Che Dio ci salvi dai “salvatori
mondiali”
La
buona politica è così maledettamente semplice che se non fosse mischiata alla
cattiva, per rendere contorto e astruso qualunque sistema sociale, i popoli si
addormenterebbero in piedi per mancanza di stimoli. Invece così in piedi ci
rimangono e con gli occhi sbarrati pure la notte, cercando disperatamente la
salvezza nella lotta o nella fuga.
Un
tale diceva (non ricordo se Gobetti o Gramsci) che “la storia insegna ma non ha
scolari”. E quindi, chi non avesse la vocazione del guerriero suicida o del
coniglio gambalesta, dovrebbe improvvisarsi discente e lasciarsi istruire dalla
storia.
Che
se un popolo, nel risanare il suo sistema sociale dopo una guerra o una
rivoluzione, si da, anche solo per un decennio, una classe politica “debole
con i forti”; dopo si ritrova con un sistema socio-economico in
disfacimento crescente, ingovernabile, e quindi governabile con la solita
politica “forte con i deboli”, efficace come il pediluvio nella
cura del tumore al cervello, allunga l’agonia del sistema anche di un secolo,
ma senza riuscire ad impedirne il decesso.
Gli
insegnamenti della storia nazifascista e poi comunista basterebbero a lavare
qualunque dubbio anche allo scemo del paese se fosse lui a governare. Se
inizialmente la politica si appoggia a saggi e ricchi, poi quel bastone non può
più rifiutarlo, e il diritto di rimanere al potere non può che conquistarselo
con la solita politica demenziale, terrorizzando e sfruttando la massa dei
piccoli produttori di ricchezza, e condannando il sistema al solito tragico
epilogo fatto di recessioni, stagnazioni, default, o peggio, rivoluzione o
peggio guerra.
Nemmeno
un miliardo di geni riesce a salvare un popolo di quattro gatti, se la politica
ha spostato troppo potere da chi produce a chi consuma: “dagli
imprenditori ai prenditori”. Perché in piedi ci resta solo il Vaticano,
per un miracolo personale del Padreterno; se la politica, con una burocrazia e
finanza ossessiva impedisce agli adulti di lavorare, produrre ricchezza onesta,
mantenere famiglie oneste, pagare tasse oneste e conservare popolo e Stato.
Di
soluzioni politiche alternative ve ne sono miliardi, ma sono tutte toppe
peggiori del buco. Si può anche invertire la funzione fra popolo e Stato: lo
Stato pensiona tutti dal neonato al nonno, il popolo incassa, l’economia sembra
uscire dal coma, ma poi si accascia, perché è come portare l’asino sul campanile
della chiesa a mangiarsi l’unico zangone disponibile, dicevano i saggi veri di
una volta.
Se
non c’è una mano magica che stringe il rubinetto dei privilegi a ricchi e
potenti, per i piccoli produttori di ricchezza e quindi per la grande massa dei
lavoratori dipendenti, c’è solo navigazione tappa falle col ....
Un
futuro a tempo indeterminato c’è solo per chi scappa da l’Italia e dalla UE.
Basta contare quanti “salvatori mondiali” si stanno alternando al
capezzale della povera Grecia a rischio default, per succhiare risorse,
fingendo di pomparle. E alla fine ci diranno: “l’operazione è perfettamente
riuscita ma la paziente è schiattata”. Passiamo a salvare l’Italia? No grazie,
voi no.
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