lunedì 17 agosto 2020

La politica è la scienza del tutto

 
È criminale chi si candida per esercitare il potere politico in nome e per conto  del popolo italiano, ignorando che la politica è saggezza non insipienza, è la scienza del tutto non del niente. 
Chi governa ha la stessa funzione del montatore di mosaici, deve collocare i 1000 tasselli istituzionali giusti nel posto giusto e nel momento giusto.
È semplice delegare alle istituzioni culturali, finanziarie, economiche, il governo dei vari sottosistemi sociali, ma poi diventano complesse, tragiche ed ingovernabili le catastrofi che ne derivano.
È come entrare in un'auto potentissima metterla in moto e partire. Ma poi impaurito dal rischio di provocare un incidente, alzare le mani dal volante e lasciare a l'auto che dovrebbe essere guidata dall'uomo, il potere di guidarlo.
A questo livello di stupidità si è ridotta la politica italiana centrale che in questi 72 anni ha ceduto alla Finanza il governo della moneta, alla cultura il governo del sapere, alle regioni la politica periferica.
In altre parole, Chi è incaricato di governare l'Italia non ha più il problema se prendersi il controllo e la responsabilità di tutto, o alzare le mani dal volante in segno di resa, perché il volante lo hanno pure smontato e rottamato, visto che Berlusconi lo cerco invano sin dal primo giorno di permanenza a Palazzo Chigi. Parole sue.
Se sui banchieri, sui professori e sui giornalisti e peggio sulle multinazionali o sui professionisti, il premier non ha potere, allora il potere di premier è una caricatura; e tale non può che esserlo interamente l'Italia, perché è la qualità del mondo scientifico e finanziario a fare la qualità dei cittadini e relativa produttività onesta e capacità di autogoverno dello Stato.

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