martedì 10 luglio 2012

In Italia chi sono gli autonomi?



In Italia chi sono gli autonomi?
E’ fascista il paese che costringe i lavoratori ad emigrare e comunista quello in cui gli imprenditori onesti hanno solo il suicidio come alternativa all’evasione fiscale, fallimento, o delocalizzazione: vedi Italia.
In realtà, il cittadino che dallo Stato italiano viene classificato imprenditore, dovrebbe citare per truffa tutte le istituzioni, giustizia compresa; perché se nei moderni sistemi socio-economici sono solo gli imprenditori a pagare col fallimento e non più i lavoratori con licenziamento le conseguenze del calo della produttività, per recessione o altra causa, vuol dire che non sono più i lavoratori a dipendere dalla produttività economica degli imprenditori, ma gli imprenditori dal potere sindacal-politico dei lavoratori. E considerare autonomi gli imprenditori e trattarli giuridicamente e fiscalmente come tali è un crimine legalizzato, oltre che demenziale e socialmente suicida.
Perchè così il costo delle turbolenze recessive e speculative mondiali, ingovernabili persino a livello politico, si scaricano pari pari sulle imprese facendole fallire, e spacciando il tutto come difesa dello stato sociale, finchè non degenera in default.
Un sistema economico scarsamente produttivo, costringe gli imprenditori a delocalizzare, ma non più i lavoratori ad emigrare, (anzi ne aggiunge nuovi immigrati) e ciò vuol dire che il flusso della ricchezza non si muove più in senso fisiologico dalle imprese ai lavoratori, (dal profitto al salario), ma si è invertito, scorrendo in senso patologico dai lavoratori alle imprese, quindi (dal potere politico al mercato), passando per l’idrovora “succhiatasse”del fisco, e per l'indebitamento pazzoide dello Stato.
Chi auspica un ritorno al fascismo per riequilibrare lo strapotere sindacal comunista dei lavoratori è un imbecille, perché in questo modo fornirebbe a chi governa le democrazie sempre e comunque a vantaggio dei lavoratori, l’alibi per scorticare meglio vivi  e morti gli imprenditori onesti, che già così sono alla canna del gas.
Per nostra disgrazia, sindacalisti, politici e giudici sono come gli infermieri; e lavorando col "culo altri" non hanno la percezione se le loro intramuscolari sono delicate come una piuma, o letali come i pugni sotto la cintola di un campione di pesi massimi.
Insomma, se il mondo va alla rovescia non è solo colpa degli infermieri del potere, ma anche dei pazienti stupidi e miopi dell’imprenditoria, che da sessanta anni fanno come quel tale che rideva come un matto mentre lo bastonavano, perché i suoi aguzzini lo avevano scambiato per tizio, invece lui era caio. E godeva a prenderli in giro mentre lo pestavano a sangue.
Gli imprenditori credono di poter compensare il calo di potere politico della loro classe sociale minoritaria in qualunque democrazia (in Italia siamo a un rapporto patologico di 1 a 14), impiegando il loro potere economico per corrompere la classe dirigente, evadere, eludere, truffare ecc. Certo che così si salvano singole imprese e per un tempo limitato, ma a danno dell’intera categoria e dello Stato che accumula perdite fino a diventare ingovernabile.
Scorticare vivi 4 milioni di imprenditori per salvare 56 milioni di cittadini è politica da scemo del paese. Altra cosa è chiamare i 56 milioni di cittadini (che sono i detentori del potere reale in tutte le sue sfaccettature istituzionali) a salvarsi i 4 milioni di imprese se ci tengono a salvarsi davvero, rifiutando come salvataggio quello sindacale e politico da manicomio che in 65 anni ha gettato in mare l’Italia e gli italiani con una pietra al collo.
Solo fuori dalle democrazie gli imprenditori tornano autonomi e liberi di fare profitto se hanno capitali da investire, ma nelle democrazie dove il grattarsi il naso richiede una trafila burocratica interminabile e costosa, classificare e tassare i piccoli imprenditori onesti come soggetti autonomi è una mostruosità giuridica che ne ha quasi estinta la razza.

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