Davanti a l'immagine del globo terrestre straripante
di specie animali e vegetali, e con l’intestazione, “Il pianeta è anche loro non solo nostro”,
ti viene il sospetto che l’autore sia un tantino impedito, a spacciare una
ovvietà da asilo nido, come l’ultima grande scoperta scientifica de l’Umanità.
Ma è l’esatto contrario. Per la cultura umana passata e presente, questo
concetto è più ostico che ovvio.
Nel disperato (e mal riuscito) tentativo di rendere
produttivi i rapporti fra individui e fra popoli, gli scienziati si sono
scordati di rendere tali anche i rapporti fra gli uomini (oggi sette
miliardi) e gli altri esseri viventi, o peggio, fra umani e pianeta.
Tanto è bastato a fare di quella umana, la più
feroce razza predatrice del Mondo, così superficiale, ottusa, ingorda e
spietata, da diventare devastante per i popoli poveri, per la
biodiversità, per la buona salute del pianeta, e quindi suicida.
E con una scienza così approssimativa e
autolesionista, da illuderci di poter adattare il pianeta a l’uomo, anziché
l’uomo al pianeta, non siamo più in grado di sapere se la distruttività umana
ha già raggiunto il punto di non ritorno.
Io non ho la più pallida idea se sia scientificamente
possibile una inversione ad U della attuale cultura genocida, per ripensare e
per rifare compatibile il rapporto uomo-pianeta, rendendo
realmente sapiens, ciò che da qualche secolo è degenerato in demenz.
Ma a sentire Somerset Maugham, è impossibile qualunque
manovra correttiva, perché “gli uomini hanno un’idea incredibilmente sbagliata della loro posizione
nella natura; e questo errore è inestirpabile”.
Ci sentiamo padroni del mondo, ma ci comportiamo da
stupidi e rissosi inquilini di un immenso condominio, tanto complesso e
imponderabile per la nostra mini intelligenza, che il grande antropologo,
psicologo e filosofo francese Claude Lévi Strass, ha dato l’ultimo colpo di
grazia alla nostra presunta superiorità, affermando che “Il mondo è
cominciato senza l’uomo e finirà senza di lui”.
Come dire, siamo l’unica razza animale, che pur
insegnandoci da millenni a crescere e moltiplicarci in pace; da qualche secolo,
grazie a l’intensiva istruzione di massa, ci siamo in/voluti in specie
culturalmente modificata per distruggere più che per consumare, e siamo tanto
ottusi, rapaci, devastanti e suicidi, da rischiare "l’autosfratto",
per estinzione.
Nel mondo della cultura, politica, giustizia e
mercato, ci servirebbero soggetti capaci di smentire Maugham e Lévi
Strass; speriamo che il
Creatore voglia darci una mano, mettendo in produzione assaggio almeno una mezza
dozzina di umani, meno pessimisti, ma vaccinati come
Einstein, contro il delirio d'onnipotenza.
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