mercoledì 20 luglio 2016

Autonomi sono soltanto i perdenti.



Autonomi sono soltanto i perdenti.

Nella storia giuridica dell’uomo, il perdente ha la funzione di collezionista di sconfitte e fallimenti solo se è idiota. Perché l’obbligo di qualificarsi perdente sul campo, per la gioia del vincente, non glielo ha imposto mica il padreterno o ordinato il dottore.
Nello sport, cento o centomila perdenti si offrono da avversari in competizione, per portare alla vittoria un solo campione. Mentre nella politica e nel mercato si sa a priori chi è nato vincente. E la massa dei perdenti si offre in pasto a quel solo vincente, per certificare che lui è il primo attore e gli altri stupide comparse.
Quindi in democrazia, il concetto di vincente è rovesciato. Poiché la quantità vince sulla qualità, la maggioranza su l’opposizione, gli stupidi sugli intelligenti; questi devono prendere atto, che essendo minoranza, sono giuridicamente privi di potere reale, (in quanto privi di potere politico). E non gli serve un accidente imboscarsi nel potere economico da imprenditori onesti e capaci, perché finiscono peggio delle vecchiette scippate in uscita da l’ufficio postale: facili prede di sindacalisti, burocrati, ispettori corrotti, giudici rassegnati, fiscalisti, strozzini e mafiosi.
Allora diciamocela chiara chiara. I veri autonomi a questo mondo sono i perdenti, (reali o legali), che sono e restano tali dalla nascita alla morte. I vincenti invece hanno bisogno che i perdenti certifichino la loro vittoria finta legale e finta democratica, subendo sconfitte, umiliazioni e rapine a tutto campo e per tutta la vita.
Allora a guastare le democrazie non sono le maggioranze idiote e strapotenti, ma le minoranze intelligenti e rassegnate,  ahinoi sconfitte per legge in quanto minoranze. 
Sono gli imprenditori e i liberi professionisti che si mettono in competizione nel democratico libero mercato pur sapendo che se onesti e intelligenti gli toccherà annegare ne l’odio classista sindacalmente benedetto, sancito e tutelato, nello strozzinaggio bancario, nella concorrenza sleale, nella corruzione politica, nella demenza burocratica e nella puntuale rapina tributaria e mafiosa.
Allora, cari piccoli padroni e professionisti onesti, per voi è davvero una gioia competere dove è certo che ne uscirete sconfitti: cornuti e mazziati; se sprovvisti di una solida vocazione alla disonestà, alla truffa, alla rapina, alla corruzione, evasione, elusione, fallimenti pilotati ecc.?
Il liberismo serve solo a certificare la vittoria inarrestabile del comunismo in quanto maggioritario. Dopo sette decenni di democrazia ammazza padroni italiani, il rapporto numerico fra dipendenti e autonomi è tanto sbilanciato: 93  a  7 (in tempi di vacche grasse), che solo gli stupidi, (e fra questi io ci sono stato dentro con tutte le scarpe) possono pensare di esistere pienamente come cittadini liberi di produrre e contribuire, dove il potere legale di comandare lo hanno per l’eternità i 93, pure se tutti idioti o matti da legare, e il dovere di ubbidire, pagare, fallire o suicidarsi lo hanno i 7 pure se in fila indiana tutti einstein. (E la fuga della Fiat da l’Italia e il fallimento delle banche ne sono la ciliegina sulla torta).
Allora sono i 7 padroni vincenti in quanto intelligenti, ma perdenti in quanto minoranza, a mettere in crisi i sistemi sociali, perché sono incapaci di spiegare ai 93 lavoratori e pensionati sindacalizzati e politicizzati comunisti, che loro non hanno alcuna necessità (di scendere in campo) di assumerli e pagare stipendi e pensioni, per guadagnarsi l’inestimabile piacere di fallire: possono anche limitarsi a produrre ricchezza onesta per sé e la loro famiglia e lasciare che tutto vada in malora, visto che sono condannati per legge a iniziare da ricchi padroni e finire da miserabili accattoni, se non si affrettano a rubare, sfruttare, avvelenare, corrompere, evadere, eludere.
Se per mantenere i dipendenti, i pensionati e la classe dirigente idiota e ladra, l’imprenditore e il professionista onesto (quasi fossero panda a rischio estinzione) devono riciclarsi da ladri e truffatori odiati, corruttori incriminati, evasori perseguitati, e alla meglio, morire da poveri falliti, tanto vale che prendano atto a l’origine, che se i piccoli padroni, politicamente perdenti in quanto minoranza, chiudessero in massa: i lavoratori e i pensionati, vincenti in quanto schiacciante maggioranza, ubriachi di potere sindacale e legale, ma privi di potere reale, (cioè lavoro e pensione) non avrebbero di che vivere, né loro, né i loro geniali protettori comunisti.
Invece si è lasciato ai sindacalisti e politici mancini la piena libertà di convincere chi trae la propria sopravvivenza dal salario o pensione da fame, che i lavoratori vincono solo se i padroni perdono, chiudono, falliscono, delocalizzano e ancora meglio se levano il disturbo con la canna del gas.
E dove questa “verità evangelica da manicomio” è stata ed è universalmente accettata; del fallimento dei padroni onesti europei e italiani in primis, gli unici esseri viventi che non sentiranno alcuna mancanza, saranno: mosche, zanzare, blatte, zecche e pidocchi. 

Nessun commento:

Posta un commento