Da Marx in poi, il
tentativo di estinguere la razza dei ricchi, i poveri continuano a farlo, ma
sempre più inutilmente; posto che persino nei sistemi comunisti finiti in
bancarotta da un quarto di secolo, si riuscì a delegittimare l’accumulo e il possesso
di ricchezza, con l’abolizione del diritto di proprietà, ma la razza ingorda
dei ricchi, continuò, continua e continuerà a crescere di fatto, fino a
l’estinzione de l’Umanità.
Mentre, ad eliminare i
poveri, i ricchi non ci pensano manco in sogno, perché di quelli ne fanno
triplo uso: come lavoratori sfruttabili a basso costo, come risparmiatori
oculati e come consumatori con le mani bucate. E non hanno alcun interesse ad
affamarli troppo come lavoratori, per non trovarseli troppo squattrinati o
tirchi come risparmiatoti e consumatori.
Insomma, giusto per
capirci, se si potesse impedire ai padroni di spostarsi da un paese
a l’altro, andando a caccia di lavoratori poveri per produrre in maniera
competitiva, e di consumatori ricchi da spennare con prezzi truffa o rapina, i
migliori sindacalisti dei lavoratori sarebbero ancora i padroni, perché
costretti a remunerare nel giusto i lavoratori, per trovarseli ben disposti e
attrezzati come risparmiatori o consumatori.
Ma i
grandi padroni, braccati da comunismo, sindacalismo e strozzinaggio
finanziario e fiscale assassino di piccoli e medi imprenditori, nel mercato
globale sono diventati ballerini acrobatici per tenersi stretta la "borsa salva vita".
Saltano anzi volano da uno Stato a l’altro a caccia di bassi costi per produrre
beni o servizi e di alti ricavi per vendere, nonché di un sicuro paradiso
fiscale per mettere l’indebito arricchimento, "la borsa di pelle
umana" al riparo da strozzini ed esattori.
Come si risolve questo
rompicapo? Comunismo e sindacalismo hanno fatto danni incalcolabili, perché non
hanno castigato i paperoni, (le multinazionali), ma i venditori di caldarroste
e bruscolini, fino a costringerli a chiudere, fallire e persino suicidarsi.
Il livello di feroce
antagonismo culturalmente, sindacalmente e politicamente indotto in Italia, fra
lavoratori e padroni non sembra destinato ad affievolirsi, perché comunisti,
sindacalisti, strozzini e fiscalisti lavorano di fino per spegnere gli incendi
con lanciafiamme a benzina super.
Allo stato delle cose
non è possibile sognare una classe operaia che rinsavisca e sposti la sua
fiducia, sia pure critica, dal comunismo e sindacalismo che hanno reso feroce
il libero mercato, ai piccoli padroni che non hanno alcun interesse ad affamare
i lavoratori a cui hanno insegnato un mestiere, per non costringerli a
vendere ad altri padroni più generosi la loro prestazione lavorativa, o a
consegnare i loro risparmi o i loro consumi a padroni stranieri.
Speriamo che il buon
senso torni a prevalere almeno in Italia, dove una straripante maggioranza
di disoccupati, lavoratori
poveri, pensionati al minimo e
zero imprenditori onesti e produttivi, ha finito per convertire la
democrazia, in dittatura sindacalcomunista, con montagne di leggi idiote e
di burocrazie irresponsabili e cleptomani, tanto da farci correre a
l’impazzata verso l’autodistruzione.
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