venerdì 9 settembre 2011

In Italia i Premier sono carnefici o vittime?





Gli analisti  politici spaccano il capello in quattro criticando la legge finanziaria del governo Berlusconi, cioè il modo con cui la destra impiega la ricchezza nazionale per risolvere i problemi di giustizia sociale del popolo e quelli non meno pesanti del rischio bancarotta dello Stato. Ch’è come criticare un accattone per il modo balordo con cui spende i suoi denari, dimenticando che a differenza del pensionato, l’accattone non dispone di una pensione costante o crescente tale da poter soddisfare al meglio i suoi bisogni, ma di elemosine probabili ed eternamente insufficienti.
E a meno di non ritenere che la voragine di debito pubblico in Italia l’ha scavata Berlusconi a mani nude, o che le tasse sarebbero persino d’avanzo a ripianare il debito e ad arricchire gli italiani poveri se non fossero spese da cani e da ladri, ne consegue che in Italia, tutti gli analisti e i commentatori (salvo rarissime eccezioni) sono strabici: chi guarda la politica non vede il mercato, e chi vede il mercato è politicamente cieco.
Invece, politica e mercato sono così interdipendenti e influenti nel conservare o lacerare il tessuto sociale e la relativa produttività economica e contributiva dei cittadini, che è miope criticare Berlusconi per come spende il denaro pubblico, senza stabilire mai se è sufficiente l’elemosina che incassa, o se andrebbe incentivata la produttività dei piccoli imprenditori, dei grandi o delle banche, posto che su quarantadue milioni scarsi di soggetti produttivi solo il sette per cento sfrutta da imprenditore un filone economico da cui scaturisce il famoso prodotto interno lordo o ne crea uno nuovo produttivo.
E se proprio il governo va criticato per il modo in cui impiega le elemosine sempre insufficienti delle tasse; Multinazionali, Banche e Consulenti che trasformano il loro dovere contributivo nel crimine dell’evasione fiscale, scippando i governi di migliaia di miliardi, andrebbero incriminati per attentato alla democrazia, perché non c’è democrazia al mondo che possa risolvere il problema delle risorse economiche inadeguate se la scuola non forma soggetti intellettualmente produttivi spendibili sul mercato e il mercato non li assume, produce e paga le tasse. Ma con il 25-30% di giovani laureati ma disoccupati, tutto ciò non s’è mai visto. I lavoratori vengono sfruttati da negri e i mini imprenditori rapinati di tasse al posto di banchieri e industriali.
E siccome io sono convinto, ma vi prego di smentirmi se ne avete le prove, che sia più forte il mercato nel condizionare la politica per via legale e criminale, di quanto la politica con le sue leggi lumaca possa influenzare il mercato, soprattutto ora ch’è diventato globale, credo che almeno i cani sciolti dell’informazione, che rifiutano il padrone e la minestra garantita, non dovrebbero lasciarsi influenzare dalla massa schiacciante dei pennivendoli impiegati a linciare il “governo ladro” e assolvere da 63 anni “i poveri imprenditori e banchieri derubati”, ma guarda caso, padroni dell’informazione cartacea e televisiva e di una massa di ricchezza evasa annualmente, pari o superiore ad una manovra finanziaria.

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