martedì 22 marzo 2016

Il cane alla catena chiamato Premier


Il cane alla catena chiamato Premier
L'Italia sta andando in frantumi, ma non c'è modo di curarla perché le istituzioni sono blindate contro chi vuole risanarle. Politica, giustizia, burocrazia, sindacato e finanza sono come fortezze autonome e inespugnabili. E la stampa che dovrebbe fare da pronto soccorso alle vittime, è così malridotta, e da così lungo tempo, che un quarto di secolo fa, il 21 aprile del 1991, un Cervello Fiorentino, (con la maiuscola) giornalista ed editore, mi scriveva questo della stampa italiana. ''Non sono facili i contatti con la consorteria di coloro che possono rendere prestigiose le loro sciocchezze solo perché, tramite la rete delle amicizie, riescono a stamparle.'' ''E' bello che lei scriva quel che scrive. Ne ho tratto conforto in tanto conformismo che ha reso davvero affascinante la saggezza dell'uomo della strada.''
E l’Italia, da Repubblica fondata sul lavoro, è rimasta per sette decenni affidata alla saggezza dell'uomo della strada (come dire, senza stampa); che se per sua disgrazia non aveva peli sulla lingua, le istituzioni provvedevano a "dargli sepoltura" negandogli un lavoro o distruggendogli persino quello autonomo che s'era inventato. Quanta possibilità di cambiare musica politica e giudiziaria ci sia attualmente in Italia, io per il bene dei miei figli mi auguro molta. E questa è la sola ragione per cui non mi permetto di criticare il Premier che spediscono da capro espiatorio a Palazzo Chigi, sapendo che in quel posto c'è denaro da maneggiare, ma manca il potere di farlo con onestà e intelligenza in funzione del bene comune, e non a vantaggio delle famose ''consorterie'', oggi moltiplicate a livello pandemico.
In Italia ci sono sessanta milioni di soggetti responsabili, meno uno, l’inquilino di Palazzo Chigi che le teste d’uovo italiane considerano omniresponsabile anche delle cacche di cane sui marciapiedi. Per me è responsabile quanto un cane alla catena. L’Italia è grossomodo nelle condizioni di una automobile prossima alla rottamazione; se tu hai un auto così, e l’affidi anche a l’autista più scalcinato del mondo, non hai difficoltà a distingue se ciò che non va è dovuto a l’inefficienza dell’auto o a l’imperizia del guidatore.
Ma ciò che non va in una nazione, viene addebitato pari pari al “governo ladro, pioggia compresa”, anche se il resto delle istituzioni sono talmente impestate di stupidi e criminali spalmati a regola d’arte su tutto il territorio nazionale, e a tutti i livelli, e da svariati decenni, che a titolo di esempio basta il solo salto di qualità romano per darvi una idea del livello di sprofondamento: Roma da ladrona a mafiosa e Milano lavora per soffiarle il primato.
In una automobile difettosa si può anche erroneamente imputare a l’autista la puzza del gas di scarico, se vi risulta che quello ha mangiato fagioli.
Ma i difetti italiani non sono elencabili nemmeno su l’enciclopedia Trecceni. Pensate davvero che basti mandare un inquilino a Palazzo Chigi, onesto e intelligente, di quelli che non mangiano fagioli, per riavere indietro l’Italia col tubo di scappamento profumato?
Abbiamo esperimentato venti o trenta inquilini diversissimi per passare dal governo ladro al governo filantropo, ma pur avendoli carbonizzati con critiche al vetriolo, abbiamo ottenuto l'effetto opposto.  Berlusconi era di destra e non poteva che essere un farabutto a prescindere. Così siamo passati ai super cervelli di sinistra: Prodi, Monti, Fornero e Letta quali miracoli hanno lasciato a l’Italia e agli italiani? E del Matteo Renzi siamo davvero felici come una pasqua?
Noi riteniamo che Palazzo Chigi sia collocato a monte, e che sia la sorgente della buona o cattiva qualità della politica; invece è una valle di lacrime, è il collettore di tutta la monnezza e i liquami dell’intero Paese. Matteo Renzi sarà pure come lo dipingono i più: una lingua camminante. Ma si perde tempo a cambiarlo. Su sessanta milioni di italiani, neonati e moribondi compresi, da alternare uno al giorno a Palazzo Chigi. di sicuro, uno capace di governare gli italiani non lo troveremmo. 
Nemmeno i tiranni più feroci e sanguinari sono unici responsabili della barbarie di una dittatura. Pensare che in una democrazia tutto lo sfascio della macchina Stato sia imputabile a l’autista che la guida e per buona misura al suo meccanico, è demenziale e genocida (e le teste d'uovo dove le mettiamo, e le lobby dove le mettiamo, e la mafia legale e criminale dove la lasciamo?). E' un lavoro da sette fatiche di Ercole trovare i responsabili dove tutti sono liberi e tutti hanno potere. Ma se pensiamo di cavarcela a buon mercato, dotandoci di un capro espiatorio preventivo, sia pure doppio, come può essere il tandem Renzi-Boschi, di democrazia non abbiamo capito una mazza.

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