Uno che conosceva bene la guerra ma amava la pace, diceva che la guerra è l'inevitabile conseguenza di semplificazioni e sottovalutazioni dei potenti della cultura, politica e finanza. E mi sa tanto che la più tragica di tutte, sia il considerare la libertà come la sorgente unica di tutto il bene del mondo, e la schiavitù come unica portatrice di male.
André Gide diceva: "considero la libertà come terribile e disastrosa che bisogna ridurre o sopprimere in se stessi....eccellente la schiavitù che ci si impone".
Perciò in Italia, la libertà uguale per tutti, si sta rivelando devastante quanto una guerra atomica, per due semplicissime ragioni:
La scuola non è in grado di formare, (né la stampa di informare) cittadini tutti ugualmente intelligenti e onesti, per fare della libertà un uso che non sia contro se stessi, e contro gli altri: contro la morale, la legge, la famiglia, la proprietà, la natura, le istituzioni, o peggio, contro la casa comune chiamata Stato.
E quando i cittadini sono tutti ugualmente liberi, (ma non tutti capaci di esserlo nel rispetto altrui) la magistratura perde il controllo e non riesce più a privare della libertà, chi ne ha già fatto un uso autolesionista o peggio criminale. Il numero dei soggetti che fanno danni, diventa così ampio da risultare ingovernabile. Come si può mettere alle calcagna di ogni idiota, matto o farabutto un carabiniere e un giudice? E’ impossibile persino reperire le risorse umane, a prescindere dal costo proibitivo.
E allora è tempo sprecato, (dopo aver creduto ciecamente e inutilmente nel potere giudiziario italiano per sette decenni) ostinarsi a cercare nella politica destra sinistra o stellata, le soluzioni; quando il compito della politica si esaurisce nel momento in cui riconosce ai cittadini il diritto di autogovernarsi e fare della libertà o delle libertà il miglior uso possibile. E persino seppellendo l’intero popolo, vedi Italia, sotto una montagna di leggi che non ha uguale a livello planetario, perché Tizio, usando la propria libertà, non la limiti o la impedisca a Caio.
Allora, il volano della civiltà democratica non sta nella libertà, ma nella formazione e informazione che ti rendono idoneo a fare un uso responsabile e costruttivo dell’essere libero. Un po’ come la patente ti rende libero, ma anche schiavo, schiavista o vittima se poi non ti dimostri concretamente capace di guidare l’auto, nel rispetto del codice stradale, e per l’incolumità tua e altrui.
Perciò la giustizia finisce per diventare una tragica caricatura, o peggio un abuso di potere, dove l’istruzione e l’informazione sono più idonee ad abbrutire le bestie che ad umanizzare gli uomini. Il dilagare del crimine a 360 gradi, partendo dal ladro di galline, al burocrate sfaticato o farabutto, al politico corrotto, ladro o mafioso, è tale che la magistratura ne finisce paralizzata, e in singoli casi anche vittima, quando il giudice non si rassegna, vedi Falcone e Borsellino, a diventare complice tacendo.
Istruzione e informazione non hanno ancora reso perfetto il mondo e magari non lo renderanno mai; ma ora in Italia sarebbe giusto spiegare ai cittadini, che la qualità attuale della cultura non ci consente di aspirare alla massima libertà per tutti, senza rischiare che idioti, matti, sfruttatori, negrieri e criminali, fuori e dentro le istituzioni pubbliche, facciano della loro libertà un abuso distruttivo, sotto il naso dei giudici impotenti per superlavoro, e a danno degli onesti e capaci di tutte le razze, dal netturbino al presidente (A.Moro), che pagano con la borsa con la vita o con entrambe il dilagare del crimine e dello sfascio.
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