domenica 9 febbraio 2020

Vince chi scommette sul fallimento altrui?


A sentire gli addetti ai lavori, l'idea di democrazia che oggi è patrimonio dell'intera comunità mondiale è stata partorita 25 secoli fa. È in questo suo lungo cammino, chissà  guanti milioni di cervelloni si saranno arrovellati per risalire alle cause del suo costante malfunzionamento e predisporre soluzioni "socio-eco-compatibili".
Ma ahinoi, quanto a funzionalità i sistemi democratici lasciano ancora parecchio a desiderare: fatta salva qualche rara e illustre eccezione, per la maggiorparte dei popoli ancora politicamente immaturi, le democrazie sono più matrigne che madri; anche se non c'è popolo al mondo che non sia orgoglioso della propria democrazia e (se bellicamente attrezzato), non si arroghi il potere di esportarla a cannonate nelle dittature e nelle monarchie.
Ma la democrazia è ancora ben lontana dall'essere il salvagente dell'umanità, per una ragione semplice semplice. Nemmeno Dio è in grado di garantire che una ideologia politica restituisca di fatto ciò che promette a parole. 
Fare politica è come lanciare un sasso, se è giusta, centra il bersaglio, arriva alla soluzione, senza danni; se invece è sbagliata, al pari di un sasso lanciato da cani, rompe un vetro, e aggiunge problema a problema, danno a danno.
Ma peggio, prima che una scelta politica produca effetti concreti può passare un tempo così lungo da consentire al politico imbranato di scalare fino all'apice il potere e di incassare privilegi e guadagni astronomici, nonché la più assoluta impunità se la sua politica fa più danni che utili. 
Questo è il tragico paradosso delle democrazie: chi danneggia i popoli con una politica sbagliata ha il potere di incassare privilegi per sé ma non quello di fermare e di sanare gli effetti nefasti della sua malapolitica. Né il dovere di risarcire le vittime degli errori politici che sono all'ordine del giorno in ogni angolo del pianeta.
I danni prodotti da chi governa arricchiscono di consenso e potere chi al malgoverno si è opposto, ma anche chi tacendo ne ha favorito il percorso sapendo di trarre vantaggi futuri.
E questa è la massima iattura per qualunque popolo Democratico. In quanto l'opposizione incassa consenso e potere nel favorire le scelte sbagliate del governo e persino nel sabotare le giuste che potrebbero riconfermare al potere la stessa maggioranza.
Insomma le democrazie sono sbagliate perché negano un concetto fondamentale: non esistono politiche al 100% costruttive, e chi sbaglia dovrebbe avere il potere di correggere i suoi errori, non il dovere di passare la mano a soggetti il cui merito è di aver sostenuto o taciuto davanti ad una scelta sbagliata, sapendo bene di lavorare per il fallimento altrui e per il paradossale ed immeritato successo proprio.
Come lo è l'intera Europa e la BCE che sta strozzando i 19 stati che le hanno trasferito la sovranità monetaria.
Col senno di poi lo hanno capito tutti l'errore di entrare nell' organismo sovranazionale UE senza sufficienti Istituzioni politiche e Banca Centrale pubblica. Come denuncia uno dei principali artefici italiani d'Europa Giuliano Amato, che si domanda e ci domanda: " eravamo pazzi? ".
Certo che eravamo tutti svitati, eletti ed elettori, carnefici e vittime. E dopo fascismo, nazismo e comunismo, le catastrofi per i popoli d'Europa continuano, perché a porsi questa scomoda domanda c'è solo una risibile minoranza di non addetti ai lavori.
Speriamo che il seme del buon senso e della moderazione attecchisca e fruttifichi, per evitare di gettare, come nella prima Repubblica, il bambino insieme all'acqua sporca.

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