Che ci piaccia o no, la “storia insegna a tutti gli
esseri umani”, ma non si perde in chiacchiere a giudicarli singolarmente: li
assolve o li condanna in blocco come popolo, con sentenza complessiva e inappellabile. Promuovendo o bocciando il sistema socio politico
economico che ha saputo darsi il mondo della cultura, è come se sparasse nei
suoi confronti un unica sentenza di assoluzione o di condanna.
Non sta lì a contare ad uno ad uno quante teste
d’uovo ci sono nella scuola, quanti
laureati e masterizzati sono finiti nelle singole professioni, redazioni,
istituzioni, imprese, banche, sindacati, partiti, o in fuga verso altri popoli meno stupidi di quello italiano.
Non la intriga per niente stilare l’elenco dei buoni
e cattivi, geni e idioti, galantuomini e farabutti. Ha giudicato con questo
tipo di logica il popolo russo comunista, il popolo tedesco nazista, il popolo
italiano fascista.
Ora è sul punto di sparare la sentenza riguardo al
popolo italiano democratico, con milioni di intellettuali geni, ma con un
sistema Stato elefantiaco, costoso e ladro che più non si può. E non c’è
bisogno di aspettare le motivazioni della sentenza per capire con che razza di
aggettivo vorrà giudicarci in blocco.
Al meglio ci chiamerà irresponsabili e falliti per
l’enormità del debito pubblico, ladroni per la corruzione, cog....ioni per il
sindacalismo che ha promesso garanzie e tutele ai lavoratori, ma facendo
fallire le imprese, ha fatto sparire del lavoro pure le impronte digitali, e ha
ingrassato i maiali delle speculazioni finanziarie, che a loro volta (comprando
debito pubblico a vagonate, con interessi da strozzini) hanno scippato
i popoli della sovranità monetaria, e della libertà politica di spendere o
risparmiare: insomma del diritto di salvarsi.
La storia sta urlando da mezzo secolo ai cacasenno
della classe dirigente italiana, straripante di geni: ah str..zi, avete formato
un popolo ignorante, individualista, egoista e opportunista che si sta facendo
governare da un branco di cog...ni. Ora, oltre allo stipendio grasso, volete
pure l’applauso?
Quando la smettete di coltivare i vostri singoli
orticelli e curate la buona salute del sistema Italia, prima che si scateni una
sanguinosa guerra civile?
Non conta una pippa curare la scelta di un singolo
Premier o un singolo Ministro, e giudicare con indulgenza o ferocia singole
scelte, di singoli uomini, se poi il sistema (quasi fosse un treno che viaggia
su rotaie) sembra spinto senza alternativa nella solita direzione dello
sfascio, e non c’è modo di farlo deviare e manco deragliare.
Perché la storia sia abbastanza indulgente da
rimandarci a settembre, dovremmo dare potere agli intelligenti e ignorare gli
stupidi. Ma facciamo l’esatto contrario.
Per tre anni abbiamo giocato alle
riforme istituzionali col governo Renziboschi, impegnando l’intero Paese a
giudicare la riforma della Costituzione firmata da una Ministra e da un Premier
entrambi avvocati, e quale è stato il risultato? Una montagna di miliardi
buttata dalla finestra.
Quella che chiamiamo Costituzione è di fatto l’Atto
Costitutivo dello Stato. Mi spiegate perché un simile mostruoso lavoro debba
portare la firma di una giovane donna, (sia pure laureata in legge) caricata
poi di tutta la responsabilità se l’attuale scienza costituzionale fa miracoli
o acqua da tutte le parti?
Il lavoro e la responsabilità per una riforma
costituzionale decente avrebbero dovuto assumerselo i due o trecento
costituzionalisti che abbiamo in Italia. Come dire che era compito del Ministro
dell’istruzione, impegnare tutte le sedi universitarie d’Italia per fornire un
ventaglio di soluzioni diverse e lasciare la scelta al Ministro delle riforme, alla Corte Costituzionale e
agli italiani.
Invece abbiamo liberato le università dal dovere di
insegnare e le abbiamo caricate del diritto di criticare, promuovere o
bocciare gli avvocati Boschi Renzi, che solo la stupidità di una classe
politica incapace poteva caricare di una simile MOSTRUOSA incombenza. Dimenticando quanto sangue ci è costata la democrazia e la Carta Costituzionale.
Così tutti i cacasenno italiani della scuola e della
stampa si sono lanciati a l’arrembaggio non per giudicare la riforma secondo
scienza e coscienza, ma secondo fede politica. E poiché i detrattori hanno
vinto e i sostenitori perso, dopo la riforma Berlusconiana, anche la
Boscirenziana è finita al macero, con grande "gioia" di Pantalone che per tre
anni ha finanziato l’aria fritta della cultura giuridica Italiana, che ormai fa
ridere a scoppia pancia persino i polli.
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