sabato 22 febbraio 2025

Solo il governo può convertire in collana le perle istituzionali







Un sistema Democratico è un mucchio di "perle istituzionali", che "solo il filo della politica di governo può convertire in preziosa collana", capace di garantire giustizia sociale, tassando i contribuenti e trasformando i tributi in servizi pubblici per la collettività.
Ma se il sistema Stato non ha uomini formati per fare buon uso dei mezzi culturali, tecnologici e finanziari; né i mezzi sono adattati alle capacità psicofisiche degli uomini: alla lunga e con qualunque governo, popolo e Stato sono condannati allo sfascio.
Perciò il governo deve avere sufficiente potere per indirizzare verso il bene comune la cultura, la burocrazia, il mercato e la finanza, altrimenti il sistema Stato va in frantumi come una collana col filo spezzato e scarica sul sistema sociale danni miliardari assassini. 
A quel punto il potere si trasferisce pari pari dai governanti ai magistrati, ma che non hanno potere di risanare lo Stato.
Alla rottura del "filo politico", le istituzioni della "collana" democratica non si sparpagliano; ma mancando il collegamento e la finalità politica, non tardano a diventare distruttive: tassano i contribuenti e convertono i tributi in disservizi devastanti per la collettività e per lo Stato.
Perciò, in democrazia, la funzione del governo è "cucire le perle", collegare e rendere utilmente interattive le istituzioni"; e quella delle opposizioni contribuire alla solidità del filo politico del governo e scongiurare i danni crescenti e irreparabili della generale irresponsabilità pubblica e della conseguente bancarotta privata. Vedi Italia.
Come dire che la maggioranza di governo ha l'obbligo di governare bene, ma l'opposizione è tenuta ad impedire il mal governo, o abbandonare la poltrona. Perché rimanere al potere solo per scimmiottare l'informazione raccontando ai cittadini vittime del sistema, quanto sfascio quotidiano sono chiamati a subire e a pagare è una truffa miliardaria.
Nelle democrazie, dove tutti sono liberi persino nell'utero materno, la responsabilità individuale è una mostruosità giuridica. Premier e ministri non sono gli unici responsabili.
Se un cittadino italiano, adulto, patentato e libero, guidando un'auto va a sterminare una famiglia sulle strisce pedonali; è responsabile solo lui di questo crimine, oppure corresponsabili sono anche i potenti della cultura, della politica, della burocrazia, dell'economia e della finanza, che continuano impunemente a fare danni a uomini animali e cose, formando cittadini incapaci o disonesti e rifornendoli di titoli e patenti per danneggiare la collettività e/o lo Stato?
Se la scuola non adegua l'intelligenza dei popoli al progresso tecnologico; e
la scienza e l'industria non adeguano la tecnologia alla cultura media dei popoli,
sulla distruttività che ne consegue il mondo finanziario ci specula una barca di soldi. E i legislatori e i burocrati continuano a governare da struzzi con la testa nella sabbia facendo finta che lo sfascio è tutto  perfettamente a norma.
Nel mondo non c'è popolo che non stia rimpiangendo la dittatura, perché senza responsabilità collegiale, in democrazia la maggioranza di governo è colpevole a prescindere e l'opposizione incolpevole a prescindere.
Credo che dovremmo cercare di capire che rapporto di parentela c'è tra le democrazie attuali e quella teorizzata da Platone 24 secoli fa. Maggioranza e Opposizione esistono ancora entrambe; ma mentre una volta l'opposizione aveva l'obbligo di servire la collettività distillando buona politica dal governo; oggi ha la discrezionalità di indurre il potere esecutivo alla cattiva politica, per disarcionare il "fantino" di Palazzo Chigi e rubargli il "cavallo".
Promettendo maggiori privilegi e potere, l'opposizione induce burocrati e professionisti a qualificare incostituzionali le riforme della maggioranza di governo e a sabotarle, (come la super contestata riforma della Giustizia) in attesa di quelle costituzionali dell'opposizione; che a sua volta, quando sarà maggioranza di governo verrà accusata e perseguita per mal governo.
Se indebolire o rompere il "filo del governo" e perdere il controllo delle "perle istituzionali", in Italia è la migliore politica possibile tra maggioranza e opposizione in guerra senza esclusione di colpi bassi, di sicuro Platone starà applaudendo la Premier Meloni che non si lascia disarcionare. 
Altrimenti, vedendo in che pietose condizioni è ridotta l'incurabile democrazia italiana, affidata alle teste d'uovo di maggioranza e opposizione che dialogano come fossero sul ring, con la stessa intelligenza di due pugili suonati, si starà stringendo la pancia per non scoppiare dalle risate.
Franco Luceri

sabato 15 febbraio 2025

Se sapessimo cambiare l'uomo, il mondo starebbe bene anche così

 





Se consegni ad un neopatentato un mezzo che non sa guidare e gli lasci tutta la libertà di decidere come usarlo, fai di lui un potenziale suicida o omicida. 

Illudendosi di essere capace e libero, vorrà realizzare di giorno ciò che sogna di notte. Ma non avendo maturità e cultura per attuare utilmente i suoi sogni, se ha denaro da spendere, finisce per mettere in cantiere una catastrofe dietro l'altra. Così sono messi i popoli se dispongono della libertà e del potere di autogovernarsi ma non delle risorse intellettive per usare i mezzi disponibili in maniera socioecocompatibile.
Attualmente la comunità mondiale dispone di una quantità incalcolabile di mezzi, dei quali non conosce nemmeno il nome, perché il mondo scientifico ha saputo o voluto migliorare più i mezzi che gli uomini. E quindi 8 miliardi di umani impegnati a realizzare di giorno ciò che sognano di notte, senza avere la "patente" per fare buon uso dei mezzi giuridici, finanziari e tecnologici disponibili, sono una realtà terrificante persino per il Padreterno.

L'amico Massimo Maccabi Benocci, in uno dei suoi aforismi al vetriolo ha scritto:

"Se sapessimo cambiare l'uomo, il mondo starebbe bene anche così."

Ma l'uomo sembra proprio immodificabile, da schiavo e da Libero. Il progresso di qualunque tipo: sociale, culturale, politico, scientifico, tecnologico, economico o finanziario, al pari della medicina, serve a curare una malattia che sta uccidendo un popolo o a prevenirla (come fosse vaccino) per evitare che lo uccida.
Ma guai a pensare che i miracoli sia la "medicina progresso" a farli da sola.
Per renderla concretamente salvifica, servono i medici capaci di adattare la medicina al malato (intellettuali, tecnici, politici e banchieri degni di questo nome) per evitare che i mezzi giusti, per mancanza di uomini giusti, promettano utile e facciano danno genocida.
Perciò i guasti delle democrazie (italiana compresa) non sono imputabili ai mezzi sbagliati o insufficienti (la produttività, le tasse, i servizi pubblici, la finanza) ma agli uomini di governo della cultura, della politica, della burocrazia, della giustizia e del mercato, che almeno da mezzo secolo sono "perfetti" per qualunque sistema sociale, ma "diversamente democratico".

Secondo voi, i nostri padri costituenti avrebbero stabilito di pagare nella stessa misura i parlamentari della maggioranza con la responsabilità di governare bene l'Italia con un debito pubblico astronomico, e quelli dell'opposizione, con la discrezionalità di collaborare al buon governo, oppure contestare quotidianamente il potere esecutivo, creare prove false per incriminare premier e ministri, far cadere il governo e festeggiare se si rompe le ossa?
Se la Costituzione italiana lascia a l'opposizione questo livello di discrezionalità; bisogna ammetterlo, i nostri politici usano così bene il potere, che a caccia di visibilità e voti, si fanno lo sgambetto persino all'interno dei partiti destri e sinistri.
Franco Luceri

sabato 8 febbraio 2025

I mezzi assumono la qualità del soggetto che li usa







La scienza viene ridotta volutamente ad una pluralità di saperi specialistici scollegati e conflittuali per essere incomprensibile, costosa o dannosa ai più: ma produttiva di una montagna di denaro e potere per gli "onestissimi" addetti ai lavori.
Henri Poincaré diceva: "La scienza è fatta di dati, come una casa di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una casa".
Questa è l'origine dei problemi traghettati pari pari dalle dittature alle democrazie. La scienza è come il cemento armato; se lasci separati i cinque componenti, hai cinque problemi di ingombro e di costo. Se li unisci e li rendi reciprocamente complementari, hai un immobile produttivo di reddito, un ponte, una galleria, una strada, una industria.
Si ha l'impressione che per colpa della Scienza l'umanità stia indietreggiando. No, la scienza non indietreggia, avanza sempre; è la speculazione criminale di alcuni addetti ai lavori che la rende dannosa.
Le dittature muoiono di abbondanza di problemi, le democrazie di abbondanza di finte soluzioni, spacciate per scoperte scientifiche, ma progettate, pagate, irrealizzate o abbandonate da cattedrali nel deserto. In Italia il Ministero delle Infrastrutture ha incompiute 750 "cattedrali". Come il ponte sullo stretto di Messina "procreato, ma mai partorito".
Sia le dittature che le democrazie vengono usate da millenni per trarre vantaggi economici dai problemi. Ma nell'ultimo secolo si sono riempite di professori, professionisti, burocrati e scienziati; e chiunque inventa uno straccio di soluzione, spinge la politica e la finanza ad attuare la sua riscoperta dell'acqua calda e a sabotare le altre.
Insomma, le democrazie muoiono di soluzioni progettate e pagate, ma che al 90% diventano operative e produttive solo per Paperoni. 
Così i cittadini, da clienti, utenti e contribuenti, si trovano a subire i danni dei problemi vecchi, i danni dei problemi mal risolti o i costi delle soluzioni progettate pagate e mai completate o mai rese socialmente produttive.
No non è la scienza che fa danni, non è la scuola che non insegna, non è la stampa che non informa; ma per sporchi interessi individuali, alcuni onestissimi addetti ai lavori fanno dei mezzi: scienza, politica e finanza un uso particolare, speculativo o letteralmente criminale. 
Le soluzioni sono una miniera d'oro per chi riesce a progettarle e attuarle. È pronto ad uccidere il problema che già gli rende un sacco di soldi, ma a patto che sia la sua soluzione a rendergli ancora più denaro e potere.
E siccome in democrazia serve la maggioranza; la guerra del tutti contro tutti impedisce la formazione di una solida maggioranza che abbia potere e capacità scientifica di sostituire i problemi assassini, con vere soluzioni salvifiche, socialmente produttive.
Sapere e avere sono come il diavolo e l'acquasanta: quelli che hanno, vogliano anche sapere, e quelli che sanno vogliono anche avere. E tra l'incudine e il martello, c'è la politica paralizzata o corrotta da alcuni potenti della Cultura e della Finanza a caccia di profitti e potere a spese di Pantalone.
E alla stragrande maggioranza di poveri e ignoranti che non sanno e non hanno, non resta che subire i danni della guerra civile spacciata per democrazia, progresso scientifico, tecnologico e giustizia sociale.
C'è solo da stabilire se sia più efficace la democrazia o la dittatura per rendere sopportabili i "pulitissimi" interessi di alcuni corrotti e corruttori che maneggiano scienza e finanza a proprio vantaggio e a spese dell'umanità.
In ogni popolo la competizione è resa sempre più selvaggia dalla crescita di intellettuali impegnati ad attuare le proprie soluzioni e a sabotare quelle altrui. Esattamente come i banchieri e gli industriali che lavorano al fallimento altrui per la propria crescita produttiva.
Quindi un mondo culturalmente ed economicamente competitivo può essere tenuto sotto controllo solo da una politica che limita la libertà accrescendo al massimo la responsabilità individuale e introducendo se necessario anche la collettiva.
Ma una politica che la sancisce e la tutela, poi perde il controllo; non ha uomini e mezzi sufficienti ad impedire la famelica competizione e corruzione, che si espande come un tumore maligno, nelle professioni, nelle istituzioni e nel mondo economico e finanziario generando anarchia, sfascio, ingiustizia sociale genocida e bancarotta.
Franco Luceri

sabato 1 febbraio 2025

Agli allevatori del potere le vacche grasse non dimagriscono mai







I filosofi non si fidano troppo della salute mentale degli economisti e questi dell'intelligenza dei filosofi.
Ma a giudicare da come va a rotoli il mondo, pensato riveduto e corretto dai "sotuttoio" delle scienze orfane della "Scienza" con la maiuscola, hanno ragione entrambi.
"Il bene comune" inventato dagli "intellettuali", mutuato paripari dagli acefali della politica e sfruttato dai rapaci della Finanza è una utopia che tutti inseguono ma nessuno raggiunge.
I Marx e gli Smith moderni, (non essendo insieme filosofi ed economisti come gli inventori del comunismo e liberismo) lavorano al perfezionamento dei sistemi sociali, facendo quattro autentici "miracoli" in un colpo solo:
1)   fanno in modo che qualunque sistema Stato sia vantaggioso per pochi e costoso e devastante per molti.
2)   che la gente sappia perfettamente quando, come, dove e perché sta subendo un danno, ma possa solo rassegnarsi a subirlo e soccombere.
3)   che le resti incomprensibile il "cui prodest?": quale "onestissima" categoria di potenti sta traendo vantaggi dal danneggiamento collettivo.
4)   e veda solo chi si asciuga le lacrime di coccodrillo e si improvvisa filantropo gettando in pasto alla categoria dei poveri che ha contribuito ad impoverire un sacchetto di spiccioli, sufficienti per sfamare un morto non certo un vivo.
Per certificare la stupidità di chi usa impropriamente i mezzi, una volta si diceva: "taglia i cocomeri con la serra a scoppio". Ora i potenti che passano per vincenti, danno prova della loro superiorità intellettiva, tagliando i cocomeri con la serra a scoppio e dimostrandosi vincenti con quelli sprovvisti di cocomero e persino di pane raffermo.
La scienza è in grado di misurare la forza fisica di qualunque essere vivente; ma la forza intellettiva dei saggi e dei potenti, gli addetti ai lavori ci costringono ad accettarla sulla fiducia.
Come dire che nella specie umana, "dall'uomo ignorante" non possiamo aspettarci intelligenza, solo muscoli; ma dobbiamo diffidare anche dell'uomo istruito e potente, perché s'è messo in difficoltà, è intelligente solo "Pro Domo Sua".
Se per carenza di mezzi o errori di valutazione non è in grado di difendersi legalmente; l'istinto di conservazione (come qualsiasi essere vivente) lo induce a tutelare i suoi interessi e mandare al macero quelli altrui.
Per dare prova di intelligenza, i potenti del mondo stanno cancellando Palestina e Ucraina. Speriamo non diano libero sfogo alla loro inimmaginabile "intelligenza" maneggiando l'atomica.
Insomma l'intelligenza è una invenzione del disonesto mondo della cultura, della politica e della Finanza. Noi umani abbiamo solo forza muscolare e diamo prova di possederla salendo sul ring e mettendo KO un avversario o andando sul fronte di guerra ad ammazzare un nemico che sta sventolando le sue mutande in segno di resa.
Daremmo prova di intelligenza aiutando il perdente a vincere o a tornare a casa sua né sconfitto né vincente.
Ma una intelligenza utile agli altri senza essere dannosa per sé, la tronfia e stramillenaria cultura umana non l'ha ancora inventata.
Musil diceva:
"Se di dentro la stupidità non somigliasse straordinariamente all'intelligenza, se di fuori non si potesse scambiare per progresso, genio, speranza, perfezionamento, nessuno vorrebbe essere stupido e la stupidità non esisterebbe"".
Chi ha una forza intellettiva realmente superiore a quella di un altro, "sfida se stesso per migliorarsi", non compete dimostrando di saper sconfiggere un avversario più debole.
Aiuta il perdente a vincere senza perdere lui. Gesù ha dato prova di intelligenza perché ha espiato in croce i peccati degli umani ed è tornato da suo padre in perfetta salute, senza vendicarsi dei "boia umani" che lo avevano crocifisso.
L'intelligenza individuale non si misura creando vantaggi per sé, arraffando ricchezza e potere personale, ma cooperando ad un sistema produttivo e perequativo, che non affama come ora il 90% della comunità mondiale per ingrassare il 10.
Nel mondo crescano parallelamente laureati e falliti, a conferma che gli umani presunti intelligenti non hanno ancora imparato a dare prova di vera intelligenza collettiva.
Insomma la cultura umana è un bluff. Ci fa credere che l'intelligente, diversamente dallo stupido, vive per servire la collettività non per servirsene. Ma è falso. Quando, (nei lunghi periodi di recessione) le vacche grasse del libero mercato dimagriscono per gli impotenti, per i veri potenti magre non diventano mai. Per istinto di conservazione, invece di servire chi è in difficoltà asservono tutto e tutti (natura compresa) e continuano ad arricchire e a conservare potere senza vergogna.
Che non vengano a raccontarci balle gli intelligenti della cultura, della politica, del mercato e della Finanza, che tali lo sono soltanto con chi può pagare profumatamente i loro onestissimi servizi: per gli altri sono negrieri sfruttatori.
Ma peggio, se il sistema non è abbastanza protettivo e li mette fisicamente e/o finanziariamente in pericolo; alla faccia della loro certificata e sconfinata intelligenza, per bestiale istinto di conservazione rischiano di diventare pure assassini.
Franco Luceri