domenica 5 settembre 2021

La dittatura dell'incompetenza


Come hanno teorizzato due psicologi statunitensi, Dunning e Kruger, viviamo nella dittatura dell'incompetenza: gli incapaci si sentono esperti e gli esperti si temono incapaci.
Salvo illustrissime eccezioni, eserciti di "scienziati" si palleggiano i problemi sociali senza cavare un ragno dal buco, perché ogni intellettuale che presume di poter essere utile alla collettività, del genere umano e del pianeta da tenere entrambi in buona salute, ne sa appena un miliardesimo e forse meno, ma è convinto di sapere tutto, di aver visto tutto e di poter servire e lucrare compensi dalla collettività, anche quando la collettività è letteralmente col c*** per terra.
Questa è la ragione per cui si inducono  i popoli che ormai diffidano dei ciarlatani della politica che promettono miracoli e restituiscono puntualmente disgrazie, ad affidarsi senza riserve ai padreterni della Scienza, salvo poi prendere atto dopo anni, decenni o secoli che più che salvifiche, le loro soluzioni si sono rivelate suicide.
Nell'ultimo mezzo secolo, le teste d'uovo della scienza hanno promesso cibo per tutti, ma i soggetti che ancora deperiscono e muoiono per fame nel mondo sono miliardi.
Hanno creduto di saper curare tutte le malattie, ma ormai non sono in grado di curare nemmeno se stessi.
Persino nell'occidente progredito, pensavano di saper risolvere il problema mobilità, lavoro, guadagno, casa, istruzione, scuola, sanità, giustizia, democrazia, uguaglianza ma non hanno ancora capito una mazza, perché tutto quello che fanno in apparenza perfetto e perfettissimo, (vedi manicomio Italia) da subito produce debito pubblico e rischio default, e alla lunga danni sociali ed ecologici irreparabili, tanto da trasformare i popoli da ricchi in falliti, da autonomi in accattoni, e la natura, da madre premurosa a matrigna assassina.
E più i costi e i danni crescono, più gli addetti del mondo scientifico, politico, e finanziario, si arrampicano sugli specchi per conservare alla democrazia, ridotta a pietosa repubblica delle banane, le sembianze di stato di diritto.
Tutti accumulano profitti promettendo benessere, qualità della vita, giustizia sociale, pace, democrazia, vita a misura d'uomo, ma restituiscono fame, malattia, sfruttamento, ingiustizia, esclusione, persecuzione e morte.
Se individualmente sì curassero almeno l'appetito cannibalesco, l'insaziabile fame di guadagno, la proliferazione patologica della razza dei cacasenno, pensatori a c**** e mangiapane a tradimento, qualcosa di meno devastante per la collettività forse ne uscirebbe.
Franco Luceri

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