Il salvagente?
Il prof.
Alberoni conclude il suo bellissimo articolo “L’Italia al tempo del pensiero
distrutto”, su “il Giornale” del 23/12, con queste inequivocabili parole: “la
scienza è semplificazione, il genio è semplificazione e la verità è semplice”.
Allora l’Italia sta annegando nella complessità culturale a basso anzi
bassissimo contenuto di verità. Come dire, nella menzogna.
Per nostra
disgrazia, sulla Terra, l’intera Umanità, (mica solo l’Italia!) vive nella stessa condizione di
un gruppo di naufraghi aggrappato ad un pezzo di legno sbattuto da un mare in
tempesta. Non ci resta che alleggerire il carico dalle cose inutili, costose o
nocive, prima che i matti provino ad alleggerirlo dalle persone, come fecero
nel secolo scorso i nazisti con quella loro genialata da manicomio chiamata
“soluzione finale”.
Allora, va
individuato il pezzo di legno che tiene a galla il popolo, e gli va riservata
tutta la vernice protettiva possibile, cercando nella foresta delle istituzioni
democratiche, i rami verdi da salvare. Domandandoci:
Ci salva
lo Stato comunista che producendo ricchezza propria salvava tutti, ma nel mondo
è già fallito 24 anni fa; o quello liberale modello Italia che scanna gli
imprenditori rapinandoli di tasse (per aiutarli....) a produrre, ma che finisce
ad un passo dal default sperperando e rubando da cani?
Ci salvano
i lavoratori che una volta cercavano il lavoro duro perché redditizio, e ora
grazie ai sindacati chiedono solo salario o pensione; o gli imprenditori che
offrono molto lavoro e poco salario, per reggere a l’urto nazionale di usurai e
esattori, e mondiale della competitività selvaggia?
Ci salvano
i contadini che producono cose che ci riempiono lo stomaco; o gli intellettuali
che ci svuotano il cervello fingendo di renderci capaci di analisi e sintesi
intelligenti e risolutive dei problemi? Campa cavallo......!
Ci salva
la classe dirigente sprecona o ladra, oppure la famiglia capace di autentici
atti di eroismo per tenere in vita le persone uccidendo le cose: vendendo casa,
auto, mobili, vestiti, e impegnando o vendendo pure gli anelli nuziali, i
regali di compleanno, o di comunione e cresima dei figli?
Allora ci
vuole poco per capire che oltre alla famiglia, i popoli naufraghi hanno un solo
galleggiante a cui aggrapparsi: gli imprenditori. Unica razza di umani capaci
di tenere in vita quel sistema complesso chiamato mercato, che genera valore
aggiunto col contributo materiale e intellettivo dell’intera popolazione, dal
feto al defunto compreso.
Quindi,
dopo lo Stato comunista ormai fallito; l’ultimo asse di legno a cui può
aggrapparsi l’umanità, è l’istituzione inclusiva del libero mercato; che dove
non è governato da cani, produce utilità col contributo di tutti e per tutti. O
li uccide in massa se impedito a produrre valore aggiunto onesto, da una
burocrazia acefala, in uno Stato manicomio.
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