Soddisfatti o rimborsati
Per
democratica scelta divina, l’umanità è composta di pochi predatori e un oceano
di prede. Ciò ha fornito alla cultura prima e alla politica poi l’alibi per
speculare insegnando a tutti a convivere anziché confliggere. Ma dopo tre
millenni, i pompieri della cultura e della politica ancora spengono il rogo
della conflittualità sociale con il lanciafiamme delle ideologie fallimentari e
della discriminazione e ingiustizia criminale.
Dal millenario
salvataggio dei padroni predatori; si è passati al salvataggio delle prede
lavoratrici, ma il problema cardine dell’umanità resta sempre quello
originario. Il rapporto conflittuale lavoratore padrone non ha ancora una
soluzione culturale, politica ed economica che sia appena appena decente.
Da Platone in poi,
l’umanità continua ad avere ancora bisogno di dittature e monarchie, perché una
filosofia e una politica democratica che salvi insieme lavoratori e padroni,
capre e cavoli non l’ha ancora inventata nessuno.
Se il potere di governare
lo agguantano i padroni, lo sfruttamento intensivo dei lavoratori rasenta
l’omicidio. E se lo agguantano i lavoratori, per i padroni che non siano almeno
banchieri strozzini o industriali sfruttatori, con una seria vocazione al
furto: di salvifico c’è solo il suicidio.
Insomma, la democrazia
(ultima generazione) ha solo gli attributi per garantire guerra civile
spacciata per pace sociale. Perché cultura e politica, soggette al consenso
della maggioranza dei cittadini, per rimanere al potere, finiscono per fare di
quella maggioranza un gigantesco predatore di minoranze di soggetti deboli o
indifesi. E i padroni onesti, oggi nobilitati imprenditori, essendo una “schiacciante
minoranza”, finiscono nelle legalissime fauci del potere maggioritario dei
lavoratori che in Italia sono 11 volte più numerosi dei padroni e possono
legalizzarsi anche l'omicidio.
Quindi
il mondo della cultura e della politica che palleggia democrazie da oltre tre
millenni per insegnare la civile convivenza fra lavoratori e padroni, s’è
inventato il “liberismo”, dove a parole i piccoli padroni sono “autonomi e
liberi” di produrre ricchezza, ma di fatto non sono più né padroni, né
autonomi, né liberi, perché (salvo rare eccezioni) sono diretti e schiavizzati da cinque milioni di
lavoratori irresponsabili che governano lo Stato, e per i quali i padroni sono
colpevoli anche di una macchia di sugo sulla faccia della luna, se non si
affrettano a rubare e a sfamare il mostro dello statalismo democratico. Dove
non sono più i pochi padroni criminali a schiavizzare i molti lavoratori
onesti; ma c’è una robusta classe media di professionisti, sindacalisti,
burocrati e giornalisti di rincalzo ai politici, a schiavizzare o sterminare i
pochi padroni onesti superstiti in funzione di una a dir poco discutibile
giustizia e pace sociale: e con la formula soddisfatti qua, o
rimborsati all’Altro Mondo.
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