lunedì 18 agosto 2025

L'eterogenesi dei fini ha riportato indietro le lancette della storia







Per decenni si è parlato fino alla nausea di democrazia, sviluppo, progresso, produttività, giustizia e pace sociale, scienza, tecnologia, e per ultimo di intelligenza artificiale, come se il nome delle cose fosse già garanzia della eccellente qualità delle classi dirigenti che le maneggiano. Invece ci ritroviamo con una quantità incalcolabile di soggetti che a livello planetario perdono la vita per fame, malattie, criminalità e guerre.
L'eterogenesi dei fini culturali (in aggiunta a quelli finanziari) sta sconvolgendo l'intera comunità mondiale: sta riportando l'Umanità nella stessa tragica condizione dalla quale, 8 decenni fa, saggi ricchi e potenti, hanno finto di salvarci.

Perciò una domanda sorge spontanea: se nei millenni passati bastava un solo filosofo, un solo pensatore, (e potevano pure prestarlo ai popoli vicini per non lasciarlo disoccupato e povero) tutto il lavoro attuale super redditizio per decine di milioni di presunti pensatori, di lavoratori con le mani in tasca, di classi dirigenti che non sanno dove dirigersi, e che certo non è stato creato da Dio, da chi è stato creato? E a che scopo? Se nel mondo non c'è più niente che funzioni dopo quattro secoli di "progresso" scientifico e milioni di "scienziati", più impegnati a fare soldi che a fare scienza?

La funzione stramillenaria della "zappa", garantita da tutti i lavoratori manuali, è sempre stata per decine di millenni quella di salvare l'Umanità nutrendola.
Ora, quale debba essere la funzione intellettiva della "penna", (dei laureati e masterizzati) per non essere un costo, un peso morto o peggio assassino per l'intera comunità mondiale, (potenti onesti compresi) mi viene il sospetto che non l'abbia capito nessuno.
Io non sono certo fornitore di verità evangeliche miracolose, ma a naso credo che la buona cultura dovrebbe estirpare la gramigna dal terreno economico per renderlo onestamente redditizio per tutti i lavoratori, contributivo per lo Stato e letale per i "farabutti".
Ma ahinoi, il mondo che per millenni grazie alla zappa è stato un paradiso per galantuomini, ora zavorrato di "finti pensatori" è diventato il    paradiso dei farabutti.
Cosa abbiano di sbagliato gli istruiti e la loro cultura, lascio a voi intellettuali di buona volontà    l'arduo compito di stabilirlo, prima che la natura torni a prevalere alla "incultura", o la bomba atomica metta definitivamente "riparo" ai guasti cervellotici della "penna".

Il liberismo lascia libertà di scelta ai cittadini se vogliono produrre e distribuire beni e servizi persino in competizione con lo Stato. E se la produzione di beni privati parallela a quelli pubblici può anche essere socialmente utile, la produzione e vendita di servizi professionali privati in competizione con quelli pubblici erogati dalla burocrazia, è devastante, perché fa degli istruiti una pericolosa razza di predatori di ignoranti, che per conservarsi continuità di guadagno sono costretti a conservarsi la clientela, ignorante, povera, malata, sempre più dipendente dai loro "preziosi disservizi" e sempre più sfruttabile, con effetti individuali e sociali apocalittici: pensate all'ultima pandemia curata da cani, e si sospetta pure creata in laboratorio come arma batteriologica.

Di ogni istituzione dovrebbero essere corresponsabili gli uomini di cultura privati e pubblici che si presume abbiano il "sapere" per garantirne la funzionalità; perché è impensabile che il governo possa avere il controllo capillare dell'intero sistema Stato, se il mondo della cultura non garantisce funzionalità ai singoli sottosistemi istituzionali che occupa, e da cui trae profitto economico crescente.

Forse è questa la causa che sta portando il liberismo alla bancarotta dopo e peggio del comunismo.
Da svariati millenni lo sfruttamento finanziario dei popoli in difficoltà, è stato sistemico. Ma con l'esplosione della cultura e con la crescita tumorale di specializzazioni e professionisti, è diventato inevitabile lo sfruttamento della povertà, dell'ignoranza e della malattia.
E in questo sistema balordo siamo tutti vittime inconsapevoli. Lo sono anche gli stessi professionisti e burocrati onesti. 
Se hanno bisogno di un maggiore o diverso livello di conoscenza e si imbattono in professionisti o burocrati più rapaci chè capaci, diventando vittime anche loro.
Insomma l'umanità non ha più una testa in grado di auto governarsi.

Tutti i problemi creati da Dio e comuni a tutti gli esseri viventi: fame, sete, sonno, sicurezza e salute, sono stati risolti dagli ignoranti, (contadini, pastori, pescatori, boscaioli, cacciatori e artigiani) svariati millenni prima che inventassero la filosofia e la scienza.
Quindi i problemi attuali che affliggono l'intera umanità, dovuti ad: ignoranza, povertà e malattia, sono stati creati negli ultimi secoli dai potenti della finanza e in aggiunta moltiplicati all'infinito, dagli acefali della cultura, per sfruttare uomini, animali, piante e l'intero pianeta.
E pensare che gli stessi soggetti che hanno creato i problemi per vendere soluzioni conservative (o gattopardiane direbbe Tomasi di Lampedusa) siano tanto eroici o suicidi da eliminarli, perdere clientela e guadagno e morire di fame insieme alle loro famiglie; oppure correre a comprarsi una "zappa" e tornare contadini con una laurea in medicina, scienze umanistiche, legge, ingegneria o economia, non può che essere fantascienza.

Ma fingere di risolvere i problemi, per assicurarsi profitti continui o crescenti è igienico come scopare la polvere sotto il tappeto, perché poi inaspettata arriva "l'eterogenesi dei fini" che ti presenta il conto dei danni, restituendoti tutti i problemi che per sporco interesse personale o corporativo hai finto di aggredire con "soluzioni conservative truffa", redditizie per te ma fallimentari e devastanti per la collettività e peggio ancora per lo Stato o per il pianeta.
Chi si scandalizza che dopo 8 decenni nel mondo è ancora vivo il comunismo, il fascismo e persino il più spietato nazismo, provi a chiedersi: ma io, da classe dirigente, da intellettuale, professionista, burocrate, politico o giudice, questi problemi li ho eliminati seriamente, oppure con "soluzioni conservative", li ho spinti come polvere sotto il tappeto, per conservarmi produttività e potere?
Franco Luceri

sabato 9 agosto 2025

Se i veterinari non rendono vincente il cavallo sociale i fantini finiscono disarcionati









Se i veterinari della cultura, a colpi di istruzione e informazione, non sono mai riusciti, in nessun angolo del pianeta, a fare di un popolo libero da svariati decenni, un "cavallo vincente"; imputare i guasti del sistema, ai fantini della politica, spediti al governo con funzione di Premier, e condannati al 100% a finire disarcionati, è suicida.
Oggi l'Umanità avrebbe bisogno di un esercito di intellettuali liberi che la aiutino a capire prima di agire o reagire, ma di questi, salvo rarissimi esemplari ininfluenti, sembrerebbe estinta la razza.
Senza cultura degna di questo nome, non ci sono soltanto popoli che muoiono di povertà, ma anche popoli che agonizzano e muoiono di ricchezza prodotta, ma mai perequata. Vedi Italia. Per non parlare di quelli massacrati dalla guerra diventata inevitabile al pari degli sconvolgimenti climatici.
Solo la cultura può rendere la democrazia migliore della dittatura. Ma se, come in Italia, chi è preposto alla formazione e informazione, non sa come fare gli italiani e si gingilla accusando il capitalismo economico e politico di offendere la dignità umana: allora siamo al bue che strapazza l'asino chiamandolo cornuto.
Chi ha gli strumenti culturali e intellettivi per rendere a l'Italia un ottimo servizio formando e informando gli italiani, sui pregi del collettivismo ancora mutuabili nel mercato globale, non insegni comunismo e critichi il capitalismo.
Lasci la cultura dove tutti hanno ragione anche quando hanno torto, e si assuma la responsabilità facendo politica, così capirà da sé che in politica tutti hanno torto anche quando hanno ragione; specialmente il premier e i ministri se si rendono inadempienti nel mettere i Paperoni all'ingrasso.
Se gli umani uscissero dalle sale parto tutti intelligenti e liberi e avessero già  per natura la schiena diritta, a cosa servirebbero eserciti di professori e professionisti, formatori e informatori mangiasoldi? A niente. Invece liberi o schiavi può farci solo la conoscenza.
Sono i professori e i professionisti che decidono di quanti gradi debba abbassare la schiena il popolo, se hanno in programma di spremerlo, truffarlo e asservirlo anche in nome e per conto della burocrazia e della finanza. 
E al premier si chiede una sola cosa: certificare che il porcaio è a norma, oppure dichiararsi unico/a responsabile e levare il disturbo.
Franco Luceri

venerdì 1 agosto 2025

I PROBLEMI sono tumori da ESTIRPARE, non BISOGNI da SODDISFARE a rate






Non serve grande intelligenza per asservire e sfruttare un Popolo, basta aggiungere ai bisogni primari di cibo acqua, sonno e casa; i problemi culturalmente, giuridicamente, burocraticamente ed economicamente indotti: istruzione, informazione, mobilità, lavoro, salario, profitto, tasse, salute, svago, libertà e dignità, ma conservati come fossero bisogni da soddisfare ratealmente, in modo che possano incancrenire ed essere sempre più produttivi di potere e denaro per chi è preposto a risolverli ma si guarda bene dal farlo, perché fingendo di risolverli può sfruttarli da parassita per tutta la vita.


Dal medico non vai (come dal fornaio) per soddisfare il bisogno quotidiano di medicina come fosse pane, ma per liberarti dal problema malattia prima che diventi mortale.
Dal professore non vai per ricevere una porzione quotidiana di conoscenza, ma per imparare a pensare da solo e non dipendere a vita da chi è preposto a vivere sfruttando l'ignoranza altrui e arricchendo fino alla morte.
Dal giudice non vai per farti risarcire un danno subito il giorno prima, ma per liberarti per sempre da un'ingiustizia che ti sta distruggendo la vita.
Ma il mondo della cultura ha creato i problemi governabili come bisogni naturali, da soddisfare ratealmente, un tanto al giorno, in modo che siano e restino produttivi di reddito garantito e crescente per i potenti, e di catastrofi per gli impotenti, che i problemi se li portano sul groppone come gli asini da soma fino alla morte.

Rubando contadini alla Terra per otto decenni, il mondo dell'Istruzione italiano e poi quello dell'informazione, hanno trasformato un popolo contadino produttivo di beni e servizi per soddisfare bisogni, in uno di professori, intellettuali, professionisti, burocrati, politici, giudici, giornalisti, che hanno generato una tale lacerazione e impoverimento del tessuto socio economico, da resistere a qualunque tentativo di risanamento.

Quelli che usano muscoli e cervello per produrre beni e servizi necessari a soddisfare i bisogni primari di un intero Popolo, sono ormai una tragica minoranza, mentre la maggioranza è impegnata a parlare fingendo di aver pensato e capito come tenere in buona salute il sistema, in attesa che altri gli mettano il pranzo fumante sotto il naso.

Provate a pensare quante famiglie di contadini devono spaccarsi la schiena per produrre la ricchezza necessaria a mantenere "pensante" un politico, un burocrate o un giudice.

I progressi della Scienza possono anche essere veri, incontestabili, miracolosi; ma se il numero dei soggetti che agiscono, producono ricchezza onesta e pagano tasse è largamente inferiore ai soggetti che "pensano a prezzi astronomici" e che sono una schiacciante maggioranza, i risultati non possono che essere devastanti, anche se tutti pensano da Dio.

Se in un ristorante famoso per la qualità delle pietanze, entra un numero di commensali che non trova nemmeno posti a sedere; per la carenza di addetti, la qualità del cibo e del servizio non può che diventare scadente, anche se preparato e servito dallo stesso personale eccellente di sempre.
L'istruzione ha trasformato i contadini in diplomati o laureati senza preoccuparsi che la terra zappata a parole nelle aule scolastiche, nelle redazioni, nelle sedi di partito, nelle istituzioni e nei Tribunali, non produce pane e pasta, ma rende sempre più rigogliosa ed inestirpabile la gramigna dell'impoverimento sociale, del debito pubblico e dello sfascio.
Quindi non serve per forza una cultura pessima per fare disastri. Non c'è bisogno di scegliere professori e giornalisti imbranati. Anzi l'ottima cultura ne fa più danni della cattiva perché è incontestabile. 
Basta arricchire la comunità mondiale di commensali pensanti e impoverirla di contadini zappanti. Basta arricchirla di parolieri e impoverirla di braccianti, pescatori, pastori, boscaioli e artigiani.
Basta arricchirla di gente che allunga la mano per prendere, è in automatico la stai impoverendo di gente che si spacca la schiena per produrre e pagare. 
Chi crede di salvare il mondo rendendo fertile il terreno della sanità per i medici, quello della giurisprudenza per gli avvocati, quello della giurisdizione per i giudici, quello delle mazzette per i politici, quello delle costruzioni per ingegneri e architetti, e quello del fisco per burocrati, tributaristi ed esattori, non ha capito una mazza.

Anche se sono tutti al cento per cento intelligenti, onesti, incolpevoli e persino filantropi, lo squilibrio numerico tra la maggioranza che pensa e la minoranza che fa, non può che generare un nubifragio di catastrofici.
Questa è la ragione per cui le democrazie affondano nelle sabbie mobili peggio delle dittature criminali e assassine. 
Perché la libertà induce un numero crescente e inarrestabile di persone a scegliere il lavoro più leggero, più ricco, meno responsabile e più garantito.
In questo modo, la quantità di soggetti che ci raccontano il mondo a prezzi astronomici, è diventata superiore a quella che ne cura materialmente costruzione e manutenzione con salari e profitti da fame.
E lo squilibrio numerico degli umani che prendono rispetto a quelli che producono e pagano, ormai è insanabile.

Tenere in equilibrio la bilancia del mondo e opera esclusiva di Dio. Noi umani siamo stati creati ignoranti e condannati a restare tali e a vivere sudando con la zappa in mano, non smanettando su uno smartphone come sto facendo io a 85 anni meno 14 giorni, ma con 79 di lavoro alle spalle avendo iniziato a lavorare a 6 anni in campagna con mio padre.
E la massima scienza e la massima perfezione che possiamo acquisire, è quella di "Cimabue": facciamo una cosa, e quando tutto ci va alla perfezione, di sbagliate ne raccogliamo due.

Le democrazie che avrebbero dovuto avere la forza di combattere le dittature sono diventate tali esse stesse, perché sono un sistema dipendente. Sono i cittadini a fare le democrazie, ma le democrazie non sono in grado di convertire i singoli cittadini in un popolo capace di autogovernarsi da stato sovrano che persegue a qualunque costo la finalità del bene comune.
In altre parole, la democrazia, è un sistema composto da milioni di sottosistemi chiamati famiglie, dalla cui qualità e solidità dipende la qualità e solidità del sistema stato. 
Se la cultura la politica o il mercato mettono in difficoltà milioni di sottosistemi "famiglia", attentano automaticamente al sistema Stato, perché non ci sarà un solo cittadino al mondo su 8 miliardi che sacrificherà la vita e il futuro della propria famiglia, al bene collettivo dello Stato. Lo Stato funziona di riflesso, se, come, dove, quando e perché le famiglie funzionano. 
Non esiste un modo di risanare lo stato dove le famiglie vengono impoverite, derubate e sfasciate dai disservizi pubblici e dal cannibalismo professionale, burocratico, ed economico inarrestabile.
Franco Luceri

sabato 26 luglio 2025

Sotterrate l'ascia di guerra siamo tutti vittime inconsapevoli






Il "progresso" si regge su una foresta di "stampelle giuridiche" che lo tengono in piedi per scommessa tra guerre vere e paci finte; e su due gambe umane malferme: quella dei lavoratori manuali che vivono solo producendo ricchezza; e quella dei "lavoratori" intellettuali che si arricchiscono promettendo di contribuire al lavoro altrui eliminando i problemi con le soluzioni, ma guardandosi bene dal farlo davvero, perché alla lunga l'assenza dei problemi avrebbe sull'economia mondiale un impatto da guerra atomica.


In altre parole, la civiltà moderna si regge sul lavoro vero, pericoloso, massacrante e mal retribuito dei manovali e su quello finto degli intellettuali che lasciano degenerare ogni problema in un gigantesco tumore, dalla cui grandezza deriva il lavoro duro per gli ignoranti e un diluvio crescente di guadagni, per saggi, ricchi e potenti.

I passaggi, dalla civiltà contadina a quella industriale e post industriale, "ammazza problemi" (ora anche con l'aiutino dell'intelligenza artificiale) erano, sono e resteranno finti: un uragano di parole e cambiamenti positivi al contagocce.
I manovali sono impegnati a produrre beni e servizi per soddisfare bisogni primari o secondari, ma gli intellettuali, se mai osassero fare altrettanto, eliminando radicalmente i problemi, crollerebbe il Mondo e si tirerebbe addosso pure l'Universo. La vita degli ignoranti non cambierebbe di una virgola, ma si seccherebbe la sorgente di potere e denaro per le classi dirigenti, che attualmente rende un diluvio di miliardi.

Senza i problemi che da sempre devastano il mondo e l'umanità, sparirebbe l'ignoranza e la litigiosità, la disoccupazione o lo sfruttamento, la rapina tiburtaria, il falso in bilancio o la bancarotta, finirebbero i femminicidi, le separazioni violente, i figli abbandonati, il carovita, le guerre, le invasioni, i genocidi, lo stillicidio quotidiano dei cessate il fuoco finti, le guerre batteriologiche e le pandemie studiate a tavolino, i crolli e le speculazioni in borsa, i potenti che si accapigliano: giudici contro politici e politici contro giudici, i governanti che sono costretti a fare l'esatto opposto di ciò che hanno promesso in campagna elettorale, e l'opposizione che si dimena da matti contestando al governo, ciò che faceva prima di perdere le elezioni, governando, e infatti le ha perse. 

All'appello mancava solo la guerra economica di Trump a colpi di dazi spaccatutto. Ora siamo a pieno carico.
In Italia I comunisti hanno finto di combattere i fascisti per otto decenni, e ora che gli hanno consegnato il governo su un piatto d'argento, si scandalizzano perché la "fascista" Meloni non fa politica comunista come saprebbero fare loro.

Insomma, temo che la civiltà contadina non abbia alternative che non siano suicide per l'Umanità. Il resto è bla bla.
Il mondo si regge sull'ignoranza dei manovali condannati alla fame e al duro lavoro; e su un cocktail di stupidità, ignoranza e furbizia degli intellettuali che promettono di eliminare i problemi, ma poi in corso d'opera si rendono conto che l'assenza dei problemi  porterebbe l'apocalisse economica: perdita di posti di lavoro, di salari, di profitti per le imprese; perdita di tasse per lo stato, stipendi per la burocrazia, debito pubblico e interessi impagabili (come dire default); nonché calo di privilegi e guadagni per intellettuali, professionisti, politici, industriali e banchieri.

Vorrei sbagliarmi, ma temo che nel mondo il lavoro intellettuale sia finto, non tanto per insufficiente sapere scientifico, o sporco interesse dei potenti, ma per l'impossibilità di sostituire i problemi con le soluzioni, senza generare il collasso mondiale del sistema socio economico così come è attualmente concepito.

Il salvataggio dell'umanità è garantito soltanto da l'incancrenimento dei problemi, perché solo quella dolorosa presenza, induce i lavoratori manuali a spaccarsi la schiena per tenere in vita 8 miliardi di umani, soddisfacendo almeno i loro bisogni primari, anziché limitarsi a produrre le briciole sufficienti alle loro necessità individuali e familiari.

E non è tutto. A parte l'impoverimento generale; senza il rompicapo costante dei problemi, il mondo scientifico non avrebbero gli stimoli ambientali per sviluppare intelligenza eliminando errori: senza problemi alle soluzioni non è mai arrivato nessuno.

67 anni fa, nel "Gattopardo", Giuseppe Tomasi di Lampedusa descrisse il paradosso dei cambiamenti conservativi e perciò finti del mondo della cultura al servizio dei potenti rapaci, con queste inequivocabili e attualissime parole:
"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi".

E in pochi decenni di cambiamenti artificiari e fasulli, la globalizzazione è degenerata a tal punto, che nemmeno il "pacificatoreTrump, riesce ad impedire che le massime potenze mondiali si facciano la guerra, sterminando per fame, malattie e genocidi milioni di innocenti. 
Ora la sua guerra dei dazi farà tacere i cannoni? O stuzzicando l'appetito dei "lupi" aggiungerà cannibalismo a cannibalismo?
Franco Luceri

sabato 19 luglio 2025

Nel cervello umano, la complessità è come un biscotto in bocca allo sdentato






Sarebbe bello se un problema fosse percepito da tutti gli esseri umani allo stesso modo, perché in un attimo si arriverebbe alla soluzione condivisa all'unanimità, ma non è mai successo nella storia dell'uomo. 

E non basta occupare un posto di potere per avere una percezione scientificamente perfetta e unica per tutti i potenti, destri e sinistri, conservatori e progressisti, liberali e comunisti. Una volta la politica era fatta di mediazione, ora è fatta di guerra mediatica, militare ed economica vedi i dati di Trump.
Un malato che entra in uno studio medico, percepisce la sua malattia come problema e come costo, mentre, quella stessa malattia, per il medico è problema da risolvere, ma soprattutto ricavo. E lo è altrettanto per il farmacista e per l'industria farmaceutica.
Avere i piedi doloranti per le scarpe sfondate è un problema per chi le calza, ma il commerciante che lo vede entrare nel negozio, non percepisce lo stesso dolore, anzi lo saluta sorridente e contento della visita portatrice di profitto.
Se uno ha subito un incidente con la sua auto nuova è desolato, ma quando arriva dal carrozziere per un preventivo di spesa quello gli sorride felice perché per lui quello non è un problema ma una soluzione, un contributo per le tasse che deve pagare domani.
In sala operatoria il malato è terrorizzato, mentre il chirurgo è concentrato sul lavoro che deve svolgere nel miglior modo possibile.
A questo mondo, chi paga e chi è legalmente responsabile, percepisce la realtà in maniera opposta a chi incassa ed è esente da responsabilità, c'è solo da rassegnarsi.
Una casa pericolante affligge più il proprietario e meno il progettista o l'impresa, che se incaricata del restauro corre al bar per brindare all'affare fatto.
Un avvocato che cerca di mediare fra due litiganti per evitare una causa non è così arrabbiato come loro. È rilassato e concentrato, perché sta per incassare una parcella.
Un imprenditore che va dal fiscalista per sapere quante tasse deve pagare, non è certo nello stato d'animo del professionista che in quella occasione deve solo allungare la mano.
Pensare di ricevere aiuto per la soluzione di un problema personale vissuto con grande disagio, da soggetti che quel problema non lo hanno, o peggio, per loro significa profitto, è una tragica illusione.
È fortemente semplificativo e miope scandalizzarsi perché gli umani non pensano tutti uguali, posto che non esistono due su 8 miliardi che pensino allo stesso modo.
Tradizione, cultura, interesse, egoismo, cattiveria o al contrario affetto, umanità, altruismo, per lo stesso problema, influenzano in modo diverso o diametralmente opposto il cervello di ogni singolo essere umano.
Perciò, governare la complessità è lavoro da Padreterno, che agli intellettuali, ai politici e ai potenti tronfi di tutte le razze, riesce sempre e solo da cani.

Nell'Occidente, baciato dal "progresso idiota e devastante", c'è un flusso a doppio senso di marcia di umani a caccia di un decente diritto alla vita, diventato desiderabile come un terno al Lotto: braccia che arrivano e cervelli che scappano; segno evidente che, rubando per 8 decenni contadini alla terra per farne professori, gli artefici del progresso a marcia indietro, hanno indotto squilibrio nei sistemi socio-economici invece di conservare l'equilibrio pluri millenario fatto di molti lavoratori, molti artigiani e pochi intellettuali. 
Ora siamo messi alla rovescia e corriamo a raccogliere immigrati in mare o li accogliamo quando arrivano, ma ancora "non riusciamo a fermare l'emorragia delle braccia rubate alla terra e dei Cervelli in fuga" che in Italia non trovano una sistemazione decente, perché nemmeno degli immigrati (con salari di fame) sappiamo fare buon uso per i mille lavori manuali carenti di manodopera.
Questa è la qualità dei poteri e dei potenti e rispecchia fedelmente la qualità varia e conflittuale dei popoli.
Cercare qualcosa di più o di meglio è "geniale" come cercare la luna nel pozzo.
Franco Luceri

sabato 12 luglio 2025

Il mondo è devastato dalle contrapposizioni spacciate per cooperazioni salvifiche







Tutti i popoli del mondo sono impegnati da millenni su due fronti: combattono il crimine con la repressione e tentano di curare l'ignoranza con l'istruzione, per renderla governabile.
Ma non si hanno notizie di guarigioni, sia pure per sbaglio, se non sul fronte del crimine, almeno su quello dell'istruzione, che promette di spazzare via l'ignoranza, ma sporca invece di pulire.
Crimine e ignoranza sono inestirpabili; perché sbagliando si ritiene che il problema maggiore e più urgente da curare sia il crimine, e minore l'ignoranza. Invece è l'esatto contrario.
Il crimine è il sintomo dell'ignoranza cronica, infettiva, incurabile. 
E non è colpa degli umani se il sapere progredisce alla velocità di un bradipo con le quattro gambe amputate. Di Albert Einstein provvisti di senso critico per combattere l'ignoranza, ne nascono tanto pochi che la cultura retrocede invece di avanzare.
Pensate a quanta umanità e compatibilità hanno indotto in Italia, nel rapporto uomo donna, otto decenni di istruzione obbligatoria e di libera informazione.

Ieri su internet mi sono imbattuto in questa frase che la dice lunga sulla disponibilità delle ultime generazioni super alfabetizzate, ad accettare un normale rapporto di coppia "uomo donna", sposarsi e diventare genitori.

“Mi faccio dei regali, mi porto in vacanza, mi porto in una spa, mi fidanzo con me stessa.
Poi ogni tanto mi tradisco con qualcuno, ma mi perdono e non mi faccio causa.”

Se nei rapporti umani tra laureati ci scandalizza la stupidità, nei rapporti uomo donna quella stupidità raddoppia, posto che il cervello maschile e femminile ragionano entrambi in maniera divergente.

Forse dovremmo indietreggiare fino al momento della Creazione, per tentare di capire se è Dio che ci ha fatti così complicati, oppure stiamo leggendo il mondo per come ci piacerebbe che fosse e non per come è. 
E consideriamo questo nostro errore grossolano come infallibile scienza.

Quasi da procacciatore d'affari, dotando tutti gli esseri viventi di tre bisogni primari: fame, sete e sonno, Dio ha garantito gratis a tutti i contadini, pastori, pescatori, boscaioli e artigiani del mondo, clientela e guadagni, senza doversi dissanguare in pubblicità.
Chi si rifiuta di essere loro cliente come consumatori di cibo, vuol dire che ha scelto di passare a miglior vita.

Mentre la politica, legalizzando mille professioni, è come se avesse detto ai medici, avvocati, ingegneri, commercialisti, fiscalisti, giornalisti e chi più ne ha più ne metta, arrangiatevi: procuratevi la clientela se volete mettere a profitto i vostri neuroni.
Infatti, a differenza dei professionisti pubblici (più propriamente definiti burocrati) i professionisti privati la clientela devono inventarla e custodirla gelosamente, risolvendo i problemi, ma senza estirpare la pianta, perché per il professionista (diversamente dal burocrate tutelato e garantito) la perdita della clientela significa perdita di lavoro e di guadagno: significa fame mille volte peggiore a quella di un manovale licenziato. Uno studio professionale ha costi di avviamento ed esercizio allucinanti, senza contare costi e sacrifici fino a venticinque anni per prendere la laurea e magari aggiungere pure qualche specializzazione.
Se lo Stato ti indirizza verso un'attività lavorativa, ti sequestra mediamente fino a 25 anni, ti ripulisce per insegnartela a pagamento, poi avrebbe l'obbligo di garantirti clienti e guadagno, come Dio li ha sempre garantiti e continua a garantirli ai lavoratori che usano insieme muscoli e cervello, che non perdono un solo cliente fra gli umani che ci tengono a restare in vita mangiando, bevendo e dormendo in un alloggio.
Quindi il mondo andrebbe meglio non solo se lo stato insegnasse bene le professioni di medico, ingegnere, avvocato e consulente, ma se istruisse anche i clienti dei professionisti privati a fare bene i clienti. Così come obbliga i clienti dei professionisti pubblici, (i cosiddetti burocrati) a fare bene gli utenti, se ci tengono ad usufruire dei servizi pubblici dopo averli pagati profumatamente a colpi di tributi.

E questo non è mica l'unico papocchio giuridico della politica democratica di nome e tirannica di fatto, che privilegiando i professionisti pubblici rispetto ai privati, ha finito per rendere irresponsabili i primi e troppo costosi e qualche volta anche disonesti i secondi per istinto di conservazione, per legittima difesa.

Un sistema Democratico che libera i cittadini ma li discrimina fino ad obbligarli a violare la legge se vogliono rimanere in vita economicamente, sarà pure un sistema legale, ma è da ospedale psichiatrico, perché contrappone gli interessi di classi sociali che dovrebbero avere finalità coincidenti, per poter cooperare con intelligenza e umanità, nella soddisfazione dei bisogni primari e secondari dell'intera collettività.

Invece in Italia il soddisfacimento dei bisogni è un incubo per tutti. Al burocrate servirebbero cittadini in ottima salute, produttivi e contributivi, ma li massacra di disservizi. 
Al professionista invece servono cittadini malati, disoccupati, sfruttati, abusati, improduttivi o pieni di debiti, bisognosi di servizi professionali sia pure al limite del Codice Penale, ma che ti salvino almeno il salvabile.

Poi ci sono i Banchieri che devono investire i soldi dei risparmiatori e hanno necessità di imprese in pre fallimento e quindi bisognose di credito sia pure a tasso usurario.
Mentre, contrapposte agli imprenditori, le istituzioni hanno interesse che i padroni contribuenti producano montagne di PIL e paghino montagne di tasse. Perché gli stati con crescita economica allo "0 virgola" sono a rischio default.

Il sindacato altrettanto. Non ha interesse che i lavoratori siano tutti occupati e ben pagati, perché nessuno si iscriverebbe ad un sindacato.

Questo groviglio di professioni con interessi contrapposti e reciprocamente conflittuali, tra classi sociali istruite e ignoranti, private e pubbliche, ricche e povere, potenti e impotenti è la causa di tutte le rogne che affliggono da secoli l'umanità e in particolar modo le ultime generazioni super istruite.

Per necessità o per ingordigia, ognuno cura al meglio l'orticello degli interessi personali o corporativi; e mentre tutto sembra scientificamente e legalmente incontestabile, i sistemi sociali marciscono a tal punto, che sta diventando un'impresa salvare almeno la decenza nel rapporto uomo donna, che sempre più spesso finisce barbaramente. Così come barbaramente è finito il rapporto scienza natura.
E tanto basta per testimoniare che il miglior frutto della cultura, il progresso, in tutte le sue sfaccettature ingorde, feroci, disumanizzanti ed ecoassassine, è regresso a norma di legge.
Franco Luceri

sabato 5 luglio 2025

Dalle leggi ad personam, agli Inganni ad personam






È falso definire "progresso" l'attuale creatività dei popoli, posto che il grosso della ricchezza è prodotta dagli ignoranti e fagocitata dagli istruiti: professionisti, politici, manager e banchieri.

Un banchiere che stampa moneta, un politico che legifera, un intellettuale che pensa, un professionista che progetta, promettono tutti giustizia sociale, ma generano regolarmente povertà per gli altri e ricchezza per sé.
Un lavoro intellettuale, diventa davvero progresso reale, solo grazie ai muscoli e al cervello di chi realizza quel lavoro concretamente, con appalti ultimati e collaudati, salari, profitti e tasse, che tradotte in servizi pubblici soddisfano con giustizia sociale i bisogni primari e secondari dei singoli cittadini e dell'intero Popolo.

Ma se questi bisogni primari: fame, sete, salute, sicurezza, sapere, soldi, casa, famiglia e solidarietà, restano largamente insoddisfatti per una fascia crescente di poveri (e in Italia si piange persino per l'impoverimento della classe media) due sono le ipotesi possibili: o è sbagliata la cultura o è disonesto chi l'ha partorita: intellettuali, professionisti, burocrati e manager che usano il sapere per incancrenire i problemi e lucrare guadagni indebiti e crescenti per tutta la vita. Salvo poi scandalizzarsi perché i figli della cultura: politici e banchieri, a cui loro hanno formato il cervello, non sono abbastanza docili e sfruttabili come li vorrebbero.
Se uno scienziato trovasse il modo di spegnere nel genere umano anche uno soltanto di questi bisogni primari o secondari, il mondo della cultura finirebbe in bancarotta: perché non si possono togliere i malati ai medici, i litigiosi agli avvocati, le case pericolanti agli ingegneri, i contribuenti ai commercialisti. Sarebbe come licenziare e lasciare senza salario un lavoratore manuale.

Ecco perché i popoli Democratici (Italia in primis) "avanzano a passo di gambero", a ritroso, da una catastrofe a un'altra peggiore. Perché l'istruzione rende i singoli soggetti sempre più autonomi ma il mondo delle professioni ha bisogno di conservarli dipendenti per non crollare come un castello di sabbia costruito sulla sabbia.

Guardate che fine ingloriosa ha fatto nelle "civilissime" democrazie occidentali l'ultimo mezzo secolo di ricca e pacifica globalizzazione economica.

Forse l'istruzione andava usata da terapia mirata solo per maturare i cervelli predisposti ad apprendere e a produrre in funzione del "BENE COMUNE".
E non per rendere pandemica la stupidità e rapacità l'individuale, (già dilaganti al naturale) insaccando di sapere umanistico o scientifico le zucche vuoteperché nelle istituzioni e nelle professioni possano legalizzarsi persino il diritto di rubare e uccidere

Per millenni, i professori non hanno mai avuto difficoltà a distinguere l'ignorante dallo stupido; perché l'ignorante intelligente sapendo di non sapere, ha fame di apprendimento; e anche in punto di morte cerca il dialogo col professore per tentare di capire.
Mentre lo stupido è già docente al momento del parto e finge di dialogare, solo per demolire l'opinione altrui e imporre le proprie corbellerie da verità evangelica.
Io ho provato ad immaginare che montagna di ricchezza avrebbe potuto guadagnare Gesù se avesse voluto trarre guadagni individuali dalla sua "Scienza Divina". 
E credo che nascendo figlio di falegname e non di professionista o scienziato, abbia voluto insegnarci che traendo guadagni individuali dal lavoro intellettivo, si finisce per rendere dipendenti dal sapere altrui tutti gli umani; avendo elevato l'ignoranza dei singoli e dei popoli a fonte unica di sfruttamento per le teste d'uovo della cultura.

Oltre al giudice che è tenuto ad operare con imparzialità, anche il politico non può fare uso personale del suo sapere. Può solo "emanare leggi erga omnes", perché se osa infilarci una "legge ad personam" a vantaggio di un singolo soggetto e a danno di tutti, finisce sbranato vivo.
Invece il professionista disonesto può abusare dell'ignorante persino derubandolo o uccidendolo, e l'ignorante non saprà mai di essere stato truffato.
Quindi i guasti dell'umanità crediamo che siano tutti imputabili ai banchieri strozzini e ai politici corrotti o guerrafondai; invece i guasti di chi usa il sapere "Pro Domo sua", sono trilioni di volte più numerosi e devastanti, perché possono anche arrecarti un danno a pagamento, e nessun ignorante è in grado di contestarlo. Oppure, aggirano le limitazioni legislative per arricchire a danno della collettività: "fatta la legge trovato l'inganno"

In aggiunta agli "strozzini" vecchi quanto l'uomo  e giustamente contestati; ora l'abbondanza di impoverimento la dobbiamo "AGLI STROZZINI DEL SAPERE", che stanno rischiando di estinguere l'umanità, perché possono prendere fingendo di dare, possono ammalati fingendo di salvarti.
Insomma, "le leggi ad personam", non sono il peggio che possa capitare all'umanità, perché sono assoggettate a mille sbarramenti legali, mille contrappesi democratici. Ora incalcolabili e ingovernabili ci sono gli "Inganni ad personam", con i quali si aggira la legge a danno della collettività e a vantaggio di un singolo soggetto, di una comunità, di una corporazione, di una consorteria, o di chi è disposto a pagare profumatamente un servizio professionale al limite della legalità, che persino la magistratura fatica a contestarlo.
Insomma, le democrazie, al pari di dittature, stanno morendo di "inganni ad personam", pur avendo sbarrato la strada alle leggi ad personam.

E ora, avendo reso tutto dipendente dalla cultura filosofica, scientifica e tecnologica, è inutile scandalizzarsi. Qualunque politica è figlia di quella cultura, e di conseguenza i sistemi democratici sono diventati inossidabili dittature culturali che non si lasciano correggere o fermare nemmeno da quella minoranza di intellettuali, professionisti, burocrati, politici e giudici capaci e coraggiosi che si spendono in silenzio per tentare di ripulire e umanizzare i sistemi democratici, ma al meglio si rovinano la vita.

Franco Luceri

domenica 29 giugno 2025

Il paradosso degli intellettuali: perché la mente rischia di tradire l'umanità






Dio ha donato agli esseri umani il cervello, non solo come strumento di sopravvivenza, ma come leva per migliorare ogni mestiere, per perfezionare gesti e invenzioni, per rendere la vita più utile e produttiva. Tuttavia, sembra quasi che lo stesso Dio — o suo figlio Gesù, figlio di un umile falegname — abbia stabilito un limite invisibile: chi osa spingersi oltre, utilizzando l’intelligenza e la scienza per trarne un profitto puramente individuale, è destinato a fallire, come se fosse colpito da una maledizione silenziosa.
Sorge allora un dubbio: Dio nutre forse un misterioso pregiudizio a favore degli artigiani e contro gli intellettuali? Oppure siamo noi, moderni “sapienti”, a non aver compreso il vero scopo dell’intelligenza?
Forse la spiegazione è più sottile e drammatica insieme. Gli esseri umani hanno sempre potuto guadagnare individualmente grazie al lavoro manuale: un contadino che ara meglio, un falegname che scolpisce più finemente, un fabbro che forgia con maggior maestria. Il corpo era strumento di autonomia e sostentamento, e il mestiere, perfezionato di generazione in generazione, ha custodito la dignità della persona.
Al contrario, il lavoro intellettuale — la scienza, il pensiero, la riflessione critica — non può essere usato per un mero guadagno personale senza rischiare di stravolgere l’ordine comune. La mente è un dono da impiegare per il bene collettivo, per la giustizia sociale, per il progresso condiviso. Laddove l’intelletto viene piegato a un egoismo sterile, non genera ricchezza duratura ma soltanto disuguaglianze, alienazione e distruzione.
L’umanità si è salvata per millenni perché, nonostante le sue tensioni, ha continuato a fondarsi su mestieri concreti, radicati nella terra e nella comunità. Il falegname, il contadino, il muratore: figure che incarnavano una conoscenza pratica che serviva prima di tutto al villaggio, alla famiglia, al popolo. Oggi invece, invasi da eserciti di professionisti e “esperti” specializzati, scientificamente impeccabili ma spesso disancorati dalla vita reale, rischiamo di estinguerci, travolti da una conoscenza che ha perso la sua funzione etica e comunitaria.
Il vero problema non è il progresso in sé, né la scienza, ma l’illusione che l’intelligenza possa essere uno strumento di dominio individuale, slegato dal destino collettivo.
Ecco perché oggi la specie umana rischia più che mai: abbiamo smarrito il senso del limite e il principio della condivisione. Abbiamo dimenticato che la mente, se non resta al servizio della comunità, diventa la peggiore delle armi.

sabato 21 giugno 2025

Cercasi spesa che valga l'impresa !






I saggi analfabeti di una volta condannavano le scelte sbagliate, con una sentenza inequivocabile e inappellabile di 5 parole:

"la spesa non vale l'impresa"!

Se il costo per produrre beni e/o servizi è superiore alla ricchezza complessiva che poi si ricaverá; il danno generato dalla spesa sbagliata, alla lunga corrode la competitività del sistema economico, e di riflesso: il profitto per gli imprenditori, il salario o peggio l'occupazione per i lavoratori, e i tributi per lo Stato.

Chi, in Italia, col secondo debito pubblico del mondo, si sveglia dopo mezzo secolo di fallimenti e di piccoli imprenditori che si sono tolti la vita per le difficoltà tributarie, finanziarie, burocratiche e sindacali nel gestire onestamente e produttivamente una piccola impresa, e pensa di curare il tumore al sistema economico con maggiori costi di produzione, nuove forme di investimento o nuovi balzelli tributari, o è scemo o è matto.

Dove l'economia è agonizzante, c'è una sola priorità, risanarla con una minore spesa privata e pubblica ma che valga l'impresa. Perché spendendo per finalità sbagliate o spendendo troppo, non si buttano soltanto soldi dalla finestra, ma sì consegna e si condanna un intero Popolo: schiavi e schiavisti, alla tirannia assassina dei tassi e delle tasse, che sono l'anticamera del default, della guerra civile o della dittatura.
Insomma, il peggio che possa capitare all'umanità è di contribuire alla costruzione e consolidamento di un sistema socio economico schiavista, che non discrimina nessunoperché garantisce una fine impietosa da schiavi, anche agli schiavisti pentiti, della cultura, burocrazia, politica e finanza, che a un passo dal default, con un colpo di coda, volessero risanare il sistema.

E in qualunque angolo del pianeta, le spese che inducono maggiori cambiamenti, più in negativo ché in positivo, sono quelle culturali: istruzione e informazione.
Stimolando la creatività umana, che al naturale è già effervescente di suo, la cultura produce una tale accelerazione di sviluppo scientifico e tecnologico, da trasformare in meno di un decennio, i laureati, i cosiddetti super alfabetizzati, in "analfabeti di ritorno".
Se oggi mettessimo Galileo Galilei padre della scienza, a capo di un centro ricerche, non saprebbe nemmeno come comporre il codice di sicurezza per entrare e uscire autonomamente senza l'aiuto di un accompagnatore. Ma anche Albert Einstein non sarebbe lo stesso genio, sarebbe più relativo della sua relatività.
Se mettessimo un vecchio pilota di Formula 1 sull'ultima versione della Ferrari, non saprebbe nemmeno metterla in moto o trovare la leva delle marce; perché la tecnologia moderna ha una tale accelerazione, da rendere prima o poi qualunque individuo che dovesse o volesse usarla, parzialmente o totalmente inadeguato, incapace, scaduto, come lo yogurt dimenticato fuori dal frigo a Ferragosto.

Un ottantenne che prendesse in mano il telefono su cui smanetta il nipotino di 10 anni e anche meno, farebbe fatica a capire persino da dove si accende e spegne.

Questa è la ragione per cui il mondo ci crolla addosso. E persino la peggiore politica rischia di sembrare migliore della migliore cultura, per la sua ovvia capacità di distruggere ciò che il progresso ha prodotto. 
Mentre la cultura, (in costante ebollizione come la lava vulcanica), accelera lo sviluppo tecnologico a tal punto da rischiare l'estinzione dell'umanità. 
I droni hanno ancora il cordone ombelicale attaccato; ieri sono nati giustamente come valido ausilio per il lavoro, la vita, la pace; oggi sono già impiegati a milioni per portare distruzione e morte in giro per il mondo rendendo possibile la guerra e persino il genocidio anche al più sprovveduto dei guerrafondai.

La cultura scientifica, almeno da un secolo, illude gli umani, che basta produrre mezzi perfetti per produrre civiltà. Ma se la cultura umanistica non è mai riuscita a tenere il passo di quella scientifica, sviluppando nei singoli e nei popoli "scienza e coscienza", per sbarrare la strada allo sviluppo scientifico e tecnologico che promette benessere e pace ma restituisce solo barbarie, devastazioni ambientali e guerra senza fine; pensare che a tanto riesca la politica, che dalla cultura attinge sapere e consenso interessato, e dai banchieri finanziamenti urari, è da poveri illusi.
Franco Luceri

sabato 14 giugno 2025

Lo stato di diritto, senza doveri, è monco






Fingendo di perseguire la finalità del bene comune, sapienti, governanti e potenti di tutte le razze, hanno sempre diviso, disarticolato, sfasciato, derubato e messo in guerra tutte le famiglie italiane, a cominciare da quelle economicamente più fragili: con i nonni invalidi abbandonati, i coniugi ferocemente arrabbiati, i figli fuori controllo, i nipoti sbandati. Per non parlare del rapporto uomo donna, umano nella forma, ma sempre più bestiale o criminale nella sostanza.
In Italia, con questa abominevole cultura e politica, si è costruito un presunto "Stato di diritto", con l'obbligo di convertire i tributi in servizi pubblici per tutti: per i cittadini contribuenti e per i bisognosi di assistenza pubblica gratuita.
Ma dopo 8 decenni di finti aggiustamenti, ci ritroviamo con una pace sociale che è riduttivo definire assassina; con famiglie sparpagliate "unite in videochiamata", con una immigrazione clandestina fuori controllo e con uno Stato ibrido tra mattatoio e manicomio che della "casa comune" non è manco parente lontano.
Gli italiani che una volta erano componenti di famiglie unite e solidali, ora sono in giro per l'Italia o per il mondo, alla disperata ricerca di un lavoro e di un guadagno onesto e dignitoso introvabili.

In uno Stato così pericolante, se un piccolo imprenditore si ammala, e ai problemi economici propri della sua categoria gli si aggiunge il problema salute, passa immediatamente dal reddito tassabile, al desiderio di reddito.

Con l'incubo del reddito mancato,  deve continuare a pagare i fornitori della merce ricevuta e fatturata ma invenduta, le bollette e le tasse in scadenza, deve tentare di curarsi a sue spese, (gli imprenditori non hanno esenzioni) e deve mantenere se stesso e la famiglia. 
Chi si scandalizza che in Italia la gente può arrivare a delinquere nel disperato e inutile tentativo di salvare il salvabile, o è scemo, o è matto, o è un parassita garantito.
Siamo 60 milioni di cittadini mai diventati Popolo e in guerra tutti contro tutti. Viviamo in uno Stato che ti preleva il sangue, e se dopo hai bisogno di quel sangue per salvarti la vita, la trasfusione te la garantisce istantanea ma virtuale, mentre continua a sfilarti il portafoglio.
Non so come siate messi voi: io, a 84 anni, mi vergogno di essere italiano, e peggio ancora di aver contribuito, col mio voto, (da utile idiota) al cannibalismo privato e pubblico attuale e crescente.

Da quando un piccolo imprenditore si ammala, a quando la burocrazia italiana bradipo: tributaria, sanitaria e previdenziale, accerta che non è più in grado di produrre e va aiutato d'urgenza, ha tutto il tempo che serve e persino d'avanzo per morire e rinascere senza fretta. 
Ormai in Italia siamo una doppia caricatura: da sempre come Stato, ora anche come Popolo. 

Con l'elenco delle piaghe di questo paese, potremmo circumnavigare il pianeta. Ma se volessimo farla breve, ci basterebbe trovare una risposta razionale a questo rompicapo:
Noi italiani non siamo un Popolo perché non abbiamo uno Stato, oppure non possiamo avere uno Stato, perché non siamo formati culturalmente da Popolo sovrano per autogovernarci?
Siamo divisi e litigiosi proprio come ci ha formati la cultura: utili a garantire consenso acritico alla politica e alla burocrazia destra o sinistra; e utili a fisco e Finanza per spremerci e buttarci come limoni.
Quanto tutto questo sia organico al buon governo e alla pace sociale ve lo lascio immaginare.
Franco Luceri

sabato 7 giugno 2025

Il gregge umano è braccato tra cani finti e lupi veri




Scimuniti e devastati da ciò che i saggi, ricchi e potenti da strapazzo ci vendono per "cultura, progresso e democrazia"; noi umani siamo indotti a sospettare che il Padreterno ci abbia rifilato un catorcio di pianeta, a cui serve una quantità crescente di Einstein e di impagabili manutenzioni scientifiche e tecnologiche per evitare che cada a pezzi e stermini l'umanità. 
Ma è l'esatto contrario. Il mondo è stato creato perfetto da Dio e poi devastato dall'uomo. L'invasione di quattro geni e 4 miliardi di rimbambiti culturalmente modificati, ha trasformato la natura, da capolavoro immortale, in montagna di rifiuti infetti. (Negli oceani i pesci mangiano più plastica che planton).
La politica, figlia della in-cultura, pensando di saper migliorare l'habitat naturale, fatto di pascoli, pastori, greggi e lupi, ha devastato tutto ciò che di buono preesisteva, iniziando dalla famiglia, passando per lo Stato e finendo alla Natura.
Allevando in ricchi pascoli democratici il "gregge sociale", conservato rigorosamente ignorante, la politica induce incremento di agnelli, (di cittadini indifesi); perché si dimentica che gli agnelli vanno protetti impiegando un esercito di "feroci cani da pastore" (le istituzioni della sicurezza della Giustizia e della Difesa) perché gli agnelli sono un'esca irresistibile per lupi economici e finanziari ingordi e sanguinari e per I loro compagni di merende burocratici, professionali e politici mascherati da cani da pastore.
E siccome la fauna dei lupi non è riuscito a renderla vegetariana nemmeno il padreterno; prima di distribuire libertà, cultura e benessere al "gregge sociale" andrebbe costruito l'argine o meglio la diga pubblica delle istituzioni concretamente protettive per impedire che la crescita demografica di agnelli, induca crescita tumorale di lupi veri e cani da pastore finti, capaci di mangiarsi insieme popolo e Stato: "gregge e pascolo".
Se provassimo ad osservare con occhi puliti la realtà, "senza le lenti colorate dell'illusione" direbbe Baudelaire, non avremmo difficoltà a vedere che Dio ha creato il mondo bilanciando perfettamente prede e predatori. E tutti i guasti che subiamo sono indotti da squilibrio culturale, politico, economico, finanziario e relative reazioni ecologiche assassine.
Nei millenni il sapere umano ha aggiunto a l'habitat ecologico un solo particolare di immenso valore: la scienza "odontoiatrica" per tenere in buona salute dentiere e mascelle ai predatori culturali, politici, economici e finanziari di tutte le razze.
Quando sentite le anime belle dei "comunisti", spacciarsi per protettori di poveri e di lavoratori, contro i fascisti sfruttatori e assassini, per non sbellicarvi dalle risate, tenetevi la pancia. 
Se non ci fossero saggi, ricchi e potenti destri e sinistri, crescita e decrescita di agnelli e lupi si bilancerebbero a vicenda. Proprio come si bilanciano nella natura tutte le razze animali vegetali e persino batteriche.
Se la politica comunista del "buonpastore" assicura al gregge sociale una migliore qualità di vita, (vedi reddito di cittadinanza e conquiste sindacali), incentiva la crescita degli agnelli; ma senza proteggerli da sfruttamento, induce nella giungla economica e finanziaria selvaggia, una crescita tumorale di lupi. 
E quando i finti cani da pastore burocratici, professionali e politici, sterminano una quantità eccessiva di agnelli fingendo di proteggerli; in quel habitat impoverito di selvaggina, i lupi fascisti affamati sono costretti a "delocalizzare":  a cambiare territorio di caccia.
Quindi, le anime belle del comunismo, che si spacciano per protettori di poveri; arricchendo il gregge sociale di prede istruite e benestanti da sfruttare, ma prive di vera e concreta protezione giuridica e giudiziaria, inducono crescita di lupi fascisti predatori.
E mentre i lupi fascisti non hanno ragione di aver paura della crescita del comunismo perché per loro è crescita di prede, è "grasso che cola"; i comunisti sono un branco di utili idioti perché non hanno capito a cosa servono i "cani da pastore", le istituzioni che convertono le tasse in servizi pubblici a protezione del gregge sociale e non per sterminarlo come in Italia.

Solo facendo funzionare le istituzioni della sicurezza e della giustizia i politici proteggerebbero realmente il gregge, dalla fame insaziabile dei lupi fascisti economici e finanziari.
Insomma, giusto per capirci, la crescita dei lupi fascisti è comunisticamente indotta. 
È consequenziale alla miope politica comunista di creare eserciti di lavoratori dipendenti dai padroni fascisti, ma senza una vera protezione burocratica e giudiziaria capace di contrastare davvero l'appetito famelico dei lupi veri e dei cani da pastore finti.

Perciò non serve nessun impegno culturale e politico per dividere e mettere in guerra la maggioranza dei cittadini che ha il potere di risanare o cambiare qualunque Stato democratico. 
Basta lasciarli cuocere nel brodo individuale e collettivo dell'ignoranza e dell'egoismo. E per i potenti fascisti e comunisti rapaci è tutto grasso che cola. Possono abusare impunemente dei singoli e dei popoli, perché in democrazia gli onesti finiscono macellati come Falcone e Borsellino e nessuno ha mai la forza di scacciare le "bestie" dal potere.
Franco Luceri

sabato 31 maggio 2025

È genocida ed ecogida considerare sistemica la cultura umana frammentaria






I limiti propri dell'intelligenza e della cultura umana frammentaria, rendono i guasti sistemici incorreggibili con soluzioni mirate, specifiche, utili a qualcosa o a qualcuno, ma dannose ad altri, o peggio all'intero sistema sociale, statale o ambientale.

I sindacati, le professioni e le burocrazie si limitano a tutelare il loro specifico filone di interessi privati o pubblici, ma scaricando costi e danni su altri soggetti, classi sociali o istituzioni. 

Ma fa danni sistemici anche la politica finta democratica, in guerra aperta maggioranza e opposizione, per speculare consensi o mazzette H24.

Se oggi vedete che il sindacato riesce a salvare un certo numero di lavoratori, non abbiate fretta, domani vedrete le imprese fallire e i lavoratori a spasso. Ma altrettanti miracoli alla rovescia galantiscono i sindacati delle imprese sfruttando o licenziando lavoratori, per risanare o arricchire imprese mordi e fuggi.

Insomma, tutte le scienze umane, da l'abecedario all'intelligenza artificiale, non vanno oltre le soluzioni mirate, proprio come le "leggi ad personam" di berlusconiana memoria.

Perciò è evidente, tutte le soluzioni partorite dalle teste d'uovo, dai presunti  istruiti, sono una calamità senza eccezioni, perché nessun umano ha intelligenza e cultura sistemica sufficienti a governare la complessità di uno Stato o peggio di una federazione di Stati, garantendo insieme il bene dei singoli, della collettività e del pianeta.

Quando le scoperte scientifiche ci sembrano grandiose, al meglio sono una colossale truffa.  Perché a differenza della natura che fornisce soluzioni complesse, perfette e gratis; se gli scienziati fossero in grado di produrre soluzioni ammazza problemi, il giorno dopo morirebbero di fame non avendo più clienti, utenti o pazienti da spremere economicamente.

Tutte le malattie del mondo sono diventate incurabili, perché se le curassero davvero, milioni di ospedali, cliniche, centri di ricerche, scienziati e professoroni, senza pazienti da curare, tornerebbero ai lavori manuali come i loro antenati. 

Per non parlare delle industrie farmaceutiche che senza clientela colerebbero a picco e i lavoratori tornerebbero a spasso.


Per convincere la terra a nutrirci, non bastano le soluzioni frammentarie, a spizzichi e bocconi, ad personam, servono eserciti di contadini con le sementi e con la zappa.

Se il mondo ha bisogno di contadini, pastori, pescatori e boscaioli e la cultura e la politica ne estinguono la razza; continuando a zavorrarlo di magnifici rettori, professoroni, professionisti, intellettuali, giornalisti, burocrati, scrittori, politici, giudici e presidenti, poi non possiamo scandalizzarci che il potere assassino dei Generali superi quello dei governanti impotenti e illusi, persino nelle prime potenze mondiali, allo sbando politico ed economico crescente e inarrestabile.

Dell'intelligenza umana mirata, frammentaria e conflittuale, il pianeta Terra non sa che farsene: ha bisogno di molte zappe e pochi neuroni, molti muscoli e pochi cervelli, ma inossidabili: profondamente consapevoli delle limitate capacità intellettive umane, davanti alla complessità dei sistemi sociali e del Creato perfettamente autosufficiente e autonomo.


In natura le soluzioni biologiche vere, diversamente da quelle scientifiche fasulle, sono gratis ed erga omnes. Gli umani invece impongono prezzi di listino crescenti, anche per le forniture d'aria, e chi non paga è libero di morire.

Da un po' di secoli l'umanità sta sbagliando misura tra manovali e intellettuali. 

Servono entrambi; ma se sbagli dosaggio, non c'è vaccino che possa salvare l'umanità dalla proliferazione pandemica delle soluzioni parziali, ad personam, casta, corporazione, consorteria, massoneria e mafia, tutte rigorosamente conflittuali tra loro e quindi a danno dell'intera comunità mondiale o peggio del pianeta.

La scienza, che per colpa o dolo, da oltre un secolo finge di combattere i sintomi per conservare le malattie riccamente produttive, è la causa di tutti i guasti assassini del genere umano, ormai politicamente ed economicamente insanabili.

Puntare il dito contro chi governa oggi, è sbagliato, perché chi ha il potere di usare la scienza da arma di sfruttamento di massa, quell'arma non se la fa scippare manco da morto. Mentre il politico preposto a risanare i sistemi e i sottosistemi dai guasti culturali ed economici centenari; da povero illuso tenta di operare il miracolo a rotta di collo e a cambiali e finisce in croce.

Prima che siano trascorsi 100 giorni di governo, si ritrova sul banco degli imputati se ha osato contestare il sacro, intoccabile e strapotente mondo scientifico, come ha fatto Trump con l'università di Harvard, che prontamente lo ha citato in giudizio come un qualunque disturbatore di quiete pubblica.

E non basta, ora si ritrova con i dazi bocciati dal Tribunale del Commercio, con Elon Musk che deluso dalle leggi di bilancio molla l'incarico di governo. Con la patata Harvard da cavare dal fuoco a mani nude. E con la guerra dei dazi che potrebbe avere un epilogo per niente pacifico, soprattutto con la Cina.

A spizzichi e bocconi, scienza e politica possono governare bene qualunque mercato rionale delle pulci. 

Ma per istruire e governare popoli, Stati o federazione di Stati, con più giustizia e umanità, meno barbarie e devastazioni ambientali, servirebbe più NATURA e meno cultura.

Se non è già tardi per invertire la rotta, chiediamoci:

Dio ha creato il mondo stupido per affidarlo agli umani geni; o ha creato il mondo divinamente geniale per affidargli gli umani tanto stupidi e presuntuosi da sentirsi infallibili padreterni?

Franco Luceri