Contrordine: detassa, ma
spendi
Mi sa che in Italia il buon governo è condannato a restare
utopia ancora per qualche millennio. Dopo i governi Berlusconi perseguiti per
illeciti di tutte le razze (abigeato escluso); anche i tre successivi Premier
di sinistra, sono stati bocciati dalla Consulta per non aver scongelato gli
stipendi degli statali (forse congelati da Berlusconi nel 2009?), per aver congelato
l’adeguamento delle pensioni al costo della vita; e in ultimo dalla Corte dei
Conti, per non aver ridotto l’intollerabile pressione
fiscale, “per restituire capacità di spesa a
famiglie e imprese”.
Ora stabilire quanto è costata realmente agli italiani l’operazione congelamento, lunga sei anni è un lavoraccio.
Ma se è facile capire che una politica sbagliata produce danno ai danneggiati,
serve un esercito di strizza cervelli per capire perché la stessa politica di
risparmio della spesa ha istigato al suicidio centinaia di piccoli imprenditori
e ora qualcuno anche grosso.
La politica che ha sottratto una barca di miliardi a pensionati
e dipendenti pubblici, avrà fatto risparmiare tante tasse agli imprenditori, o
no? Come ha fatto ad istigarli al suicidio, se da contribuenti hanno versato
meno tasse allo Stato? Oppure le piccole imprese hanno subito la riduzione dei
profitti, per la ridotta capacità di spesa delle famiglie, e una imposizione
tributaria crescente: e i miliardi incassati e risparmiati, se li sono pappati
gli angioletti candidi candidi della classe dirigente?
Insomma, dopo il
congelamento delle pensioni dichiarato fuorilegge dalla Consulta, a cui la
politica "dolorante" sta cercando di mettere riparo (così dicono);
ora altra tegola, la stessa Corte
Costituzionale ha imposto ai politici di rivedere contratti e stipendi della
P.A. bloccati da sei anni. La sentenza non varrà per il passato, ma dal 2016
potrebbe costare fino a 13 miliardi all'anno.
E terza tegola; la Corte dei Conti ha dichiarato “intollerabile” qualunque
aumento della pressione fiscale. A lanciare l’allarme è la Presidente delle
sezioni riunite della Corte dei Conti in sede di controllo, Enrica Laterza,
nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2014. "Va restituita capacità di spesa a famiglie e imprese”.
E se così stanno le cose, una domanda sorge spontanea: se
la politica ha fatto solo danni, per sei anni consecutivi, domani cosa può fare
di utile? Non può più congelare le pensioni, non può più congelare gli stipendi
degli statali, non può tassare oltre, manco lo scemo del paese: e allora la
montagna di miliardi per tappare questi due bucherelli, e risanare il debito
pubblico da dove la pesca? Forse dilatando
la voragine del debito e accelerando il default?
Temo che “fuori di melone”, in Italia non è finita solo la
politica, ma proprio come temeva Camus, l’intero popolo. Chiedere al governo di
abbassare le tasse e aumentare stipendi e pensioni: è come imporre al fornaio
di comprare meno farina ma consegnare più pane.
Spero con tutto il cuore di sbagliarmi; ma il contrordine di
"detassare e spendere", quando il calo dei profitti e la crescita dei tributi ha
già sterminato la piccola imprenditoria italiana e dovrebbe passare alla
grossa; è un segnale di pericolo come il teschio stampato sui pali dell'alta
tensione, per suggerire agli addetti ai lavori tributari, di tenersi a distanza
di sicurezza dalla classe dirigente: professionisti, burocrati, industriali,
banchieri.
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