mercoledì 2 gennaio 2013

Democrazie Vajont



Democrazie Vajont
Chi non ha la sfortuna di credere ciecamente nella democrazia, poi non ha difficoltà ad osservare che i relativi sistemi legislativi, burocratici e giudiziari sono come le dighe malfatte, prima o poi cedono alla mostruosa pressione degli egoismi sociali in tempi di vacche magre, costringendo il legislatore a regolare per legge persino la forma e misura delle banane.
Ma uno Stato che rende obbligatoria la formazione culturale di ogni singolo cittadino, e poi si ritrova con un popolo tanto ingovernabile da dovergli regolamentare non solo i rapporti umani, per evitare la guerra tra poveri, ma anche il colore dei ravanelli o dei finocchi, quanto meno dovrebbe domandarsi se sono fasulli i professori a formare da cani i cittadini,  o i legislatori a governarli.
La cultura ha sempre formato cittadini di qualità, che antepongono il rispetto delle leggi morali alla loro stessa vita, e quindi, per loro, le regole legislative non hanno senso: le rispettano anche dove e quando ancora non esistono.
Ma la politica ha comunque necessità di legiferare per impedire ai disonesti di fare danni e consentire agli onesti di fare utile. Il guaio è, che essendo le leggi erga omnes, la politica finisce per impedire agli onesti di fare utile, ma non ai disonesti di fare danno, poiché questi si predispongono l’inganno molto prima che la politica litigiosa riesca a darsi la legge, dopo decenni e decenni di crimini efferati: vedi primato italiano di femminicidi. 
In Italia il legislatore ha totalizzato un record mondiale di leggi, (venti anni fa si parlava di trecentomila) ma senza impedire nemmeno il record mondiale di corruzione pubblica nella burocrazia e nella politica, e l’esplosione di criminalità privata economica e persino parentale, in ogni possibile rapporto umano.
Allora viene spontaneo considerare il sistema legislativo democratico come la fragile diga del Vajont condannato a cedere alla pressione dell’egoismo privato e del crimine pubblico, perché le pene uguali per tutti, non ostacolano i gaglioffi dal fare danno ma solo gli onesti dal fare utile, seppellendoli di ostacoli, divieti, penali, costi preventivi e lungaggini burocratiche sormontabili solo a colpi di tangenti o mafia.
Perciò io temo che un popolo reso così ingovernabile dall'eccesso di pseudo-governo, da abulimia legislativa, non abbia alcuna possibilità di salvarsi, se non liberando dalle formalità legislative chi non ha mai violato la legge e va invogliato a fare utili, e non certo impedito a fare danni, come fosse stato partorito gaglioffo all'origine.
Le leggi repressive in Italia hanno solo represso l'imprenditoria legale e fatto da volano al crimine pubblico, prima che privato; e senza correttivi giuridici intelligenti, con relativo disboscamento di lacci e lacciuoli paralizzanti solo per galantuomini, la distruzione del popolo e dello Stato è più che garantita.
Per una ragione facile facile: il 99% delle leggi hanno la funzione di impedire ai disonesti di fare danno; e come è giusto che sia, sono farcite di divieti, sbarramenti, incombenze burocratiche chilometriche e penali da suicidio. Ma senza le leggi che consentano agli onesti di fare utile, (in Italia non le hanno ancora inventate: barbone romano multato di 3000 euro perchè vendeva accendini in luogo pubblico invece di rubare, che vergogna...!) questi si ritrovano il cammino costellato di trabocchetti e tagliole legislative che alla lunga li costringono a delinquere e sperare di farla franca, con l'aiuto della prescrizione, o nel peggiore dei casi delle sentenze a babbo morto, che sono la massima velocità della giustizia italiana.

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