lunedì 1 agosto 2016

burattinai e burattini

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burattinai e burattini

Se non esiste dittatura al mondo che non nasca con la complicità di cultura e finanza; c’è da stabilire se il processo involutivo della democrazia è innescato da l’aspirante tiranno o dalla moltitudine di saggi e ricchi, che hanno un sacco di interessi particolari e spesso pure criminali da tutelarsi.
Chi è il burattinaio e chi il burattino? Sono i saggi e i ricchi che si lasciano ridurre a burattini dal potere politico; oppure sono proprio loro a governare da burattinai il fantoccio Premier della politica usato per i loro loschi e inconfessabili interessi, da capro espiatorio?
E se il mal funzionamento di una dittatura è imputabile di fatto a cultura e politica; siamo davvero certi, senza ombra di dubbio, che si possa indicare il Premier o il governo come responsabile unico dello sfascio delle democrazie; saltando a piè pari la responsabilità di burocrati, banchieri, giudici, giornalisti, professionisti e professori?
No cari miei. Le dittature si reggono sulla capacità del potere politico di incutere terrore e rassegnare il popolo. Ma le democrazie, in quanto autogoverno del popolo, hanno bisogno della intelligenza e onestà della maggioranza dei cittadini, che la politica può conservare tali, ma a patto che il mondo della cultura li abbia formati e informati con intelligenza, e i banchieri si siano riciclati in massa a strozzini pentiti.
Ma forse ci conviene evitare voli di fantasia per non sconfinare nel mondo dei sogni. Accettiamo pure per vero che i tiranni sono responsabili anche delle cacche di cane sui marciapiedi; ma nelle democrazie che sono in coma irreversibile come lo è l’Italia, assolvere con formula piena professori, burocrati, giudici, sindacalisti, giornalisti, banchieri e teste d’uovo assortite, è come scambiare le lucciole per lanterne.
Per due decenni abbondanti “la stampa libera italiana” ci ha plagiato indicandoci prima Berlusconi come tiranno, ora Renzi come tiranno peggiore che sta mettendo la museruola ai “giornalisti che abbaiano” e si sta facendo amiche e alleate le migliori penne libere, ma a quanto pare “di buon appetito”.
Allora delle due l’una: o questi campioni mondiali del libero pensiero, si stanno mettendo liberamente al servizio di Renzi perché lo ritengono affidabile, oppure dobbiamo dedurre che il tiranno Renzi li sta addomesticando con la pistola puntata alla tempia. Ma chi ha seguito questi mostri sacri del giornalismo per quattro o cinque decenni, ritenendoli in condizionabili e incorruttibili, ora che i santi gli si stanno declassando a diavoli; ritiene di avere ancora abbastanza talento per distinguere i veri buoni dai veri cattivi, i burattini dai burattinai del giornalismo, politica e finanza?
Perché se questo talento non l’ha, è meglio che si dia all’ippica; posto che in democrazia, trinciare giudizi su l’intelligenza e l’onestà di presunti saggi della cultura, ricchi della finanza e potenti della politica, è lavoro da padreterno e da noi poveri umani va fatto con molta umiltà, con la certezza matematica che al meglio si arriva ad essere verosimili non veri.
Dove ci sono i "mostri sacri del giornalismo", le democrazie funzionano da dio. Invece dis-funzionano a l’italiana, dove sono oggetto di compravendita al servizio delle lobby culturali e finanziarie: i cosiddetti poteri forti; che da perfetti burattinai condizionano popolo e Stato a 360 gradi, ma imputando ai burattini del governo la responsabilità dello sfascio.

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