giovedì 20 marzo 2014

Le pentole del Premier


Le pentole del Premir
Temo che l’informazione italiana, sia afflitta da una specie di peccato originale; quello di considerare i Palazzi del Potere, alla stregua di ruderi disabitati, facilmente occupabili da qualunque povero, sfrattato o clandestino alla ricerca di un riparo notturno.
Invece le istituzioni hanno la stessa accessibilità di Fort Knox. Si entra solo con calcio bene assestato dei potenti, e solo per servirli. Chi osasse accostarsi per altre ragioni o interessi personali, non troverebbe un alloggio di fortuna, ma la scarogna di un mitra puntato in faccia.
Allora pensare che un tizio arrivi al governo o ad un ministero per le proprie capacità di piazzista venditore di pentole, come dicono del Presidente Renzi, è una semplificazione giornalistica idiota. Se sei là, ti hanno messo gli altri per curare i loro interessi, e non hanno alcuna difficoltà a spararti a calci se non lo fai. Che poi uno, maneggiando farina, non disdegni di sporcarsi, magari a sua insaputa, è un altro paio di maniche. Però i potenti veri ma occulti, sono e restano inamovibili e irresponsabili nei palazzi del sapere e dell'avere.
Per quel poco che ne capisco io, è falsissimo considerare Renzi l’accoltellatore di Letta. Quando Renzi disse: “Letta/stai/sereno”, di sicuro non sapeva che Letta stava per subire dai suoi sponsor la procedura di sfratto, e lui l’assegnazione di quell’alloggio.
Così Renzi si è ritrovato a Palazzo Chigi, padrone di una Ferrari se si mette al servizio della sua cordata di sponsor; o della bicicletta di Fantozzi senza sella, se non si lascia docilmente sfruttare dai potenti che hanno scommesso sul Renzi governatore.
Quindi non c’è niente di più idiota dell’interrogarsi ossessivamente di quanti e quali vantaggi personali trae nella nostra democrazia il potente-impotente Presidente del Consiglio.
Più intelligente sarebbe capire quali interessi corporativi è tenuto a proteggere e quali a sfruttare o combattere; e in che misura il Premier italiano potrà uscire incolume dagli assalti alla diligenza, posto che i più ne escono come una sagoma di tiro a segno, modello scolapasta.
Perché illudersi di sapere la politica che ci darà Renzi contando le auto blu che sta mettendo o che gli stanno mettendo a disposizione della moglie e della famiglia, è come credere di saper valutare scientificamente un mosaico gigantesco, dopo aver osservato un solo tassello. 
Quelli che preoccupano i giornalisti degni di questo nome, non sono i vantaggi personali di cui Renzi potrebbe fare incetta (il condizionale è d’obbligo); ma quanta biada dovrà garantire il suo governo al cavallo del potere su cui viaggia, (cioè ai suoi sponsor nazionali, europei e mondiali) per non finire disarcionato alla Letta maniera, o peggio, appeso alla Berlusconi ad un gancio di macelleria.

Per difenderci dagli eventuali abusi di potere che potremmo subire dai nostri Premier, ancora sconfiniamo nel ridicolo, inviando in pellegrinaggio alla strapotente maestra teutonica, gli scolaretti del nostro risibile potere politico, che il nullaosta sindacale, finanziario, burocratico e giudiziario, per essere potenti italiani veri, quanto la Angela Dorothea Merkel, non lo avranno mai.

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