lunedì 6 marzo 2017

Dove si insegna responsabilità?


Premesso che non sono un addetto ai lavori; se mai dovessi definire con un aggettivo la qualità della cultura Italiana, direi “galleggiante”, perché nessun problema viene analizzato dalla scuola, dalla stampa e men che meno dalla politica, in maniera così profonda e oggettiva da portarlo a soluzione.
E un caso emblematico di pressappochismo pedagogico e giuridico, è quello dello studente del Pininfarina di Moncalieri, che si ritrova sballottato fra galera e premio Nobel, per aver venduto a prezzi stracciati, per due anni, merendine ai compagni di scuola.
Lui trattato come uno spacciatore di droga, ma premiato da genio dell’imprenditoria; e l’intero apparato della scuola che per due anni non ha visto, non ha sentito, non ha parlato e comunque non ha fermato l’illecito che avrebbe dovuto vedere e fermare: tutti salvatori della patria.
Questo problema non va lasciato irrisolto e in putrefazione, perché è significativo di un Paese che è già scivolato (in ogni senso possibile e immaginabile) da quinta potenza mondiale europea, in tribù sottosviluppata dell’Africa.
E’ tutto in caduta libera, dalla qualità dell’istruzione, alla libertà di stampa (che ci vede oltre il settantesimo posto), alla certezza del diritto, alla competitività e produttività, alla giustizia sociale, alla democrazia incompiuta, e con disoccupazione giovanile al 40 %.
Siamo ad un passo dalla dittatura. Le istituzioni democratiche si sono dimostrate in blocco inadeguate a governare questo Paese e questo popolo. Eccellenti nel rastrellare tributi, (più dai barboni che dai banchieri) ma scadenti nel trasformarli in servizi.
Perciò, visto che la scuola è sorgente di barbarie, quando non lo è di civiltà, va chiarito con urgenza se quella italiana va premiata o bastonata, visto che usa le tasse degli imprenditori per formare solo disoccupati o emigranti, e scoraggiare, punire o scorticare vivi quelli che dimostrano un naturale talento per l’autonomia imprenditoriale.
Tutto l’apparato culturale, burocratico, giudiziario e fiscale italiano è studiato per distruggere l’Italia e gli italiani distruggendo imprenditori e mercato. E’ penalizzante per chi ha voglia di produrre ricchezza per tutti e premiante per chi si limita a toglierla agli altri da ladro, o a spenderla per se da parassita.
Perciò l’Italia andrebbe reinventata a 360 gradi, (culturale e giuridico in primis) perché allo stato delle cose, con gli italiani così malformati, malinformati e mal governati, persino il Padreterno avrebbe difficoltà a salvarci, salvandola.
E in tutto questo casino spicca l’assordante silenzio della magistratura, che non ha obbiezioni da muovere davanti allo scandalo di un alunno 16enne punito e premiato dalla stessa istituzione che aveva l’obbligo di insegnargli la legalità.
Siamo certi che sia da Stato di diritto, che una istituzione possa auto denunciarsi per inadempienza formativa, denunciando quel ragazzo di cui era responsabile, punendolo col 6 in condotta, con 15 giorni di sospensione e servizi sociali e 5000 euro e passa di multa; e poi, da giudice di se stessa, si auto assolva premiandolo e mandandolo ad un corso speciale per imprenditoria?
Un tale diceva che la repubblica delle banane, non nasce nel parlamento o nel tribunale, ma nelle aule scolastiche e di conseguenza nelle redazioni. Tutto ciò è vero o falso? A voi l’ardua sentenza. Io nel mio piccolo temo che questo non sia più un caso politico da repubblica delle banane, ma sia già degenerato in caso clinico da strizzacervelli. 

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