domenica 14 giugno 2020

Semplificare il mondo per sopravvivere?


Il covid 19 ha messo la scienza  e l'Umanità alle corde come un pugile suonato, quasi istigandoci a rottamare tutto e a rientrare igienicamente nelle caverne. Ma aihnoi, temo che pure la retromarcia ormai ci sia preclusa.
Però, almeno i sacerdoti della scienza, dovrebbero interrogarsi se a questo mondo serve aggiungere altre complicazioni scientifiche, tecnologiche, economiche, giuridiche e finanziarie, o sarebbe meno devastante, e perciò meno stupido semplificare, posto che il padreterno ha già complicato a tal punto il Creato da mettere tutte le teste d'uovo del mondo e noi poveri ignoranti con loro, nella pietosa condizione di non trovare più la via di casa.
Mezzo secolo fa con grande saggezza il professor Zichichi ci avvisava che "per sapere come è fatto il mondo dovremmo bussare ancora per molto alla porta del Creatore.
Perché il mondo, uscito dalle mani di Dio, (vedi calamità, carestie e pandemie) è più inestricabile di un groviglio di lana fra le zampe del gatto. A noi non resta che tentare umilmente di dipanare la matassa, pur con la quasi certezza che al fallimento non c'è alternativa.
Perciò, chi usa la scienza, (cioè il sapere, l'avere e il potere) e complica la vita dei popoli pensando di semplificarla; magari in assoluta buona fede crede che il progresso salvi il mondo: ma da più di un secolo, di uomini e cose ne sta facendo strage.
Forse i cervelloni accelerati del potere dovrebbero risalire in bicicletta per tornare a ragionare meno da scienziati, e un po' più a misura d'uomo che non guasta mai.

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