giovedì 19 gennaio 2017

La marcia su Roma degli italiani sovrani


Perché la politica smetta di essere un affare per i governanti e una iattura per i governati, serve qualche piccolo aggiustamento legislativo che riporti i servi nella stalla e i regnanti nella reggia, del tipo:
  1. Chi governa avrebbe il diritto di continuare a vivere da strapagato cittadino di serie A, a spese dei contribuenti, solo dopo aver garantito a tutti, nessuno escluso: casa, istruzione, salute, reddito, famiglia e futuro. E se non provvedesse con i soldi pubblici, prima rendendo produttive le imprese e occupati i lavoratori e poi tassandole; le vittime della propria stupidità o disonestà politica, dovrebbe risarcirle di tasca propria.
  2. Ogni addetto alle istituzioni, oltre alla responsabilità individuale, andrebbe assoggettato, alla ancora inesistente responsabilità “collegiale”, per il sacrosanto principio della reciprocità. Perché se l’intero popolo italiano è tenuto a mantenere agiatamente l’intera classe dirigente che lo governa; quella stessa classe privilegiata, se inadempiente, deve pagare di tasca propria il mantenimento della minoranza di soggetti, a cui ha negato il diritto ad una vita normale, come giustamente sancito dalla attuale Carta Costituzionale.
  3. I soggetti pubblici che si rendessero inadempienti non dovrebbero pagare penalmente con la galera i danni arrecati, ma essere ripuliti di tutti i loro averi fino al risarcimento totale, o in alternativa, avviati ai lavori forzati se ciò che hanno non basta a risarcire le vittime.
  4. Non servono costose cabine elettorali e votazioni caricatura per selezionare una vera classe dirigente. Chi si trova oggi al governo di qualunque istituzione: dal passacarte al presidente; dovrebbe scegliere se rimanere a governare, ma assumendosi la piena responsabilità, o liberare la poltrona per altri aspiranti governanti, ma collegialmente omni responsabili nei confronti di ogni singolo cittadino sovrano e dell’intero popolo.
  5. Oggi in Italia gli unici responsabili totali sono i cittadini sovrani, pur ridotti dalle istituzioni del finto Stato di diritto a vivere e morire da servi o peggio da somari. Dopo queste mini riformine, ai lavori forzati (sostitutivi della galera) dovrebbe andarci l'intera classe dirigente del finto potere democratico. Della “mediocrazia” affidata a cani e porci in quanto esenti da qualunque concreta responsabilità civile, penale, amministrativa individuale e collegiale.
  6. Tutti legittimati a uccidere a norma delle 300.000 leggi da manicomio italiane, che rimarrebbero tutte perfettamente in vigore ma per sindacare e punire i comportamenti incostituzionali dei governanti a danno dei governati: dei servi a danno dei sovrani.
  7. Il problema della attuale ingovernabilità italiana è insignificante. Una volta approvate queste leggine attuative dei dettami costituzionali fin qui disattesi, il caos si muterebbe in ordine da sé.
  8. Oggi abbiamo cittadini sovrani che muoiono affamati e congelati, e sudditi politico-amministrativo-giudiziari finanziari e fiscali, che corrono a svernare al sole delle Maldive gonfi di ricchezza pubblica trafugata ai contribuenti ridotti al suicidio.
  9. Se i controllori fossero chiamati a rispondere insieme ai controllati, delle condizioni di ogni singolo cittadino e complessive dello Stato, la dittatura si tramuterebbe in democrazia. I cittadini tornerebbero sul trono da sovrani, e i servi istituzionali inadempienti, finirebbero nella stessa merda in cui da sette decenni costringono gli italiani.

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