lunedì 20 gennaio 2020

Comunisti, ricchi di consenso a prescindere.


Ovunque ci siano tracce di democrazia, la sinistra non può che farla da padrona, non per merito dei politici o della loro politica, ma per l'immutabile composizione delle classi sociali.
In Italia il rapporto numerico lavoratori padroni nella peggiore delle ipotesi è 83 a 17 (di fatto è anche peggio, posto che le finte partite IVA si sprecano). 
E questo incancellabile squilibrio numerico fra dipendenti e autonomi rende qualunque democrazia sbilanciata a sinistra, (FINTA) comunista a prescindere.
Ma non è merito dei comunisti se incassano consenso anche dormendo come i Banchieri profitto. Di questo deve vergognarsi la destra perché la sinistra ha saputo accaparrarsi il consenso dei lavoratori, in quanto schiacciante maggioranza, mentre la destra non ha saputo conservarsi nemmeno quello dei grandi padroni, che da decenni hanno capito che il vento del consenso soffia sempre a sinistra, e, fiutato l'affare, votano, tifano, finanziano, sempre e solo comunista.
Quindi la sinistra ha il merito di aver capito come schiavizzare legalmente i popoli chiamando la sua tirannide costituzionalmente sancita, tutelata e benedetta, "democrazia ". 
In contrapposizione alle dittature di destra che per schiavizzare, anche soltanto il comune di roccacannuccia, devono essere criminali e feroci, non avendo nemmeno il consenso legale dei loro parenti stretti.
E siamo ancora all'antipasto; c'è pure la possibilità, tutt'altro che remota, che i lavoratori stanchi dei danni del comunismo in guerra finta col fascismo, votino in massa un partito di destra, ma il risultato non cambia, perché, a colpi di rivendicazioni sindacali, anche dalla destra fascista i lavoratori continuano a rivendicare politica comunista come un disco rotto: poco lavoro e molto salario, molti diritti e pochi doveri, zero rischi e zero responsabilità, nonché finta lotta all'evasione dei Paperoni e macellazione continuata di piccole e medie imprese.
E così, allo sfascio comunista, anche i politici liberali o fascisti finiscono per garantire continuità e consolidamento.
Esattamente quel che scriveva nel 1958 l'impareggiabile Tomasi di Lampedusa: in Italia, "tutto cambia perché nulla cambi".

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