sabato 12 aprile 2025

L'illuminante insegnamento del sasso "pedagogista muto"





Un autore anonimo, illuminato dall'eloquenza del sasso, ha dedotto che al mondo non esistono i mezzi sbagliati. Responsabili di un uso costruttivo o distruttivo di qualunque cosa, reale o virtuale, sono sempre e soltanto gli uomini.

"La persona distratta vi è inciampata.
Quella violenta, l'ha usato come proiettile.
L'imprenditore l'ha usato per costruire.
Davide uccise Golia
E Michelangelo ne fece la più bella scultura.
La differenza non l'ha fatta il sasso, ma l'uomo".


Se noi umani accettassimo l'insegnamento del "pedagogista muto" chiamato sasso, capiremmo che è sempre la diversa qualità degli uomini che le progettano, producono, usano e valutano, a qualificare le cose, gli oggetti, i mezzi virtuali e reali, privati e pubblici.

La stessa automobile guidata da due autisti diversi produce effetti diversi: salva, danneggia o uccide passeggeri o passanti, perché è sempre e solo la qualità del soggetto a qualificare l'oggetto che ha in uso.
Anche lo stesso bisturi in mano a due chirurghi diversi, usato con maggiore o minore perizia produce effetti diversi: salva o uccide.
Ecco perché in Italia non è bastata la Costituzione più bella del mondo, per fare altrettanto belli i "sassi istituzionali": scuola, stampa, politica, burocrazia, giustizia, mercato, finanza e governo, perché affidati a soggetti di diversa qualità intellettiva e morale, non sempre e non tutti idonei a qualificare in positivo le istituzioni col proprio servizio intelligente, onesto e responsabile.
Così eccellenze e deficienze si alternano sempre e dovunque nella macchina dello Stato e nella collettività; e di riflesso nelle imprese e nelle famiglie: sempre e solo per merito o colpa degli uomini mai dei mezzi.

Esaltare o denigrare a tempo pieno le istituzioni, non è solamente miope, è demenziale. Perché se il mezzo istituzione è affidato ad un autista "diversamente abile", ciò che dovrebbe essere soluzione, è garantito che si tramuti all'istante in problema.
È il burocrate, il professionista o il politico imbranato che andrebbe tenuto a rispettosa distanza dalla "Casa Comune" Stato, o rimosso all'istante, se esiste la prova inoppugnabile che un servitore dello Stato o della collettività sta producendo solo danni e vittime.
Perché, chi usa da cane il sapere, l'avere e il potere, che sono la "forza legale" dello Stato, non distrugge solo cittadini, imprese e famiglie oneste che dovrebbe renderle produttive prima di tassarle; e non mina solo la credibilità e la fiducia nelle istituzioni, ma danneggia in massa tutti i dipendenti pubblici e tutti i professionisti meritevoli di stima e rispetto, che quotidianamente servono con fatica, responsabilità ed onestà utenti, clienti e contribuenti.
Lo Stato liberale vive rendendo produttivi i cittadini e si autofinanzia tassandoli. Ma se alcuni addetti ai lavori assolvono queste due funzioni da cani, danneggiando il popolo produttore e contribuente onesto e lo Stato impositore vanno resi inoffensivi.
Chi pensa che in Italia sia urgente riformare lo Stato, chieda lumi al "sasso pedagogista muto"; gli suggerirà di cominciare dalla riforma dei cervelli
Di quella pericolosa minoranza di burocrati, professionisti, industriali, banchieri e politici che ormai sono giuridicamente e giudiziariamente ingovernabili, come se fossero nati con licenza di sfruttare, asservire e tiranneggiare impunemente.

Rassegniamoci. I problemi oggettivi sono inventati per giustificare i fallimenti propri o altrui. Le soluzioni oggettive sono opera della rara e geniale creatività umana.
L'impareggiabile Albert Einstein diceva: "tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa".

Pensare di migliorare il mondo guastando cervelli e aggiustando cose, per trarre maggiori profitti dallo sterminio di interi popoli, oltre che criminale è demenziale.
Franco Luceri

sabato 5 aprile 2025

Due "civilissime" certezze: guerra di Putin e dazi di Trump





È così vecchia la fissazione degli umani di scatenare guerre, da indurci a sospettare che la scintilla originaria sia stata l'odio fra due popoli di caverne confinanti, condannati a contendersi le stesse risorse naturali.

Ma anche se all'origine è stato l'odio ad armare gli umani, da millenni le cause sono l'amore dei potenti per il denaro e il potere. 
 
Pensate davvero che ucraini e russi in guerra dal 24 febbraio 2022, siano divisi da un odio viscerale? Io credo che qualunque popolo se avesse potere farebbe durare la guerra non più di 5 minuti. Correrebbe ad fronte ad abbracciare il nemico.

Ma la guerra serve ai maneggioni del sistema economico, che essendo produttori di armi e finanziatori (a strozzo) di governanti falliti, hanno il potere di scatelarla e la convenienza a fermarla, solo dopo aver finito di svuotare gli arsenali (per tornare a riempirli) e riempito le casseforti di prodotti finanziari realizzati facendo buttare il sangue ai popoli.

La vera economia di pace rende molto meno dell'economia di guerra. E quando industriali e banchieri (compagni di merende) vedono dimagrire i profitti in tempo di pace e ingrassare gli arsenali di armi invendute, corrono ai ripari scatenando una guerra.

In altre parole, la guerra e figlia della pace demenziale dei potenti. Sbagliando cultura, politica e giustizia accumulano debiti, e poi risanano l'economia malata derubando altri popoli.
Alla sconcertante e insanabile fallibilità umana: culturale, politica, giudiziaria, economica e finanziaria non c'è soluzione alternativa alla guerra.
Istruzione e informazione al servizio del mondo industriale e finanziario rapace, continuano ad imputare tutte le responsabilità dello sfascio e le tragedie della guerra, agli attori imbranati della politica, che pur di conservare poltrona, potere, privilegi e furti, accettano di passare per tiranni omni responsabili con pistola fumante in mano.
Un tale diceva: "la guerra non è ché la continuazione della politica con altri mezzi". 
Ora però sarebbe giusto puntualizzare che la pace di Trump è la continuazione della guerra di Putin con altri "DAZI". E che dazi!

Trump aveva giurato di fermare la guerra. E come prima prova muscolare ha scatenato la sua "pacifica" guerra daziaria, che all'America, (e a tutti i miliardari che là volessero delocalizzare) dovrebbe fare da cura ricostituente. E al resto del mondo, (isole polari comprese, popolate solo da pinguini, foche e gabbiani che il dazio lo pagherebbero in natura) farebbe lievitare solo falliti e disoccupati.
Insomma, ora che al guerrafondaio Putin si è aggiunto il "daziatore" Trump, (che sembra intenzionato ad auto promuoversi unico governante del mondo) è garantita una tripla libera scelta per morire: sparati in Ucraina, affamati "urbi et orbi", o impoveriti dai crolli in borsa che spingeranno i meno ricchi a svendere e i molto ricchi a comprare e a concentrare da tiranni la ricchezza mondiale, già scandalosamente concentrata.
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Commento al mio articolo prodotto con l'intelligenza artificiale da pensalibero.it

Nel tempo in cui la guerra è tornata ad essere strumento di strategia economica, e la pace una retorica usurata dalle logiche del potere, Franco Luceri ci offre una riflessione dura e necessaria. Con il suo stile diretto e senza concessioni, smonta la narrazione dominante e getta luce su ciò che spesso resta ai margini del dibattito pubblico: l’uso cinico della politica estera, il ruolo dell’industria bellica, la complicità di governi e opinioni pubbliche assuefatte. Un testo che costringe a guardare in faccia la realtà: mentre si moltiplicano le guerre e le sanzioni, a pagare non sono i potenti, ma i popoli. Sempre.
Franco Luceri