sangue per salvarti la vita, la trasfusione te la garantisce istantanea ma virtuale, mentre continua a sfilarti il portafoglio.
Non so come siate messi voi: io, a 84 anni, mi vergogno di essere italiano, e peggio ancora di aver contribuito, col mio voto, (da utile idiota) al cannibalismo privato e pubblico attuale e crescente.

Da quando un piccolo imprenditore si ammala, a quando la burocrazia italiana bradipo: tributaria, sanitaria e previdenziale, accerta che non è più in grado di produrre e va aiutato d'urgenza, ha tutto il tempo che serve e persino d'avanzo per morire e rinascere senza fretta. 
Ormai in Italia siamo una doppia caricatura: da sempre come Stato, ora anche come Popolo. 

Con l'elenco delle piaghe di questo paese, potremmo circumnavigare il pianeta. Ma se volessimo farla breve, ci basterebbe trovare una risposta razionale a questo rompicapo:
Noi italiani non siamo un Popolo perché non abbiamo uno Stato, oppure non possiamo avere uno Stato, perché non siamo formati culturalmente da Popolo sovrano per autogovernarci?
Siamo divisi e litigiosi proprio come ci ha formati la cultura: utili a garantire consenso acritico alla politica e alla burocrazia destra o sinistra; e utili a fisco e Finanza per spremerci e buttarci come limoni.
Quanto tutto questo sia organico al buon governo e alla pace sociale ve lo lascio immaginare.
Franco Luceri

sabato 7 giugno 2025

Il gregge umano è braccato tra cani finti e lupi veri




Scimuniti e devastati da ciò che i saggi, ricchi e potenti da strapazzo ci vendono per "cultura, progresso e democrazia"; noi umani siamo indotti a sospettare che il Padreterno ci abbia rifilato un catorcio di pianeta, a cui serve una quantità crescente di Einstein e di impagabili manutenzioni scientifiche e tecnologiche per evitare che cada a pezzi e stermini l'umanità. 
Ma è l'esatto contrario. Il mondo è stato creato perfetto da Dio e poi devastato dall'uomo. L'invasione di quattro geni e 4 miliardi di rimbambiti culturalmente modificati, ha trasformato la natura, da capolavoro immortale, in montagna di rifiuti infetti. (Negli oceani i pesci mangiano più plastica che planton).
La politica, figlia della in-cultura, pensando di saper migliorare l'habitat naturale, fatto di pascoli, pastori, greggi e lupi, ha devastato tutto ciò che di buono preesisteva, iniziando dalla famiglia, passando per lo Stato e finendo alla Natura.
Allevando in ricchi pascoli democratici il "gregge sociale", conservato rigorosamente ignorante, la politica induce incremento di agnelli, (di cittadini indifesi); perché si dimentica che gli agnelli vanno protetti impiegando un esercito di "feroci cani da pastore" (le istituzioni della sicurezza della Giustizia e della Difesa) perché gli agnelli sono un'esca irresistibile per lupi economici e finanziari ingordi e sanguinari e per I loro compagni di merende burocratici, professionali e politici mascherati da cani da pastore.
E siccome la fauna dei lupi non è riuscito a renderla vegetariana nemmeno il padreterno; prima di distribuire libertà, cultura e benessere al "gregge sociale" andrebbe costruito l'argine o meglio la diga pubblica delle istituzioni concretamente protettive per impedire che la crescita demografica di agnelli, induca crescita tumorale di lupi veri e cani da pastore finti, capaci di mangiarsi insieme popolo e Stato: "gregge e pascolo".
Se provassimo ad osservare con occhi puliti la realtà, "senza le lenti colorate dell'illusione" direbbe Baudelaire, non avremmo difficoltà a vedere che Dio ha creato il mondo bilanciando perfettamente prede e predatori. E tutti i guasti che subiamo sono indotti da squilibrio culturale, politico, economico, finanziario e relative reazioni ecologiche assassine.
Nei millenni il sapere umano ha aggiunto a l'habitat ecologico un solo particolare di immenso valore: la scienza "odontoiatrica" per tenere in buona salute dentiere e mascelle ai predatori culturali, politici, economici e finanziari di tutte le razze.
Quando sentite le anime belle dei "comunisti", spacciarsi per protettori di poveri e di lavoratori, contro i fascisti sfruttatori e assassini, per non sbellicarvi dalle risate, tenetevi la pancia. 
Se non ci fossero saggi, ricchi e potenti destri e sinistri, crescita e decrescita di agnelli e lupi si bilancerebbero a vicenda. Proprio come si bilanciano nella natura tutte le razze animali vegetali e persino batteriche.
Se la politica comunista del "buonpastore" assicura al gregge sociale una migliore qualità di vita, (vedi reddito di cittadinanza e conquiste sindacali), incentiva la crescita degli agnelli; ma senza proteggerli da sfruttamento, induce nella giungla economica e finanziaria selvaggia, una crescita tumorale di lupi. 
E quando i finti cani da pastore burocratici, professionali e politici, sterminano una quantità eccessiva di agnelli fingendo di proteggerli; in quel habitat impoverito di selvaggina, i lupi fascisti affamati sono costretti a "delocalizzare":  a cambiare territorio di caccia.
Quindi, le anime belle del comunismo, che si spacciano per protettori di poveri; arricchendo il gregge sociale di prede istruite e benestanti da sfruttare, ma prive di vera e concreta protezione giuridica e giudiziaria, inducono crescita di lupi fascisti predatori.
E mentre i lupi fascisti non hanno ragione di aver paura della crescita del comunismo perché per loro è crescita di prede, è "grasso che cola"; i comunisti sono un branco di utili idioti perché non hanno capito a cosa servono i "cani da pastore", le istituzioni che convertono le tasse in servizi pubblici a protezione del gregge sociale e non per sterminarlo come in Italia.

Solo facendo funzionare le istituzioni della sicurezza e della giustizia i politici proteggerebbero realmente il gregge, dalla fame insaziabile dei lupi fascisti economici e finanziari.
Insomma, giusto per capirci, la crescita dei lupi fascisti è comunisticamente indotta. 
È consequenziale alla miope politica comunista di creare eserciti di lavoratori dipendenti dai padroni fascisti, ma senza una vera protezione burocratica e giudiziaria capace di contrastare davvero l'appetito famelico dei lupi veri e dei cani da pastore finti.

Perciò non serve nessun impegno culturale e politico per dividere e mettere in guerra la maggioranza dei cittadini che ha il potere di risanare o cambiare qualunque Stato democratico. 
Basta lasciarli cuocere nel brodo individuale e collettivo dell'ignoranza e dell'egoismo. E per i potenti fascisti e comunisti rapaci è tutto grasso che cola. Possono abusare impunemente dei singoli e dei popoli, perché in democrazia gli onesti finiscono macellati come Falcone e Borsellino e nessuno ha mai la forza di scacciare le "bestie" dal potere.
Franco Luceri

sabato 31 maggio 2025

È genocida ed ecogida considerare sistemica la cultura umana frammentaria






I limiti propri dell'intelligenza e della cultura umana frammentaria, rendono i guasti sistemici incorreggibili con soluzioni mirate, specifiche, utili a qualcosa o a qualcuno, ma dannose ad altri, o peggio all'intero sistema sociale, statale o ambientale.

I sindacati, le professioni e le burocrazie si limitano a tutelare il loro specifico filone di interessi privati o pubblici, ma scaricando costi e danni su altri soggetti, classi sociali o istituzioni. 

Ma fa danni sistemici anche la politica finta democratica, in guerra aperta maggioranza e opposizione, per speculare consensi o mazzette H24.

Se oggi vedete che il sindacato riesce a salvare un certo numero di lavoratori, non abbiate fretta, domani vedrete le imprese fallire e i lavoratori a spasso. Ma altrettanti miracoli alla rovescia galantiscono i sindacati delle imprese sfruttando o licenziando lavoratori, per risanare o arricchire imprese mordi e fuggi.

Insomma, tutte le scienze umane, da l'abecedario all'intelligenza artificiale, non vanno oltre le soluzioni mirate, proprio come le "leggi ad personam" di berlusconiana memoria.

Perciò è evidente, tutte le soluzioni partorite dalle teste d'uovo, dai presunti  istruiti, sono una calamità senza eccezioni, perché nessun umano ha intelligenza e cultura sistemica sufficienti a governare la complessità di uno Stato o peggio di una federazione di Stati, garantendo insieme il bene dei singoli, della collettività e del pianeta.

Quando le scoperte scientifiche ci sembrano grandiose, al meglio sono una colossale truffa.  Perché a differenza della natura che fornisce soluzioni complesse, perfette e gratis; se gli scienziati fossero in grado di produrre soluzioni ammazza problemi, il giorno dopo morirebbero di fame non avendo più clienti, utenti o pazienti da spremere economicamente.

Tutte le malattie del mondo sono diventate incurabili, perché se le curassero davvero, milioni di ospedali, cliniche, centri di ricerche, scienziati e professoroni, senza pazienti da curare, tornerebbero ai lavori manuali come i loro antenati. 

Per non parlare delle industrie farmaceutiche che senza clientela colerebbero a picco e i lavoratori tornerebbero a spasso.


Per convincere la terra a nutrirci, non bastano le soluzioni frammentarie, a spizzichi e bocconi, ad personam, servono eserciti di contadini con le sementi e con la zappa.

Se il mondo ha bisogno di contadini, pastori, pescatori e boscaioli e la cultura e la politica ne estinguono la razza; continuando a zavorrarlo di magnifici rettori, professoroni, professionisti, intellettuali, giornalisti, burocrati, scrittori, politici, giudici e presidenti, poi non possiamo scandalizzarci che il potere assassino dei Generali superi quello dei governanti impotenti e illusi, persino nelle prime potenze mondiali, allo sbando politico ed economico crescente e inarrestabile.

Dell'intelligenza umana mirata, frammentaria e conflittuale, il pianeta Terra non sa che farsene: ha bisogno di molte zappe e pochi neuroni, molti muscoli e pochi cervelli, ma inossidabili: profondamente consapevoli delle limitate capacità intellettive umane, davanti alla complessità dei sistemi sociali e del Creato perfettamente autosufficiente e autonomo.


In natura le soluzioni biologiche vere, diversamente da quelle scientifiche fasulle, sono gratis ed erga omnes. Gli umani invece impongono prezzi di listino crescenti, anche per le forniture d'aria, e chi non paga è libero di morire.

Da un po' di secoli l'umanità sta sbagliando misura tra manovali e intellettuali. 

Servono entrambi; ma se sbagli dosaggio, non c'è vaccino che possa salvare l'umanità dalla proliferazione pandemica delle soluzioni parziali, ad personam, casta, corporazione, consorteria, massoneria e mafia, tutte rigorosamente conflittuali tra loro e quindi a danno dell'intera comunità mondiale o peggio del pianeta.

La scienza, che per colpa o dolo, da oltre un secolo finge di combattere i sintomi per conservare le malattie riccamente produttive, è la causa di tutti i guasti assassini del genere umano, ormai politicamente ed economicamente insanabili.

Puntare il dito contro chi governa oggi, è sbagliato, perché chi ha il potere di usare la scienza da arma di sfruttamento di massa, quell'arma non se la fa scippare manco da morto. Mentre il politico preposto a risanare i sistemi e i sottosistemi dai guasti culturali ed economici centenari; da povero illuso tenta di operare il miracolo a rotta di collo e a cambiali e finisce in croce.

Prima che siano trascorsi 100 giorni di governo, si ritrova sul banco degli imputati se ha osato contestare il sacro, intoccabile e strapotente mondo scientifico, come ha fatto Trump con l'università di Harvard, che prontamente lo ha citato in giudizio come un qualunque disturbatore di quiete pubblica.

E non basta, ora si ritrova con i dazi bocciati dal Tribunale del Commercio, con Elon Musk che deluso dalle leggi di bilancio molla l'incarico di governo. Con la patata Harvard da cavare dal fuoco a mani nude. E con la guerra dei dazi che potrebbe avere un epilogo per niente pacifico, soprattutto con la Cina.

A spizzichi e bocconi, scienza e politica possono governare bene qualunque mercato rionale delle pulci. 

Ma per istruire e governare popoli, Stati o federazione di Stati, con più giustizia e umanità, meno barbarie e devastazioni ambientali, servirebbe più NATURA e meno cultura.

Se non è già tardi per invertire la rotta, chiediamoci:

Dio ha creato il mondo stupido per affidarlo agli umani geni; o ha creato il mondo divinamente geniale per affidargli gli umani tanto stupidi e presuntuosi da sentirsi infallibili padreterni?

Franco Luceri

sabato 24 maggio 2025

Esiste un sistema politico vitale per i poveri?






Stimatissimo Direttore,

da alcuni giorni una domanda mi rimbalza nel cervello senza risposta; se può ospitarmi, gradirei rivolgerla a lei e agli autori del suo giornale:

Esiste un sistema politico che sia vitale per i poveri, senza essere letale per i ricchi?

Nelle dittature i ricchi hanno il monopolio di tutti i poteri possibili e immaginabili, e sfruttando i poveri si conservano ricchi e potenti quasi per forza d'inerzia. 
Invece, nelle democrazie, i poveri sono una schiacciante e immodificabile maggioranza, e avendo il monopolio del potere politico aspirano, se non a diventare ricchi, almeno ad uscire vivi dalla povertà; ma salvo eccezioni, ovunque continuano ad annegare nell'impoverimento senza salvagente.
Come fanno i ricchi a dettare legge e a conservarsi ricchi e potenti anche nelle democrazie, dove il loro potere politico è numericamente insignificante, più di quanto lo è il potere dei poveri nelle dittature?
E come fanno i poveri e la classe media ad impoverire, se da immodificabile maggioranza occupano fisicamente tutte le istituzioni di qualunque democrazia: culturali, legislative, esecutive, giudiziarie?

E ancora, perché i ricchi hanno tanto interesse a consegnare ai poveri il potere politico, da contribuire con una barca di miliardi ad accoppare dittatori, esportare democrazia a cannonate e convertire i sudditi in cittadini sovrani liberi e autogovernanti?

Come fa un popolo Libero che si autogoverna da otto decenni come quello italiano a ridursi nelle condizioni attuali, che definire pietose è persino riduttivo?
I ricchi, da dove traggono tanto inossidabile potere, da galleggiare allegramente, anche dove i poveri autogovernanti annegano per disoccupazione, sottoccupazione e carovita letale come una pandemia?

E non basta, i ricchi sono tanto interessati alle democrazie, che non solo le finanziano, ma le esportano pure a cannonate per abbattere i dittatori, e una volta instaurate, vedi Ucraina, le difendono ad oltranza, e le riforniscono di soldi e armi senza limite di tempo e spesa se un tiranno osa invaderle.
Infatti il presidente Volodymyr Zelens'kyj ha avuto per tre anni dall'Europa e dall'America aiuti finanziari, militari e carta bianca per difendere il popolo ucraino.

La Libia è stata liberata dal dittatore Gheddafi, su iniziativa francese. Ma i francesi, che amavano tanto i libici da liberarli sulla terraferma, se oggi li trovassero su un gommone diretti in Francia per ringraziare i loro salvatori; non si sentirebbero certo in dovere di proteggerli dal rischio annegamento, e men che meno di ospitarli e integrarli sul territorio francese.

È paradossale e inspiegabile che chi ti vuole tanto bene da rischiare vita e portafoglio per liberarti da un tiranno, poi ti voglia tanto male anche solo 24 ore dopo, da lasciarti annegare nel Mediterraneo, se osi imbarcarti per fuggire dalla fame venendo in Europa.

Quale mostruosa formula filosofico-giuridico-finanziaria conserva e accresce a livello planetario il potere e l'arricchimento ad una manciata di trilionari, a spese di 8 miliardi tra poveri e aspiranti ricchi falliti che in qualunque condizione socio politico economica ambientale, impoveriscono e muoiono al pari di animali?

Le democrazie sembrano l'esatto opposto delle dittature, pronte ad arricchire i poveri a spese dei ricchi, ma le armi di distrazione di massa: istruzione e informazione, inducono interi popoli a rincorrere "miraggi": salario, servizi pubblici, conquiste sindacali e giustizia sociale garantita. Ma sono tutti sogni che finiscono puntualmente in incubi personali o tragedie collettive. 
Quattro esempi giusto per chiarire meglio: in Europa la media dei laureati è al 43%, ma lo sfascio è altrettanto crescente a 360 gradi.
Crescono i poveri, i morti sul lavoro, i femminicidi, i servizi pubblici in crisi o smantellamento totale, come sanità, istruzione, informazione, sicurezza e giustizia.
 
Affidando il risanamento delle dittature alle democrazie o delle democrazie alle dittature, tutto sembra migliorare: ma la qualità della vita per i poveri resta un sogno; mentre è reale e crescente solo per Paperoni. Dov'è il guasto? Nella scienza o nella Finanza?
Ringrazio lei Caro Direttore se vorrà ospitarmi, e chi, trovando incomplete o sbagliate le mie argomentazioni, vorrà onorarmi di una risposta critica e convincente.
Franco Luceri

sabato 17 maggio 2025

"L'evoluzione" culturalpolitica: dal liberalismo, al liberismo, al libero cannibalismo





Negli ultimi quattro secoli, eserciti di filosofi ed economisti hanno cercato di dimostrare che nella formazione dei cervelli e nel governo dei popoli, la cultura è più efficace della politica. Ed è verissimo. Oggi il rapporto professori studenti è "idilliaco": le bacchettate sulle mani educative sono considerate diseducative.

In un popolo ignorante, non sono mai mancati geni, eroi e santi; e quindi nessuna politica è mai riuscita a garantire un fallimento "perfetto". Ora invece la bancarotta cultural politica è impeccabile e a 360 gradi.
Perciò possiamo affermare che l'uomo, (salvo rarissime e illustrissime eccezioni) con o senza libertà, con o senza istruzione, con o senza soldi, con o senza proprietà, con più stato o meno stato, è un finto "animale sociale", con spiccato talento economico, in grado di spremere profitti a proprio vantaggio dai singoli, dall'intera comunità mondiale e dall'intero pianeta, tanto da rendersi ingovernabile.

E non è tutto. Gli strumenti culturali, giuridici o finanziari, che possano governare la generazione attuale di "animal spirits", (così definiva gli imprenditori John Maynard Keynes), senza danni per la collettività e per il pianeta, non li hanno ancora inventati.

Baudelaire diceva: "per il mercante, anche l'onestà è una speculazione".

Quindi aveva ragione Marx a voler limitare libertà e proprietà ai singoli individui per accrescere il potere dello Stato. Ma dal 1991, col fallimento dell'Unione Sovietica e del mezzo mondo comunista, abbiamo la prova che lo Stato, con più potere o meno potere, in mano ai burocrati irresponsabili di tutte le razze, comprati o costretti dalle potentissime multinazionali mondiali, non può che finire in bancarotta.

Esattamente ciò che aveva detto nel "Secondo trattato sul governo civile" John Locke, primo padre nobile del liberalismo, (nel 1690) con queste parole:
"la pacifica convivenza degli uomini potrebbe però trasformarsi in uno stato di guerra quando qualcuno con la forza potrebbe andare contro la legge di natura e violare i diritti altrui.
Per evitare questa situazione, gli uomini decidono quindi di creare uno stato civile che salvaguardi, attraverso le leggi, i diritti dei cittadini. È dunque uno stato che nasce dal consenso e che si fa unicamente tutore della difesa della libertà dell’uomo". Si, a cannonate!

Dopo un secolo e mezzo, il "liberalismo" di John Locke è evoluto nel "liberismo" di Adam Smith, una forma di ulteriore dieta dimagrante per lo Stato e ingrassante per gli "animal spirits" imprenditoriali. E dalla caduta del Comunismo ad oggi, il liberismo ha girato e rigirato il mondo come una frittata, fino a legalizzare ahinoi il LIBERO    CANNIBALISMO  tra individui e tra Stati definiti democratici, ma sbranati dalle gigantesche multinazionali mondiali della cultura, politica, mercato e finanza.

Ora siamo in pieno in quello stato di guerra temuto da John Locke quasi tre secoli e mezzo fa e dal 1850 certificato da Marx ed Angels.
L'insaziabile fame di libertà, proprietà e potere istiga noi poveri umani (sempre salvo eccezioni) al cannibalismo.

Su qualunque gradino sociale possa collocarci la cultura, anche la massima, ci muoviamo solo per prendere dagli altri più di quanto diamo. Per spremere tutto ciò che ci capita sotto mano, anche quando fingiamo di dissanguarci da filantropi.

Marx diceva, "sè il denaro, secondo Émile Augier, viene al mondo con una macchia di sangue sulla guancia, il capitale nasce grondante di sangue e fango dalla testa ai piedi".

Dopo tre anni di fiumi di sangue versati in guerra (nei 56 conflitti armati che ora ci sono nel mondo) è arrivata la "miracolosa politica pacifista trampiana", che senza spargimenti di sangue umano, (solo sangue finanziario) a colpi di crolli e speculazioni di borsa ha spostato e concentrato montagne di ricchezza dai poveri milionari, ai trilionari straricchi e stagionati.

Nel mondo non è mai esistita una cultura capace di migliorare gli individui in modo che la politica possa convertirli in Popolo. 

E senza VERI POPOLI sociali e solidali, gli Stati erano e sono una tragica finzione giuridica mangia soldi, con l'unica "legalissima" finalità: conservare ignorante il gregge sociale, affidato ai "pastori" miopi e ingordi della borghesia impiegatizia e professionale che credono di saperlo sfruttare, ma non sanno di offrirlo e di offrirsi in pasto a poche decine di famelici e potentissimi cannibali mondiali che commossi ringraziano.
Franco Luceri

sabato 10 maggio 2025

La politica "divide", ma "impera" solo la religione







Per millenni, farsi sfruttare da un padrone, è sempre stata una necessità a cui hanno dovuto adattarsi tutti i soggetti poco predisposti all'autonomia.
Poi, miracolo dei miracoli, istruzione e democrazia hanno capovolto questa tragica realtà convertendo i potenti padroni della cultura, politica e finanza, in premurosi servitori di poveri e di ignoranti, che a memoria d'uomo hanno sempre sfruttano, asservito, violentato, derubato e se necessario anche ucciso.
Non so a voi, ma a me, tutto questo puzza di truffa colossale lunga almeno un secolo.
Professionisti, burocrati, faccendieri e produttori di servizi di tutte le razze, in complicità con la politica, si sono sviluppati quasi in maniera tumorale su l'intero pianeta per servire gli ignoranti invece di servirsene continuando ad asservirli.
Ma anche sotto la pioggia torrenziale di servizi pubblici e privati a gratis, per ignoranti e bisognosi, la vita dei singoli e dei popoli invece di migliorare peggiora a vista d'occhio, dimostrando che dopo la politica, il mercato e la finanza, anche la cultura e relativi addetti burocratici e professionali, è diventata causa scatenante di impoverimento dei popoli, oltre che di devastazione a tappeto del Creato.
Pensando di poter fregare il Padre Eterno i nostri progenitori rubarono una mela, ma "furono condannati a vivere di duro lavoro", col sudore della loro fronte.
Ma i loro eredi e successori, dopo svariati millenni inventarono la filosofia e derivati, per vivere dei frutti della dura fatica, ma sempre quella dei poveri e degli ignoranti: fingendo di volerli garantire una vita da padroni dignitosa, felice e pacifica.
Ora non esiste umano, tra gli attuali otto miliardi di esseri viventi che popolano il pianeta, che possa dirsi esente da problemi.
La cultura produce una buona quantità di frutti, ma prima che diventino socialmente commestibili, "bene comune",  marciscono per effetto di competizione selvaggia, rapina tributaria, fallimenti, guerre, calamità, epidemie o carestie.
Per questa ragione, l'intera comunità mondiale, è interessata in maniera crescente alla religione cattolica che predica fratellanza, solidarietà, unione, e induce gli umani a prendersi per mano e a convivere pacificamente, perché un modo diverso di vivere, la filosofia, la scienza e derivati, lo hanno inventato, ma è una truffa: garantisce divisioni ai barboni e dividendi ai banchieri.
In tempo di pace, i padroni si fingono tutti umili servitori dei loro servi; ma se rischia di crollare la "torre eternamente pericolante dell'economia", scatenano una guerra mondiale a pezzi come la chiamava Papa Francesco, e in guerra si riconvertono in tiranni sanguinari di intere popolazioni, inseguiti da mandati internazionali di arresto, ma lasciando l'esecuzione al buon cuore degli assassini, se mai volessero costituirsi o arrestarsi da soli. Campacavallo!
Franco Luceri

sabato 3 maggio 2025

Nemmeno la Basilica di San Pietro ha partorito la pace






Preso alla sprovvista dallo spettacolo inusuale delle due sedie contrapposte nella Basilica di San Pietro, il mondo dell'informazione, "ha promosso a prescindere" Trump e Zelensky "promotori di pace". Come se in tempo di guerra la pace dipendesse non da chi compie i massacri, ma da chi li subisce.
Il merito della Pace, se e quando ci sarà, sarà dei soggetti che hanno scatenato la guerra a tempo indeterminato: Putin e Netanyahu se vorranno posare le armi e indietreggiare.
L'unica mossa politica veramente utile alla pace, sarebbe stata congelare i mandati di arresto internazionale per rendere Putin e Netanyahu liberi di partecipare ai funerali del Papa e incontrare chi si propone da erede morale del suo pacifismo. Posto che il Papa non controllava fedine penali e dialogava con tutti.
Forse il "congelamento" non è giuridicamente ammesso; ma conservando operativi quei due mandati hanno impedito a Putin e Netanyahu di arrivare a Roma, partecipare ai funerali, e incontrare Trump e Zelensky sotto gli occhi giornalistico televisivi della comunità mondiale.
In questo modo, attori finti e comparse vere invece di borbottare tra loro senza conclusione, si sarebbero potuti trovare faccia a faccia coi "Due Registi della guerra", Putin e Netanyahu e nessuno avrebbe potuto fare della trattativa di pace, l'ennesima inutile sceneggiata
Come si fanno da tre anni, parlando ogni giorno di pace, ma inviando armi e soldi agli eserciti, svuotando arsenali e producendo alacremente mezzi di morte sempre più sofisticati per riempirli.
I droni sono stati inventati ieri (hanno ancora il cordone ombelicale attaccato) e sarebbero enormemente utili per usi civili, ma da tre anni sono arruolati e spediti al fronte a migliaia se non a milioni per portare morte e distruzione.
Abbiamo ovunque guerra e vittime, ma non abbiamo un solo carnefice, tutti recitano la parte di vittima o di fallito promotore di pace come Trump che aveva promesso la pace in 24 ore; come fa Zelensky che vuole la pace ma dopo aver sconfitto Putin e magari pure conquistato la Russia, o come fa Putin che dice di aver invaso l'Ucraina perché minacciato dall'Ucraina e dalla NATO. Tutti macellai in camice bianco candido camuffati da vittime. Anche il povero Netanyahu fa la guerra con l'alibi di ferro di non averla iniziata lui.
Se ci fosse stata la terza e quarta sedia al centro della Basilica di San Pietro, e sotto l'occhio "scrutatore e analista" dell'opinione pubblica mondiale, nessuno avrebbe avuto l'alibi per sottrarsi alla propria responsabilità morale, senza aver firmato la fine della guerra, o un decente cessate il fuoco.
Peccato che al mondo tutti i potenti guerrafondai giurano da millenni di non volere la guerra, mentre continuano a produrre, vendere ed inviare armi al fronte per assicurare continuità di distruzione e morte.
Perché in soldoni significano: profitti immediati da commercio di armi necessarie al cannibalismo attuale della guerra, e decennali profitti futuri di appalti da ricostruzione.
Franco Luceri

venerdì 25 aprile 2025

Il sapere asservito a l'avere salva o uccide?






Se è giusto pensare che in origine è stata l'ignoranza a rendere i cavernicoli bellicosi e assassini a colpi di clava; ora che a scatenare le guerre sono gli scienziati della cultura, asserviti a politica, economia e finanza, e armati fino ai denti di doppia intelligenza naturale e artificiale, a chi imputiamo i massacri quotidiani in giro per il mondo, allo scemo del villaggio analfabeta?
Il cervello umano non è un mezzo meccanico o elettrico che lo accendi o spegni a piacimento. 
Grazie a questa naturale predisposizione, il cervello parte autonomamente anche mentre dormiamo alla ricerca della migliore soluzione possibile quando si sente aggredito da un problema che potrebbe nuocergli gravemente.
Se invece l'individuo ha raggiunto un livello di cultura e/o benessere che gli consente di liberarsi da solo o a pagamento di tutti i suoi problemi importanti, i suoi neuroni iniziano a fare domanda di pensione e vanno in letargo; e fino a quando persiste la condizione di benessere e di irresponsabilità giuridicamente garantita e tutelata, non li sveglia più manco l'apocalisse.
Perciò rassegniamoci; noi umani non siamo controllori del nostro cervello ma controllati. 
Se invece non abbiamo mai conosciuto né pericolo, né bisogno, né responsabilità, e continuiamo a vivere in una condizione giuridica ed economica garantita e protetta, tale da avere tutti i bisogni primari e secondari perfettamente soddisfatti; senza saperlo ci portiamo in giro un "cervello spento", anche se ci illudiamo di avere controllo e consapevolezza della realtà senza confini.
In queste pietose condizioni di letargo intellettivo, per assenza o carenza di pericoli o bisogni personali incombenti, ci si trova senza volerlo e saperlo.

(In questo momento, nel mondo sono attivi 56 conflitti armati, il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale.  Questi conflitti coinvolgono almeno 92 paesi, compresa l'Italia, e hanno causato più di 233.000 vittime nel solo 2024).

Se la conoscenza rende l'uomo stupido, ingordo e feroce più dell'ignoranza, vuol dire che l'istruzione e l'informazione non sono un argine alla barbarie della guerra, perché invece di maturare cervelli, lavorano ad ingrassare portafogli.

Il pittore spagnolo Francisco Goya diceva: "il sonno della ragione genera mostri". 

È come un sensore di movimento di cui nessuno ha il diretto controllo, perché è attivato dai mutamenti del sistema socio, politico, economico, ambientale.

San Giovanni. B. Scalabrini diceva: "Miei cari, l'uomo si agita ma Dio lo conduce".

Se le condizioni ambientali disagiate in cui siamo vissuti, ci hanno sviluppato un cervello da vero cane da guardia, qualcosa di buono riusciamo a capirla e farla anche dopo.

Una sola categoria di soggetti sa quanto è pericoloso vivere a cervello spento: i GENI.
Thomas Mann diceva: quando non ha problemi propri o altrui di cui occuparsi, il genio si tiene sveglio inventando problemi e cercando soluzioni.
Ma questo tipo di umani "anarchici" che hanno gli occhi aperti e il "cervello in ebollizione" anche quando dormono, oggi che il genere umano sembra disperso nel buio della stupidità, dell'egoismo e della violenza, si direbbero a rischio estinzione come i panda.
Se il mondo, a colpi di benessere crescente ci spegne il cervello, c'è un solo modo intelligente per conservarci accesi i neuroni: "FARCI CARICO DEL DISAGIO DI CHI NON SA, NON HA, NON PUÒ" come ha fatto Santa Teresa di Calcutta che nacque ricca, ma visse con e per i poveri.
O come ha fatto Papa Francesco, che fino all'ultimo respiro ha sentito con rara sensibilità, il dolore dei poveri, malati, deboli, indifesi e straziante il dolore per lo stillicidio quotidiano delle vittime della "terza guerra mondiale combattuta a pezzi", (così la chiamava il Papa).

Perciò, per il bene de L'UMANITÀ,  il SAPERE va messo al servizio dell' ESSERE, rendendo umani e solidali i popoli.
Perché metterlo al servizio dell' "AVERE DEI PAPERONI", è a dir poco apocalittico.

Il miracolo della botte piena e della moglie ubriaca prima o poi a qualcuno riuscirà. 
Ma impiegare il sapere umano da "pediluvio", per tenere in buona salute le gambe della Finanza mondiale e la Testa dei popoli, è una tragica illusione.
Franco Luceri