venerdì 27 luglio 2012

Ora si passi al comuliberismo


Ora si passi al comuliberismo
Se il mondo è ormai irreversibilmente liberista, ma in Italia il comunismo fa ancora danni apocalittici; vuol dire che il liberismo italiano è campione mondiale di stupidità al pari del comunismo. Perché il problema attuale dell’intero Occidente, non è migliorare il comunismo o il liberismo, ma renderli entrambi compatibili e complementari, posto che il solo comunismo, alla lunga (vedi Russia e Cina) rende indispensabile il liberismo; ma anche il liberismo, dopo alcuni decenni, ricrea puntualmente le condizioni per un ritorno urgente al comunismo (vedi fallimenti di banche, titoli tossici,  speculazione finanziaria e strozzinaggio di nazioni in difficoltà). 
Perciò, tutto l’esercito di intellettuali faziosi italiani, che in aggiunta ai politici lavorano per dimostrarci la bontà del comunismo o del liberismo, non hanno altra funzione che spegnere con la benzina il fuoco della guerra civile economica fra lavoratori e pensionati (43 milioni) che hanno la forza numerica e quindi politica per pretendere garantismo comunista dagli imprenditori (4 milioni di animali da soma) che invece vorrebbero liberismo e profitti per non soccombere alla rapacità del fisco comunista, assommata alle turbolenze del mercato che quando tutto va a meraviglia, alterna un anno di sviluppo e almeno tre di recessione.
Insomma, per rimanere in Italia, va detto chiaramente, che gli imprenditori italiani sono i più stupidi del pianeta. In 65 anni non si sono ancora accorti che essendo minoranza sociale, sono anche minoranza politica. L’armata brancaleone dei loro rappresentanti politici va a Roma a scaldare poltrone e riempirsi portafogli, non avendo, in quanto minoranza, né il potere di legiferare, né quello di governare.
Se e quando decidono di varare una legge o convertire un decreto, è sempre una legge o un decreto a vantaggio della maggioranza sociale governante e a danno della minoranza sociale governata, cioè gli imprenditori, la cui risibile potenza politica è di 4 milioni di votanti, su 43 milioni fra dipendenti e pensionati che urlano e pretendono salari e pensioni crescenti per loro e tasse crescenti ai piccoli padroni, perché i paperoni, tutti amici dei comunisti, vanno tutelati.
Continuare a chiedere ai governi italiani una intelligente politica dei profitti per 4 milioni di imprenditori, se tutti i governi sono legittimati a governare da una schiacciante maggioranza di lavoratori e pensionati per mungere alle vacche dell’imprenditoria 43 milioni fra salari e pensioni, è come chiedere ad un vampiro una urgente trasfusione di sangue.
E gli imprenditori non sono stupidi solo per questo, ma anche perché si affannano a produrre (a colpi di evasioni, elusioni, truffe, furti e fallimenti pilotati) la ricchezza necessaria a mantenere in vita un sistema politico che in democrazia non li rappresenta affatto, e non li potrà mai rappresentare, per la loro risibile entità numerica, a prescindere dall’onestà della classe politica.
Senza contare regioni, province e comuni, pagano mille parlamentari, divisi in due schieramenti, per garantire una rappresentanza politica a lavoratori e pensionati e per sé una corda per impiccarsi.
Se il mondo dell’imprenditoria, con i suoi 4 milioni di votanti, votasse compatto per lo schieramento maggioritario che va a governare il paese, avrebbe solo l’illusione di governare, perché a spedire al governo lo schieramento vincente, non sarebbero solo i 4 milioni di imprenditori, (ammesso che votino compatti) ma altri 20 milioni di dipendenti e pensionati, a cui non gliene frega un tubo delle turbolenze economico finanziarie, delle recessioni, dello spread, delle tasse strangola imprese e del default incombente su tutta l’Europa.
Quindi il problema, care teste d’uovo del mondo della cultura e della politica, non è capire quanti miracoli possono fare comunismo e liberismo in guerra fra loro in un sistema finto democratico, dove l’alternanza delle classi sociali al potere è ormai resa impossibile dalla inconsistenza numerica dei padroni e dalla schiacciante maggioranza dei lavoratori; ma come si fa a rendere complementari comunismo e liberismo, dove il comunismo avrebbe bisogno di uno Stato elefantiaco e datore di lavoro (ormai fallito da decenni a livello planetario) e il liberismo di uno Stato minimo, smilzo e persino anoressico, che ti lascia libero di produrre profitti, ma non per strapparti in un colpo solo, come nel fu Belpaese, la borsa e la vita.
Perché questo, per chi conserva ancora qualche neurone, è manicomio democratico; in quanto il comunismo e il liberismo negano entrambi l’interdipendenza classista lavoratori-imprenditori, e quindi la necessità che comunisti e liberisti non firmino un armistizio per qualche mese, finché a Palazzo Chigi c’è un Mario Monti e all’orizzonte il default, ma che si rendano complementari per l’eternità, perché qua non si salva nessuno se non si salvano tutti.
L’idea che sia intelligente salvare lavoratori e pensionati riducendo al suicidio gli imprenditori onesti, è sopravvissuta per 65 anni in Italia, con la santa benedizione di giudici e chierici, ma cancellando ogni traccia di  lavoro giustamente retribuito, e di profitto onestamente prodotto ed equamente tassato.

Nessun commento:

Posta un commento