venerdì 21 ottobre 2011

La frana culturale

























Credo di aver individuato una cosa che mette d’accordo Occidente e Oriente, pur nelle loro diversità socio, politico, economiche e culturali.
Quando sulla strada a scorrimento veloce del libero mercato globale, il traffico è a passo di lumaca: o la strada è bloccata da una frana, o da un tamponamento a catena, o da un corteo funebre a passo d’uomo.
Perchè l’Occidente che correva sulla via dello sviluppo economico e della civiltà democratica si è ritrovato davanti una interruzione stradale ed è diventato lumaca zoppa. E l’Oriente, immobilizzato per un secolo come Napoli nella "monnezza", ha ripulito la sua via culturale ed è ripartito come una Ferrari da competizione.
E se vogliamo escludere che ci sia in giro una epidemia di stupidità che rende impediti ora i popoli d’oriente ora quelli d’occidente, c’è solo da stabilire di che natura era la frana che bloccava la produttività economica e la democrazia in Russia e Cina, e di che natura è quella che oggi blocca l'Europa e l'America liberista.
E posto che i popoli non rinsaviscono e rincretiniscono a giorni alterni, l’unica interruzione alla produttività umana possono generarla le idee a cui si ispirano la politica, la giustizia e il mercato, nel produrre leggi, regolamenti e sentenze.
Perché promuovere e difendere la bontà delle idee, in Paesi ridotti alla bancarotta, come l’Italia e ancora peggio la Grecia,  è come qualificare idiota l’intera popolazione fallita, e genio chi ha partorito le idee da manicomio su cui si fonda il sistema.
Nell’Unione Sovietica, andando contro la più sfacciata evidenza, ci provarono per 75 anni a difendere sia l’idea comunista che il popolo, ma hanno smesso di salvarlo a chiacchere, solo divorziando dall’idea comunista e sposando la liberista. E in Italia dobbiamo affrettarci a capire se sono comuniste o liberiste le macerie che impedendoci di produrre e vivere stanno attentando al popolo e allo Stato.
A guardare quello che hanno fatto gli “indignados” italiani a Roma, ci sarebbe da sentenziare senza appello che un’epidemia di stupidità ha colpito il popolo italiano, ma cadremmo nello stesso errore che bloccò la Russia e la Cina nel comunismo per una eternità. Non sono i popoli a diventare geni e stupidi a giorni alterni, a correre e poi fermarsi in massa. Sono le idee che li muovono o paralizzano.
Qua c’è una frana ideologica che inibisce all’Europa e all’America qualunque movimento produttivo onesto e intelligente? Allora vuol dire che quelle idee (comuniste o liberiste che siano) non gli uomini, sono arrivate al capolinea perché stupide, anacronistiche o utopiche. E la strada va sgomberata d'urgenza, perchè i popoli a pancia vuota non sono governabili.
Voi che dite, processiamo i popoli in un bel Tribunale di Norimberga giudiziario, o processiamo civilmente solo le idee demenziali, in un Tribunale di Norimberga culturale, che rimuova la frana delle idee senza sfiorare gli uomini che sono sempre e comunque e tutti vittime? Se alla Russia e alla Cina è riuscita a meraviglia la rivoluzione intelligente, pacifica, civile e disarmata: noi, popolo di geni, il cervello per fare altrettanto lo abbiamo ancora o lo abbiamo consegnato all'ammasso?
E’ vero, abbiamo anche noi Italiani la possibilità di cambiare politici per altri nove anni, (la Russia li cambiò inutilmente per settantacinque) ma non aspettiamoci che i politici cambino politica, prima di aver cambiato idea, ideologia, cultura.
Anche Berlusconi e Bossi, dopo Prodi, si sono presentati come salvatori, capaci di rivoltare l’Italia come una manica di camicia, dal punto di vista giudiziario, burocratico, fiscale ed economico, ed un buco nell’acqua più grosso non potevamo nemmeno sognarcelo.
Che facciamo, cambiamo squadra di idraulici della politica che ci costano ogni volta un occhio della testa e per buchi sempre più vistosi; tiriamo su un migliaio di forche a Piazzale Loreto per fare pulizia come in Libia, dove buttato giù un mostro, ne spunteranno mille; o a costo zero tiriamo su un Tribunale di Norimberga culturale per processare tutte le idee balorde che sono franate sulla strada dell’Occidente paralizzando politica, mercato  e società?
Sia ben chiaro, a scanso di equivoci, qua non ci sono filosofi da incriminare e politici da assolvere. Sul banco dei carnefici devono accomodarsi le idee e su quello delle vittime i filosofi e i politici in prima fila a cui hanno corroso il cervello, trasformandoli da buoni in cattivi maestri.
Perchè continuando a incriminare gli uomini e a scagionare le idee, si arriva a criminalizzare tutti fino al Presidente della Repubblica e oltre. Ma io sono pronto a mangiarmi una mano cruda se per questa via si riesce a cavare anche un solo ragnetto neonato dal buco. 

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