lunedì 24 febbraio 2020

Il vero stato di diritto tassa e stampa


Non esiste un solo essere umano al mondo che nella sua vita non sbagli qualcosa per colpa o dolo. E nei sistemi sociali che consentono o tollerano che il danno finanziario prodotto dagli errori dei singoli si scarichi tributariamente sulla collettività al peggio non c'è mai fine.
Questa è la ragione per cui i cittadini onesti più attenti degli altri a non sbagliare, alla lunga finiscono per rassegnarsi a forme disoneste di "legittima difesa": evasione, elusione corruzione e persino mafia, se hanno la disgrazia di doversi difendere dai farabutti pubblici che invece di indirizzare la collettività verso comportamenti virtuosi la inducono a sbagliare per procurarsi l'alibi di tassarla e appropriarsi indebitamente di risorse pubbliche che mai verranno convertite in servizi. E chi finisce povero o malato così sta e così resta. Chiedere tributi ad un popolo in difficoltà promettendo di soccorrerlo o salvarlo è come chiedere ad un cieco di vedere, ad un paralitico di correre ad un morto di camminare.
Ma lo stato di diritto, che non può deragliare dalla legalità, come può difendersi dagli errori o dai crimini commessi da utenti e da burocrati che finiscono per impoverirlo ed indebitarlo riducendo o negando la giusta quantità di gettito tributario o facendo un uso demenziale o criminale dello stesso?
Utilizzando la sovranità monetaria lo Stato di diritto stampa la moneta di cui è proprietario e compensa al minore gettito dovuto all'illegalità colposa o dolosa dei contribuenti e degli enti. Ma anche a cause di forza maggiore tipo recessione, calamità naturali, epidemie, pandemie, mafia, terrorismo, guerra ecc. ecc.
Ma se non ha più la proprietà della moneta, avendo ceduto alle banche private il potere di stamparla, come ha fatto l'Italia nel 1981, fino a mettere la politica al guinzaglio della finanza europea e mondiale, a quelle banche finisce per dover elemosinare le risorse finanziarie necessarie, col rischio di non ottenerle, di ottenerle a babbo morto o a costi sempre più astronomici.
Così popolo e Stato entrano in un giro vizioso di indebitamento crescente ed impagabile da cui si esce solo col default.

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