sabato 20 agosto 2011

Dove è scarsa la cultura è inesistente la politica



Ogni mattina vado a fare la spesa in un paese vicino, e c’è sempre fermo un mezzo della nettezza urbana con il relativo addetto che chiacchiera con i residenti, perché il grosso del suo lavoro di pulizia lo hanno già fatto i cittadini evitando di sporcare. L’esatto contrario di Napoli, dove i cittadini forse non si divertono a sporcare, ma se i netturbini dovessero pulire da soli tanta “monnezza” schiatterebbero di lavoro.
Così ho capito come si riduce alla bancarotta un sistema sociale democratico. Inventando due diversi filoni di servizi pubblici finti con i denari della collettività: uno per pulire dove ci sono sporcaccioni; e l’altro per moltiplicarne la razza.
Sono entrambi validissimi per fare apparire civile e funzionante un sistema sociale da rottamazione, pensato per conservarsi ignorante, egoista, ladrona, corrotta, violenta e sozzona, una quantità crescente di individui, che possono “rompere” e scaricare “i cocci” (i costi del risanamento) sulla collettività, passando per lo Stato. Un modo complesso di pensare e gestire uno Stato, ma solo in apparenza: ch’è come ammazzarsi di lavoro per asciugare il pavimento allagato, ma senza mai chiudere il rubinetto che lo allaga, perché di quel lavoro ne è una sicura sorgente di reddito.
Insomma, i servizi pubblici che fingono di garantirci a spese di tutti un ambiente a misura d’uomo, sono una raffinata forma di doppia istigazione a delinquere, un moltiplicatore di soggetti asociali: i disonesti privati che si sentono incentivati a sporcare, rompere, avvelenare, danneggiare, deturpare, devastare e derubare, tanto loro incassano e Pantalone paga; e i truffatori pubblici che se la prendono comoda e non puliscono o non risanano, perché quel fesso di Pantalone paga sempre e comunque, anche se, “a servizio pubblico ultimato a regola d’arte, la cacca non gli arriva più al mento ma alla bocca”. Vedi la Napoli 2011 e poi muori!
Perciò, tutte le scelte politiche che attribuiscono allo Stato (coi denari dei contribuenti), la manutenzione e riparazione del sistema, e mai del cervello di chi lo danneggia e di chi incassa indebitamente lo stipendio per conservarlo danneggiato, sono politiche truffa che portano (inesorabilmente, sia pure dopo cinquanta anni, o settantacinque come il comunismo russo), alla bancarotta economica o alla guerra, perché moltiplicano in maniera esponenziale la peggiore fauna sociale, incentivando l’illegalità privata e l’irresponsabilità pubblica.
Chi crede che solo i Paesi con una montagna di denari come la Svizzera, possono permettersi servizi pubblici civili, ha capito poco. Civili sono solo gli Stati che scoraggiano o non incentivano l’inciviltà del popolo, per poi fingere di recuperare la civiltà con servizi pubblici truffa straripanti di parassiti, che come in Italia martirizzano i loro colleghi capaci e volenterosi se tentano di “servire”, oltre agli onesti della società chiamati a rubare o fallire per pagare i disservizi spacciati per servizi.

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