Perché
la politica smetta di essere un affare per i governanti e una iattura per i
governati, serve qualche piccolo aggiustamento legislativo che riporti i servi
nella stalla e i regnanti nella reggia, del tipo:
- Chi governa avrebbe il diritto
di continuare a vivere da strapagato cittadino di serie A, a spese dei
contribuenti, solo dopo aver garantito a tutti, nessuno escluso: casa,
istruzione, salute, reddito, famiglia e futuro. E se non provvedesse con i
soldi pubblici, prima rendendo produttive le imprese e occupati i
lavoratori e poi tassandole; le vittime della propria stupidità o
disonestà politica, dovrebbe risarcirle di tasca propria.
- Ogni addetto alle istituzioni,
oltre alla responsabilità individuale, andrebbe assoggettato, alla ancora
inesistente responsabilità “collegiale”, per il sacrosanto
principio della reciprocità. Perché se l’intero popolo italiano è tenuto a
mantenere agiatamente l’intera classe dirigente che lo governa; quella
stessa classe privilegiata, se inadempiente, deve pagare di tasca propria
il mantenimento della minoranza di soggetti, a cui ha negato il diritto ad
una vita normale, come giustamente sancito dalla attuale Carta
Costituzionale.
- I soggetti pubblici che si
rendessero inadempienti non dovrebbero pagare penalmente con la galera i
danni arrecati, ma essere ripuliti di tutti i loro averi fino al
risarcimento totale, o in alternativa, avviati ai lavori forzati se ciò
che hanno non basta a risarcire le vittime.
- Non servono costose cabine
elettorali e votazioni caricatura per selezionare una vera classe
dirigente. Chi si trova oggi al governo di qualunque istituzione: dal
passacarte al presidente; dovrebbe scegliere se rimanere a governare, ma
assumendosi la piena responsabilità, o liberare la poltrona per altri
aspiranti governanti, ma collegialmente omni responsabili nei confronti di
ogni singolo cittadino sovrano e dell’intero popolo.
- Oggi in Italia gli unici
responsabili totali sono i cittadini sovrani, pur ridotti dalle istituzioni
del finto Stato di diritto a vivere e morire da servi o peggio da somari.
Dopo queste mini riformine, ai lavori forzati (sostitutivi della galera)
dovrebbe andarci l'intera classe dirigente del finto potere
democratico. Della “mediocrazia” affidata a cani e porci in quanto esenti
da qualunque concreta responsabilità civile, penale, amministrativa
individuale e collegiale.
- Tutti legittimati a uccidere a
norma delle 300.000 leggi da manicomio italiane, che rimarrebbero tutte
perfettamente in vigore ma per sindacare e punire i comportamenti
incostituzionali dei governanti a danno dei governati: dei servi a danno
dei sovrani.
- Il problema della attuale
ingovernabilità italiana è insignificante. Una volta approvate queste
leggine attuative dei dettami costituzionali fin qui disattesi, il caos si
muterebbe in ordine da sé.
- Oggi abbiamo cittadini sovrani che muoiono affamati e congelati, e sudditi politico-amministrativo-giudiziari finanziari e fiscali, che corrono a svernare al sole delle Maldive gonfi di ricchezza pubblica trafugata ai contribuenti ridotti al suicidio.
- Se i controllori fossero chiamati a rispondere insieme ai controllati, delle condizioni di ogni singolo cittadino e complessive dello Stato, la dittatura si tramuterebbe in democrazia. I cittadini tornerebbero sul trono da sovrani, e i servi istituzionali inadempienti, finirebbero nella stessa merda in cui da sette decenni costringono gli italiani.
Nessun commento:
Posta un commento