mercoledì 20 dicembre 2017

L'istruzione ci rende tolleranti?


Che l'istruzione renda più intelligenti gli individui è tutto da dimostrare; visto che accettiamo per vera la diversità e unicità fisica di ogni individuo rispetto a l'intera comunità mondiale; ma poi, manco fossimo precavernicoli ci scandalizziamo che non ha solo il corpo diverso da ogni altro umano, ma unica ha pure la capoccia.
E ogni volta che ha la sfacciataggine di pensare diversamente dal soggetto con cui parla, merita di essere contestato verbalmente, se non la smette aggredito o denunciato, e se manco la magistratura provvede a tagliargli la lingua, in casi estremi ammazzato.
A questa logica da manicomio criminale d'Aversa, si ispirano i rapporti di sette miliardi di umani, che non solo si combattono fra popoli, si derubano fra Stati, Regioni, Province e Comuni; ma si combattono fra amici, si accoltellano fra tifosi, passanti e avventori, fra iscritti alla stessa associazione, congrega, sindacato, partito, società, istituzione, ecc. Ma non disdegnano nemmeno di litigare, combattersi, perseguitarsi e ammazzarsi con una ferocia che non teme confronti nel mondo animale, fra consanguinei, conoscenti, fidanzati, coniugi, figli, genitori, compari e comari.
A l'appello mancavano solo gli scontri di civiltà e le guerre di religione, ma ora ci siamo attrezzati pure di quelli. E gli scontri da perversione sessuale, per accaparrarsi una eredità, o per rapacità finanziaria ormai sono materia da strizzacervelli.
Insomma per non farla lunga, l'istruzione, fornendoci una base culturale comune, (filosofica, teologica, matematica, giuridica ecc.) ci fa credere simili; ci illude di poter trovare un altro soggetto pensante uguale a noi, con cui dialogare, (la cosiddetta anima gemella). Salvo poi sbranarla da cannibali, non solo se ci delude mutando le sue convinzioni che inizialmente  sembravano gemelle alle nostre, ma se pronuncia una parola a cui lei da un senso positivo, e noi negativo.
In un mondo letteralmente allagato di intellettuali e tecnici di tutte le razze, di pedagogisti e di psicologi aggiusta neuroni, soffriamo tutti della tristemente famosa "incomunicabilità" così ben descritta da Pirandello. E a cui nemmeno milioni anzi miliardi di leggi, al servizio di avvocati, e magistrati riescono a mettere riparo, a portare ordine, civiltà, pace.
Se attraverso l'istruzìone e l'informazione, il mondo della cultura, continuerà ad accrescere le diversità intellettive di ogni soggetto, ma anche l'idiota intolleranza al diverso e mutevole pensiero altrui; fra qualche secolo nessuno sarà  in grado di contendere agli istruiti, maestri di intolleranza, (italiani in primis) se mai fosse istituito, il premio Nobel per la pace precavernicola: “tutti contro tutti”.


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