giovedì 26 luglio 2012

Chi ci ha rubato il futuro?

Chi ci ha rubato il futuro?

Tutta l'iniquità che può scaturire dalle leggi sbagliate, è un'inezia in confronto alle devastazioni che generano le finte ideologie contrapposte, i cui sacerdoti sono sempre associati nel fare incetta di diritti per sé e morte per gli altri.
Pensate a cosa ci hanno portato gli estremismi del sindacalismo comunista: alla distruzione del lavoro certo e garantito chissà per quante generazioni. E i liberisti non si sono fatti pregare a produrre ricchezza “legale” anche per ladri e parassiti pubblici e privati, corrompendo da criminali e se necessario uccidendo da mafiosi.
In Italia la politica si è impegnata a concentrare la produttività al nord, e nell’Emilia Romagna sembrava avesse prodotto il suo massimo capolavoro. Ma stringi stringi, quando arriva il terremoto, come il maremoto lava via le chiacchiere e mette a nudo i fatti criminali.
E i fatti sono che in Italia l’80% delle strutture industriali (così come progettate, montate e collaudate oggi) crollano persino nelle regioni baciate dal comunismo come l’Emilia Romagna, perché ormai la politica salariale vince per KO sulla politica dei profitti onesti, costringendo anche le grosse industrie a risparmiare su tutto a rischio della vita umana, o evadere, o fallire, o delocalizzare.
Il rapporto fra 43 milioni di lavoratori e pensionati, e 4 milioni di imprenditori chiamati a produrre ricchezza per tutti o fallire, è così sbilanciato numericamente e di conseguenza politicamente, che i grossi padroni, pur restando una fortezza economica inespugnabile come lo sono sempre stati, oggi sono una risibile minoranza politica. Quindi vittime sacrificali delle democrazie se non usano il loro potere economico per corrompere e riciclarsi da vittime in carnefici, a danno dei piccoli imprenditori, indebitamento pubblico e devastazioni ambientali. 
E a sentire Report RAI 3, sembra che ci sia un nesso fra trivellazioni per estrazione di gas e petrolio e il terremoto nell'Emilia Romagna. E se questa non è una panzana, vuol dire che scienza, politica e mercato hanno raggiunto un ottimo livello criminale, con licenza d'uccidere.
Di fatto non esiste un modo legale per rappresentare politicamente a Roma l’armata brancaleone degli imprenditori onesti, così come sono rappresentati i lavoratori privati e meglio ancora i dipendenti pubblici che non hanno mica bisogno di corrompere la politica per guadagnarsi il diritto alla vita onesta, garantita e continuata.
Qualcuno potrebbe dirmi invece che gli imprenditori sono troppo rappresentati. Ed è per questo tragico errore di valutazione che siamo arrivati al suicidio dei piccoli imprenditori onesti. La rappresentanza politica per la classe sociale degli imprenditori non l’hanno ancora inventata, e in democrazia non è inventabile, perchè gli imprenditori non hanno i numeri per arrivare al governo del Paese. E se ci arrivano legalmente per strapotere economico come Berlusconi, politicamente non li consentono di cavare un ragno dal buco.
Tant’è che in 17 anni si sono fatte le peggiori ipotesi su Berlusconi: che fosse andato a Roma per salvarsi le sue imprese, per arricchirsi, per esportare le sue televisioni nel mondo, per appropriarsi della Rai, per ammansire i giudici, e sicuramente anche per rubare bestiame, ma nemmeno un matto ha osato ipotizzare che nella funzione di Premier, potesse privileggiare la classe sociale degli imprenditori. Avrebbero riaperto i manicomi.
Dopo 65 anni di sindacalismo e politica comunista inossidabile, la classe degli imprenditori s’è ridotta ad una razza speciale di idioti o di mafiosi che si auto rappresentano singolarmente, nell’unico modo possibile: consegnando (una valigetta piena come un uovo) al potente politico o burocratico di turno nel momento del bisogno di un finanziamento, un appalto truccato, un alleggerimento tributario, o per forzare leggi, decreti e regolamenti che prevedono solo salari onesti per dipendenti, ma mai profitti onesti per imprenditori onesti.
Per anni si è parlato che lo sviluppo italiano era a macchia di leopardo, oltre che nord produttivo, e sud povero e parassita. Ma era solo una povera illusione ottica. In tutte le democrazie del mondo la politica dei profitti può arrivare alla massima degenerazione illegale e criminale, ma solo se benedetta dalla legalissima politica comunista dei salari, per evitare che i sistemi sociali implodano per fallimento delle imprese e poi esplodano per la crescita incontrollabile di poveri e disoccupati. 
Per millenni nessuno è mai riuscito ad insidiare ai padroni il loro smisurato potere economico criminale. Ma ora abbiamo fatto bis, perchè nessuno è in grado di insidiare il potere politico legale dei lavoratori, anche se la guerra quotidiana fra le due classi sociali non è a costo zero.
E se mai qualche matto volesse tentare di capirci di più, provi a domandarsi questo a mente fredda: il sindacato e la politica comunista hanno il merito di aver posto i lavoratori e i pensionati ad un livello di potere e garanzia mai visto prima in tutta la storia dell'umanità, ma a che prezzo? Se quel potere e quel denaro non hanno voluto toglierlo ai padroni ingordi e ai banchieri rapaci, anzi li hanno autorizzati sia a trivellare l'Emilia a rischio terremoti (vedi Report) sia a costruire capannoni che si disfano come ricotta: a chi accidenti lo hanno strappato? 
E capirà senza sforzo che le vittime sono i mini e micro imprenditori costretti a rubare per sopravvivere alla persecuzione tributaria o rassegnarsi al ruolo di ebrei condannati allo sterminio nel nuovo nazismo legalizzato e benedetto da tutti i poteri dello Stato, nessuno escluso.
E quando questi signori prenderanno coscienza che devono salvare l'oceano di disoccupati da sicura guerra civile, dovranno andare in pellegrinaggio casa per casa a risarcire e richiamare in servizio tutti gli imprenditori onesti che hanno rovinato e declassato in falliti, evasori e parassiti.

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