lunedì 1 luglio 2019

Vi sentite più nipotini di Giotto o di Voltaire?


Chissà quanti commenteranno scandalizzati questa mia opinione; ma temo che, culturalmente parlando, salvo rare eccezioni, noi italiani siamo tutti nipotini dell'architetto Ambrogiotto di Bondone più noto col nome di Giotto, imbattibile per la "O" senza compasso. 

E ne stiamo onorando la memoria perché salvo rare eccezioni, siamo riusciti, utilizzando da compasso l'intero scibile umano, a rendere circolare qualunque ideologia. E ci giriamo in tondo come il cane che si morde la coda.
Puntiamo il "chiodo", (leggi mettiamo a fuoco) qualunque problema, fosse pure grande quando una capocchia di spillo, e ci giriamo intorno per decenni, ma anche per secoli, finendo per sapere tutto di uno specifico micro problema spaccato in miliardi di pezzi ma senza mai capire un c**** di come risolverlo.
Ci mettiamo l'impegno "intellettuale" (si fa per dire) di milioni di addetti ai lavori, fino a creare una forza centripeta che obbliga milioni di cervelli ad accettare un unico tipo di cultura così dominante che nessuno ha la forza di metterla in dubbio, per non passare per scemo o matto.
Invece la vera cultura non può essere rappresentata da "l'O" di Giotto, ma da due linee rette tendenti a convergere lentamente fino ad incontrarsi in quella che tutti cercano ma nessuno trova: la terza via: la soluzione del problema.
Perciò quelli che pensano diversamente da te non puoi contestarli in pieno.
Anche loro devono contribuire a far incontrare  le due filosofie tendenti a divergere, procedendo per piccoli avvicinamenti alla soluzione altrui.
A suo tempo Voltaire lo capì così bene che si predispose persino a morire per difendere l'opinione degli altri che non condivideva. Se non pieghi gradatamente la tua opinione a quella degli altri per indurli a fare altrettanto nei tuoi confronti vivi da cane girando in tondo e mordendoti la coda.
Questo sta facendo l'Intera Europa col problema immigrazione lasciato all'Italia come una patata bollente.
Puntiamo il compasso sul problema salvataggio immigrati in mare e alla Giotto maniera ci giriamo in tondo da 30 anni facendolo passare come un atto umanitario. Così nessuno Prova a domandarsi che fine fanno i salvati, spostati dall'acqua alla terraferma se poi non c'è traccia di integrazione, di lavoro giustamente remunerato nemmeno per laureati, ma "l'immenso rogo della disoccupazione" come giustamente lo definiva Don Milani che da decenni devasta individui famiglie figli regioni e Stato.
È davvero un encomiabile atto umanitario salvare la gente dall'acqua e gettarla nel "rogo" della disoccupazione e della guerra fra poveri, che non induce certo Fratellanza e solidarietà ma violenza criminale Fascismo e razzismo?
La cultura alla O di Giotto che non prevede futuro, che ci induce a galleggiare egoisticamente  nel mare magnum dei problemi che nessuno ha voglia di risolvere, e tentando di non annegare, sta devastando l'occidente.
Cercate di mischiarci un po' di Voltaire, di rispetto per le opinioni altrui, prima che sia tardi per tutti.

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