sabato 29 marzo 2025

Se la produzione non è subordinata al consumo è fallimentare o assassina






Nella civiltà contadina, la produzione di beni e servizi primari, dipendeva dalla quantità dei consumatori. 
Nelle famiglie normali è ancora civiltà contadina: se è certa la tua presenza a pranzo, il tuo piatto sarà pronto, servito e garantito. 
In pizzeria è ancora civiltà contadina: prima ordini il tipo di pizza che vuoi comprare e dopo la mettono in produzione "personalizzata", adattata ai tuoi gusti e ai tuoi bisogni. La produzione continua ad essere successiva e subordinata al consumo.

Invece nella civiltà post industriale, hanno capovolto e stravolto il mondo. Producono merce e riempiono magazzini senza sapere quando e a chi venderanno quei prodotti.

Il consumo finisce subordinato e adattato a forza alla produzione di beni e servizi primari, secondari e spazzatura già pronti all'uso che alla lunga si rivelano almeno al 50% socialmente, economicamente ed ecologicamente dannosi, se non letteralmente devastanti come lo è stato l'amianto, come lo sono quotidianamente migliaia di prodotti chimici dannosi e di droghe assassine che stanno facendo ammattire e mutare in bestie interi popoli. 
E ultime in ordine di tempo, le case diventate ecologicamente incompatibili che ora hanno bisogno del cappotto termico, e le vecchie auto da rottamare e sostituire con quelle elettriche a bassa emissione di CO2 imposte dall'Unione Europea ai 27 stati membri, senza sapere se è tecnicamente possibile la realizzazione e se il costo è umanamente sopportabile.
Gli industriali, dopo aver prodotto a loro insindacabile giudizio qualunque schifezza; a colpi di pubblicità ingannevole inducono i popoli a consumarla, a crederla un autentico affare, e peggio, a convincerli che la stanno acquistando per libera scelta. 
Ma se il consumo non smaltisce tutta la produzione, non svuota magazzini, le multinazionali prima lo incentivano a colpi di campagne promozionali, e poi a colpi di mazzette passano a chiedere ai governi di imporre per legge l'acquisto di quelle porcherie. 
Ed è così che passiamo ogni giorno dalla Rolls Royce al monopattino, dal segnale di fumo allo smartphone che gli anziani non sanno nemmeno accendere, cambiando ossessivamente fornitori, beni e servizi.

La politica, per conservare posti di lavoro e profitti che poi significano voti, soldi e privilegi per gli addetti e tributi per lo Stato, è pronta a scatenare anche una guerra atomica, per svuotare e riempire magazzini, svuotare e riempire arsenali.

L'industria farmaceutica produce medicine per battere sul tempo l'arrivo delle nuove malattie, sperando che non siano troppo diverse dalle vecchie, altrimenti sarebbero poco efficaci o letteralmente nocive.
E se poi la malattia non arriva, con le caratteristiche previste, sono cavoli amari per i popoli, che quelle medicine, dovranno ingozzarsene o pagarle.

Una volta, l'industriale del farmaco era il farmacista: prima prendeva l'ordine e poi (al famoso bilancino) confezionava il prodotto personalizzato per il malato e la sua specifica malattia.

Perciò non affrettatevi a giudicare i potenti. Se li vedete "partire in guerra" armati di soluzioni fino ai denti per sterminare i problemi, lo fanno, ma sapendo di rischiare esclusivamente la borsa e la vita di milioni di individui che non sanno di finire truffati e persino sterminati dalla cultura e dalla politica al servizio del famelico mondo economico, finanziario e bellico.

L'America è partita a razzo per combattere la guerra in Ucraina e si è portata a rimorchio l'Europa; ma entrambe non hanno rischiato un graffio alla propria vita, hanno solo anticipato un bel po' di quattrini. Ma i soldi dei poveri contribuenti spesi per armare e finanziare l'esercito ucraino mandato a morire, se li riprenderanno con gli interessi i miliardari, dividendosi le terre rare ucraine che fanno gola a tutti. E risanando con appalti astronomici i danni prodotti. Senza contare che gli stati UE continueranno a costruire armi e riempire e svuotare arsenali, perché sono corsi ai ripari inventandosi l'esercito europeo che per 80 anni nessuno ha ritenuto necessario o peggio impellente come ora.

Se invece vedete i potenti alzare la guardia e mettersi in difesa, senza avanzare di un passo e persino arretrando, vuol dire che stanno rischiando borsa o vita personale. E usano il potere per uscire indenni e magari pure vincenti.
Insomma, subordinando la produzione al consumofamiglie, artigiani e piccoli commercianti ci salvano ogni giorno la vita. 
Invece adattando o piegando il consumo alla produzione e devastazione ambientale, industriali, banchieri e Stati mettono a rischio la pace sociale, la salute psicofisica dei popoli, l'equilibrio finanziario ed ecologico e con le guerre in corso persino il futuro dell'umanità.
Franco Luceri

sabato 22 marzo 2025

Un governo che elemosina sapere e denaro è governo fantoccio







È facile montare a cavallo del potere drogando l'umanità con "le parole che piacciono" direbbe Baudelaire, ma poi rischi di finire disarcionato, se invece di perequare la ricchezza per salvare i poveri, usi il potere per affamare chi non ha e ingrassare chi ha.
Ma da oltre mezzo secolo, le classi sociali italiane ignoranti si sono ridotte all'osso grazie a l'istruzione e a l'informazione.
Ma le piogge crescenti di mal governo e sfascio a 360 gradi continuano ad essere imputate al "governo ladro o al meglio incapace", mentre i peggiori cleptomani hanno residenza stabile nel mondo della cultura, burocrazia, professioni, mercato e finanza. E sono Intoccabili perché rubano nel rispetto delle leggi che in quanto maggioranza si sono auto confezionati.
Sono i burattinai occulti che tirano i fili al governo, e poi lo fanno passare per ladro o incapace, scaricando facilmente sul potere esecutivo le mostruosità delle classi sociali istruite e agiate (i "Nobili" delle democrazie) che dettano legge e tengono banco nel mondo culturale, economico, finanziario e nella burocrazia corrotta.

Chi volesse fare politica sul serio,  dovrebbe marchiarsi a fuoco nel cervello questa frase dialettale che in italiano è giusto tradurre così: 
"chi mi nutre considero padre".
La massa dei cittadini bisognosi considera con rispetto "PADRE", qualunque potente o padrone può sfamarla. Perciò la politica conserva il potere autonomo di governare fino a quando si dimostra capace di dare a chi non ha. Producendo giustizia sociale per la maggioranza dei cittadini, produce consenso e potere per sé.
Ma se la crescita del debito pubblico e il calo della produttività economica e dei tributi, costringono i governanti ad elemosinare o a stendere la mano per prendere, non c'è potere giuridico o culturale che possa salvarli. 
Luigi XVI e consorte ci rimisero la vita quando incominciarono ad allungare troppo la mano tributaria, mettendo a rischio la vita dei sudditi e i privilegi dei Nobili.
Insomma, giusto per capirci, esercitare il potere tributario solo per prendere denaro e restituire ingiustizia sociale è maledettamente pericoloso. I poteri culturali, giuridici e finanziari sono poteri finti, promettono utile ma creano danno. E il danno alla lunga si paga o si sana subendo o scatenando una guerra civile o mondiale.

Fino a quando nei popoli, la maggioranza dei cittadini è stata di contadini, pastori, pescatori, boscaioli e artigiani ignoranti, è stato giusto imputare al "Governo ladro" tutte le responsabilità per i guasti del sistema, pioggia compresa.
I popoli devono affrettarsi a cambiare bussola. Il governo ladro è diventato il capro espiatorio di tutte le bestialità della Cultura e del mercato. Prima ci convinciamo meglio sarà per tutti.
La premier Meloni sa destreggiarsi bene con le parole che piacciono. Ma il vero potere non è più a Palazzo Chigi è traslocato almeno da mezzo secolo nelle università, nelle professioni, nelle multinazionali e nel il mondo finanziario.

Ve la Immaginate voi la Meloni convinta guerrafondaia in una Italia che ha ripudiato la guerra. Io non credo che sia convinta, ma deve stare al gioco perché in Italia le industrie di armi hanno bisogno di vendere per continuare a produrre, per non licenziare e fallire.

In America il potere economico di Elon Musk oscura il potere politico di Trump, perché il primo può seminare dollari dall'elicottero, mentre il secondo, da governante, è costretto ad allungare la mano tributaria per prendere prima di aver dato.
Quindi rassegniamoci, il reale potere esecutivo lo ha soltanto chi può distribuire sapere, salari e mutui.
 
I premier delle democrazie UE super indebitate, questo privilegio non lo hanno più. Allungano la mano vuota per prendere poiché hanno sempre un drammatico bisogno di reperire risorse finanziarie (la BCE le distribuisce come fossero collirio). E sono fregati. Perché i popoli vanno tassati solo dopo averli resi produttivi o aiutati almeno a sopravvivere; altrimenti la devastazione del sistema sociale e il rischio di default per lo Stato, restano sempre dietro l'angolo.
Franco Luceri 

sabato 15 marzo 2025

La competizione tra popoli sovrani e "sudditi", serve alla Pace Mondiale?







Aver globalizzato tutti i 200 Stati del mondo, senza capire come rendere "inoffensivi" quelli che dispongono e abusano della sovranità monetaria, è utile alla sicurezza mondiale, quanto sfregare un fiammifero in una raffineria di petrolio.
Chi ha moneta propria, finanzia il funzionamento non il risanamento delle istituzioni quando già cadono a pezzi come in Italia, e a costi astronomici erogano disservizi anziché servizi.
Secondo gli storici, l'economia ha iniziato ad affiancare la politica nella pacifica unione mondiale dei popoli definita "globalizzazione", tra il 1840 e il 1914; e ora tutti i 200 stati del mondo competono "alla pari": quelli con sovranità monetaria in Rolls Royce; e quelli come noi italiani, sovrani solo politici con le tasche bucate, che si sentono ricchi sfondati con un carico di debito pubblico impagabile.
La globalizzazione l'avranno inventata i "POPOLI PAPERONI" con sovranità monetaria, che possono essere competitivi contro la stragrande maggioranza di stati indebitati e squattrinati; che saggiamente il giornalista e scrittore Enrico Grazzini ha battezzato "Stati castrati".
Insomma la migliore politica di uno stato con sovranità monetaria, non può essere mutuata in uno privo di moneta propria, perché  indurrebbe gli addetti ai lavori a spendere allegramente a debito per tappare buchi e voragini.
L'Inghilterra ha salutato la UE e si è defilata, non perché rischiava di fallire, ma perché rischiava di sterminare tutti gli stati indebitati de l'Unione Europea con la sua competitività finanziaria. E magari alla lunga avrebbe pure subito gli effetti collaterali di altri Stati UE in difficoltà.
Le istituzioni degli Stati indebitati d'Europa, rischiavano di prendere la politica inglese come esempio; e sperperare allegramente le tasse, sangue dei contribuenti, (con decine di migliaia di piccoli imprenditori falliti o suicidi per eccessivo prelievo tributario) scambiando gli euro comprati a caro prezzo, per sterline uscite fresche fresche da una rotativa del Regno Unito al costo di carta colorata.
Nei paesi senza sovranità monetaria le leggi non possono essere applicate sempre alla lettera, ma vanno aggiornate e adattate alla condizione del momento, salvo che non si voglia imboccare la via a scorrimento veloce del default. 
È giusto che tutti gli stati garantiscano i diritti inviolabili dei cittadini; ma se il costo di questo servizio viene scaricato pari pari sui contribuenti, i piccoli imprenditori finiscono per fallire o suicidarsi.
La giustizia è qualcosa di molto diverso della legalità burocratica. 
Il vero giudice sa di non poter separare diritti e doveri applicando la legge, perché se il costo burocratico per salvare tizio uccide tributariamente Caio, la legalità burocratica è viva ma la giustizia ne esce morta, e lui come giudice si dimostra un pericolo pubblico, una calamità naturale.
 
Prendere per buona la politica spendacciona degli Stati monetariamente sovrani, induce le burocrazie degli Stati non sovrani come l'Italia, a pretendere e a spendere senza risparmio,  spettacolarizzando la tutela dei diritti di una minoranza, per fini carrieristici individuali o corporativi e scaricando sui contribuenti costi e doveri assassini.
Il meglio della globalizzazione sta tutto qua. La guerra serve solo ai sovrani col portafoglio e non a quelli con le tasche bucate. Ma a perdere borsa e vita, sul fronte economico, finanziario e bellico, ci mandano i popoli a sovranità "dimezzata" che si ammazzano conto terzi: come ora ucraini e palestinesi che aspettano il miracolo dai "santi della politica": Trump, Putin, Xi Jinping & "santini" UE.
Franco Luceri

sabato 8 marzo 2025

L'avere ti fa sapere; chè tragica illusione!

 






Prima e meglio dell'arca di Noè, senza capitano e senza pilota automatico, senza professori, giornalisti, politici, industriali, banchieri, generali e guerrafondai, il pianeta Terra si è fatto da solo una passeggiata di milioni di anni garantendo a tutti gli esseri viventi, (analfabeti ma non ignoranti), presente e futuro.
Ora, straripa di presidenti, governanti, direttori, amministratori, accademici e premi Nobel superalfabetizzati, ma non ha alcuna intenzione di garantirgli manco pane e acqua, se non daranno un taglio a l'avvelenamento fisico e culturale dell'intero creato.
Rendendo gli esseri viventi capaci di acquisire tutta l'intelligenza istintiva necessaria per muoversi e usare la natura senza reciproci danneggiamenti, Dio aveva reso il mondo vivibile e la vita un dono per tutti: uomini, animali, piante, virus, batteri, muffe e chissà cos'altro per centinaia di migliaia di anni.
Poi è arrivata l'istruzione e l'informazione, e in una manciata di millenni ha sprogrammato anzi resettato i cervelli fino a cancellare totalmente l'intelligenza istintiva e adattativa (presente e infallibile in tutti gli esseri viventi dalla formica al dinosauro e passando per l'uomo) e a colpi di trilioni li ha riprogrammati tanto da mettere l'uomo in guerra non soltanto con il Creato ma persino con se stesso.
Il contadino, il pastore, il pescatore, il boscaiolo, (se protetti dalle patologie cerebrali indotte dalla "incultura" della cultura) avrebbero saputo istintivamente procurarsi di che vivere senza derubare il prossimo o danneggiare la natura.
Mentre l'intellettuale, l'uomo di "scienza", ha difficoltà persino a trovare la via di casa, se sconfina dal perimetro della sua conoscenza razionale, che per renderlo produttivo gli ha cancellato la conoscenza istintivo adattativa, fino a rendere patologica la "creativa".
Tant'è che i ladri si sprecano non fra i lavoratori poco acculturati ma fra le teste d'uovo della scuola, stampa, politica, finanza, mercato. Come dire che politica e finanza sono disoneste perché la cultura ha disegnato sistemi sociali talmente costosi, giganteschi e conflittuali che nemmeno i migliori geni della politica e della finanza, affiancati e supportati da interi eserciti di comitati tecnici scientifici, (CTS) sono riusciti a comporre il mosaico della "globalizzazione" con montagne di tasselli che al primo tentativo di accostarli diventano devastanti quanto il fiammifero sfregato e gettato sulla benzina.
Forse noi umani siamo vittime di un grande equivoco. Da cittadini benestanti ci sentiamo liberi di muoverci senza limiti al pari degli animali, dimenticando che non potremo avere mai la stessa consapevolezza, perché gli animali sono rimasti alunni del Creato, sono dotati dell'istinto per muoversi senza arrecare danni nell'habitat in cui sono nati.
Noi umani invece siamo un "prodotto" culturalmente e finanziariamente modificato, programmati non per "fare bene" un mestiere o una specifica professione, ma "per fare soldi" partecipando al festival della distruzione, produzione, consumo, profitto.
Insomma è la cultura non la politica a delimitarci la libertà consapevole e produttiva. Quella dei molti diritti e pochi doveri che pretendiamo dalla politica è libertà omicida o suicida. È libertinaggio.
Un ingegnere, un avvocato, un commercialista che osasse entrare e muoversi liberamente in una sala operatoria, sarebbe inconsapevole e pericoloso più di un elefante in una cristalleria.
Un professore di italiano che non conoscesse le lingue, spostato in un'altra nazione, fra un popolo che parla un'altra lingua, sarebbe un Illustrissimo analfabeta.
Insomma, è una tragica illusione pensare che sia la "buona" politica a rendere il cittadino illimitatamente libero, consapevole, responsabile.
A delimitare la libertà degli uomini che non vogliono essere distruttivi, è la qualità e quantità della loro "cultura" se degna di questo nome.
Il peggiore tiranno di qualunque Popolo non è politico, economico o finanziario, ma culturale. Ogni individuo può muoversi senza danno per sé e per gli altri, nello spazio circoscritto della sua specializzazione.
Nemmeno il più genio del mondo ha la percezione totale della nazione In cui vive o peggio dell'intero pianeta. E quindi possiamo dire che la civiltà umana è come una nave piena zeppa di ufficiali ma priva di capitano che abbia il controllo totale del mezzo e degli uomini, che sappia tracciare o modificare una rotta che salvi tutti.
Al capezzale del mondo malato gli intellettuali accreditano a sé i meriti del poco che sembrerebbe funzionante; e addebitano i guasti che affliggono l'umanità ai loro colleghi prestati alla politica, Industria e finanza. 
Servirebbe un bagno mondiale di autocritica, partendo dal grande Carl Gustav Jung che ci ha fornito la chiave con queste inequivocabili parole: "Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male"
Franco Luceri

sabato 1 marzo 2025

La Teoria del Cavallo Morto e del cavaliere che corre






Ho condiviso questo scritto dalla pagina Facebook di un amico, ma non conosce l'autore, lo ha trovato sul web. Alcuni lo considerano iperbolico, esagerato, altri ridicolo e falso. Vi prego di leggerlo perché è davvero illuminante. È mille volte migliore del mio commento che troverete alla fine.

La "Teoria del Cavallo Morto" è una metafora usata per illustrare la tendenza di organizzazioni, team o individui a persistere con strategie, progetti o processi inefficaci, anche quando sono chiaramente falliti o non più sostenibili.
Il concetto deriva da un proverbio dei nativi americani che afferma:
"Quando scopri che stai cavalcando un cavallo morto, la strategia migliore è smontare".
Invece di accettare la realtà e andare avanti, molte organizzazioni optano per strategie alternative per affrontare il "cavallo morto". Questi approcci spesso evidenziano inefficienze e priorità mal riposte, come ad esempio:
1. Acquistare una frusta più forte – Investire in strumenti o metodi per forzare la produttività da un processo inefficace.
2. Cambio del pilota – Sostituzione di membri del team o leader senza affrontare il problema principale.
3. Minacciare il cavallo – Applicare pressioni o incentivi irrilevanti per il problema.
4. Formare un comitato – Sprecare risorse per analizzare o giustificare la strategia fallimentare.
5. Benchmarking di altre organizzazioni – Studiare come gli altri affrontano fallimenti simili, invece di risolvere la causa principale.
6. Abbassamento degli standard – Adeguamento dei parametri di riferimento per adeguarli alle prestazioni insufficienti.
7. Rinominare il cavallo morto – Inquadrare il fallimento come una sfida minore o un successo incompreso.
8. Assunzione di consulenti esterni – Coinvolgere estranei per gestire o giustificare il fallimento del sistema.
9. Promuovere la competizione tra cavalli morti – Incoraggiare i confronti per mascherare l'inefficienza.
10. Sviluppare un programma di formazione – Spendere tempo e risorse per "migliorare" ciò che è intrinsecamente difettoso.
11. Adeguamento delle metriche di produttività – Modificare le definizioni di successo in modo che corrispondano a risultati scadenti.
12. Evidenziare i risparmi sui costi – Giustificare il fallimento sottolineando vantaggi minori, come la riduzione dei costi di manutenzione.
La "Dead Horse Theory" serve come monito per valutare e lasciar andare gli sforzi non vitali piuttosto che raddoppiare il fallimento, consentendo alle organizzazioni di allocare le proprie risorse in modo efficace e perseguire strategie che producano risultati autentici.
(dal web)
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Qua sono elencate tutte le strategie dei potenti del mondo per spacciare il "nuovo" come migliore del "vecchio", ma finendo per passare da un fallimento ad una catastrofe, da una truffa a un genocidio.
Tutta la cultura, la politica e la finanza mondiale sono consequenziali alla "geniale" Teoria del Cavallo Morto. 
Tant'è che decine di millenni di cultura e quattro secoli di scienza non ci hanno ancora chiarito se Dio ha affidato il Creato all'uomo o l'uomo al Creato. 
Perché se il mondo lo abbiamo da servi e non da padroni, aspirare al libero arbitrio e all'autodeterminazione è roba da matti, è puro delirio di onnipotenza.
Noi umani non siamo liberi di AGIRE manco per grattarci il naso, dovendo REAGIRE h24 a tre bisogni ineludibili e incancellabili a cui ci ha condannato la natura: RESPIRARE-BERE-MANGIARE.
Provate a non soddisfare questi tre bisogni primari e correrete ad aspettarmi nel mondo dei più.
Le auto volanti di nuova produzione e i viaggi turistici interplanetari progettati da Elon Musk a prezzi "modici", secondo voi quanto ci azzeccano, se a questo mondo i potenti non riescono ancora a cavare un ragno dal buco?
Io credo che sia meno idiota partite da Roma in sella al "Cavallo Morto", attraversare l'Atlantico, e approdare a New York asciutti e rilassati, che affidarsi alla perfezione della scienza, politica e progresso attuale, anche solo per cavarsi un dente già cavato.
La cultura e il potere umano quanto a razionalità sono ben oltre il manicomio criminale d'Aversa. A livello planetario, i saggi e i potenti delle primissime potenze mondiali promettono democrazia, giustizia, umanità, solidarietà, ma restituiscono disoccupazione, fame, malattie, guerre e genocidi che emulano il nazismo e sono sbandierati h24 come la migliore esportazione di democrazia a cannonate.
E ci sono persino gli applausi, per questo schifo di cultura, politica e mercato mondiale, che continua a rimanere in sella di un cavallo putrefatto e in corsa finta.
Franco  Luceri