L’Italia
va ricostruita non spolverata
Forse un sistema sociale funzionante ancora non lo ha visto
nessuno. Dei due modelli politici arrivati fino a noi: quello comunista è
fallito nel vano tentativo di produrre ricchezza sfruttando tutta la forza
lavoro; ma anche quello liberale, lasciando ai cittadini la libertà di
sfruttare capitale e lavoro, salvo poi requisirgli la ricchezza con imposizioni
tributarie tanto feroci contro i poveri e finte contro i ricchi, da affamare
gli onesti, ingrassare gli strozzini e indebitare gli Stati. In altre parole,
lo Stato di diritto continua ad esistere solo come finzione giuridica, visto
che i poveri continuano ad essere prede dei ricchi e dello Stato, a norma di
legge. E quella di un imprenditore istigato al suicidio per tasse o usura, o
non è considerata dalla legge “notitia criminis”, o non è tale per la
magistratura italiana, o la stampa non sente il dovere di informarci.
Solo comunismo o solo liberismo?
Chi pensasse ancora che il mondo si salva solo col comunismo o
solo col liberismo o con entrambi in competizione come due squadre di calcio
impegnate a divertire i tifosi della squadra vincente e rendere
idrofobi quelli della perdente, anziché salvare l'intero popolo: di
politica non ha capito una mazza. Perché spacca lo Stato in squadre ferocemente
antagoniste: fascisti-comunisti, berlusconisti-antiberlusconisti, ricchi-poveri, padroni-lavoratori,
vecchi-giovani, giudici-politici, burocrati-utenti, uomini-donne,
figli-genitori, nordtassato e sudmafioso/evasore/parassita, devastanti quanto
una guerra civile.
Ma la chiave c’è?
E certo che la soluzione c’è. Basta ricopiare,
nel governo degli Stati, gli stessi principi solidali che da millenni rendono
inossidabile l’istituzione della famiglia, dove non maneggiano denaro cani e
porci, ma solo chi dimostra di saper produrre “valore aggiunto”, perchè la
ricchezza disponibile, poca o molta che sia, deve bastare a garantire vita e
salvezza a tutti. Non giustizia sociale truffa, dove ci sono quelli che si
danno fuoco, schiacciati dall’irresponsabilità altrui, e gli utili idioti del
potere che massacrano intere classi sociali e partono felici alle Maldive ad
abbronzarsi.
Responsabilità
A tutti i livelli va riaperta la stagione della
responsabilità. La classe dirigente di un popolo ha nelle sue mani la vita
del popolo, ma la propria se la tiene al sicuro da un’altra parte. Questo è il
problema. Dovrebbe soccombere come l’autista di un autobus, che è libero di
usare i comandi di quel mezzo, e di avere nelle proprie mani la vita dei
passeggeri, ma se causa un incidente è il primo a tirare le cuoia.
Nessuno sarà mai preoccupato di arrischiare la vita altrui, se la
propria può conservarsela al fresco, come il generale che osserva a distanza di
sicurezza, col cannocchiale, i soldati che ha mandato a morire.
Perciò, per liberare l’Italia dagli idioti e parassiti, dovremmo
convertire i potenti della cultura, politica, giustizia, sindacato e burocrazia
in altrettanti autisti di autobus, che sapendo di coinvolgere se stessi oltre
ai passeggeri, eviterebbero quelle manovre azzardate che hanno trasformato
l’Italia, in un paradiso in terra per potenti irresponsabili e ladri, e
cimitero per impotenti onesti.
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