Le pentole del Premir
Temo
che l’informazione italiana, sia afflitta da una specie di peccato originale;
quello di considerare i Palazzi del Potere, alla stregua di ruderi disabitati,
facilmente occupabili da qualunque povero, sfrattato o clandestino alla ricerca
di un riparo notturno.
Invece
le istituzioni hanno la stessa accessibilità di Fort Knox. Si entra solo con
calcio bene assestato dei potenti, e solo per servirli. Chi osasse accostarsi
per altre ragioni o interessi personali, non troverebbe un alloggio di fortuna,
ma la scarogna di un mitra puntato in faccia.
Allora
pensare che un tizio arrivi al governo o ad un ministero per le proprie
capacità di piazzista venditore di pentole, come dicono del Presidente Renzi, è
una semplificazione giornalistica idiota. Se sei là, ti hanno messo gli altri
per curare i loro interessi, e non hanno alcuna difficoltà a spararti a calci
se non lo fai. Che poi uno, maneggiando farina, non disdegni di sporcarsi,
magari a sua insaputa, è un altro paio di maniche. Però i potenti veri ma
occulti, sono e restano inamovibili e irresponsabili nei palazzi del sapere e
dell'avere.
Per
quel poco che ne capisco io, è falsissimo considerare Renzi l’accoltellatore di
Letta. Quando Renzi disse: “Letta/stai/sereno”, di sicuro non sapeva che Letta
stava per subire dai suoi sponsor la procedura di sfratto, e lui l’assegnazione
di quell’alloggio.
Così
Renzi si è ritrovato a Palazzo Chigi, padrone di una Ferrari se si mette al
servizio della sua cordata di sponsor; o della bicicletta di Fantozzi senza
sella, se non si lascia docilmente sfruttare dai potenti che hanno scommesso
sul Renzi governatore.
Quindi
non c’è niente di più idiota dell’interrogarsi ossessivamente di quanti e quali
vantaggi personali trae nella nostra democrazia il
potente-impotente Presidente del Consiglio.
Più
intelligente sarebbe capire quali interessi corporativi è tenuto a proteggere e
quali a sfruttare o combattere; e in che misura il Premier italiano potrà
uscire incolume dagli assalti alla diligenza, posto che i più ne escono come
una sagoma di tiro a segno, modello scolapasta.
Perché
illudersi di sapere la politica che ci darà Renzi contando le auto blu che sta
mettendo o che gli stanno mettendo a disposizione della moglie e della
famiglia, è come credere di saper valutare scientificamente un mosaico
gigantesco, dopo aver osservato un solo tassello.
Quelli
che preoccupano i giornalisti degni di questo nome, non sono i vantaggi
personali di cui Renzi potrebbe fare incetta (il condizionale è d’obbligo); ma
quanta biada dovrà garantire il suo governo al cavallo del potere su cui
viaggia, (cioè ai suoi sponsor nazionali, europei e mondiali) per non finire
disarcionato alla Letta maniera, o peggio, appeso alla Berlusconi ad un gancio
di macelleria.
Per
difenderci dagli eventuali abusi di potere che potremmo subire dai nostri
Premier, ancora sconfiniamo nel ridicolo, inviando in pellegrinaggio alla
strapotente maestra teutonica, gli scolaretti del nostro risibile potere
politico, che il nullaosta sindacale, finanziario, burocratico e giudiziario,
per essere potenti italiani veri, quanto la Angela Dorothea Merkel, non lo avranno mai.
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