La politica machiavellica
Affermare che la
democrazia è migliore della dittatura, riesce a qualunque cretino: proprio
perché alla democrazia, come al confetto Falqui, “basta la parola”.
Ben altra cosa invece è
capire che razza di fatti: di intelligenza e onestà politica servono per
impedire che i popoli governati si democraticamente, ma da cani, come l’Italia,
abbiano a rimpiangere la politica dei dittatori più sanguinari del pianeta,
fino a Nerone e oltre.
Machiavelli ha tentato inutilmente di spiegare
che è l’utilità del fine a giustificare l’uso del mezzo, anche quando sembra
improprio o inutile. Ma da quel l’orecchio, la classe intellettuale italiana
non ci ha mai sentito, e continua a contestare e a imporre alla politica l’uso
di mezzi si legali, ma con finalità da manicomio che puntualmente generano caos
e bancarotta.
Avremmo dovuto rassegnarci da un pezzo a l’idea che
non l’hanno ancora inventata la politica democratica intelligente, onesta, alle
quattro stagioni, buona per governare qualunque popolo: perché le singole
scelte vanno adattate come un vestito confezionato su misura, alle risorse
umane, finanziarie e ambientali disponibili. Non esiste un solo mezzo
democratico che sia intrinsecamente buono, e che non debba essere giustificato
e avallato da una finalità sostenibile.
Un politico che si cimenta nel governo di un popolo,
semina “grana”, (cioè soldi) e ha esattamente gli stessi problemi del contadino
che dopo seminato il grano, deve saper curare il suo orto come un medico il
paziente, e deve proteggerlo scoraggiando gli animali che arriveranno in massa
a ripulirselo, predisponendo una serie di spaventapasseri e tagliole che
tengano lontani i volatili e i terrestri.
Quindi, soprattutto le democrazie che sono sistemi
aperti, vanno falsificate a colpi di spaventapasseri e tagliole, quanto basta
per evitare che l’assalto alla diligenza da parte delle lobby, dei furbi, dei
corruttori e dei mafiosi, vanifichi qualunque semina politica e renda copioso
il raccolto solo di ingiustizia sociale, debito, appropriazioni, corruzioni,
sfascio, anarchia, mafia e terrorismo.
Ma sessantasei anni di miope ricerca di mezzi
inequivocabilmente legali per governare l’Italia e gli italiani ci hanno
portato ad un passo dal baratro. Nessuno si è mai posto il problema di
agganciare la legalità dei mezzi ad una finalità intelligente, tanto quel fesso
di Pantalone pagava sempre e tutto a piè di lista.
Si considera autonomo qualunque mezzo legale, e
pazienza se poi la finalità per cui viene impiegato è da ospedale psichiatrico;
come ritenere il salario una variabile indipendente dal mercato, e il
fallimento delle imprese, perfettamente funzionale alla crescita
dell’occupazione: si, ma di quella pubblica da default!!!
Insomma, rincorrendo i mezzi legali, a rimorchio di
giudici che sono tenuti a combattere la politica fuorilegge, non quella da
manicomio, come la lotta all’evasione perfetta per istigare al suicidio gli
imprenditori onesti e mettere in fuga le multinazionali, abbiamo perduto per
strada la finalità machiavellica del bene comune, e ci siamo fumati in un colpo
solo, popolo e Stato.
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