Solo i "delegislatori" possono salvare i popoli
Se
per convenzione consideriamo la legalità una religione indiscutibile, pur
sapendo che nelle leggi non ci può essere niente di sacro, perché di
infallibile negli umani non c’è un accidente; quando da l’ottuso rispetto di
quelle leggi ne consegue lo sfascio insanabile dello Stato e un popolo
ingovernabile, l’intera classe dirigente che avrà operato “acriticamente” nel
rispetto di quelle leggi “sacre di nome e sacrileghe di fatto”, finirà screditata e
combattuta, o peggio travolta come una casta di idioti, irresponsabili,
corrotti, impunibili o impuniti.
Io
non sono un addetto ai lavori in filosofia del diritto, e non ho la più pallida
idea se l’unica cura alternativa a l’anarchia, che è il tumore dei sistemi
sociali, sia la “legalità presunta intelligente”, degli Stati “stupidi ma presunti di
diritto”. Perché se così è, scusatemi, e rassegniamoci pure alla
religione della legalità, e allo sfascio che ne consegue.
Ma
se, in qualche angolo sperduto del Mondo, esiste un modo per proteggere un
popolo dal manicomio dell’anarchia, con “una forma di legalità meno sacra ma più
intelligente”, (e scusate se sbaglio), ma credo che filosofi e giuristi
destri e mancini dovrebbero sbranarsi fra loro per trovarla, prima che la
rabbia induca i popoli crocefissi dalla “sacra ma poco intelligente legalità”, a
sconquassare alla cieca, sacro e profano in una sanguinosa guerra fratricida.
“A questo mondo, di
sacro e di venerabile dovrebbe esserci solo la vita e la dignità di ogni
singolo essere umano e il rispetto della natura”. Gli Stati che invece
di servire, asservono uomini e cose, possono accreditarsi come “Stati di
diritto” quanto gli pare, con leggi e pomposi parlamenti, governi
e magistrature nazionali e internazionali, ma poi restano sempre i fatti: lo
sfascio insanabile, a testimoniare della reale incultura e inciviltà delle
classi dirigenti che usano, sfruttano e calpestano i popoli fingendo di
governarli.
Se
dovessimo fare un elenco delle leggi che in Italia (in campo economico e di
giustizia sociale) hanno fatto solo danni, ci converrebbe quello opposto, delle
leggi che hanno fatto solo utile: finiremmo prima di iniziare. “Le leggi sindacali
ci hanno liberato dal rischio che qualche imprenditore matto ci offra un posto
di lavoro. E per fortuna le leggi tributarie stanno ripulendo l’Italia da
quelli sozzoni degli imprenditori sfruttatori, ladri, falsificatori ed evasori,
per conservare sotto vuoto spinto i super meritevoli corruttori”.
Quindi,
più che di legislatori per “fare” leggi, in Italia ci vorrebbero i “delegislatori” per mettere in
discussione quelle da manicomio, e correggerle, e magari riparare i danni
arrecati alle vittime.
Perché
in Italia, allo stato delle cose, non tre, ma nemmeno trentattre gradi di
giudizio basterebbero per fare giustizia degna di questo nome, se nessuna delle
leggi in vigore può essere messa in discussione fuori dalla Corte
Costituzionale, che è un organo talmente microscopico e limitato come numero di
addetti, (ne servirebbero moltiplicati per mille o diecimila) e lento come
servizio, che una legge ha tutto il tempo di uccidere un intero sistema sociale
in tutte le sue sfaccettature, prima che la Corte Costituzionale “uccida” la
legge assassina. (vedi porcellum).
Se
dopo sette decenni di sacro rispetto della legge il Presidente Napolitano ha
dovuto profetizzare il peggio con parole inequivocabili: “Se i giovani non
trovano lavoro per l’Italia è finita”; e di rincalzo il Dott. Feltri su
“il Giornale ha sviluppato una analisi impietosa con la stessa musica: “Senza imprese è
tutto inutile”; allora dobbiamo deciderci a stabilire se lo sfascio è
dovuto a un attacco di stupidità collettiva del popolo, classe dirigente
compresa; oppure a l’applicazione acritica delle leggi in materia di occupazione e tributi, da parte dei poteri
esecutivo e giudiziario, anche quando è sfacciatamente evidente la loro
distruttività.
Come chiudere imprese per irregolarità e persino per errori formali (senza danni di nessun genere e per nessuno) invece di correggerli e sanarli,
evitando di trasformare un popolo di lavoratori occupati, produttivi e contributivi
quanto basta per essere autosufficiente, in una bomba sociale tanto aggrovigliata e straripante di
disoccupati, evasori, truffatori, corrotti, corruttori, falliti, tartassati, usurai e usurati, poveri, immigrati, farabutti e arrabbiati di tutte le razze, da perderne il
controllo.
Se con un piccolo sovrapprezzo la cicogna avesse potuto portarci oltre ai neonati, quel "lavoro per i giovani" salva Italia, la nostra classe dirigente primatista in distruzione di imprese avrebbe potuto continuare a dedicarsi indisturbata alla sua attività. Ma come dice il Dott. Feltri: "Senza imprese e tutto inutile".
E le imprese non le porta la cicogna e non crescono nemmeno sotto i cavoli; hanno bisogno di un terreno giuridico e burocratico un po' più sterile per la classe dirigente pubblica e un po' più fertile per gli imprenditori onesti, se si vuole che la loro produttività di occupazione, profitti e tasse, (oggi miraggio), ci liberi da quella tragica "FINE" giustamente temuta dal Presidente Napolitano.
Se con un piccolo sovrapprezzo la cicogna avesse potuto portarci oltre ai neonati, quel "lavoro per i giovani" salva Italia, la nostra classe dirigente primatista in distruzione di imprese avrebbe potuto continuare a dedicarsi indisturbata alla sua attività. Ma come dice il Dott. Feltri: "Senza imprese e tutto inutile".
E le imprese non le porta la cicogna e non crescono nemmeno sotto i cavoli; hanno bisogno di un terreno giuridico e burocratico un po' più sterile per la classe dirigente pubblica e un po' più fertile per gli imprenditori onesti, se si vuole che la loro produttività di occupazione, profitti e tasse, (oggi miraggio), ci liberi da quella tragica "FINE" giustamente temuta dal Presidente Napolitano.
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