Mi sbaglierò, ma la politica mi sembra ridotta ad una micidiale arma di distrazione di massa per impedire ai popoli di appropriarsi della sostanza delle cose, prendendo coscienza che sono soltanto due i problemi veri dell'umanità.
La cultura che forma i popoli intelligenti o stupidi condanna la politica, che in democrazia dipende dal popolo, ad esserlo altrettanto.
E la finanza, che concedendo o negando credito, a suo insindacabile arbitrio, ha il potere di liberare o schiavizzare singoli, popoli e Stati, alla faccia di chi parla di primato della politica, mentre col cappello in mano è impegnato ad elemosinare voti o finanziamenti.
I cervelli programmati dalla cultura non sono riprogrammabili dalla politica. In America, la politica dice da decenni di voler contenere la proliferazione di armi detenute da ogni singolo americano ma non è mai riuscito nessuno. L'insieme delle Armi detenute dagli americani è la metà di tutte le armi esistenti al mondo.
E ora, sotto pandemia, la politica mondiale vorrebbe gli 8 miliardi di umani tutti rispettosi della politica, non potendo istituire l'obbligo vaccinale, ma deve fare i conti con i provax e i novax. Con chi cerca di fermare la pandemia e con chi negandola, caparbiamente, si ostina a diffonderla.
Solo ciò che riesce bene alla cultura è degno di dirsi politica, tutto il resto sono parole al vento. O come dice la piccola grande Greta, "bla bla bla".
Con questo, non voglio scagionare la politica e incriminare pari pari la cultura; ma se la politica vuole smettere di collezionare fallimenti, deve curare per decenni istruzione e informazione.
Solo la buona cultura può influenzare la qualità di vita dei singoli e quindi dei popoli democratici. Un popolo istruito e informato correttamente si autogoverna eleggendo una classe politica capace, responsabile e onesta che garantisce burocrazia e finanza rispettose dell'uomo e dell'ambiente.
Viceversa, la cultura predispone i popoli a subire inermi, dai propri rappresentanti "inconsapevolmente" eletti, il malgoverno della burocrazia inadempiente e la Finanza strozzina.
E se non vi bastano le mie povere argomentazioni, lasciatevi guidare dal grande Carl Gustav Jung:
"Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male. Se il singolo non è realmente rinnovato nello spirito neppure la società può rinnovarsi poiché essa consiste nella somma degli individui."
E Zygmunt Bauman conferma: "se pensi ai prossimi 10 anni pianta un albero, se pensi ai prossimi 100 istruisci le persone."
Un popolo male istruito è male informato, per la politica e per la finanza è sfruttabile e schiavizzabile.
Chi, dopo aver lasciato marcire la cultura, vedi Italia, vi rincretinisce parlandovi di buona politica, burocrazia e Finanza: o è utile idiota, oppure è complice venduto per favorire l'istituzione o il consolidamento di un potere democratico finto e tirannico vero, con relativo sfruttamento, schiavizzazione o macellazione di popoli. E Piero Gobetti c'aveva visto giusto: "Il fascismo non è una malattia passeggera, ma l'autobiografia di una Nazione". Ora temo che avrebbe detto dell'intero pianeta rosso e nero.
Franco Luceri
La cultura che forma i popoli intelligenti o stupidi condanna la politica, che in democrazia dipende dal popolo, ad esserlo altrettanto.
E la finanza, che concedendo o negando credito, a suo insindacabile arbitrio, ha il potere di liberare o schiavizzare singoli, popoli e Stati, alla faccia di chi parla di primato della politica, mentre col cappello in mano è impegnato ad elemosinare voti o finanziamenti.
I cervelli programmati dalla cultura non sono riprogrammabili dalla politica. In America, la politica dice da decenni di voler contenere la proliferazione di armi detenute da ogni singolo americano ma non è mai riuscito nessuno. L'insieme delle Armi detenute dagli americani è la metà di tutte le armi esistenti al mondo.
E ora, sotto pandemia, la politica mondiale vorrebbe gli 8 miliardi di umani tutti rispettosi della politica, non potendo istituire l'obbligo vaccinale, ma deve fare i conti con i provax e i novax. Con chi cerca di fermare la pandemia e con chi negandola, caparbiamente, si ostina a diffonderla.
Solo ciò che riesce bene alla cultura è degno di dirsi politica, tutto il resto sono parole al vento. O come dice la piccola grande Greta, "bla bla bla".
Con questo, non voglio scagionare la politica e incriminare pari pari la cultura; ma se la politica vuole smettere di collezionare fallimenti, deve curare per decenni istruzione e informazione.
Solo la buona cultura può influenzare la qualità di vita dei singoli e quindi dei popoli democratici. Un popolo istruito e informato correttamente si autogoverna eleggendo una classe politica capace, responsabile e onesta che garantisce burocrazia e finanza rispettose dell'uomo e dell'ambiente.
Viceversa, la cultura predispone i popoli a subire inermi, dai propri rappresentanti "inconsapevolmente" eletti, il malgoverno della burocrazia inadempiente e la Finanza strozzina.
E se non vi bastano le mie povere argomentazioni, lasciatevi guidare dal grande Carl Gustav Jung:
"Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male. Se il singolo non è realmente rinnovato nello spirito neppure la società può rinnovarsi poiché essa consiste nella somma degli individui."
E Zygmunt Bauman conferma: "se pensi ai prossimi 10 anni pianta un albero, se pensi ai prossimi 100 istruisci le persone."
Un popolo male istruito è male informato, per la politica e per la finanza è sfruttabile e schiavizzabile.
Chi, dopo aver lasciato marcire la cultura, vedi Italia, vi rincretinisce parlandovi di buona politica, burocrazia e Finanza: o è utile idiota, oppure è complice venduto per favorire l'istituzione o il consolidamento di un potere democratico finto e tirannico vero, con relativo sfruttamento, schiavizzazione o macellazione di popoli. E Piero Gobetti c'aveva visto giusto: "Il fascismo non è una malattia passeggera, ma l'autobiografia di una Nazione". Ora temo che avrebbe detto dell'intero pianeta rosso e nero.
Franco Luceri
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