È falso definire "progresso" l'attuale creatività dei popoli, posto che il grosso della ricchezza è prodotta dagli ignoranti e fagocitata dagli istruiti: professionisti, politici, manager e banchieri.
Un banchiere che stampa moneta, un politico che legifera, un intellettuale che pensa, un professionista che progetta, promettono tutti giustizia sociale, ma generano regolarmente povertà per gli altri e ricchezza per sé.
Un lavoro intellettuale, diventa davvero progresso reale, solo grazie ai muscoli e al cervello di chi realizza quel lavoro concretamente, con appalti ultimati e collaudati, salari, profitti e tasse, che tradotte in servizi pubblici soddisfano con giustizia sociale i bisogni primari e secondari dei singoli cittadini e dell'intero Popolo.
Ma se questi bisogni primari: fame, sete, salute, sicurezza, sapere, soldi, casa, famiglia e solidarietà, restano largamente insoddisfatti per una fascia crescente di poveri (e in Italia si piange persino per l'impoverimento della classe media) due sono le ipotesi possibili: o è sbagliata la cultura o è disonesto chi l'ha partorita: intellettuali, professionisti, burocrati e manager che usano il sapere per incancrenire i problemi e lucrare guadagni indebiti e crescenti per tutta la vita. Salvo poi scandalizzarsi perché i figli della cultura: politici e banchieri, a cui loro hanno formato il cervello, non sono abbastanza docili e sfruttabili come li vorrebbero.
Se uno scienziato trovasse il modo di spegnere nel genere umano anche uno soltanto di questi bisogni primari o secondari, il mondo della cultura finirebbe in bancarotta: perché non si possono togliere i malati ai medici, i litigiosi agli avvocati, le case pericolanti agli ingegneri, i contribuenti ai commercialisti. Sarebbe come licenziare e lasciare senza salario un lavoratore manuale.
Ecco perché i popoli Democratici (Italia in primis) "avanzano a passo di gambero", a ritroso, da una catastrofe a un'altra peggiore. Perché l'istruzione rende i singoli soggetti sempre più autonomi ma il mondo delle professioni ha bisogno di conservarli dipendenti per non crollare come un castello di sabbia costruito sulla sabbia.
Guardate che fine ingloriosa ha fatto nelle "civilissime" democrazie occidentali l'ultimo mezzo secolo di ricca e pacifica globalizzazione economica.
Forse l'istruzione andava usata da terapia mirata solo per maturare i cervelli predisposti ad apprendere e a produrre in funzione del "BENE COMUNE".
E non per rendere pandemica la stupidità e rapacità l'individuale, (già dilaganti al naturale) insaccando di sapere umanistico o scientifico le zucche vuote, perché nelle istituzioni e nelle professioni possano legalizzarsi persino il diritto di rubare e uccidere.
Per millenni, i professori non hanno mai avuto difficoltà a distinguere l'ignorante dallo stupido; perché l'ignorante intelligente sapendo di non sapere, ha fame di apprendimento; e anche in punto di morte cerca il dialogo col professore per tentare di capire.
Mentre lo stupido è già docente al momento del parto e finge di dialogare, solo per demolire l'opinione altrui e imporre le proprie corbellerie da verità evangelica.
Io ho provato ad immaginare che montagna di ricchezza avrebbe potuto guadagnare Gesù se avesse voluto trarre guadagni individuali dalla sua "Scienza Divina".
E credo che nascendo figlio di falegname e non di professionista o scienziato, abbia voluto insegnarci che traendo guadagni individuali dal lavoro intellettivo, si finisce per rendere dipendenti dal sapere altrui tutti gli umani; avendo elevato l'ignoranza dei singoli e dei popoli a fonte unica di sfruttamento per le teste d'uovo della cultura.
Oltre al giudice che è tenuto ad operare con imparzialità, anche il politico non può fare uso personale del suo sapere. Può solo "emanare leggi erga omnes", perché se osa infilarci una "legge ad personam" a vantaggio di un singolo soggetto e a danno di tutti, finisce sbranato vivo.
Invece il professionista disonesto può abusare dell'ignorante persino derubandolo o uccidendolo, e l'ignorante non saprà mai di essere stato truffato.
Quindi i guasti dell'umanità crediamo che siano tutti imputabili ai banchieri strozzini e ai politici corrotti o guerrafondai; invece i guasti di chi usa il sapere "Pro Domo sua", sono trilioni di volte più numerosi e devastanti, perché possono anche arrecarti un danno a pagamento, e nessun ignorante è in grado di contestarlo. Oppure, aggirano le limitazioni legislative per arricchire a danno della collettività: "fatta la legge trovato l'inganno".
In aggiunta agli "strozzini" vecchi quanto l'uomo e giustamente contestati; ora l'abbondanza di impoverimento la dobbiamo "AGLI STROZZINI DEL SAPERE", che stanno rischiando di estinguere l'umanità, perché possono prendere fingendo di dare, possono ammalati fingendo di salvarti.
Insomma, "le leggi ad personam", non sono il peggio che possa capitare all'umanità, perché sono assoggettate a mille sbarramenti legali, mille contrappesi democratici. Ora incalcolabili e ingovernabili ci sono gli "Inganni ad personam", con i quali si aggira la legge a danno della collettività e a vantaggio di un singolo soggetto, di una comunità, di una corporazione, di una consorteria, o di chi è disposto a pagare profumatamente un servizio professionale al limite della legalità, che persino la magistratura fatica a contestarlo.
Insomma, le democrazie, al pari di dittature, stanno morendo di "inganni ad personam", pur avendo sbarrato la strada alle leggi ad personam.
E ora, avendo reso tutto dipendente dalla cultura filosofica, scientifica e tecnologica, è inutile scandalizzarsi. Qualunque politica è figlia di quella cultura, e di conseguenza i sistemi democratici sono diventati inossidabili dittature culturali che non si lasciano correggere o fermare nemmeno da quella minoranza di intellettuali, professionisti, burocrati, politici e giudici capaci e coraggiosi che si spendono in silenzio per tentare di ripulire e umanizzare i sistemi democratici, ma al meglio si rovinano la vita.
Franco Luceri