sabato 12 aprile 2025

L'illuminante insegnamento del sasso "pedagogista muto"





Un autore anonimo, illuminato dall'eloquenza del sasso, ha dedotto che al mondo non esistono i mezzi sbagliati. Responsabili di un uso costruttivo o distruttivo di qualunque cosa, reale o virtuale, sono sempre e soltanto gli uomini.

"La persona distratta vi è inciampata.
Quella violenta, l'ha usato come proiettile.
L'imprenditore l'ha usato per costruire.
Davide uccise Golia
E Michelangelo ne fece la più bella scultura.
La differenza non l'ha fatta il sasso, ma l'uomo".


Se noi umani accettassimo l'insegnamento del "pedagogista muto" chiamato sasso, capiremmo che è sempre la diversa qualità degli uomini che le progettano, producono, usano e valutano, a qualificare le cose, gli oggetti, i mezzi virtuali e reali, privati e pubblici.

La stessa automobile guidata da due autisti diversi produce effetti diversi: salva, danneggia o uccide passeggeri o passanti, perché è sempre e solo la qualità del soggetto a qualificare l'oggetto che ha in uso.
Anche lo stesso bisturi in mano a due chirurghi diversi, usato con maggiore o minore perizia produce effetti diversi: salva o uccide.
Ecco perché in Italia non è bastata la Costituzione più bella del mondo, per fare altrettanto belli i "sassi istituzionali": scuola, stampa, politica, burocrazia, giustizia, mercato, finanza e governo, perché affidati a soggetti di diversa qualità intellettiva e morale, non sempre e non tutti idonei a qualificare in positivo le istituzioni col proprio servizio intelligente, onesto e responsabile.
Così eccellenze e deficienze si alternano sempre e dovunque nella macchina dello Stato e nella collettività; e di riflesso nelle imprese e nelle famiglie: sempre e solo per merito o colpa degli uomini mai dei mezzi.

Esaltare o denigrare a tempo pieno le istituzioni, non è solamente miope, è demenziale. Perché se il mezzo istituzione è affidato ad un autista "diversamente abile", ciò che dovrebbe essere soluzione, è garantito che si tramuti all'istante in problema.
È il burocrate, il professionista o il politico imbranato che andrebbe tenuto a rispettosa distanza dalla "Casa Comune" Stato, o rimosso all'istante, se esiste la prova inoppugnabile che un servitore dello Stato o della collettività sta producendo solo danni e vittime.
Perché, chi usa da cane il sapere, l'avere e il potere, che sono la "forza legale" dello Stato, non distrugge solo cittadini, imprese e famiglie oneste che dovrebbe renderle produttive prima di tassarle; e non mina solo la credibilità e la fiducia nelle istituzioni, ma danneggia in massa tutti i dipendenti pubblici e tutti i professionisti meritevoli di stima e rispetto, che quotidianamente servono con fatica, responsabilità ed onestà utenti, clienti e contribuenti.
Lo Stato liberale vive rendendo produttivi i cittadini e si autofinanzia tassandoli. Ma se alcuni addetti ai lavori assolvono queste due funzioni da cani, danneggiando il popolo produttore e contribuente onesto e lo Stato impositore vanno resi inoffensivi.
Chi pensa che in Italia sia urgente riformare lo Stato, chieda lumi al "sasso pedagogista muto"; gli suggerirà di cominciare dalla riforma dei cervelli
Di quella pericolosa minoranza di burocrati, professionisti, industriali, banchieri e politici che ormai sono giuridicamente e giudiziariamente ingovernabili, come se fossero nati con licenza di sfruttare, asservire e tiranneggiare impunemente.

Rassegniamoci. I problemi oggettivi sono inventati per giustificare i fallimenti propri o altrui. Le soluzioni oggettive sono opera della rara e geniale creatività umana.
L'impareggiabile Albert Einstein diceva: "tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa".

Pensare di migliorare il mondo guastando cervelli e aggiustando cose, per trarre maggiori profitti dallo sterminio di interi popoli, oltre che criminale è demenziale.
Franco Luceri

sabato 5 aprile 2025

Due "civilissime" certezze: guerra di Putin e dazi di Trump





È così vecchia la fissazione degli umani di scatenare guerre, da indurci a sospettare che la scintilla originaria sia stata l'odio fra due popoli di caverne confinanti, condannati a contendersi le stesse risorse naturali.

Ma anche se all'origine è stato l'odio ad armare gli umani, da millenni le cause sono l'amore dei potenti per il denaro e il potere. 
 
Pensate davvero che ucraini e russi in guerra dal 24 febbraio 2022, siano divisi da un odio viscerale? Io credo che qualunque popolo se avesse potere farebbe durare la guerra non più di 5 minuti. Correrebbe ad fronte ad abbracciare il nemico.

Ma la guerra serve ai maneggioni del sistema economico, che essendo produttori di armi e finanziatori (a strozzo) di governanti falliti, hanno il potere di scatelarla e la convenienza a fermarla, solo dopo aver finito di svuotare gli arsenali (per tornare a riempirli) e riempito le casseforti di prodotti finanziari realizzati facendo buttare il sangue ai popoli.

La vera economia di pace rende molto meno dell'economia di guerra. E quando industriali e banchieri (compagni di merende) vedono dimagrire i profitti in tempo di pace e ingrassare gli arsenali di armi invendute, corrono ai ripari scatenando una guerra.

In altre parole, la guerra e figlia della pace demenziale dei potenti. Sbagliando cultura, politica e giustizia accumulano debiti, e poi risanano l'economia malata derubando altri popoli.
Alla sconcertante e insanabile fallibilità umana: culturale, politica, giudiziaria, economica e finanziaria non c'è soluzione alternativa alla guerra.
Istruzione e informazione al servizio del mondo industriale e finanziario rapace, continuano ad imputare tutte le responsabilità dello sfascio e le tragedie della guerra, agli attori imbranati della politica, che pur di conservare poltrona, potere, privilegi e furti, accettano di passare per tiranni omni responsabili con pistola fumante in mano.
Un tale diceva: "la guerra non è ché la continuazione della politica con altri mezzi". 
Ora però sarebbe giusto puntualizzare che la pace di Trump è la continuazione della guerra di Putin con altri "DAZI". E che dazi!

Trump aveva giurato di fermare la guerra. E come prima prova muscolare ha scatenato la sua "pacifica" guerra daziaria, che all'America, (e a tutti i miliardari che là volessero delocalizzare) dovrebbe fare da cura ricostituente. E al resto del mondo, (isole polari comprese, popolate solo da pinguini, foche e gabbiani che il dazio lo pagherebbero in natura) farebbe lievitare solo falliti e disoccupati.
Insomma, ora che al guerrafondaio Putin si è aggiunto il "daziatore" Trump, (che sembra intenzionato ad auto promuoversi unico governante del mondo) è garantita una tripla libera scelta per morire: sparati in Ucraina, affamati "urbi et orbi", o impoveriti dai crolli in borsa che spingeranno i meno ricchi a svendere e i molto ricchi a comprare e a concentrare da tiranni la ricchezza mondiale, già scandalosamente concentrata.
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Commento al mio articolo prodotto con l'intelligenza artificiale da pensalibero.it

Nel tempo in cui la guerra è tornata ad essere strumento di strategia economica, e la pace una retorica usurata dalle logiche del potere, Franco Luceri ci offre una riflessione dura e necessaria. Con il suo stile diretto e senza concessioni, smonta la narrazione dominante e getta luce su ciò che spesso resta ai margini del dibattito pubblico: l’uso cinico della politica estera, il ruolo dell’industria bellica, la complicità di governi e opinioni pubbliche assuefatte. Un testo che costringe a guardare in faccia la realtà: mentre si moltiplicano le guerre e le sanzioni, a pagare non sono i potenti, ma i popoli. Sempre.
Franco Luceri

sabato 29 marzo 2025

Se la produzione non è subordinata al consumo è fallimentare o assassina






Nella civiltà contadina, la produzione di beni e servizi primari, dipendeva dalla quantità dei consumatori. 
Nelle famiglie normali è ancora civiltà contadina: se è certa la tua presenza a pranzo, il tuo piatto sarà pronto, servito e garantito. 
In pizzeria è ancora civiltà contadina: prima ordini il tipo di pizza che vuoi comprare e dopo la mettono in produzione "personalizzata", adattata ai tuoi gusti e ai tuoi bisogni. La produzione continua ad essere successiva e subordinata al consumo.

Invece nella civiltà post industriale, hanno capovolto e stravolto il mondo. Producono merce e riempiono magazzini senza sapere quando e a chi venderanno quei prodotti.

Il consumo finisce subordinato e adattato a forza alla produzione di beni e servizi primari, secondari e spazzatura già pronti all'uso che alla lunga si rivelano almeno al 50% socialmente, economicamente ed ecologicamente dannosi, se non letteralmente devastanti come lo è stato l'amianto, come lo sono quotidianamente migliaia di prodotti chimici dannosi e di droghe assassine che stanno facendo ammattire e mutare in bestie interi popoli. 
E ultime in ordine di tempo, le case diventate ecologicamente incompatibili che ora hanno bisogno del cappotto termico, e le vecchie auto da rottamare e sostituire con quelle elettriche a bassa emissione di CO2 imposte dall'Unione Europea ai 27 stati membri, senza sapere se è tecnicamente possibile la realizzazione e se il costo è umanamente sopportabile.
Gli industriali, dopo aver prodotto a loro insindacabile giudizio qualunque schifezza; a colpi di pubblicità ingannevole inducono i popoli a consumarla, a crederla un autentico affare, e peggio, a convincerli che la stanno acquistando per libera scelta. 
Ma se il consumo non smaltisce tutta la produzione, non svuota magazzini, le multinazionali prima lo incentivano a colpi di campagne promozionali, e poi a colpi di mazzette passano a chiedere ai governi di imporre per legge l'acquisto di quelle porcherie. 
Ed è così che passiamo ogni giorno dalla Rolls Royce al monopattino, dal segnale di fumo allo smartphone che gli anziani non sanno nemmeno accendere, cambiando ossessivamente fornitori, beni e servizi.

La politica, per conservare posti di lavoro e profitti che poi significano voti, soldi e privilegi per gli addetti e tributi per lo Stato, è pronta a scatenare anche una guerra atomica, per svuotare e riempire magazzini, svuotare e riempire arsenali.

L'industria farmaceutica produce medicine per battere sul tempo l'arrivo delle nuove malattie, sperando che non siano troppo diverse dalle vecchie, altrimenti sarebbero poco efficaci o letteralmente nocive.
E se poi la malattia non arriva, con le caratteristiche previste, sono cavoli amari per i popoli, che quelle medicine, dovranno ingozzarsene o pagarle.

Una volta, l'industriale del farmaco era il farmacista: prima prendeva l'ordine e poi (al famoso bilancino) confezionava il prodotto personalizzato per il malato e la sua specifica malattia.

Perciò non affrettatevi a giudicare i potenti. Se li vedete "partire in guerra" armati di soluzioni fino ai denti per sterminare i problemi, lo fanno, ma sapendo di rischiare esclusivamente la borsa e la vita di milioni di individui che non sanno di finire truffati e persino sterminati dalla cultura e dalla politica al servizio del famelico mondo economico, finanziario e bellico.

L'America è partita a razzo per combattere la guerra in Ucraina e si è portata a rimorchio l'Europa; ma entrambe non hanno rischiato un graffio alla propria vita, hanno solo anticipato un bel po' di quattrini. Ma i soldi dei poveri contribuenti spesi per armare e finanziare l'esercito ucraino mandato a morire, se li riprenderanno con gli interessi i miliardari, dividendosi le terre rare ucraine che fanno gola a tutti. E risanando con appalti astronomici i danni prodotti. Senza contare che gli stati UE continueranno a costruire armi e riempire e svuotare arsenali, perché sono corsi ai ripari inventandosi l'esercito europeo che per 80 anni nessuno ha ritenuto necessario o peggio impellente come ora.

Se invece vedete i potenti alzare la guardia e mettersi in difesa, senza avanzare di un passo e persino arretrando, vuol dire che stanno rischiando borsa o vita personale. E usano il potere per uscire indenni e magari pure vincenti.
Insomma, subordinando la produzione al consumofamiglie, artigiani e piccoli commercianti ci salvano ogni giorno la vita. 
Invece adattando o piegando il consumo alla produzione e devastazione ambientale, industriali, banchieri e Stati mettono a rischio la pace sociale, la salute psicofisica dei popoli, l'equilibrio finanziario ed ecologico e con le guerre in corso persino il futuro dell'umanità.
Franco Luceri

sabato 22 marzo 2025

Un governo che elemosina sapere e denaro è governo fantoccio







È facile montare a cavallo del potere drogando l'umanità con "le parole che piacciono" direbbe Baudelaire, ma poi rischi di finire disarcionato, se invece di perequare la ricchezza per salvare i poveri, usi il potere per affamare chi non ha e ingrassare chi ha.
Ma da oltre mezzo secolo, le classi sociali italiane ignoranti si sono ridotte all'osso grazie a l'istruzione e a l'informazione.
Ma le piogge crescenti di mal governo e sfascio a 360 gradi continuano ad essere imputate al "governo ladro o al meglio incapace", mentre i peggiori cleptomani hanno residenza stabile nel mondo della cultura, burocrazia, professioni, mercato e finanza. E sono Intoccabili perché rubano nel rispetto delle leggi che in quanto maggioranza si sono auto confezionati.
Sono i burattinai occulti che tirano i fili al governo, e poi lo fanno passare per ladro o incapace, scaricando facilmente sul potere esecutivo le mostruosità delle classi sociali istruite e agiate (i "Nobili" delle democrazie) che dettano legge e tengono banco nel mondo culturale, economico, finanziario e nella burocrazia corrotta.

Chi volesse fare politica sul serio,  dovrebbe marchiarsi a fuoco nel cervello questa frase dialettale che in italiano è giusto tradurre così: 
"chi mi nutre considero padre".
La massa dei cittadini bisognosi considera con rispetto "PADRE", qualunque potente o padrone può sfamarla. Perciò la politica conserva il potere autonomo di governare fino a quando si dimostra capace di dare a chi non ha. Producendo giustizia sociale per la maggioranza dei cittadini, produce consenso e potere per sé.
Ma se la crescita del debito pubblico e il calo della produttività economica e dei tributi, costringono i governanti ad elemosinare o a stendere la mano per prendere, non c'è potere giuridico o culturale che possa salvarli. 
Luigi XVI e consorte ci rimisero la vita quando incominciarono ad allungare troppo la mano tributaria, mettendo a rischio la vita dei sudditi e i privilegi dei Nobili.
Insomma, giusto per capirci, esercitare il potere tributario solo per prendere denaro e restituire ingiustizia sociale è maledettamente pericoloso. I poteri culturali, giuridici e finanziari sono poteri finti, promettono utile ma creano danno. E il danno alla lunga si paga o si sana subendo o scatenando una guerra civile o mondiale.

Fino a quando nei popoli, la maggioranza dei cittadini è stata di contadini, pastori, pescatori, boscaioli e artigiani ignoranti, è stato giusto imputare al "Governo ladro" tutte le responsabilità per i guasti del sistema, pioggia compresa.
I popoli devono affrettarsi a cambiare bussola. Il governo ladro è diventato il capro espiatorio di tutte le bestialità della Cultura e del mercato. Prima ci convinciamo meglio sarà per tutti.
La premier Meloni sa destreggiarsi bene con le parole che piacciono. Ma il vero potere non è più a Palazzo Chigi è traslocato almeno da mezzo secolo nelle università, nelle professioni, nelle multinazionali e nel il mondo finanziario.

Ve la Immaginate voi la Meloni convinta guerrafondaia in una Italia che ha ripudiato la guerra. Io non credo che sia convinta, ma deve stare al gioco perché in Italia le industrie di armi hanno bisogno di vendere per continuare a produrre, per non licenziare e fallire.

In America il potere economico di Elon Musk oscura il potere politico di Trump, perché il primo può seminare dollari dall'elicottero, mentre il secondo, da governante, è costretto ad allungare la mano tributaria per prendere prima di aver dato.
Quindi rassegniamoci, il reale potere esecutivo lo ha soltanto chi può distribuire sapere, salari e mutui.
 
I premier delle democrazie UE super indebitate, questo privilegio non lo hanno più. Allungano la mano vuota per prendere poiché hanno sempre un drammatico bisogno di reperire risorse finanziarie (la BCE le distribuisce come fossero collirio). E sono fregati. Perché i popoli vanno tassati solo dopo averli resi produttivi o aiutati almeno a sopravvivere; altrimenti la devastazione del sistema sociale e il rischio di default per lo Stato, restano sempre dietro l'angolo.
Franco Luceri 

sabato 15 marzo 2025

La competizione tra popoli sovrani e "sudditi", serve alla Pace Mondiale?







Aver globalizzato tutti i 200 Stati del mondo, senza capire come rendere "inoffensivi" quelli che dispongono e abusano della sovranità monetaria, è utile alla sicurezza mondiale, quanto sfregare un fiammifero in una raffineria di petrolio.
Chi ha moneta propria, finanzia il funzionamento non il risanamento delle istituzioni quando già cadono a pezzi come in Italia, e a costi astronomici erogano disservizi anziché servizi.
Secondo gli storici, l'economia ha iniziato ad affiancare la politica nella pacifica unione mondiale dei popoli definita "globalizzazione", tra il 1840 e il 1914; e ora tutti i 200 stati del mondo competono "alla pari": quelli con sovranità monetaria in Rolls Royce; e quelli come noi italiani, sovrani solo politici con le tasche bucate, che si sentono ricchi sfondati con un carico di debito pubblico impagabile.
La globalizzazione l'avranno inventata i "POPOLI PAPERONI" con sovranità monetaria, che possono essere competitivi contro la stragrande maggioranza di stati indebitati e squattrinati; che saggiamente il giornalista e scrittore Enrico Grazzini ha battezzato "Stati castrati".
Insomma la migliore politica di uno stato con sovranità monetaria, non può essere mutuata in uno privo di moneta propria, perché  indurrebbe gli addetti ai lavori a spendere allegramente a debito per tappare buchi e voragini.
L'Inghilterra ha salutato la UE e si è defilata, non perché rischiava di fallire, ma perché rischiava di sterminare tutti gli stati indebitati de l'Unione Europea con la sua competitività finanziaria. E magari alla lunga avrebbe pure subito gli effetti collaterali di altri Stati UE in difficoltà.
Le istituzioni degli Stati indebitati d'Europa, rischiavano di prendere la politica inglese come esempio; e sperperare allegramente le tasse, sangue dei contribuenti, (con decine di migliaia di piccoli imprenditori falliti o suicidi per eccessivo prelievo tributario) scambiando gli euro comprati a caro prezzo, per sterline uscite fresche fresche da una rotativa del Regno Unito al costo di carta colorata.
Nei paesi senza sovranità monetaria le leggi non possono essere applicate sempre alla lettera, ma vanno aggiornate e adattate alla condizione del momento, salvo che non si voglia imboccare la via a scorrimento veloce del default. 
È giusto che tutti gli stati garantiscano i diritti inviolabili dei cittadini; ma se il costo di questo servizio viene scaricato pari pari sui contribuenti, i piccoli imprenditori finiscono per fallire o suicidarsi.
La giustizia è qualcosa di molto diverso della legalità burocratica. 
Il vero giudice sa di non poter separare diritti e doveri applicando la legge, perché se il costo burocratico per salvare tizio uccide tributariamente Caio, la legalità burocratica è viva ma la giustizia ne esce morta, e lui come giudice si dimostra un pericolo pubblico, una calamità naturale.
 
Prendere per buona la politica spendacciona degli Stati monetariamente sovrani, induce le burocrazie degli Stati non sovrani come l'Italia, a pretendere e a spendere senza risparmio,  spettacolarizzando la tutela dei diritti di una minoranza, per fini carrieristici individuali o corporativi e scaricando sui contribuenti costi e doveri assassini.
Il meglio della globalizzazione sta tutto qua. La guerra serve solo ai sovrani col portafoglio e non a quelli con le tasche bucate. Ma a perdere borsa e vita, sul fronte economico, finanziario e bellico, ci mandano i popoli a sovranità "dimezzata" che si ammazzano conto terzi: come ora ucraini e palestinesi che aspettano il miracolo dai "santi della politica": Trump, Putin, Xi Jinping & "santini" UE.
Franco Luceri

sabato 8 marzo 2025

L'avere ti fa sapere; chè tragica illusione!

 






Prima e meglio dell'arca di Noè, senza capitano e senza pilota automatico, senza professori, giornalisti, politici, industriali, banchieri, generali e guerrafondai, il pianeta Terra si è fatto da solo una passeggiata di milioni di anni garantendo a tutti gli esseri viventi, (analfabeti ma non ignoranti), presente e futuro.
Ora, straripa di presidenti, governanti, direttori, amministratori, accademici e premi Nobel superalfabetizzati, ma non ha alcuna intenzione di garantirgli manco pane e acqua, se non daranno un taglio a l'avvelenamento fisico e culturale dell'intero creato.
Rendendo gli esseri viventi capaci di acquisire tutta l'intelligenza istintiva necessaria per muoversi e usare la natura senza reciproci danneggiamenti, Dio aveva reso il mondo vivibile e la vita un dono per tutti: uomini, animali, piante, virus, batteri, muffe e chissà cos'altro per centinaia di migliaia di anni.
Poi è arrivata l'istruzione e l'informazione, e in una manciata di millenni ha sprogrammato anzi resettato i cervelli fino a cancellare totalmente l'intelligenza istintiva e adattativa (presente e infallibile in tutti gli esseri viventi dalla formica al dinosauro e passando per l'uomo) e a colpi di trilioni li ha riprogrammati tanto da mettere l'uomo in guerra non soltanto con il Creato ma persino con se stesso.
Il contadino, il pastore, il pescatore, il boscaiolo, (se protetti dalle patologie cerebrali indotte dalla "incultura" della cultura) avrebbero saputo istintivamente procurarsi di che vivere senza derubare il prossimo o danneggiare la natura.
Mentre l'intellettuale, l'uomo di "scienza", ha difficoltà persino a trovare la via di casa, se sconfina dal perimetro della sua conoscenza razionale, che per renderlo produttivo gli ha cancellato la conoscenza istintivo adattativa, fino a rendere patologica la "creativa".
Tant'è che i ladri si sprecano non fra i lavoratori poco acculturati ma fra le teste d'uovo della scuola, stampa, politica, finanza, mercato. Come dire che politica e finanza sono disoneste perché la cultura ha disegnato sistemi sociali talmente costosi, giganteschi e conflittuali che nemmeno i migliori geni della politica e della finanza, affiancati e supportati da interi eserciti di comitati tecnici scientifici, (CTS) sono riusciti a comporre il mosaico della "globalizzazione" con montagne di tasselli che al primo tentativo di accostarli diventano devastanti quanto il fiammifero sfregato e gettato sulla benzina.
Forse noi umani siamo vittime di un grande equivoco. Da cittadini benestanti ci sentiamo liberi di muoverci senza limiti al pari degli animali, dimenticando che non potremo avere mai la stessa consapevolezza, perché gli animali sono rimasti alunni del Creato, sono dotati dell'istinto per muoversi senza arrecare danni nell'habitat in cui sono nati.
Noi umani invece siamo un "prodotto" culturalmente e finanziariamente modificato, programmati non per "fare bene" un mestiere o una specifica professione, ma "per fare soldi" partecipando al festival della distruzione, produzione, consumo, profitto.
Insomma è la cultura non la politica a delimitarci la libertà consapevole e produttiva. Quella dei molti diritti e pochi doveri che pretendiamo dalla politica è libertà omicida o suicida. È libertinaggio.
Un ingegnere, un avvocato, un commercialista che osasse entrare e muoversi liberamente in una sala operatoria, sarebbe inconsapevole e pericoloso più di un elefante in una cristalleria.
Un professore di italiano che non conoscesse le lingue, spostato in un'altra nazione, fra un popolo che parla un'altra lingua, sarebbe un Illustrissimo analfabeta.
Insomma, è una tragica illusione pensare che sia la "buona" politica a rendere il cittadino illimitatamente libero, consapevole, responsabile.
A delimitare la libertà degli uomini che non vogliono essere distruttivi, è la qualità e quantità della loro "cultura" se degna di questo nome.
Il peggiore tiranno di qualunque Popolo non è politico, economico o finanziario, ma culturale. Ogni individuo può muoversi senza danno per sé e per gli altri, nello spazio circoscritto della sua specializzazione.
Nemmeno il più genio del mondo ha la percezione totale della nazione In cui vive o peggio dell'intero pianeta. E quindi possiamo dire che la civiltà umana è come una nave piena zeppa di ufficiali ma priva di capitano che abbia il controllo totale del mezzo e degli uomini, che sappia tracciare o modificare una rotta che salvi tutti.
Al capezzale del mondo malato gli intellettuali accreditano a sé i meriti del poco che sembrerebbe funzionante; e addebitano i guasti che affliggono l'umanità ai loro colleghi prestati alla politica, Industria e finanza. 
Servirebbe un bagno mondiale di autocritica, partendo dal grande Carl Gustav Jung che ci ha fornito la chiave con queste inequivocabili parole: "Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male"
Franco Luceri

sabato 1 marzo 2025

La Teoria del Cavallo Morto e del cavaliere che corre






Ho condiviso questo scritto dalla pagina Facebook di un amico, ma non conosce l'autore, lo ha trovato sul web. Alcuni lo considerano iperbolico, esagerato, altri ridicolo e falso. Vi prego di leggerlo perché è davvero illuminante. È mille volte migliore del mio commento che troverete alla fine.

La "Teoria del Cavallo Morto" è una metafora usata per illustrare la tendenza di organizzazioni, team o individui a persistere con strategie, progetti o processi inefficaci, anche quando sono chiaramente falliti o non più sostenibili.
Il concetto deriva da un proverbio dei nativi americani che afferma:
"Quando scopri che stai cavalcando un cavallo morto, la strategia migliore è smontare".
Invece di accettare la realtà e andare avanti, molte organizzazioni optano per strategie alternative per affrontare il "cavallo morto". Questi approcci spesso evidenziano inefficienze e priorità mal riposte, come ad esempio:
1. Acquistare una frusta più forte – Investire in strumenti o metodi per forzare la produttività da un processo inefficace.
2. Cambio del pilota – Sostituzione di membri del team o leader senza affrontare il problema principale.
3. Minacciare il cavallo – Applicare pressioni o incentivi irrilevanti per il problema.
4. Formare un comitato – Sprecare risorse per analizzare o giustificare la strategia fallimentare.
5. Benchmarking di altre organizzazioni – Studiare come gli altri affrontano fallimenti simili, invece di risolvere la causa principale.
6. Abbassamento degli standard – Adeguamento dei parametri di riferimento per adeguarli alle prestazioni insufficienti.
7. Rinominare il cavallo morto – Inquadrare il fallimento come una sfida minore o un successo incompreso.
8. Assunzione di consulenti esterni – Coinvolgere estranei per gestire o giustificare il fallimento del sistema.
9. Promuovere la competizione tra cavalli morti – Incoraggiare i confronti per mascherare l'inefficienza.
10. Sviluppare un programma di formazione – Spendere tempo e risorse per "migliorare" ciò che è intrinsecamente difettoso.
11. Adeguamento delle metriche di produttività – Modificare le definizioni di successo in modo che corrispondano a risultati scadenti.
12. Evidenziare i risparmi sui costi – Giustificare il fallimento sottolineando vantaggi minori, come la riduzione dei costi di manutenzione.
La "Dead Horse Theory" serve come monito per valutare e lasciar andare gli sforzi non vitali piuttosto che raddoppiare il fallimento, consentendo alle organizzazioni di allocare le proprie risorse in modo efficace e perseguire strategie che producano risultati autentici.
(dal web)
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Qua sono elencate tutte le strategie dei potenti del mondo per spacciare il "nuovo" come migliore del "vecchio", ma finendo per passare da un fallimento ad una catastrofe, da una truffa a un genocidio.
Tutta la cultura, la politica e la finanza mondiale sono consequenziali alla "geniale" Teoria del Cavallo Morto. 
Tant'è che decine di millenni di cultura e quattro secoli di scienza non ci hanno ancora chiarito se Dio ha affidato il Creato all'uomo o l'uomo al Creato. 
Perché se il mondo lo abbiamo da servi e non da padroni, aspirare al libero arbitrio e all'autodeterminazione è roba da matti, è puro delirio di onnipotenza.
Noi umani non siamo liberi di AGIRE manco per grattarci il naso, dovendo REAGIRE h24 a tre bisogni ineludibili e incancellabili a cui ci ha condannato la natura: RESPIRARE-BERE-MANGIARE.
Provate a non soddisfare questi tre bisogni primari e correrete ad aspettarmi nel mondo dei più.
Le auto volanti di nuova produzione e i viaggi turistici interplanetari progettati da Elon Musk a prezzi "modici", secondo voi quanto ci azzeccano, se a questo mondo i potenti non riescono ancora a cavare un ragno dal buco?
Io credo che sia meno idiota partite da Roma in sella al "Cavallo Morto", attraversare l'Atlantico, e approdare a New York asciutti e rilassati, che affidarsi alla perfezione della scienza, politica e progresso attuale, anche solo per cavarsi un dente già cavato.
La cultura e il potere umano quanto a razionalità sono ben oltre il manicomio criminale d'Aversa. A livello planetario, i saggi e i potenti delle primissime potenze mondiali promettono democrazia, giustizia, umanità, solidarietà, ma restituiscono disoccupazione, fame, malattie, guerre e genocidi che emulano il nazismo e sono sbandierati h24 come la migliore esportazione di democrazia a cannonate.
E ci sono persino gli applausi, per questo schifo di cultura, politica e mercato mondiale, che continua a rimanere in sella di un cavallo putrefatto e in corsa finta.
Franco  Luceri

sabato 22 febbraio 2025

Solo il governo può convertire in collana le perle istituzionali







Un sistema Democratico è un mucchio di "perle istituzionali", che "solo il filo della politica di governo può convertire in preziosa collana", capace di garantire giustizia sociale, tassando i contribuenti e trasformando i tributi in servizi pubblici per la collettività.
Ma se il sistema Stato non ha uomini formati per fare buon uso dei mezzi culturali, tecnologici e finanziari; né i mezzi sono adattati alle capacità psicofisiche degli uomini: alla lunga e con qualunque governo, popolo e Stato sono condannati allo sfascio.
Perciò il governo deve avere sufficiente potere per indirizzare verso il bene comune la cultura, la burocrazia, il mercato e la finanza, altrimenti il sistema Stato va in frantumi come una collana col filo spezzato e scarica sul sistema sociale danni miliardari assassini. 
A quel punto il potere si trasferisce pari pari dai governanti ai magistrati, ma che non hanno potere di risanare lo Stato.
Alla rottura del "filo politico", le istituzioni della "collana" democratica non si sparpagliano; ma mancando il collegamento e la finalità politica, non tardano a diventare distruttive: tassano i contribuenti e convertono i tributi in disservizi devastanti per la collettività e per lo Stato.
Perciò, in democrazia, la funzione del governo è "cucire le perle", collegare e rendere utilmente interattive le istituzioni"; e quella delle opposizioni contribuire alla solidità del filo politico del governo e scongiurare i danni crescenti e irreparabili della generale irresponsabilità pubblica e della conseguente bancarotta privata. Vedi Italia.
Come dire che la maggioranza di governo ha l'obbligo di governare bene, ma l'opposizione è tenuta ad impedire il mal governo, o abbandonare la poltrona. Perché rimanere al potere solo per scimmiottare l'informazione raccontando ai cittadini vittime del sistema, quanto sfascio quotidiano sono chiamati a subire e a pagare è una truffa miliardaria.
Nelle democrazie, dove tutti sono liberi persino nell'utero materno, la responsabilità individuale è una mostruosità giuridica. Premier e ministri non sono gli unici responsabili.
Se un cittadino italiano, adulto, patentato e libero, guidando un'auto va a sterminare una famiglia sulle strisce pedonali; è responsabile solo lui di questo crimine, oppure corresponsabili sono anche i potenti della cultura, della politica, della burocrazia, dell'economia e della finanza, che continuano impunemente a fare danni a uomini animali e cose, formando cittadini incapaci o disonesti e rifornendoli di titoli e patenti per danneggiare la collettività e/o lo Stato?
Se la scuola non adegua l'intelligenza dei popoli al progresso tecnologico; e
la scienza e l'industria non adeguano la tecnologia alla cultura media dei popoli,
sulla distruttività che ne consegue il mondo finanziario ci specula una barca di soldi. E i legislatori e i burocrati continuano a governare da struzzi con la testa nella sabbia facendo finta che lo sfascio è tutto  perfettamente a norma.
Nel mondo non c'è popolo che non stia rimpiangendo la dittatura, perché senza responsabilità collegiale, in democrazia la maggioranza di governo è colpevole a prescindere e l'opposizione incolpevole a prescindere.
Credo che dovremmo cercare di capire che rapporto di parentela c'è tra le democrazie attuali e quella teorizzata da Platone 24 secoli fa. Maggioranza e Opposizione esistono ancora entrambe; ma mentre una volta l'opposizione aveva l'obbligo di servire la collettività distillando buona politica dal governo; oggi ha la discrezionalità di indurre il potere esecutivo alla cattiva politica, per disarcionare il "fantino" di Palazzo Chigi e rubargli il "cavallo".
Promettendo maggiori privilegi e potere, l'opposizione induce burocrati e professionisti a qualificare incostituzionali le riforme della maggioranza di governo e a sabotarle, (come la super contestata riforma della Giustizia) in attesa di quelle costituzionali dell'opposizione; che a sua volta, quando sarà maggioranza di governo verrà accusata e perseguita per mal governo.
Se indebolire o rompere il "filo del governo" e perdere il controllo delle "perle istituzionali", in Italia è la migliore politica possibile tra maggioranza e opposizione in guerra senza esclusione di colpi bassi, di sicuro Platone starà applaudendo la Premier Meloni che non si lascia disarcionare. 
Altrimenti, vedendo in che pietose condizioni è ridotta l'incurabile democrazia italiana, affidata alle teste d'uovo di maggioranza e opposizione che dialogano come fossero sul ring, con la stessa intelligenza di due pugili suonati, si starà stringendo la pancia per non scoppiare dalle risate.
Franco Luceri

sabato 15 febbraio 2025

Se sapessimo cambiare l'uomo, il mondo starebbe bene anche così

 





Se consegni ad un neopatentato un mezzo che non sa guidare e gli lasci tutta la libertà di decidere come usarlo, fai di lui un potenziale suicida o omicida. 

Illudendosi di essere capace e libero, vorrà realizzare di giorno ciò che sogna di notte. Ma non avendo maturità e cultura per attuare utilmente i suoi sogni, se ha denaro da spendere, finisce per mettere in cantiere una catastrofe dietro l'altra. Così sono messi i popoli se dispongono della libertà e del potere di autogovernarsi ma non delle risorse intellettive per usare i mezzi disponibili in maniera socioecocompatibile.
Attualmente la comunità mondiale dispone di una quantità incalcolabile di mezzi, dei quali non conosce nemmeno il nome, perché il mondo scientifico ha saputo o voluto migliorare più i mezzi che gli uomini. E quindi 8 miliardi di umani impegnati a realizzare di giorno ciò che sognano di notte, senza avere la "patente" per fare buon uso dei mezzi giuridici, finanziari e tecnologici disponibili, sono una realtà terrificante persino per il Padreterno.

L'amico Massimo Maccabi Benocci, in uno dei suoi aforismi al vetriolo ha scritto:

"Se sapessimo cambiare l'uomo, il mondo starebbe bene anche così."

Ma l'uomo sembra proprio immodificabile, da schiavo e da Libero. Il progresso di qualunque tipo: sociale, culturale, politico, scientifico, tecnologico, economico o finanziario, al pari della medicina, serve a curare una malattia che sta uccidendo un popolo o a prevenirla (come fosse vaccino) per evitare che lo uccida.
Ma guai a pensare che i miracoli sia la "medicina progresso" a farli da sola.
Per renderla concretamente salvifica, servono i medici capaci di adattare la medicina al malato (intellettuali, tecnici, politici e banchieri degni di questo nome) per evitare che i mezzi giusti, per mancanza di uomini giusti, promettano utile e facciano danno genocida.
Perciò i guasti delle democrazie (italiana compresa) non sono imputabili ai mezzi sbagliati o insufficienti (la produttività, le tasse, i servizi pubblici, la finanza) ma agli uomini di governo della cultura, della politica, della burocrazia, della giustizia e del mercato, che almeno da mezzo secolo sono "perfetti" per qualunque sistema sociale, ma "diversamente democratico".

Secondo voi, i nostri padri costituenti avrebbero stabilito di pagare nella stessa misura i parlamentari della maggioranza con la responsabilità di governare bene l'Italia con un debito pubblico astronomico, e quelli dell'opposizione, con la discrezionalità di collaborare al buon governo, oppure contestare quotidianamente il potere esecutivo, creare prove false per incriminare premier e ministri, far cadere il governo e festeggiare se si rompe le ossa?
Se la Costituzione italiana lascia a l'opposizione questo livello di discrezionalità; bisogna ammetterlo, i nostri politici usano così bene il potere, che a caccia di visibilità e voti, si fanno lo sgambetto persino all'interno dei partiti destri e sinistri.
Franco Luceri