Guerra fra poveri
Ho sempre pensato che in Italia solo la riduzione
delle tasse avrebbe potuto salvarci. Invece ho sempre sbagliato, come chi si
illude di vedere la luna, ma nel migliore dei casi sta vedendo solo la mezza
faccia visibile.
Al mezzo problema noto, arcinoto e inflazionato di
come e quanto ridurre la massa di denaro trasferita con le tasse dai
contribuenti allo Stato; vi è l'altro mezzo problema invisibile e inesplorato
di come trasformare quel denaro in servizi pubblici essenziali per qualunque
popolo degno di dirsi civile e progredito, senza che l'assalto alla diligenza
da parte dei banditi di tutte le razze, converta una fettina/ona di quella ricchezza pubblica, in
refurtiva privata.
Quindi la classe politica e giudiziaria onesta,
rischia di trovarsi come un asino in mezzo al frastuono: quello dei
contribuenti che non vogliono pagare troppe tasse, soprattutto se hanno il
problema di difendersi l'essenziale per non sprofondare nella povertà e oltre;
e quello dei dipendenti pubblici chiamati a produrre migliori
servizi, ma ad un costo inferiore, (che è come volere moglie ubriaca e botte
piena) dovendo compensare la fettina/ona di ricchezza pubblica
volatilizzata a partire dai finti ciechi protetti da professionisti e
burocrati ladroni, agli appaltatori corrotti, ai manager ingordi, e fino al pezzo di casta dei politici ladri, per fortuna nel mirino dei magistrati
Allora, continuiamo pure a parlare di tasse da
ridurre, ma anche di come farle arrivare sane e salve ai dipendenti pubblici
onesti, che da sempre hanno l'onere, ma non l'onore di trasformarle in servizi.
Perchè se dal contribuente al dipendente pubblico le
tasse subiscono sfridi, cali, scremature, alleggerimenti, appropriazioni ed
evaporazioni tali da arrivare più che dimezzate, (peggio dell'acqua perduta per
strada nelle condotture di un acquedotto colabrodo) l'Italia e gli italiani
salvati dalla riduzione delle tasse e dai servizi pubblici eccellenti per
qualità e quantità, resteranno utopia all'infinito.
E di concreto ci sarà solo la guerra fra poveri, senza
un possibile armistizio. Contribuenti a rischio povertà o suicidio da una
parte, e dall'altra i dipendenti pubblici onesti, accomunati a tutti i ladri
che derubando lo Stato per arricchire.
E ciò è altrettanto disonesto, come riversare nel
calderone unico degli "evasori"; gli evasori di
necessità, (eternamente perseguitati da Equitalia per furto di bruscolini
e anche solo per errori formali) agli evasori miliardari, agli elusori, ai
falsificatori di bilanci, ai mafiosi e agli esportatori di capitali nei
paradisi fiscali puntualmente favoriti e protetti da troppi potenti disonesti
del sistema Italia ingovernabile, di cui la stampa faziosa e complice ne fa da
complemento d'arredo.
Nessun commento:
Posta un commento