domenica 2 aprile 2023

Fate il vostro gioco il banco vince il giocatore perde


"In una qualsiasi struttura (azienda o istituzione), tanto maggiori sono i costi quanto più grande diventa il potere di chi la finanzia.
Lo stato, un tempo, era dei politici (e, se c’erano elezioni democratiche con cui li si sceglieva, esisteva una qualche sovranità popolare). Aumentando i costi del welfare, il potere è passato ai grandi gruppi finanziari con cui lo stato si è indebitato." Pezzo estrapolato da:
Bino Nanni  22 febbraio 2016

La cultura e la politica occidentale ci fanno credere che infilare il denaro in una slot machine è un suicidio per qualunque individuo; mentre usarlo per avviare una impresa, e magari supportata da un generoso prestito bancario, è una mossa vincente per qualunque imprenditore o manager capace. Ma è falso. Prima o poi qualunque imprenditore onesto e condannato a fallire. 
Nessuna scienza economica è in grado di garantire continuità di profitto nemmeno ad un venditore di caldarroste o bruscolini.
Il mercato è una strada dissestata piena di salite discese e persino burroni (pensate all'enormità del danno incassato dalle imprese in qualunque angolo del pianeta prima a causa della pandemia ora della guerra).
Nessun umano è in grado di razionalizzare un'attività economica in modo che preventivo e consuntivo si equivalgano. E che una accettabile continuità di profitto consenta a qualunque imprenditore onesto di vivere dignitosamente e onorare puntualmente i suoi debiti. 
Profitti e perdite si sorpassano a vicenda come due auto sul circuito di Indianapolis. E se un'attività economica è finanziata da una banca, il banchiere e associato al profitto dell'imprenditore, ma è "dissociato" dalla perdita. 
E siccome le perdite dall'impresa non si possono sfrattare, alla lunga (per ogni perdita subita) il potere "emigra", si trasferisce silenziosamente dall'imprenditore ingenuo al banchiere scaltro, che si è garantito il monopolio del profitto e in qualunque istante ha il potere di chiedere all'imprenditore la restituzione del suo debito e spedirlo in bancarotta. 
Ecco perché si dice "il banco vince e il giocatore perde". Che si tratti di un gioco come la "slotmachine", o la foresta del mercato globale infestata da corrotti, ladri,  strozzini e guerrafondai non c'è differenza.
Le capacità competitive oneste non bastano per rendere vincente il popolo più istruito e democratico del mondo, se gli imprenditori sono così sprovveduti da appoggiarsi al sistema finanziario per tirare su un'impresa, dimenticando che i banchieri scaltri come volpi, incassano la loro parte di profitto ma si dissociano dalle perdite.
E posto che il mercato globale non è fatto solo di profitti, ma anche di perdite, in conseguenza di lunghe recessioni che mettono a dieta gli imprenditori e ingrassano i banchieri a cui va garantito il puntuale pagamento degli interessi e quindi continuità di profitto.
Perciò, non c'è differenza sostanziale tra il gioco d'azzardo truccato e il mercato globale infestato di provetti macellai finanziari, che dalle imprese si spolpano i profitti e agli imprenditori illusi lasciano l'osso: le perdite, la devastazione dei patrimoni e delle famiglie, il fallimento, il suicidio.
Franco Luceri

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