domenica 22 dicembre 2024

La cultura è sequestro del cervello dei popoli?

 





Sapendo bene, 24 secoli fa, quale effetto aveva la cultura sul cervello dei popoli, Platone diceva rassegnato:
Coloro che sono capaci di vedere oltre le ombre e le bugie della propria cultura non saranno mai capiti, tanto meno creduti dalle masse.”

Ora, dopo 24 secoli, nel mondo non è cambiato un bel niente. Liberare i popoli dal condizionamento "de-formativo" della cultura (e derivati) è lavoro da Padreterno. Ripulire la menzogna a colpi di verità, persino in democrazia, è "semplice" come sfondare una cassaforte d'acciaio con la testa.

Personalmente ho sempre pensato che l'umanità ignorante sia stata più utile al Pianeta e a se stessa di quella istruita; ma ho sbagliato al 100%, perché non è stata l'intelligenza di contadini, pastori, pescatori, boscaioli e artigiani a salvare l'umanità per decine di millenni, ma la loro Maestra.

È la Natura autonoma e autosufficiente ad indirizzare i comportamenti di qualunque essere vivente, umano animale e vegetale, per conservare in buona salute il sistema pianeta
Tant'è che un grande filosofo diceva: "il mondo è nato prima dell'uomo e morirà dopo l'uomo". E ancora, "l'uomo si agita ma Dio lo conduce". Perciò la cultura è un pessimo surrogato che può soltanto sabotare la Divina forza pedagogica della Natura. Mai aiutarla.

Chi crede che gli umani con il loro sapere sminuzzato, specialistico e posto a tutela di sporchi interessi particolari, possano migliorarsi la qualità della vita danneggiando il pianeta, sicuramente ha alzato il gomito in osteria. 
Quanto a capacità distruttive, le reazioni della Natura, al folle e suicida danneggiamento umano, non hanno niente da invidiare alle più feroci azioni criminali dell'uomo.

Rassegniamoci. Alla natura non sfugge niente, e i conti se li fa pagare salati, perché sul pianeta terra ogni risorsa è interdipendente alle altre.
I salmoni ingrassano vivendo negli oceani, ma per riprodursi sono condannati a tornare nel fiume dove sono nati e là, peggio di esattori, trovano gli orsi che li aspettano al varco. E più risorse hanno consumato per ingrassare più sono diventati appetibili.
Nel fiume da cui hanno origine depongono le uova, le fecondano e muoiono. E le carcasse di salmone (ogni salmone adulto può raggiungere il peso di 50 kg) garantiscono migliaia di tonnellate di concime alla vegetazione e cibo a tutti gli altri abitanti del mare.

Insomma la natura è perfettamente autonoma, è lei che ci implementa di intelligenza istintiva il cervello. Poi, noi umani presuntuosi, ci imbottiamo di corbellerie pseudoscientifiche fino a diventare suicidi, pensando di avere la forza di guadagnare impunemente qualità della vita, ricchezza e potere gratis dalla devastazione ambientale.

Ma la stupidità e la disobbedienza si pagano con gli interessi. I vecchi contadini "ignoranti" rispettavano istintivamente le leggi della natura. Sapevano che non si può seminare o raccogliere, coltivare o concimare in qualunque stagione e a qualunque ora.
Non la danneggiavano sapendo di autodanneggiarsi.

Viceversa, i nuovi professori e scienziati,  "pseudocontadini" della cultura, si credono padroni onnipotenti della complessità imponderabile del Creato, fonte inesauribile di ricchezza e potere personale, ma non hanno capito una mazza; perché il conto delle devastazioni ambientali generate dalla cultura truffaldina, lo sta pagando con la borsa e con la vita l'intera comunità mondiale.
Franco Luceri

sabato 14 dicembre 2024

Cosa rende meno intelligenti gli umani il potere o l'agiatezza?







Non ho certezze, ma consentitemi questa ipotesi. Forse Dio ha creato il Mondo talmente perfetto da funzionare anche se gli umani sono così immaturi da volersi sterminare attentando all'equilibrio ambientale o sociale come l'attuale comunità europea e mondiale falcidiata da improduttività cronica, guerre sanguinose e sconvolgimenti climatici impagabili e insanabili.
Infatti, un popolo che vive nell'agiatezza devastando il pianeta o derubando il prossimo, in pochi decenni genera figli "immaturi" che non conoscendo i disagi del lavoro e il valore del denaro, sperperano invece di produrre, fino a convertire l'agiatezza ereditata in debiti insanabili.
Mentre chi ha la "disgrazia" di subire un disagio economico, evita di vivere a danno della natura o del prossimo, sapendo bene che quella è la giusta dieta culturale che ti ingrassa il portafoglio, ma ti dimagrisce il cervello.
Infatti si dice: se i genitori hanno prodotto molta ricchezza, e quindi hanno "maturato" i figli al sole del benessere o peggio del lusso, poi quei figli, (salvo rare e illustrissime eccezioni) potranno solo distruggere l'eredità e persino indebitarsi.

Ecco perché la generazione dei novantenni e ottantenni ha fatto dell'Italia devastata dalla guerra, una potenza industriale; quella dei loro figli cinquanta sessantenni "laureati e masterizzati", a colpi di benessere e consumi crescenti l'ha predisposta alla distruzione, e quella dei trentenni (dovendo cavare dal fuoco la patata bollente di uno Stato indebitato e un popolo immaturo) potrebbe sferrarle il colpo di grazia.
Il mondo della cultura ci inietta goccia a goccia da secoli e forse millenni il pregiudizio immodificabile che sbagliati siano solo i governanti.
 
"Se dispongono di un potere incontrollato e incontrastato tendono a regredire ad una mentalità infantile".
 
E così i popoli sono indotti a votare e cambiarsi i governi come fossero mutande, senza riuscire a cavare un ragno dal buco e aggiungendo debito a debito, danno a danno.
Invece, salvo rarissime e illustrissime eccezioni, nasciamo in massa tutti difettosi. Tutti allergici al disagio del lavoro e sensibili all'agiatezza del salario garantito (meglio se pubblico) e del profitto crescente, che, (quanto e più del potere politico e finanziario) ci rendono miopi e superficiali anche da lauriati.

Platone diceva:
Coloro che sono capaci di vedere oltre le ombre e le bugie della propria cultura non saranno mai capiti, tanto meno creduti, dalle masse.”

Perciò, se ci fossero, servirebbero pensatori liberi capaci di vedere oltre le ombre della cultura comunista e liberista che almeno da un secolo stanno occultando e deformando la realtà italiana, europea e mondiale; per reinventare una forma di civiltà, dove la scienza, col suo potere incontestabile (decisamente superiore alla politica) non sia sempre e solo al servizio di strozzini e guerrafondai, ma dei popoli pacifici onestamente produttivi, prima che sia tardi per tutti.

Un giorno chiesero a Giovanni Giolitti: "è difficile governare gli italiani?" e lui rispose fulminante, "no è inutile".
 
E "inutile" continua ad esserlo, perché la politica non ha mai sanato e mai sanerà i guasti sociali e ambientali generati dalla cattiva cultura, che solo la buona, se mai esistesse, forse sanerebbe.

Franco Luceri

sabato 7 dicembre 2024

Ma la cultura è figlia o madre della politica?







Intellettuali e politici falliscono puntualmente da millenni, perché tutti i popoli nascono afflitti da due patologie incurabili: 
1)  Sono rari gli umani che amano il lavoro perché li appaga più del divertimento. L'intera comunità mondiale abile, và a lavorare solo per necessità e deve essere estrema. Oppure và a caccia di arricchimento.
2)  E chi si rassegna a lavorare per necessità, (che sia intellettuale o manovale) cerca il lavoro più leggero, meno stressante e il più retribuito possibile per sé e la sua famiglia.
Queste due patologie che affliggono l'intera umanità, intellettuali e manovali, governanti e governati, regnanti, tiranni, e sudditi sono per il mondo della cultura e della politica, un rompicapo da sette fatiche di Ercole.
Tant'è che alla domanda se fosse difficile governare gli italiani, Giovanni Giolitti rispondeva lapidario "no è inutile".
Serve almeno il lavaggio del cervello a colpi di falsificazioni e semplificazioni filosofiche, giuridiche e finanziarie, per convertire gli umani in lavoratori onestamente produttivi, contribuenti tassabili e acquirenti scemi per lasciarsi derubare in aggiunta pure dal mercato e dalla finanza.
Ma soprattutto servono leggi tiranniche per costringere ogni singolo cittadino a produrre 10 volte di più di quanto gli servirebbe, dovendo fronteggiare la fame ossessivo compulsiva di eserciti di dipendenti pubblici, giornalisti, politici, industriali e banchieri. Con un seguito crescente di nani, ballerine, ciarlatani, truffatori, corruttori e farabutti, amanti e concubine. Mancavano giusto gli "influencer" ma hanno già rimediato abbondantemente tanto alla fine paga sempre quel fesso di Pantalone.
Secondo voi, i soggetti preposti a convincere i popoli a lavorare più del necessario e a lasciarsi derubare dai potenti privati e pubblici che hanno "l'ossessivo" bisogno di ingrassare a spese del popolo bue, fanno largo uso di verità; o partendo dall'asilo nido, "a colpi di menzogne e leggi incontestabili" ci allagano il cervello di falsificazioni, sottovalutazioni, promesse mancate, arrischiando senza pietà la vita dei singoli e dei popoli?
Per convincerci a lavorare, impoverire e morire di inflazione, tasse, tassi, disservizi, virus mortali, e se non basta anche la guerra, devono falsificarci minuziosamente la realtà da tutte le angolazioni possibili e immaginabili.
A questo servono: istruzione, informazione, politica, giustizia, finanza, sport, spettacoli e pubblicità truffaldine. Ma non è escluso che alla lunga, a colpi di falsificazioni spacciate per verita' scientifiche, non finiscano per scimunire pure gli addetti ai lavori.
Chi, in nome del buon senso si ritenesse capace di cercare una migliore "verità", si accomodi e buon lavoro.
Ma attenzione che da millenni il mondo della cultura ci inietta goccia a goccia il pregiudizio incancellabile che sbagliati siano solo i governanti. 
Invece, salvo rarissime e illustrissime eccezioni, nasciamo in massa tutti difettosi. E per trasformarci in cittadini sovrani istruiti, onestamente produttivi e solidali, la cultura al servizio della burocrazia irresponsabile e della finanza famelica continua ad aggiungere danno a danno.
Franco Luceri