mercoledì 25 luglio 2012

E ora si passi alle soluzioni


E ora si passi alle soluzioni
Dopo 65 anni di finta democrazia in Italia non sappiamo più chi siamo nè dove andiamo. Abbiamo un presente bellissimo, dove un qualsiasi signor nessuno ha  diritto di esprimersi liberamente e di criticare la società, lo Stato, le istituzioni e i suoi addetti politici e burocratici; ma abbiamo un futuro più nero della mezzanotte, non perché ci mancano le soluzioni ai problemi che ci assillano, ma il potere di attuarle.
In democrazia possiamo parlare e gesticolare tutti anche in disaccordo reciproco; ma poi non agisce nessuno, perché l’azione scaturisce dall’accordo di una maggioranza di soggetti autonomi o rappresentanti di altri soggetti.
Clement Attlee diceva che “democrazia significa governo fondato sulla discussione, ma funziona soltanto se riesce a far smettere la gente di discutere”.
Perciò incominciamo col dire che le democrazie hanno un tragico deficit di cultura di governo che si dovrebbe iniziare a colmare individuando le priorità di un sistema democratico vero e cercando di coagulare consensi attorno a quei pilastri della convivenza, per evitare che ad un eccesso di discussione faccia seguito un deficit di governo, come nella migliore tradizione italiana.
Abbiamo uno Stato fondato sul lavoro, ma mancando il fondamento dello Stato, cioè il lavoro, manca anche lo Stato. Ci siamo dati una burocrazia elefantiaca e ci siamo giustamente addossati il dovere di mantenerla, ma non ci siamo conservati il potere di mandarla via a pedate se ci impedisce di esercitare i nostri diritti. 
Insomma, per farla breve, il rapporto cittadino-burocrate (e quindi sovrano-servo) dovrebbe, come minimo, essere improntato alla RECIPROCITA’, perchè è scandaloso che i cittadini sovrani debbano essere servi dei burocrati a cui pagano lo stipendio per farsi servire.
E anche i rapporti economici Popolo-Stato dovrebbero confluire su DUE CONTABILITA’ SEPARATE, perchè non sia sempre il popolo a dare, e lo Stato a prendere, da "piovra".
Così il popolo continuerebbe ad assumersi il dovere di produrre ricchezza e mantenere lo Stato mantenendo la burocrazia (in linea con i costi degli altri paesi UE); ma anche la burocrazia dovrebbe assumersi il dovere di mantenere con i soldi propri i cittadini a cui "per inadempienza secolare" non garantisce salario o profitto. Così non avrebbe più interesse a custodire i denari di Pantalone nelle casse pubbliche colabrodo a disposizione di ladri, truffatori, corruttori e mangiapane a tradimento.
Se nello Stato tutti gli addetti avessero il diritto di mangiare solo a spese dei contribuenti che hanno reso produttivi, si farebbero in quattro ad assicurargli un reddito onesto, per poterli sfruttare poi come contribuenti, e non averli come disoccupati da mantenere.
Oggi, in tutto il mondo, le burocrazie "democratiche" non hanno alcun interesse a rendere onestamente produttivo il popolo, perché hanno il potere tirannico di tassare anche le elemosine degli accattoni, la refurtiva dei ladri e i profitti criminali di truffatori, strozzini e mafiosi.
Se questo diritto fosse negato, burocrati, politici e giudici incapaci di assolvere quella funzione senza rimetterci di tasca propria, farebbero a gara per scappare dalle istituzioni invece di agguantarsele da piovre per uccidere popolo e Stato come fanno adesso.
Oggi il fisco chiede questo al popolo: paga le tasse per mantenere lo Stato o ammazzati. Quindi a burocrati, politici e giudici va chiesta la stessa cosa e con gli stessi mezzi coercitivi: mantenetevi di tasca propria i cittadini che per inadempienza non avete reso onestamente produttivi, o sparite!!!!
Tutte le pantegane che da 65 anni ingrassano nei gustosi parmigiani delle istituzioni italiane a spese di quel fesso di Pantalone, fuggirebbero dallo Stato più velocemente dei topi dalla nave che affonda. E il problema del licenziamento dei dipendenti pubblici non si porrebbe più come un rompicapo spaccagoverni.
Perchè se rendi i cittadini titolari di un diritto, ma non del potere di esercitarlo, quello è un diritto truffa, anche se pomposamente sbandierato nell’Atto Costitutivo dello Stato, come l'istruzione, il lavoro, la giustizia, la solidarietà, la salute, la sicurezza e quant'altro.
Chi nello Stato ha il dovere di garantirti quel diritto può riderti in faccia, visto che non sai che il potere di esigerlo in maniera coatta, (come il potere impositivo previsto dalla Costituzione), non è stato attribuito a te in quanto cittadino sovrano, ma al tuo servo Stato per scorticarti vivo di tasse. E asservirti fingendo di servirti.
Ecco perchè con questa dittatura travestita da democrazia, sprechiamo i migliori cervelli della cultura e del mercato con funzione di Premier, Ministro e Sottosegretario, come Prodi, Berlusconi, Brunetta, Monti, Fornero e mille altri prima di loro, senza riuscire a cavare un solo ragnetto spelacchiato dal buco.
Ma se il popolo italiano, per il sacro principio della RECIPROCITA', avesse al pari dello Stato potere impositivo per tutelarsi i diritti negati, l’Italia diventerebbe in automatico un Paradiso in Terra, e per la funzione di Premier, persino lo scemo del paese sarebbe sprecato.
Invece hanno affidato l'Italia ai cani e ai porci che se la sono mangiata viva, e ora vogliono riscoprire il valore della MERITOCRAZIA. Ma è un falso valore pure quello, perchè non è garantito che i cittadini che sanno e valgono, poi da pubblici funzionari siano respondabili e vogliano. Visto che gli utenti non hanno alcun potere di rivalsa sugli enti e sui burocrati, che non sia una truffa aggiuntiva.
Serve un sistema aperto a chiunque si sente gli attributi, perchè la clausula per accedere alla pubblica amministrazione da lavacessi o presidente, dovrebbe essere a rischio dei governanti, non dei governati.
Come negli autobus, chi è alla guida del potere dovrebbe sedere avanti dove si muore per primi se si provoca un incidente. Oggi invece chi governa è seduto lontano per mettere a rischio il culo del popolo e salvare il suo. A quella gente vanno segati i piedi delle poltrone, in modo da rendere il potere accessibile solo ai soggetti RESPONSABILI, ai Muzio Scevola, che se pure sbagliano, corrono spontaneamente ad infliggersi la pena. 
Non come i nostri politici che la pena la infliggono ai contribuenti  quadruplicandosi i rimborsi elettorali (resi fuorilegge con referendum) per aver trasformato l'Italia, da Stato normale, in cesso di stazione di campagna.

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