sabato 11 ottobre 2025

Il liberismo sopravvive rendendo complementari problemi e soluzioni







L'industria culturale e politica liberista, ormai radicata nel mondo più della religione, produce problemi e poi finge di estirparli con  soluzioni  complementari "gattopardiane",  (direbbe Tomasi di Lampedusa) che conservano i problemi per garantire ai Paperoni montagne di profitti sfruttando e devastando Popoli, Stati, e Pianeta.

Per il mondo della cultura liberista, l'eliminazione dei problemi è la peggiore iattura; significa fallimento e fame per gli addetti ai lavori.
Provate a togliere i malati ai medici, gli obesi ai nutrizionisti, i litigiosi agli avvocati, gli artigiani agli ingegneri, i contribuenti ai commercialisti, gli agricoltori agli agronomi, gli allevatori ai veterinari, i corruttori ai politici e i criminali ai giudici, e la Torre di Babele del potere mondiale liberista si affloscerà come ricotta malfatta, perché è costruita sulla truffa legalizzata chiamata "Soluzione", che protegge e conserva il "problema" in buona salute, per garantire ai "manovali" della classe dirigente continuità di guadagno e a politici e banchieri potere tirannico, anche a costo di scatenare la terza guerra mondiale.

Chi vi garantisce di risolvere un problema al giusto prezzo, è un "truffatore truffato" costretto ad adattarsi al sistema mondiale della "soluzione conservativa" che ha fatto dell'umanità una ricca gallina dalle uova d'oro, derubandola della borsa, della vita e delle migliori risorse del pianeta.

E ancora nessuno ha cercato di capire se il liberismo sta mettendo il denaro al servizio dell'uomo o l'uomo al servizio del denaro; posto che nel mondo crescono in parallelo le scienze e le catastrofi, e sono la prova evidente che il denaro è usato per produrre denaro non civiltà, giustizia, pace e qualità della vita.

Perché, se una soluzione è davvero efficace; l'autore che l'ha partorita,  il giorno dopo è costretto a cambiare mestiere: perché eliminando il problema, si è auto eliminato clientela e profitto.

Il mondo della cultura continua ad imputare i suoi fallimenti alla politica che non finanzia adeguatamente l'istruzione. Ma se la cultura che si arroga il diritto di rendere produttivi i popoli, assolvesse scientificamente alla sua funzione di accrescere la capacità produttiva di chi agisce, (posto che è chiamato a mantenere economicamente chi pensa) il problema sarebbe risolto. 
Se invece i finanziamenti servono crescenti in eterno, vuol dire che il mondo della cultura non sta adempiendo alla sua funzione formativa. Adatta ogni singolo individuo all'habitat ormai culturalmente modificato, per conservarlo produttivo per gli sfruttatori e fallimentare per i contribuenti cornuti e mazziati.

E chi, di quella irresponsabilità burocratica e politica è chiamato a pagare il conto, non ha scelta. Professionisti onesti e piccoli imprenditori, messi in difficoltà con leggi, burocrazia, tassi e tasse; finiscono costretti a rendersi organici al sistema, e a derubare singoli e popoli, conservati apposta ignoranti e dipendenti.

Da due sorgenti letali l'umanità subisce danni irreparabili: le multinazionali devono produrre beni e servizi che attraggono la clientela con campagne pubblicitarie efficaci come esca, altrimenti i prodotti restano invenduti e le imprese falliscono.
E l'altra fonte di catastrofi sono i sacerdoti della cultura che a colpi di soluzioni truffa competono con gli imprenditori a chi arricchisce di più facendo incancrenire e sfruttando i problemi invece di eliminarli.

Queste sono le due sorgenti della degenerazione culturale ed economica liberista.

Chi ha un mestiere di qualunque tipo, anche se inquadrato come dipendente, è produttivamente autonomo, perché se dovesse essere licenziato, il giorno dopo sta già lavorando e guadagnando onestamente per conto proprio da imprenditore che assume e paga tasse.
Mentre l'intellettuale che progetta, è, per tutta la vita, dipendente da chi agisce. La sua produttività è riflessa, dipende dalla qualità dei suoi servizi professionali, che devono rendere doppiamente produttivi gli esecutori di lavori manuali, dovendo produrre ricchezza per sé e per il professionista fornitore di "soluzioni".

Il sistema però non è privo di eretici:  Intellettuali, professionisti, politici, giornalisti, giudici e imprenditori onesti e coraggiosi, che pagano con la borsa e con la vita il rifiuto a rendersi organici alla truffa liberista, ci sono in tutte le istituzioni. 
Ma l'infernale sistema è talmente consolidato e inossidabile da trovare sostenitori entusiasti persino per il genocidio, come in Ucraina e Palestina. E niente e nessuno ha il potere di fermare la produttività economica di qualunque progetto criminale, prima che sia stato completato e portato politicamente e finanziariamente a frutto.

sabato 4 ottobre 2025

L'istruzione obbligatoria ha declassato il progresso da sogno in incubo







Con l'istruzione obbligatoria si è impoverita la classe dei lavoratori manuali e arricchita quella dei lavoratori intellettuali; ma nessuno è mai riuscito ad inventare uno straccio di lavoro onesto, retribuito e garantito per nessuno.

In Italia e credo in tutto l'Occidente cosìdetto progredito, la vita onesta, che grazie alla cultura avrebbe dovuto essere progressivamente sempre migliore, ha finito per trasformarsi in miraggio. 
Perché se una cosa basta per 10 persone, ma la lasci contendere a 1000, per i più rapaci e disonesti diventa reale e per gli altri resta miraggio per tutta la vita, o peggio, passa letteralmente da illusione ad incubo.
Ecco perché i cambiamenti positivi, promessi e finanziati dalla politica, non hanno mai prodotto l'effetto strombazzato; perché se induci giuridicamente nei popoli, spostamenti in massa da una condizione di disagio ad una di privilegio, dal lavoro manuale a quello intellettuale, (questo ha fatto in Italia l'istruzione obbligatoria) generi lo stesso squilibrio provocato dai passeggeri di una barca, che spostandosi velocemente tutti nella stessa direzione, la fanno capovolgere.
Grazie al progresso culturale, negli ultimi 8 decenni ha rincorso il progresso economico facile e ricco un numero così massiccio di italiani, da stravolgere la promessa politica di lavoro, casa, famiglia, benessere, libertà, diritti e giustizia sociale per tutti: nord, centro e sud. Campa cavallo!
Gli spostamenti in massa dai lavori faticosi, sporchi e poveri verso occupazioni più pulite, comode, produttive, garantite e irresponsabili, hanno vanificato totalmente gli effetti che a prima vista sembravano miracolosi e inarrestabili quantomeno per burocrati,  professionisti, politici e industriali, fino a ridurre in miseria 5 milioni di Italiani e 15 milioni a rischio povertà. È in aggiunta l'invasione di immigrati per colmare la carenza di lavoratori italiani agricoli e artigianali, dirottati dall'istruzione verso cattedre e scrivanie.
Ora, al disagio sociale dei poveri, si è aggiunto quello della classe media, che a colpi di laurea si era lanciata alla "conquista del West" economico, ma poi, esaurita la ricettività nazionale, ha dovuto ripiegare verso la fuga dei cervelli per realizzarla fuori dall'Italia.
Lo spostamento in massa dalla occupazione agricola o artigianale, a quella professionale, burocratica o politica, ha finito per vanificare quella vampata iniziale di benessere, civiltà e giustizia sociale che sembrava miracolosa e inarrestabile, tanto da far classificare l'Italia, Quarta Nazione industrializzata del mondo.
Poi, nell'arco di mezzo secolo, le aziende agricole si sono spopolate, le terre sono rimaste incolte e improduttive, i piccoli artigiani si sono riciclati lavoratori dipendenti, perché le grandi industrie del Nord si moltiplicavano e promettevano miracoli. Ma per i piccoli imprenditori, lentamente, il sogno dei servizi pubblici gratis e della giustizia sociale si è sgonfiato e tramutato in doppio incubo tributario e finanziario.
E con la crisi delle piccole imprese è sparito fino a diventare miraggio il lavoro privato giustamente retribuito, sono sparite le garanzie sindacali, ed è diventato sfruttamento anche il lavoro pubblico. Le piccole imprese oneste sono fallite, le grosse sono scappate e il progresso si è squagliato come neve al sole di ferragosto.
Certo non siamo passati in una manciata di secondi dalla giustizia sociale a l'ingiustizia, ma sia pure lentamente, il cambiamento da positivo in negativo oggi ha tutta l'aria di essere granitico e immodificabile.
Delle conquiste sindacali per i lavoratori, del profitto facile per le imprese, e delle tasse convertite in servizi pubblici di qualità si sono perdute pure le impronte digitali, partendo da l'istruzione, informazione, previdenza e sanità.
In mancanza di un miracolo personale del padreterno, dalla scrivania e dalla cattedra, c'è il serio rischio che si debba tornare alla zappa, alla cazzuola, alla carriola, alle reti da pesca, alle pecore da mungere, al bosco da curare, al legno e al ferro da lavorare artigianalmente per riconquistare quel margine di moralità individuale e collettivo di quando gli sfaticati, gli irresponsabili, i ladri, i corrotti erano una rarità; mentre ora, con la barca Italia capovolta da un quarto di secolo e a rischio annegamento, raritá sono diventati gli intelligenti, gli onesti, i responsabili, i pacifici.
La "conquista del West" italiano, ora la stanno tentando gli immigrati; e quali saranno gli effetti per la "barca Italia" e per gli italiani col "salvagente bucato", lo sa solo Dio
Franco Luceri