mercoledì 10 luglio 2019

Vogliamo importare in Italia la rivoluzione francese?


Gli intellettuali italiani "senza intel", "lettuali", sdraiati sul letto, in stand by, non fanno un passo avanti nemmeno a cannonate, ma stanno incominciando a parlare di rivoluzione armata in piazza per mandare via la classe politica italiana corrotta e incapace.
Come se non ci avessero già provato i francesi a fare la rivoluzione quando decapitarono Luigi XVI e consorte, e che, dal 5 maggio 1789 è universalmente ritenuta modello unico di smaltimento di potenti avariati e autogoverno intelligente.
E guardate come è messa l'Europa e l'Italia in primis. Continuiamo a cambiare  politici come fossero mutande, ma la politica non cambia manco a cannonate.
Le rivoluzioni via ghigliottina smontano le teste non riempiono certo i cervelli vuoti o bacati dell'intera classe dirigente, salvo illustrissime eccezioni.
Servono pensatori capaci di vedere il sistema socio, politico, economico, culturale da comporre, come un mosaico già composto, prima che sia stato posato il primo tassello.
Altrimenti, appiccicando tasselli prima di aver immaginato il mosaico, ne viene fuori quel capolavoro di democrazia chiamato Italia con le istituzioni ammucchiate, gettate lá alla rinfusa e sottosopra, coi "salvatori" assunti e pagati profumatamente per salvare, ma impegnati fino allo spasimo a derubare, impoverire e uccidere popolo e Stato.
Quella gente ci costa un occhio e con ipoteca anche nell'altro, perché ha il compito di curare e di tenere in buona salute il sistema; invece noi gli consentiamo di gingillarsi con problemini d'asilo nido, con singoli problemi di singole persone di singoli paesi di singole istituzioni. 
Ci arrovelliamo il cervello per una parola un aggettivo una virgola del Gigino, del Matteo, Del Peppino e per ultimo della Carola, quando abbiamo l'Italia sull'orlo del burrone e dietro non ha nessuno che possa afferrarla per capelli reinventando l'intero sistema dentro o fuori dall'Europa.
Ma soprattutto fuori da questo finto stato di diritto con i nostri governanti rimandati a ottobre pur avendo scritto per mesi l'ennesima manovra finanziaria sotto dettatura UE e BCE.
E quando basta !!!

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