lunedì 21 ottobre 2019

Rubare la sovranità monetaria è genocidio?


In Italia ci lagnamo da tre decenni perché stiamo impoverendo lentamente. Invece è falso, perché gli italiani sono impoveriti in una manciata di secondi 38 anni fa nel 1981, quando, in perfetta violazione dell'articolo 1 della Costituzione, con una acrobazia giuridica  degna del miglior borseggiatore, il governo italiano privatizzò la banca centrale e forse anche la sovranità monetaria. Ma su questo gli addetti ai lavori si contraddicono reciprocamente.
In quell'anno, o successivamente, privatizzando la Banca d'Italia, la classe politica trasferì dal popolo sovrano ai banchieri italiani prima ed europei dopo la proprietà della moneta, e il potere insindacabile di stamparla prestarla o negarla ai cittadini e allo Stato.
Al pari di un semplice cittadino, qualunque Stato può soffrire di un lento impoverimento anche di mezzo secolo ed oltre, prima di fallire, oppure passare dalla vita alla morte economica in una manciata di secondi.
Se il contabile di una grossa azienda ripulisce i depositi bancari dei suoi datori di lavoro e scappa via col malloppo, i proprietari di quella azienda passano dalla condizione di ricchi a quella di poveri. E il dipendente ladro diventa con altrettanta celerità indipendente ricco.
L'impoverimento d'Italia è stato della stessa natura. Il popolo italiano "sovrano" è passato dalla condizione di banchiere unico legittimato a stamparsi il denaro di cui ha bisogno, a quella di barbone condannato ad elemosinarlo, o lavorare come un cane per arricchire i Banchieri BCE legittimati a schiavizzarlo a colpi di interessi passivi e di spread impazzito.
Il denaro è l'unità di misura della produttività di un individuo come di un popolo; portargli via il denaro, è come privare il sarto del metro, il farmacista del bilancino, il muratore della malta, l'elettricista del cercafase, il tassista dell'auto, il vigile del fuoco dell'acqua, il pilota dell'aereo, il ciclista della bicicletta,  Il maratoneta delle scarpe, il professore della cattedra, il vigile della paletta, il poliziotto delle manette, lo stato del potere sovrano o impositivo e via elencando.
Insomma se ad un uomo o ad un popolo porti via il mezzo primario, essenziale alla sua produttività intelletuale, professionale o manuale, lo trasformi di colpo da ricco a povero, da occupato sazio a disoccupato affamato.
Il passaggio dell'intero Popolo italiano dal benessere all'impoverimento è avvenuto giuridicamente in una manciata di secondi nel 1981, 38 anni fa, quando fu privato della sovranità monetaria poi trasferita dalla banca d'Italia alla BCE. E il successivo e crescente impoverimento economico ne è la conseguenza.
Nelle vere democrazie il popolo sovrano è banchiere pubblico unico e nella sua banca centrale si stampa tutto il denaro di cui ha bisogno senza rincorrere gli strozzini col cappello in mano.
Dove invece si riempie di "banchieri privati" che usano la sovranità monetaria per portarsi al guinzaglio il governo come fosse un cagnolino e come arma di impoverimento e schiavizzazione di massa, il popolo in massa si arricchisce di famiglie indebitate, impoverite, distrutte, matrimoni sbagliati, figli disoccupati, drogati, mariti assassini, disperati, falliti, evasori, elusori, delocalizzatori, corrotti, corruttori e piccoli imprenditori suicidi.  
Questa è l'Italia che ci raccontano i cervelloni italiani antieuropeisti, svegliati di soprassalto. Che dopo un trentennio di letargo colposo o doloso, vedono nella perdita della sovranità monetaria la causa scatenante, il peccato originale dell'attuale catastrofe socio politico economica italiana. 
E quanto sia giusto o sbagliato remare pro o contro l'Europa può saperlo solo Dio. Io, quel poco che ho percepito da non addetto ai lavori Ve l'ho raccontato qua. E in conclusione mi e vi domando: il crescente e oggettivo impoverimento italiano è imputabile ai i nostri scarsi governanti, agli insaziabili Banchieri BCE oppure ad entrambi?

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