sabato 15 febbraio 2025

Se sapessimo cambiare l'uomo, il mondo starebbe bene anche così

 





Se consegni ad un neopatentato un mezzo che non sa guidare e gli lasci tutta la libertà di decidere come usarlo, fai di lui un potenziale suicida o omicida. 

Illudendosi di essere capace e libero, vorrà realizzare di giorno ciò che sogna di notte. Ma non avendo maturità e cultura per attuare utilmente i suoi sogni, se ha denaro da spendere, finisce per mettere in cantiere una catastrofe dietro l'altra. Così sono messi i popoli se dispongono della libertà e del potere di autogovernarsi ma non delle risorse intellettive per usare i mezzi disponibili in maniera socioecocompatibile.
Attualmente la comunità mondiale dispone di una quantità incalcolabile di mezzi, dei quali non conosce nemmeno il nome, perché il mondo scientifico ha saputo o voluto migliorare più i mezzi che gli uomini. E quindi 8 miliardi di umani impegnati a realizzare di giorno ciò che sognano di notte, senza avere la "patente" per fare buon uso dei mezzi giuridici, finanziari e tecnologici disponibili, sono una realtà terrificante persino per il Padreterno.

L'amico Massimo Maccabi Benocci, in uno dei suoi aforismi al vetriolo ha scritto:

"Se sapessimo cambiare l'uomo, il mondo starebbe bene anche così."

Ma l'uomo sembra proprio immodificabile, da schiavo e da Libero. Il progresso di qualunque tipo: sociale, culturale, politico, scientifico, tecnologico, economico o finanziario, al pari della medicina, serve a curare una malattia che sta uccidendo un popolo o a prevenirla (come fosse vaccino) per evitare che lo uccida.
Ma guai a pensare che i miracoli sia la "medicina progresso" a farli da sola.
Per renderla concretamente salvifica, servono i medici capaci di adattare la medicina al malato (intellettuali, tecnici, politici e banchieri degni di questo nome) per evitare che i mezzi giusti, per mancanza di uomini giusti, promettano utile e facciano danno genocida.
Perciò i guasti delle democrazie (italiana compresa) non sono imputabili ai mezzi sbagliati o insufficienti (la produttività, le tasse, i servizi pubblici, la finanza) ma agli uomini di governo della cultura, della politica, della burocrazia, della giustizia e del mercato, che almeno da mezzo secolo sono "perfetti" per qualunque sistema sociale, ma "diversamente democratico".

Secondo voi, i nostri padri costituenti avrebbero stabilito di pagare nella stessa misura i parlamentari della maggioranza con la responsabilità di governare bene l'Italia con un debito pubblico astronomico, e quelli dell'opposizione, con la discrezionalità di collaborare al buon governo, oppure contestare quotidianamente il potere esecutivo, creare prove false per incriminare premier e ministri, far cadere il governo e festeggiare se si rompe le ossa?
Se la Costituzione italiana lascia a l'opposizione questo livello di discrezionalità; bisogna ammetterlo, i nostri politici usano così bene il potere, che a caccia di visibilità e voti, si fanno lo sgambetto persino all'interno dei partiti destri e sinistri.
Franco Luceri

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